francesco2
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venerdì 14 gennaio 2011
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amabili film
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Il film che ha "sdoganato" Jackson, "Creature del cielo"(1994) amato molto da varia gente (Non così tanto da chi scrive)era giocato, oltre che sull'eccentricità sessuale delle due protagoniste (Un amore lesbico, perdipiù nell'Australia degli anni '30-'40)), soprattutto sulla duplice dimensione in cui loro vivevano (?) : una grande importanza veniva data alla lirica del cantante Mario Lanza, forse anche perché la coppia di giovani si districava in una dimensione sopsesa tra il "Brutto" della quotidianità e la "Bellezza" dell'Arte (In questo caso la Lirica), che trascendeva la "grevità" della vita di ogni giorno, proprio come l'amicizia adolescenziale femminile, che in questo caso diventava qualcosa di ancora più grande, va oltre certi rapport(in)i quotidiani che non sempre nelle nostre vite lasciano traccia.
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Il film che ha "sdoganato" Jackson, "Creature del cielo"(1994) amato molto da varia gente (Non così tanto da chi scrive)era giocato, oltre che sull'eccentricità sessuale delle due protagoniste (Un amore lesbico, perdipiù nell'Australia degli anni '30-'40)), soprattutto sulla duplice dimensione in cui loro vivevano (?) : una grande importanza veniva data alla lirica del cantante Mario Lanza, forse anche perché la coppia di giovani si districava in una dimensione sopsesa tra il "Brutto" della quotidianità e la "Bellezza" dell'Arte (In questo caso la Lirica), che trascendeva la "grevità" della vita di ogni giorno, proprio come l'amicizia adolescenziale femminile, che in questo caso diventava qualcosa di ancora più grande, va oltre certi rapport(in)i quotidiani che non sempre nelle nostre vite lasciano traccia.
"Amabili resti", che Jackson ha tratto da un romanzo di certa Alice Sebold, si pone in una prospettiva ancora più ambiziosa:
dopo una prim(issim)a parte che precede il brutale omicidio della ragazza, quest'ultima è sospesa tra realtà e sogno proprio perché, secondo una prospettiva relativamente (o totalmente?) religiosa, non raggiunge una dimensione "Tout court" trascendente, in quanto non ha accettato che, senza di lei, le persone siano felici lo stesso. Il film mette in scena non solo l'elaborazione(?) di un lutto, peraltro riguardante qualcuno nella fase iniziale della sua vita, ma anche come un vuoto improvviso metta in crisi equilibri apparentemente o realmente considerati. In questo si inserisce, anche se spesso in modo simpatico, la figura della zia tabagista, che aggiunge una tocco insolito allo scombussolamento presente nella famiglia, per quanto l'uscita più o meno sagace della nipote ("Il Paradiso non esiste"), a un certo punto la costringa a una risposta seria.Dall'altra parte, è anche e soprattutto la dimensione di Susie a richiamare il limbo dantesco: non è un vero e proprio Paradiso, piuttosto una "Terra di mezzo" in cui ognuno di noi si autoconfina anche nella vita di tutti i giorni, o quando non abbiamo il coraggio di prendere decisioni o quando siamo vittime dei nostri egoismi. Il suo, tuttavia, è anche un desiderio di giustizia, per quanto in chiave egoistica: continuerà a mostrarsi agli altri e a non prendere coscienza della sua nuova "Dimensione" fino a quando lo zinzino, magnificamente interpretato da Stanley Tucci, non avrà smesso di infierire contro altre potenziali vittime.
Bisogna dire che, se Jackson è talora arraffazzonato nella ricostruzione complessiva che tutto questo comporta, anche a livello di relativa mescolanza di generi, argomenti come l'egoismo e il nostro porsi in relazione con gli altri non vengono mai "Banalizzati"). Più efficace rispetto alle apparenze, da questo punto di vista, è anche la scelta di non impegnare né Susie stessa né gli altri protagonisti in stucchevoli, e stupidamente consolatorie, scene di defunti che parlano coi vivi. Nè la ragazza è un banale angelo che veglia su di loro, ma "soltanto", in una dimensione ultraterrena ma contemporaneamente percepibile, parzialmente, dai vivi, uno spirito che non prenderà atto della sua nuova dimensione
se non dopo avere sottoposta sé stessa egli altri ad una serie di prove; dopo, potrà anche prendere atto della bellezza della vita, leggera nel senso più delicato del termine, anche
se per lei questo aveva finito per coincidere con una "Brevità" in senso cronologico.
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ultimoboyscout
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venerdì 21 gennaio 2011
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tucci l'assassino oltre la siepe.
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Ritmi esageratamente ma volutamente lenti per amplificare la drammaticità dell'azione e farla vivere completamente allo spettatore, tutta e fino alla fine. A riguardo Wahlberg e la Weisz si calano nei rispettivi ruoli con convinzione ed estrema credibilità, sfornando buone prestazioni in linea col clima pesante della pellicola. Per contro susan Sarandon interpreta un personaggio totalmente diverso, in particolare cozza del tutto con gli stessi Wahlberg e Weisz, così perfettini e quadrati, lei un filo snob e incapace di cucinare, tenere in ordine la casa e i nipoti, fare una lavatrice, tutta presa com'è dal fumare e buttar giù un whisky dietro l'altro.
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Ritmi esageratamente ma volutamente lenti per amplificare la drammaticità dell'azione e farla vivere completamente allo spettatore, tutta e fino alla fine. A riguardo Wahlberg e la Weisz si calano nei rispettivi ruoli con convinzione ed estrema credibilità, sfornando buone prestazioni in linea col clima pesante della pellicola. Per contro susan Sarandon interpreta un personaggio totalmente diverso, in particolare cozza del tutto con gli stessi Wahlberg e Weisz, così perfettini e quadrati, lei un filo snob e incapace di cucinare, tenere in ordine la casa e i nipoti, fare una lavatrice, tutta presa com'è dal fumare e buttar giù un whisky dietro l'altro. Film poco chiaro, complicato e da vedere con una certa attenzione, dopo la scomparsa della figlia diventa fin troppo ingarbugliato, sconclusionato e pesante e perde un pò, con tutti quei passaggi surreali ed apparizioni. strada facendo si intristisce molto, come se ce ne fosse ulteriore bisogno, ma ne ddeduco sia tutto studiato.
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nino pell.
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lunedì 15 febbraio 2010
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buon film a sfondo trascendentale, ma un pò lungo
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Quest'ultima opera del regista Peter Jackson non la reputo sicuramente tra i momenti più significativi della sua carriera cinematografica, ma allo stesso tempo non è da considerarsi come film minore o soggetto a critiche piuttosto controverse o negative. Il film, nella sua lunghezza (forse un pò eccessiva) mi ha trasmesso nel corso della trama diversi stati d'animo che cercherò di spiegare in modo essenziale e chiaro in questo mio commento. La prima mezz'ora di pellicola è sicuramente interessante perchè caratterizzata da uno stile narrativo che inevitabilmente accende la fantasia degli spettatori riguardo i successivi sviluppi che la storia potrà avere. La parte iniziale, infatti, si concentra sugli ultimi giorni di vita di Susie, la giovanissima protagonista che vive in beata armonia con i suoi familiari e che si è data appuntamento, per il primo incontro sentimentale, con Ray Singh, un giovane compagno di scuola di cui si è innamorata e che straordinariamente anche lui ricambia lo stesso affetto.
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Quest'ultima opera del regista Peter Jackson non la reputo sicuramente tra i momenti più significativi della sua carriera cinematografica, ma allo stesso tempo non è da considerarsi come film minore o soggetto a critiche piuttosto controverse o negative. Il film, nella sua lunghezza (forse un pò eccessiva) mi ha trasmesso nel corso della trama diversi stati d'animo che cercherò di spiegare in modo essenziale e chiaro in questo mio commento. La prima mezz'ora di pellicola è sicuramente interessante perchè caratterizzata da uno stile narrativo che inevitabilmente accende la fantasia degli spettatori riguardo i successivi sviluppi che la storia potrà avere. La parte iniziale, infatti, si concentra sugli ultimi giorni di vita di Susie, la giovanissima protagonista che vive in beata armonia con i suoi familiari e che si è data appuntamento, per il primo incontro sentimentale, con Ray Singh, un giovane compagno di scuola di cui si è innamorata e che straordinariamente anche lui ricambia lo stesso affetto. Ma il primo bacio non si avvererà mai dato che la giovane Susie viene attratta dalle attenzioni di uno strano vicino di casa che la ucciderà all'interno di un sotterraneo situato in aperta campagna. Dopo questa parte del film che mi piace definire come una sorta di prologo, la pellicola si snoda in una sorta di lungo momento trascendentale nel quale lo spirito della ragazza sembra non riuscire a liberarsi dalla sua vita terrena in quanto ella avverte in sè una serie di situazioni che sono rimaste incompiute come il distacco dalla famiglia e il senso di vendetta nei riguardi del serial killer che l'ha massacrata. Ma soprattutto Susie la troviamo sempre nel luogo di un sogno mai avverato: all'interno di un gazebo, luogo in cui Susie si era data appuntamento con Ray, il suo giovane amore. Diciamo che due sono i momenti che emozionano per ciò che concerne questo lungo momento di sospensione trascendentale della ragazza: il gazebo, appunto, e poi il forte attaccamento spirituale che il padre riesce ad instaurare con lei, dato che quest'ultimo non si è mai dato pace nello svelare il mistero sulla scomparsa della figlia. Addirittura egli sembra ricevere da costei vari indizi che riescono a fargli intuire le tracce del serial killer (anche se poi la verità vera e propria la scoprirà la sorellina Lindsey che anche lei insospettita, riuscirà ad intrufolarsi nell'abitazione del vicino di casa). Ed in effetti se non fossero per questi due elementi, questa sequenza centrale mi sentirei di apostrofarla come amorfa ed asettica. Ma alla fine sono le scene finali a donare totale valore e bellezza a tutto il film e nelle quali Susie trova finalmente la pace della sua anima pronta ad accogliere il Paradiso. Momento particolarmente commovente è il prodigioso potere ultraterreno dell'amore dove attraverso il tramite di una giovane medium, si realizza finalmente il desiderio dei due amanti di darsi il loro bacio e dove la giustizia divina colpirà il serial killer dopo che quella terrena è riuscita solo a sfiorare tale proposito. Un film che alla fine sento di consigliare alle persone romantiche che amano la purezza dei sentimenti e che allo stesso tempo hanno la capacità di non lasciarsi abbindolare dai soliti filmetti sdolcinati o prevedibilmente mielosi.
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alespiri
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giovedì 18 febbraio 2010
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un noiosissimo paradiso
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Con una regia scaltra Peter Jackson, prodotto dall’immancabile Spielberg, incatena “i suoi Anelli” e ci porta in un noiosissimo Paradiso, fatto di immagini oniriche in cui la bambina protagonista (Susie, Saoirsie Ronan) si muove in un “mondo perfetto” sospeso tra vita e morte (la Terra di Mezzo che ritorna…), come una nuova Alice nel Paese delle Meraviglie, dopo essere stata stuprata ed uccisa a 14 anni da un maniaco serial killer.
Il film si avvale della presenza di due grandi attori che ne impreziosiscono la sceneggiatura, Stanley Tucci (l’inquietante signor Harvey) e Susan Sarandon, la nonna “psichedelica” di Susie ed
è un racconto fatto di tante storie, gli amabili resti, appunto, che legano alla terra la protagonista, prima del suo passaggio definitivo nella Luce.
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Con una regia scaltra Peter Jackson, prodotto dall’immancabile Spielberg, incatena “i suoi Anelli” e ci porta in un noiosissimo Paradiso, fatto di immagini oniriche in cui la bambina protagonista (Susie, Saoirsie Ronan) si muove in un “mondo perfetto” sospeso tra vita e morte (la Terra di Mezzo che ritorna…), come una nuova Alice nel Paese delle Meraviglie, dopo essere stata stuprata ed uccisa a 14 anni da un maniaco serial killer.
Il film si avvale della presenza di due grandi attori che ne impreziosiscono la sceneggiatura, Stanley Tucci (l’inquietante signor Harvey) e Susan Sarandon, la nonna “psichedelica” di Susie ed
è un racconto fatto di tante storie, gli amabili resti, appunto, che legano alla terra la protagonista, prima del suo passaggio definitivo nella Luce.
Portare sullo schermo un romanzo complesso come quello della Sebold non era facile, forse impossibile, ma Hollywood, si sa, fa miracoli e la potenza dei mezzi ci regala colori ed immagini digitali che meritavano un 3D. Ciò nonostante il film risulta essere troppo lungo, a tratti noioso, tanto da chiedersi, per Susie, se non sarebbe valsa la pena di rimanere un po’ più sulla terra per godersi il tanto desiderato bacio, del “moro” , innamorato di lei e a cui la morte l’aveva sottratta al primo appuntamento. L’avrei vista molto più felice correre tra le sue braccia che tra i campi di grano di un Paradiso senz’anima.
Rispetto al libro, non viene ricostruita la complessità dei personaggi: evanescenti la madre, Rachel Weisz in fuga dal dolore, che pur di non elaborare il lutto, “sparisce” e se ne va in campagna a lavorare (un po’ ridicolo raccontato così), e il padre, Mark Wahlberg attonito e confuso.
Eccezionale Stanley Tucci che, con la sua presenza, inventa i due unici momenti di grande tensione emotiva del film, che sono degni di un thriller di classe. Il primo è quando conduce (e ci conduce) Susie nell’ accogliente botola, da lui costruita, sotto il campo di grano, metafora di un interiorità contorta; il secondo è quando, rientrando a casa, avverte la presenza della sorella della protagonista che si era introdotta a frugare tra le sue cose.
Il film si conclude con la voce narrante dell’anima, finalmente libera, di Susie, che ci regala un augurio di lunga e felice vita: ce lo auguriamo anche noi, anche se non dovesse essere troppo felice, sarà ricca di passione e di cinema. E poi, come dice una vecchia canzone, “in paradiso non ci voglio andare se da lì non si vede il mare…”
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[+] de gustibus ovvero il cinema è opinabile
(di ruggero)
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