La duchessa |
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Un film di Saul Dibb.
Con Keira Knightley, Ralph Fiennes, Dominic Cooper, Simon McBurney, Patrick Godfrey.
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Titolo originale The Duchess.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Gran Bretagna, Francia, Italia 2008.
- Bim Distribuzione
uscita mercoledì 24 dicembre 2008.
MYMONETRO
La duchessa ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Amata, invidiata è magistra elegantiarum
di ciccio capozziFeedback: 0 |
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lunedì 29 dicembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“LA DUCHESSA” di SAUL DIBB; UK-FRA-ITA, 08. Sua Grazia Georgiana, Duchessa di Devonshire, uno dei casati più potenti dell’Inghilterra del 700, ha contratto un matrimonio infelice. Amata, invidiata è magistra elegantiarum: è lei che fa la moda. Ma ciò non le evita di sottostare agli usi della società del tempo. E’ tratto dalla biografia di Amanda Foreman “Georgiana”, e sceneggiato dallo stesso regista. E’ una sfida difficile, il film in costume ambientato nel 700, dopo il kubrickiano “Barry Lindon” e perfino dopo il “Marie Antoinette” di Sofia Coppola, che, in sostanza, tenta nuove strade. Si può cadere nell’oleografismo, per cui la cura sontuosa della scenografie, è l’unica preoccupazione espressiva: e ciò diventa stancante. Inoltre, il cinema inglese, che stupisce sempre per la sua versatilità e duttilità di temi e storie da portare al cinema, ha sviluppato anche, con i due “Elizabeth”, una non banale riflessione sul potere sotto le spoglie anch’esse sfarzose del film in costume. Invece il regista ha tentato una strada più modesta, ma più sua . Ha attualizzato la vicenda storica di questa donna intelligente, colta, che s’interessava attivamente di politica nella fazione Wigh, quella più avanzata del Parlamento britannico, collocandola in quel preciso contesto storico. Il film sceglie di scindere la passione amorosa per uno dei suoi rappresentanti, situandola dopo la sua discesa in campo. Mentre invertire la sequenza, avrebbe sminuito la donna. Però il film non esagera su questo binario: è solo una donna disperata che non vorrebbe perdere il senso della sua persona e femminilità, ma neanche esporsi alle estreme conseguenze di una scelta radicale: essere chiamata “Sua Grazia”, e vivere a quel livello, ha il suo fascino…L’attrice Keyra Knightley dà un senso di altezzosa, complessa, ma fragile umanità, alla donna: non è un mostro di sensualità (lo è di più la morbida Bess, sua contraddittoriamente fedele amica); ma la sua resa scenica è forte. Però il personaggio che, a mio avviso, convince di più è il marito, Ralph Fiennes. La sua torpida umanità, scipitaggine è resa con forte caratterizzazione: ma non è banalizzata. Si legge la cura del lavoro di regia sulla sua complessità caratteriale, letta come il frutto di un vero condizionamento psicologico, tipico della classe di appartenenza. Lui, un qualche barlume di umanità ce l’avrebbe, ma, seppur affiora, è rigidamente all’interno di quello steccato. Il film, bello da vedersi, non ha raccolto il consenso unanime. A me ha persuaso per la resa di una coerente atmosfera narrativa; a parte qualche caduta: un eccesso un po’ stucchevole di panorami e scenografie, ad es., e la considerazione che resta un film di genere narrativo definito.
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