Il primo giorno d'inverno |
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Un film di Mirko Locatelli.
Con Michela Cova, Mattia De Gasperis, Giuseppe Cederna, Andrea Semeghini, Teresa Patrignani.
continua»
Drammatico,
durata 88 min.
- Italia 2008.
uscita venerdì 27 marzo 2009.
MYMONETRO
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drammi per crescere
di angelo umanaFeedback: 111132 | altri commenti e recensioni di angelo umana |
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giovedì 23 dicembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ una normale famiglia quella composta dall’adolescente Valerio, dalla sua dolcissima sorellina Micaela con il coniglietto battezzato Francesco e dalla mamma ancora giovane. Non hanno tanti mezzi, Valerio ha un vecchio motorino che necessita di continue riparazioni e che spesso lo lascia a piedi, Micaela ha un mangiadischi rotto, e non possono essere affrontate spese particolari. La mamma e il figlio che parlano dei regali di Natale, gli abiti dismessi da portare alla chiesa , gli scherzi tra fratello e sorella rendono l’immagine di una famigliola unita. Il film è ambientato in un paesaggio fluviale della provincia lombarda; l’arredo della casa, il casco da motorino e il mangiadischi lo fanno sembrare degli anni 60. La cosa “anormale” è l’età adolescente. Valerio è timido, introverso, impacciato, assente (anche quando è in classe) come spesso succede a quell’età dove i ragazzi si sentono fuori posto e senza meta; sono ben fotografati i tic dell’età, gesti ripetuti come mordere i vestiti, guardarsi i muscoli e i foruncoli allo specchio, o i numerosi e inspiegabili tatuaggi di Lorenzo, compagno di piscina di Valerio. Altro protagonista del film è il silenzio nella sua vita tra scuola piscina e casa. Appare come un ragazzo solo e indifeso: dev’essere questa la causa dell’ostilità che sorge per una coppia di compagni di nuoto maschi che egli spia, mentre fanno la doccia assieme e si scambiano effusioni. Forse l’ostilità è anche invidia per chi un rapporto affettuoso ce l’ha. Cominciano i suoi ricatti verso il ragazzo più debole della coppia, Matteo, sotto la minaccia di spifferare quella relazione. Una mattina, dopo un’inquietante ripresa di spalle del ragazzo lungo i corridoi interminabili (interminabili come i titoli di testa, unico neo dell’ottimo film di un regista esordiente) che lo portano alla sua classe, apprende dai compagni che “Matteo ha avuto un’incidente”, è morto. Ottima e credibile l’interpretazione che ci dà Valerio, ora vittima di rimorsi, piange un pianto forse liberatorio delle sue oppressioni. La zuffa finale con l’amico di Matteo – che, vogliamo pensare, non si conclude con un’altra tragedia – sembra sanare un dramma di adolescenti che crescono.
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