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francescof
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lunedì 25 gennaio 2021
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capolavoro
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Il regista insieme a tutti i componeti del cast sono riusciti a mettere su un film degno di essere visto. L'inizio è abbastanza piatto e senza alcuna rilevanza, ma il meglio di se lo da alla fine della storia. Sono riusciti a resuscitare la trama e a descrivere in maniera perfetta una situazione delicatissima di una persona che è stata l'uomo chiave di una nazione. Il finale è un puro godimento. Bravi bravi bravi.
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nick simon
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giovedì 18 luglio 2013
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la potenza del primo piano
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Nel 1977, tre anni dopo lo scandalo “Watergate”, il giornalista britannico David Frost ha a disposizione 4 interviste televisive allo scopo di ottenere un’attesissima ammissione di colpa dal Presidente dimissionario Richard Nixon; questi, da parte sua, è disposto a tutto pur di salvare la propria immagine pubblica. Ron Howard è ispirato e le azzecca tutte: movimenti di macchina spettacolari, ritmo incalzante, accuratezza eccezionale nel quadro storico e nella psicologia dei protagonisti. Supportato da un ottimo montaggio, che esalta la suspense e l’accesa ostilità del dibattito, il film riesce a trasmettere la giusta tensione narrativa nonostante i fatti siano già noti allo spettatore.
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Nel 1977, tre anni dopo lo scandalo “Watergate”, il giornalista britannico David Frost ha a disposizione 4 interviste televisive allo scopo di ottenere un’attesissima ammissione di colpa dal Presidente dimissionario Richard Nixon; questi, da parte sua, è disposto a tutto pur di salvare la propria immagine pubblica. Ron Howard è ispirato e le azzecca tutte: movimenti di macchina spettacolari, ritmo incalzante, accuratezza eccezionale nel quadro storico e nella psicologia dei protagonisti. Supportato da un ottimo montaggio, che esalta la suspense e l’accesa ostilità del dibattito, il film riesce a trasmettere la giusta tensione narrativa nonostante i fatti siano già noti allo spettatore. Ne risulta uno scontro al cardiopalma, una feroce sfida dialettico-psicologica resa attraverso intensissimi primi piani e saggi giochi con le luci. Eccellenti prove di Michael Sheen e soprattutto Frank Langella: il primo è il tenace e ambizioso David Frost, il secondo rappresenta con maestria il discussissimo ex-Presidente Richard Nixon. Il ritratto fornito da Langella è quello di un Nixon astuto, sicuro e senza scrupoli: un uomo arrogante, avido di potere e denaro, abile incantatore di folle e maestro di retorica. Attraverso numerosissimi particolari percepiamo la natura ingannevole di un uomo che tenta costantemente di sorprendere l’avversario: in alcuni casi egli infatti si rivolge a Frost con domande personali o usando un linguaggio osceno, a volte negli attimi immediatamente precedenti l’inizio dell’intervista. Una raffigurazione perfettamente in linea con l’immagine pubblica odierna di Nixon, i cui toni negativi vengono parzialmente smorzati solo nel finale, quando età, solitudine e sensi di colpa prendono il sopravvento. Sceneggiatura perfetta, attenta nei registri linguistici e capace di non svelare mai troppo dosando sapientemente l’intensità drammatica. Il percorso dialettico verso la rivelazione finale è tortuoso: spesso i fatti sono facilmente manipolati e travisati, spesso si riflette sul limite stesso tra realtà e menzogna. Pellicola curata nei dettagli, solida, mai ridondante, capace di assolvere pienamente il proprio compito e andare addirittura oltre: la trattazione prettamente storico-biografica è infatti accompagnata dalla rappresentazione di un’America confusa e in cerca di risposte. L’intero popolo è in attesa di quel primo piano, che mostra il volto di un Nixon amareggiato e sconfitto, finalmente umano. Se l’obiettivo era ripercorrere i fatti mettendo in luce la straordinaria potenza dei media, intesi come valido strumento di indagine, Ron Howard vi riesce brillantemente: il suo film stupisce, spiazza e convince, assumendo tinte tipiche dei thriller più serrati.
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mystic
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giovedì 21 marzo 2013
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professionalità davanti e dietro alla cinepresa
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Gran parte dei film di Ron Howard nascono dalle storie vere di pugili, matematici e astronauti. In uno dei suoi ultimi lavori ha portato in scena la ricostruzione romanzata della storica intervista dello showman David Frost che costrinse l'ex presidente Nixon ad ammettere le proprie colpe nello scandalo Watergate.
Con l'attenzione costantemente puntata sul duello del titolo, un uno contro uno che rende l'intervista più simile ad un incontro di boxe che ad una trasmissione televisiva, Howard ha capito che per intrattenere il pubblico era necessario filtrare il racconto attraverso gli occhi di personaggi il cui universo doveva essere ben definito. Nixon non è molto diverso da un comune pensionato con una vita di errori alle spalle, mentre Frost, fin troppo presuntuoso e orgoglioso all'inizio, impara presto a non sottovalutare le circostanze.
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Gran parte dei film di Ron Howard nascono dalle storie vere di pugili, matematici e astronauti. In uno dei suoi ultimi lavori ha portato in scena la ricostruzione romanzata della storica intervista dello showman David Frost che costrinse l'ex presidente Nixon ad ammettere le proprie colpe nello scandalo Watergate.
Con l'attenzione costantemente puntata sul duello del titolo, un uno contro uno che rende l'intervista più simile ad un incontro di boxe che ad una trasmissione televisiva, Howard ha capito che per intrattenere il pubblico era necessario filtrare il racconto attraverso gli occhi di personaggi il cui universo doveva essere ben definito. Nixon non è molto diverso da un comune pensionato con una vita di errori alle spalle, mentre Frost, fin troppo presuntuoso e orgoglioso all'inizio, impara presto a non sottovalutare le circostanze. E' una sfida senza esclusione di colpi, ma come in tutte le gare in cui gli avversari si rispettano, non manca di un terzo tempo.
Sicuramente più sentito in America che da noi, questo è un film di storia recente interessante. Benchè escuso dalla ristretta cerchia delle migliori pellicole Ron Howard, Frost/Nixon il duello merita comunque una visione, altro non fosse per gustare l'incredibile precisione e professionalità dei protagonisti dell'opera, davanti (Sheen, Langella) e dietro (Ronny) alla cinepresa.
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filippo catani
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giovedì 7 marzo 2013
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saggio di giornalismo
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L'8 agosto 1974 Richard Nixon è costretto alle dimissioni a causa del montare dello scandalo Watergate. L'ex presidente riesce a scampare il processo grazie al perdono presidenziale concessogli da Ford. David Frost, un conduttore britannico di talk show, allettato dallo share raggiunto dal discorso di addio del presidente decide di presentargli un'offerta per un ciclo di quattro interviste a pagamento. Dopo una serie di dinieghi, nel 1977 Nixon accetterà la proposta.
Qualcuno potrebbe obbiettare: che senso ha fare un film su un'intervista? oppure: chissà che noia un film basato solo ed esclusivamente su domande e risposte. E invece non è affatto così.
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L'8 agosto 1974 Richard Nixon è costretto alle dimissioni a causa del montare dello scandalo Watergate. L'ex presidente riesce a scampare il processo grazie al perdono presidenziale concessogli da Ford. David Frost, un conduttore britannico di talk show, allettato dallo share raggiunto dal discorso di addio del presidente decide di presentargli un'offerta per un ciclo di quattro interviste a pagamento. Dopo una serie di dinieghi, nel 1977 Nixon accetterà la proposta.
Qualcuno potrebbe obbiettare: che senso ha fare un film su un'intervista? oppure: chissà che noia un film basato solo ed esclusivamente su domande e risposte. E invece non è affatto così. Ron Howard ci regala una pregevole pellicola su una pagina importantissima della storia recente americana ossia la vicenda legata al presidente Nixon. E dopo i film che ci avevano raccontato dell'esplodere dello scandalo Watergate (Tutti gli uomini del Presidente) e l'omonimo film sulla sua vita, ecco riprodotta l'intervista che ebbe ascolti stratosferici. Certo oltre alle domande e risposte cadenzate da interviste ai reali protagonisti si getta uno sguardo su tutta quella che è stata la fase preparatoria con Frost costretto a tirare fuori i soldi di tasca propria in quanto i grandi network a stelle e strisce non credevano nel format. E poi c'è lo scontro fra due distinte personalità che hanno nella ricerca spaswmodica del successo a tutti i costi il loro unico punto d'incontro; da una parte il presidente Nixon un uomo astuto e capace di mettere nel sacco qualsiasi interlocutore e ancora disposto a ricorrere ad ogni mezzo lecito o non per raggiungere il suo scopo (bellissima la scena quando l'ex presidente vorrebbe far mettere sotto controllo il telefono di Frost). E poi troviamo Frost un estroverso donnaiolo e festaiolo in grado di condurre e portare al successo i suoi talkshow e che non si diede per vinto insieme al suo team nonostante le prime interviste non fossero andate per nulla bene. D'altra parte c'era grande spirito di rivalsa e voglia di conoscere la verità negli americani sia da parte dei sostenitori di Nixon che si sentivano traditi dal suo operato sia dai suoi avversari che invece ardevano dal desiderio di metterlo sulla graticola specialmente per le guerre in Vietnam e Cambogia. Ottima la scelta del cast dove spiccano ovviamente Langella e Sheen ma una menzione particolare va allo splendidio Bacon perfettamente a suo agio nel ruolo di eminenza grigia dell'ex presidente.
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marzaghetti
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giovedì 3 gennaio 2013
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un pugno di attori dal talento sconfinato
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Il duello giornalistico/politico fra David Frost e Richard Nixon, opportunamente arricchito da Howard di tutti i retroscena e i momenti preparatori del grande evento, è appassionante e avvincente. Dialoghi acuti e tesi al punto giusto, recitati da un pugno di attori di talento sconfinato. Incredibile e straordinaria la somiglianza Langella/Nixon, e ottima la prova di Sheen, capace di mutare in un batter d'occhio da preda a predatore. Valutazione: 3.0
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annu83
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venerdì 30 marzo 2012
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frost contro nixon... 0-1
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Film da due ore, piuttosto intense, a tratti molto veloci ed aggressivi, altri invece smaccatamente e inutilmente lenti.
Ottima, a mio parere, l'interpretazione del presidente Nixon, di cui traspare un carisma e un'abilità dialettica per nulla indifferente.
Rimane da capire il taglio che si è voluto dare. A parte il conosciuto epilogo del "duello", chi la fa da padrone dall'inizio alla fine è Nixon... il vero personaggio dovrebbe essere Frost, che invece viene ridotto ad impersonificare un emerito stupido, arrogante e presuntuoso per 3/4 di film, salvo poi cambiare il suo destino.
Sinceramente, in quest'ottica, mi aspettavo di più dall'intervista, o meglio, mi aspettavo "più Frost", ma sicuramente Howard avrà approfondito più di me l'argomento.
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Film da due ore, piuttosto intense, a tratti molto veloci ed aggressivi, altri invece smaccatamente e inutilmente lenti.
Ottima, a mio parere, l'interpretazione del presidente Nixon, di cui traspare un carisma e un'abilità dialettica per nulla indifferente.
Rimane da capire il taglio che si è voluto dare. A parte il conosciuto epilogo del "duello", chi la fa da padrone dall'inizio alla fine è Nixon... il vero personaggio dovrebbe essere Frost, che invece viene ridotto ad impersonificare un emerito stupido, arrogante e presuntuoso per 3/4 di film, salvo poi cambiare il suo destino.
Sinceramente, in quest'ottica, mi aspettavo di più dall'intervista, o meglio, mi aspettavo "più Frost", ma sicuramente Howard avrà approfondito più di me l'argomento.
Comunque sia, un bel film, che tiene incollato lo spettatore per tutto il tempo, eliminando i persicolosi tempi morti che un film del genere potrebbe patire.
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nalipa
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martedì 16 novembre 2010
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altro che angeli e demoni
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Cinema, teatro, tv.
Ron Howard tira fuori uno dei suoi film migliori con un'immenso Langella e un'ttimo Sheen.
- 1977. l'ex Presidente Usa Nixon viene invitato dal conduttore David Frost per un faccia a faccia in diretta televisiva.
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fabrizio cirnigliaro
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giovedì 28 ottobre 2010
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la pistola fumante
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3 anni dopo aver lasciato la casa Bianca a causa dello scandalo Watergate Richard Nixon (Frank Langella) accetta di concedere una lunga intervista a Frost, un presentatore televisivo inglese che lavora per la TV australiana. Nixon ha rassegnato le dimissioni da presidente degli Stati Uniti, ma il suo successore Ford gli concede il perdono presidenziale: nessun tribunale può perciò condannarlo, non pagherà per gli atti illegali compiuti come presidente in carica.
Nixon però non si sente ancora pronto per andare in pensione, è esiliato in una villa in California, e spera di poter ricostruire la propria immagine e rientrare presto nell'ambiente che conta.
Pensa che un'intervista televisiva con Frost possa essere un passo importante per raggiungere tale obiettivo, la sua riabilitazione politica a Washington
Nessuno nello staff di Frost ha gradito l’uscita di scena “indolore” del presidente, che ha lasciato la carica senza essere processato o aver dato delle scuse per gli atti illegali commessi, oltre che per la politica adottata dal suo governo nella guerra in Vietnam.
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3 anni dopo aver lasciato la casa Bianca a causa dello scandalo Watergate Richard Nixon (Frank Langella) accetta di concedere una lunga intervista a Frost, un presentatore televisivo inglese che lavora per la TV australiana. Nixon ha rassegnato le dimissioni da presidente degli Stati Uniti, ma il suo successore Ford gli concede il perdono presidenziale: nessun tribunale può perciò condannarlo, non pagherà per gli atti illegali compiuti come presidente in carica.
Nixon però non si sente ancora pronto per andare in pensione, è esiliato in una villa in California, e spera di poter ricostruire la propria immagine e rientrare presto nell'ambiente che conta.
Pensa che un'intervista televisiva con Frost possa essere un passo importante per raggiungere tale obiettivo, la sua riabilitazione politica a Washington
Nessuno nello staff di Frost ha gradito l’uscita di scena “indolore” del presidente, che ha lasciato la carica senza essere processato o aver dato delle scuse per gli atti illegali commessi, oltre che per la politica adottata dal suo governo nella guerra in Vietnam.
Grazie ad un cast eccezionale e ad una sceneggiatura ricca di dialoghi avvincenti, Ron Howard realizza forse la sua opera più bella
Il ritmo è incalzante e nonostante non ci sia nessun mistero da svelare, per lo spettatore è quasi impossibile distogliere lo sguardo dallo schermo
Nell'immaginario collettivo Nixon incarna alla perfezione il ruolo del cattivo, il personaggio spregevole, il tipo losco con cui mai vorremo avere nulla da spartire.
Ripensando però alla sua corriera politica e soprattutto allo scandalo Watergate molti oggi potrebbero storcere il naso.
Spiava i suoi avversari politici e ha cercato di depistare le indagini.
“E quindi?” Dov'è il problema?
Il nastro (ribattezzato “la pistola fumante”) che ha costretto alle dimissioni Nixon oggi non farebbe più scalpore. Un fatto del genere starebbe nell'agenda planning per un paio di settimane, per poi finire nell'oblio
Probabilmente l'ex presidente americano è meno telegenico del presidente italiano, ma è possibile che tutto si riduca a questo?
Anche durante l'amministrazione Bush Jr non sono mancati gli scandali , le armi di distruzione di massa in Iraq, le torture a Guantanamo e Abu Grahib, il CiaGate, lo scandalo Enron.
Eppure solo la percezione pubblica che si ha ancora oggi di Nixon è cosi negativa. Perchè?
Forse perchè in quegli anni negli States c'era molta più partecipazione politica, la gente era più coinvolta nelle questioni di interesse nazionale, “tanto i politici sono tutti uguali” non era ancora il pensiero dominante,il zietgeist.
Anche dei giornalisti hanno avuto un ruolo fondamentale nello scandalo “Watergate”, e trovarono l'appoggio di una “gola profonda” all'interno del FBI.
All'epoca a emergere erano i giornalisti capaci di mettere tutto a discussione, a rischiare, non i “reggi microfono” a cui ormai siamo purtroppo abituati.
Ad ogni modo nelle "grandi democrazie" poco è cambiato dopo lo scandalo Watergate, chi detiene il potere pensa di essere al di sopra della legge, oggi come allora
C'è chi lo fa giocando il ruolo del duro, dell'antipatico, e chi innvece raccontando barzelette, facendo il verso del cu cu e circondandondosi di belle donne, ma la solfa è sempre quella.
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nick castle
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venerdì 1 ottobre 2010
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mamma mia...
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Io non capisco perchè distribuiscano in Italia film così dannatamente Americani, è una storia, oltre ad essere noiosa, troppo strettamente legata alla politica statunitense, che un europeo non può sicuramente conoscere bene. Ho usato degli eufemismi, ma volgarmente questo film è una cagata solenne. Com'è caduto in basso Ron Howard.
[+] politica statunitense e politica italiana
(di no_data)
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ultimoboyscout
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domenica 15 novembre 2009
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che bello!!!
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Molto piacevole nonostante i ritmi compassati. Molto molto apprezzabili i personaggi e le rispettive interpretazioni, con l'azzeccatissima scelta degli attori assolutamente adatti al ruolo. Frost è perfetto ma certo Nixon...sembra il vero Nixon!! Un duello epico, duro efficace nei dialoghi mai banale che celebra alla fine il vincitore ma che quasi sembra voler concedere una seconda chance ad uno sconfitto che esce a testa alta. Apparentemente un prodotto di nicchia, in realtà un film piacevolissimo.
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