pietro berti
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martedì 5 maggio 2009
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franklyn:
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FRANKLYN : interpreti R. Filipp, Eva Green, regia G. McMorrow.
G. Prist protagonista di questo thriller miscela tra action e psicoanalisi in una intrigante storia sospesa tra la capitale londinese e la futuristica Meanwhile City. Deciso a chiudere i conti con la sua nemesi il misterioso inglese The Individual, Jonathan nella sua caccia arriverà ben presto a legare il suo destino a quelli di Nilo, un giovane in crisi sentimentale alla ricerca di una sua vecchia amica di infanzia, ed Emilia, avvenente studentessa con manie suicide, in un labirinto esistenziale in cui le personalità si confondono, le certezze si infrangono ed il vero nemico assume contorni imprevedibili. Vendetta, amore, intolleranza in uno scenario sospeso tra la Londra di oggi e una città avveniristica, in cui si fa strada la magistrale interpretazione di Eva Green.
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FRANKLYN : interpreti R. Filipp, Eva Green, regia G. McMorrow.
G. Prist protagonista di questo thriller miscela tra action e psicoanalisi in una intrigante storia sospesa tra la capitale londinese e la futuristica Meanwhile City. Deciso a chiudere i conti con la sua nemesi il misterioso inglese The Individual, Jonathan nella sua caccia arriverà ben presto a legare il suo destino a quelli di Nilo, un giovane in crisi sentimentale alla ricerca di una sua vecchia amica di infanzia, ed Emilia, avvenente studentessa con manie suicide, in un labirinto esistenziale in cui le personalità si confondono, le certezze si infrangono ed il vero nemico assume contorni imprevedibili. Vendetta, amore, intolleranza in uno scenario sospeso tra la Londra di oggi e una città avveniristica, in cui si fa strada la magistrale interpretazione di Eva Green. Tra i due mondi paralleli le vicende di quattro persone da un lato sono collegate dal fato, dall’amore e dall’imponderabile quanto imprevedibile tragedia. Da segnalare il fatto che il film oltre ad essere nella parte avveniristica girato in metodo assolutamente goticheggiante è obbligatoriamente da seguire scena dopo scena. La sanzione comminata a chi non lo facesse è senz’altro quella di non capire nulla dello spirito del film. Interessante l’idea, nella città parallela, del fatto che ogni concittadino per qualunque pratica burocratica di cui necessiti debba appartenere per forza ad una corrente religiosa, qualunque essa sia. Non è ammissibile per i cittadini non appartenervi. Tanto è che chi non ha le idee chiare è legittimato dal governo a fondarne una ed a crearne adepti. Allo stesso tempo è libero anche dopo pochi minuti di abbandonarla e di abbracciarne un’altra. Pietro Berti
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(di moina mathers)
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gus da mosca
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sabato 30 maggio 2009
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senza una fede qualsiasi luogo sembra una prigione
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E' un film ch si presta a diverse letture. Ci si puo' fermare all'intreccio narrativo e scoprire un'ennesimo, originale soggetto frammentato, raccontato in ordine sparso, sottoponendo lo spettatore ad una dura prova di connessione ed immedesimazione col film. Considero questo meccanismo narrativo la parte piu' logora di questo film: troppi ormai i soggetti cinematografici basati sul ribaltamento e sulla riconnessione della storia negli ultimi 15 minuti. Ma si puo' leggere il film in modo meno epidermico, accorgendosi che l'eleganza della prima lettura e' in gran parte dovuta al modo con cui sono proposti i 3 caratteri principali, affetti da un comune disagio psichico. Il film non osserva queste 3 menti dall'esterno, in termini patologici, ma dall'interno di esse stesse.
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E' un film ch si presta a diverse letture. Ci si puo' fermare all'intreccio narrativo e scoprire un'ennesimo, originale soggetto frammentato, raccontato in ordine sparso, sottoponendo lo spettatore ad una dura prova di connessione ed immedesimazione col film. Considero questo meccanismo narrativo la parte piu' logora di questo film: troppi ormai i soggetti cinematografici basati sul ribaltamento e sulla riconnessione della storia negli ultimi 15 minuti. Ma si puo' leggere il film in modo meno epidermico, accorgendosi che l'eleganza della prima lettura e' in gran parte dovuta al modo con cui sono proposti i 3 caratteri principali, affetti da un comune disagio psichico. Il film non osserva queste 3 menti dall'esterno, in termini patologici, ma dall'interno di esse stesse. Ognuno dei 3 personaggi racconta il proprio disagio in prima persona, usando linguaggi diversi. Le parole in soggettiva di Preest, i silenziosi "gesti artistici" di Emilia, i dialoghi di Milo con le persone reali ed immaginarie. Si scivola dal piano psichico a quello esistenziale, che trova una provvisoria giustificazione nel finale del film. La ricomposiizione meccanica del puzzle narrativo non risolve, ne' fornisce indicazioni agli aspetti esistenziali, su cui si era snodato l'intero film. Lo spettatore che si era avventurato in una lettura piu' profonda del film rimane con ipotesi in sospeso e non gli basta la soddisfazione di essere riuscito a capire l'incastro finale della storia. Scenografie e costumi sofisticati quanto le musiche contribuiscono nel dare uno stile uniforme ad un'opera sospesa tra la triste fiaba fantastica e l'incubo, scivolato in un sogno, interrotto da un'esplosione. Non voglio porre questo film sul piano del meccanicismo "ideal-scientifico" di Donnie Darko, anche se ammetto che il deludente finale di Franklyn e' un brusco scivolone verso una troppo facile e meccanica "spiegazione" della storia e basta.
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ultimoboyscout
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venerdì 18 febbraio 2011
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sballottati da un mondo all'altro.
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Il film gioca principalmente sui continui salti da Londra oggi alla Città di mezzo, fantasiosa e ipotetica città gotico-futuristica buia come il Potere che la controlla, da un mondo reale a uno immaginario, oltrepassando la sottilissima linea che divide verità e finzione. E l'idea poteva essere buona anche se a conti fatti il risultato è poco convincente. Delle due storie, prima parallele poi si congiungeranno, ho preferito quella futuristica per via della particolare ambientazione, della città umida, nebbiosa, sinistra e della fotografia particolarmente azzeccata e di quel genere di atmosfere che amo molto, rispetto alla storia che vede Eva Green intenta a cercare di far percepire la propria inutile esistenza inscenando timidissimi tentativi di suicidio, Eva green che "deve uccidersi una volta al mese senza morire".
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Il film gioca principalmente sui continui salti da Londra oggi alla Città di mezzo, fantasiosa e ipotetica città gotico-futuristica buia come il Potere che la controlla, da un mondo reale a uno immaginario, oltrepassando la sottilissima linea che divide verità e finzione. E l'idea poteva essere buona anche se a conti fatti il risultato è poco convincente. Delle due storie, prima parallele poi si congiungeranno, ho preferito quella futuristica per via della particolare ambientazione, della città umida, nebbiosa, sinistra e della fotografia particolarmente azzeccata e di quel genere di atmosfere che amo molto, rispetto alla storia che vede Eva Green intenta a cercare di far percepire la propria inutile esistenza inscenando timidissimi tentativi di suicidio, Eva green che "deve uccidersi una volta al mese senza morire". Mi aspettavo molto di più (stando a ciò che ho letto), non mi è proprio piaciuto.
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darkangel ita
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martedì 29 giugno 2010
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non ci siamo
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Film molto artistico e psicologico. La prima parte del film non succede nulla rendendolo noiosetto. Unica attrazione sono le varie storie parallele che vi confonderanno le idee cercando di farvi sforzare nel capire. Lentamente si intrecceranno per unirsi nel finale un po' troppo tirato via. La storia di Franklyn, quella apparentemente piu' complicata, alla fine e' quella meglio spiegata. Mentre l'innamorato milo e l'eterna suicida lasciano aperti dei dubbi: E' il destino che li portera' ad incontrarsi? Destino ( o Dio ) che sembra inspiegabilmente apparire come un vecchio pulitore di pavimenti ( in chiesa parla col padre, in ospedale parla con emilia, al bar parla con emilio ).
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Film molto artistico e psicologico. La prima parte del film non succede nulla rendendolo noiosetto. Unica attrazione sono le varie storie parallele che vi confonderanno le idee cercando di farvi sforzare nel capire. Lentamente si intrecceranno per unirsi nel finale un po' troppo tirato via. La storia di Franklyn, quella apparentemente piu' complicata, alla fine e' quella meglio spiegata. Mentre l'innamorato milo e l'eterna suicida lasciano aperti dei dubbi: E' il destino che li portera' ad incontrarsi? Destino ( o Dio ) che sembra inspiegabilmente apparire come un vecchio pulitore di pavimenti ( in chiesa parla col padre, in ospedale parla con emilia, al bar parla con emilio ).
Che dire, si lascia guardare ma prefersico altri titoli su questo genere.
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gianlucarinaldi
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venerdì 12 settembre 2014
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lunga vita a eva green!
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Preest è un vigilante mascherato in cerca di vendetta nella distopica e spettrale Meanwhile City. Milo è un ragazzo abbandonato dalla fidanzata poco prima del matrimonio. Emilia è una giovane e bella studentessa d'arte incline al suicidio. I percorsi di questi tre personaggi sono destinati a collidere con quello di Peter Esser, padre disperato in cerca del figlio tra le strade dell'odierna Londra.
Con un budget di soli 6 milioni di dollari ed un'intrigante ma non complessa costruzione a scatole cinesi (che si risolve nel finale), l'inglese McMorrow firma il suo esordio alla regia con un film molto particolare.
Trionfo del gotico fuso al neoclassicismo, la tetra Meanwhile City (allegoria psicologica della Londra moderna) è visivamente spettacolare.
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Preest è un vigilante mascherato in cerca di vendetta nella distopica e spettrale Meanwhile City. Milo è un ragazzo abbandonato dalla fidanzata poco prima del matrimonio. Emilia è una giovane e bella studentessa d'arte incline al suicidio. I percorsi di questi tre personaggi sono destinati a collidere con quello di Peter Esser, padre disperato in cerca del figlio tra le strade dell'odierna Londra.
Con un budget di soli 6 milioni di dollari ed un'intrigante ma non complessa costruzione a scatole cinesi (che si risolve nel finale), l'inglese McMorrow firma il suo esordio alla regia con un film molto particolare.
Trionfo del gotico fuso al neoclassicismo, la tetra Meanwhile City (allegoria psicologica della Londra moderna) è visivamente spettacolare. La legge principale sancisce che nessun cittadino può vivere senza una religione, escamotage che analizza il tema della "religio instrumentum regni": chi è senza fede è senza controllo; chi è senza controllo è pericoloso per il sistema.
La scene ambientate a Meanwhile City sono senza dubbio le più interessanti, nonostante le trappole del "già visto" siano sempre in agguato (si avvertono lievi rimandi al fumetto di "V per Vendetta" ma sopratutto al "Dark City" di Alex Proyas).
Da notare come il personaggio di Preest sia visibilmente ispirato al celebre Rorschach della grapich novel di culto "Watchmen". La maschera, il carattere "difficile", i monologhi fuori campo, la sete di vendetta piuttosto che di giustizia, il suo sguardo disilluso sopra una realtà marcia e irrecuperabile: imitazione o celebrazione?
Non un granché la colonna sonora, a tratti retorica ma in linea di massima buona la sceneggiatura, notevole l'ambizione di voler mescolare insieme passato e futuro, realtà e finzione.
Con una regia meno standard, un maggior gusto per il rischio e un finale meno frettoloso, Franklyn avrebbe sfiorato il capolavoro. Rimane comunque un esordio ben riuscito e a tratti geniale.
A questo punto potrei avervi già convinto a guardare il film (anche perché dura solo una novantina di minuti, non è un grande sforzo). Se ancora siete in dubbio, permettete che vi presenti l'asso nella manica.
Si chiama Eva.
Cognome Green.
Se lei è nel cast di un film la visione non sarà mai sprecata, qualunque sia il film in questione. Promossa a pieni voti da Bertolucci in "The Dreamers" e ormai lanciatissima a Hollywood, Miss Green è senza dubbio una delle più espressive, sensuali, carismatiche, fenomenali attrici dell'ultimo mezzo secolo. Vederla recitare è sempre un grande piacere, anche perché le parti che accetta non sono mai banali né tantomeno stereotipate: in Franklyn interpreta due personaggi femminili completamente antitetici (interessante e complesso quello di Emilia), senza mai sbagliare una mossa.
Aspettiamo con ansia di assistere alla sua performance in "Sin City: A Dame To Kill For". Anche se il film sarà inguardabile (spero di no), scommetto che la Green ci lascerà a bocca aperta.
Come sempre.
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signorbagheri
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venerdì 20 maggio 2022
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una green eccellente in un fumettone
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Quattro personaggi, in cerca di autore o di un senso della vita, cercata senza sosta, nella morte inscenata tra estetismo parossistico e auto voyeurismo, nel figlio schizofrenico scomparso, nella fanciulla evanescente compagna di giochi e primo amore infantile, fino allo stravolgimento totale della realtà in una visione gotico onirica che trasforma Londra in una plumbea Gotham City, che si ricongiungono in un finale in cui McMorrow lima via il soprannaturale restituendo alla pellicola una normalità da fumettone rosa che guasta tutto e rovina le premesse, peccato, ma merita per la performance artistica dell’unica attrice di peso del film, Eva Green
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mimmo_fuggetti
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venerdì 24 aprile 2009
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scelgi il tuo mondo
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Passiamo la nostra vita a cercare un antagonista, la vita è fatta di confronti, di scontri e talvolta di equivoci, destini, decisioni. Il debutto di McMorrow racchiude tematiche presenti nella nostra vita quotidiana come la schizzofrenia, la fede, il suicidio e la solitudine. In un mondo apparentemente lontano dal nostro si svolgono le vicende di Franklyn, un ragazzo senza fede e per questo ricercato dai poliziotti futuristici del suo mondo. In parallelo, nella Londra del presente si alternano le storie di altri tre personaggi: Emilia (Eva Green), Peter e Milo. La ragazza passa la sua vita a filmare in vano i suoi "finti" tentativi di suicidio a causa di un passato morboso per via del suo genitore, Milo viene mollato al momento del "si" e Peter è alla disperata ricerca di suo figlio.
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Passiamo la nostra vita a cercare un antagonista, la vita è fatta di confronti, di scontri e talvolta di equivoci, destini, decisioni. Il debutto di McMorrow racchiude tematiche presenti nella nostra vita quotidiana come la schizzofrenia, la fede, il suicidio e la solitudine. In un mondo apparentemente lontano dal nostro si svolgono le vicende di Franklyn, un ragazzo senza fede e per questo ricercato dai poliziotti futuristici del suo mondo. In parallelo, nella Londra del presente si alternano le storie di altri tre personaggi: Emilia (Eva Green), Peter e Milo. La ragazza passa la sua vita a filmare in vano i suoi "finti" tentativi di suicidio a causa di un passato morboso per via del suo genitore, Milo viene mollato al momento del "si" e Peter è alla disperata ricerca di suo figlio. Film spartito tra note positive ed altre negative: buona la regia, la fotografia e il soggetto, meno la sceneggiatura che spesso cade nel banale e la scelta di alcuni attori, tra questi il protagonista, a mio avviso un pò troppo "bamboccio" per interpretare quel determinato ruolo. Nel complesso resta l'originalità e la riuscita di un intreccio poco scontato, ma ben risoluto nel finale. Una storia che ci induce a riflettere su quanto ci sia di marcio nel nostro mondo e su come, a gran voce, sentiamo il disperato bisogno di evadere dalla realtà, alla ricerca di un mondo alternativo che riesca a soddisfarci e che possa tralasciare le nostre delusioni e i rancori.
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rerum
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lunedì 27 aprile 2009
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franklin è il coniglio di donnie darko.
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Questa è la prima volta che scrivo su mymovies. Per poter lasciare questa recensione ho dovuto effettuare una registrazione e dopodichè sono stato portato su una pagina che mi permetteva di inserire un titolo, dare un voto al film, e scrivere il mio commento. Al momento di assegnare da uno a cinque stelle al film, campeggia un messaggio lapidario: ATTENZIONE, NON ESPRIMERE VOTI SE NON HAI VISTO IL FILM.
Ora, dunque, la domanda sorge spontanea: vale anche per i recensori ufficiali del sito? No perchè associare questo film a V per Vendetta o addirittura a Blade Runner può voler dire solo due cose e cioè che o non hai visto l'uno o non hai visto gli altri.
Franklyn è un bel film, con un'ottima regia, una bella colonna sonora, dei bravi attori e una sceneggiatura che compensa la carenza di dollaro sonante.
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Questa è la prima volta che scrivo su mymovies. Per poter lasciare questa recensione ho dovuto effettuare una registrazione e dopodichè sono stato portato su una pagina che mi permetteva di inserire un titolo, dare un voto al film, e scrivere il mio commento. Al momento di assegnare da uno a cinque stelle al film, campeggia un messaggio lapidario: ATTENZIONE, NON ESPRIMERE VOTI SE NON HAI VISTO IL FILM.
Ora, dunque, la domanda sorge spontanea: vale anche per i recensori ufficiali del sito? No perchè associare questo film a V per Vendetta o addirittura a Blade Runner può voler dire solo due cose e cioè che o non hai visto l'uno o non hai visto gli altri.
Franklyn è un bel film, con un'ottima regia, una bella colonna sonora, dei bravi attori e una sceneggiatura che compensa la carenza di dollaro sonante. Ma il suo particolare fascino sta proprio nel non detto e se a un qualche altro film lo si vuole associare questo è Donnie Darko.
Chi ha visto Donnie Darko sa che un qualsiasi tentativo di scriverne una trama produrrebbe tutt'altro che un elogio a una pellicola che, volente o nolente, è diventata di culto.
Non so se accadrà lo stesso per Franklyn, ma andatelo pure a vedere. Capirete allora perchè per me Franklyn è il coniglio di Donnie Darko (n.b. il titolo del film è realmente il nome del coniglio che appare al protagonista di DD).
Attenzione, non lasciarmi un commento se non hai visto il film, o se proprio vuoi lasciarlo cerca di essere divertente. Mio fratello è figlio unico.
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[+] quest'uomo è un genio
(di pinkmoon1979)
[ - ] quest'uomo è un genio
[+] si la storia dei suicidi è micidiale!
(di rerum)
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[+] le pecore e il coniglio
(di penny lane)
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[+] franklyn come v x vendetta e blade runner
(di sandrosta)
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