mirror
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sabato 15 maggio 2010
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bello e importante
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un film molto bello. Importante l'argomento su cui riflette e fa riflettere. E il modo delicato in cui lo fa. La morte è il nostro traguardo "un cancello" come dice uno dei personaggi. Importante saperlo attraversare con consapevolezza. Da non perdere
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spike
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mercoledì 12 maggio 2010
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la morte si fa bella
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Il film giapponese che ha meritatamente vinto l'Oscar nel 2009 si rivela una riflessione sulla vita e sulla morte. Parti fondamentali della pellicola sono le immagini dei riti che preparano le salme all'ultimo viaggio: la dignità che il protagonista dà alle salme è il senso profondo di quel passaggio nello sconosciuto. Il tema trattato con delicata ironia è la forza del film, da consigliare.
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100spindle
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mercoledì 12 maggio 2010
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oscar meritato
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DIGNITA', AMORE E SENSO DELLA MISURA SONO TRE DEI TANTI ELEMENTI CHE COLPISCONO IN QUESTO FILM. UN TEMA DIFFICILE IL RAPPORTO CON LA MORTE; DIFFICILE SVOLGERE QUEL MESTIERE CON L'AMORE E LA DIGNITA' CON CUI VIENE SVOLTO. DIFFICILE COMPRENDERE UNA SCELTA DI VITA SOLO APPARENTEMENTE FORZATA.
SI POTREBBE CONTINUARE A LUNGO A TROVARE ELEMENTI DI DISCUSSONE E APPREZZAMENTO PER QUESTA PELLICOLA, MA LA REALTA' E' CHE QUSTO FILM E' VERAMENTE BELLO E RAPPRESENTA, A MIO AVVISO, PROPRIO CIO' CHE IL CINEMA DOVREBBE ESSERE: L'EVASIONE ATTRAVERSO LA RAPPRESENTAZIONE DEL SENTIMENTO E DELLA VITA.
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lunetta
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domenica 9 maggio 2010
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delicato
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Un film dalla trama semplicissima, non certo accattivante, (la storia di una thanata esteta!), ma che dalla prima scena, e per quasi tutto il film, penetra nell'animo dello spettatore con delicatezza, intensità enorme, grazie alle movenze, ai dialoghi, alle atmosfere a volte cariche di disperazione. Il dolore di madri, figli, mariti, sopito dai gesti di Daiko e del suo"maestro", dalle carezze che sanno dare ai loro cari, dall'aspetto bello, luminoso persino sorridente che riescono a restituire a un corpo senza vita. Commozione pura, dall'inizio lla fine
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vladimirogenchi
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sabato 8 maggio 2010
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un bellissimo modo di interpretare la morte
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Ho trovato emozionanti molte scene del film, ma quella che mi ha fatto scendere più che qualche lacrima è stata quella quando Daigo si trova davanti a se quei due "becchini" che vogliono fare in fretta e furia quello che lui svolge, anche con estranei, con molto sentimento e professionalità. I fotogrammi seguenti sono, per quanto mi riguarda, semplicemente meravigliosi; calcato con effetto slow-motion la scena quando si scopre che il papà ha il sassolino in una mano tenuto tanto stretto fino alla morte. Il sassolino, che si erano scambiati quando era bambino, evidentemente ,a differenza di quanto pensava Daigo, per il padre era molto molto importante.
La premura con la quale ha "preparato" suo padre facendogli la barba e tutto il resto.
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Ho trovato emozionanti molte scene del film, ma quella che mi ha fatto scendere più che qualche lacrima è stata quella quando Daigo si trova davanti a se quei due "becchini" che vogliono fare in fretta e furia quello che lui svolge, anche con estranei, con molto sentimento e professionalità. I fotogrammi seguenti sono, per quanto mi riguarda, semplicemente meravigliosi; calcato con effetto slow-motion la scena quando si scopre che il papà ha il sassolino in una mano tenuto tanto stretto fino alla morte. Il sassolino, che si erano scambiati quando era bambino, evidentemente ,a differenza di quanto pensava Daigo, per il padre era molto molto importante.
La premura con la quale ha "preparato" suo padre facendogli la barba e tutto il resto.
Forse mi ha toccato in particolar modo perchè analogamente anch'io, come Daigo, non ho avuto un buon rapporto con il mio di padre e questo mi fa riflettere e pensare che non bisogna portare rancore verso i propri genitori, e che sicuramente mio padre, anche se lo nasconde molto bene, lo ha sicuramente un sassolino per me.
Io da qualche anno sono diventato buddista e per il buddismo la vita e la morte fanno entrambe parte della vita.
Scusate eventuali errori e grazie per l'attenzione prestatami.
Vladi
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giovannagio
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lunedì 3 maggio 2010
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film che provoca silenzio profindo
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Sulle note di un violoncello solitario dentro il panorama di piccola città del Giappone sullo sfondo di grandi montagne si svolge l’originale apprendistato di un giovane musicista disoccupato a tanathos esteta: sgomento, avvilimento del nostro già depresso protagonista con deliziosa moglie al seguito.
Ed ecco che nel silenzio attonito rispetto, cura, sapienza dei gesti , in una parola ritualità e sereno coraggio ci mettono a contatto con la MORTE - che tutti sappiamo e che con scaramanzia presto allontaniamo dalla mente, perchè sì ineluttabile, ma troppo angosciante per essere “toccata”- ed è proprio quello che il film propone: l’ agghiacciante morte del corpo : gesti rispettosi amorevoli precisi ricompongono ripuliscono lavano, “tolgono la stanchezza della vita” e ridanno …BELLEZZA, lo squarcio che apre alla luce che solleva dall’orrore, che allontana la paura, che scioglie il gelo dello spettro .
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Sulle note di un violoncello solitario dentro il panorama di piccola città del Giappone sullo sfondo di grandi montagne si svolge l’originale apprendistato di un giovane musicista disoccupato a tanathos esteta: sgomento, avvilimento del nostro già depresso protagonista con deliziosa moglie al seguito.
Ed ecco che nel silenzio attonito rispetto, cura, sapienza dei gesti , in una parola ritualità e sereno coraggio ci mettono a contatto con la MORTE - che tutti sappiamo e che con scaramanzia presto allontaniamo dalla mente, perchè sì ineluttabile, ma troppo angosciante per essere “toccata”- ed è proprio quello che il film propone: l’ agghiacciante morte del corpo : gesti rispettosi amorevoli precisi ricompongono ripuliscono lavano, “tolgono la stanchezza della vita” e ridanno …BELLEZZA, lo squarcio che apre alla luce che solleva dall’orrore, che allontana la paura, che scioglie il gelo dello spettro . Si avverte il sollievo di un grande senso di riparazione e il calore torna a scorrere nei viventi, calde lagrime e commozione scaldano il cuore in un dolore che si fa conforto.
La bellezza vince la morte o meglio dire le ridà dignità senso e Il nostro si fa sacerdote di questa arte, suona solitario in cima ad un altopiano e prosegue anche se la moglie scapperà ma tutto si ricompone in tanta delicatezza, anche il rancore di un figlio abbandonato quale lui era stato da piccolo.. così il destino lo porta davanti a suo padre morto e lì avviene il PERDONO, la pietra nella sua mano, unico dono scambiato tra i due che potrà ridonare al figlio in arrivo…..Anche un piccolo segno d’amore può salvare e proiettarsi nel futuro.
Delicatezza e incanto di un film che ci fa”toccare”la morte, ci sprofonda nel silenzio e ci ridà il respiro avvolgendoci di seta , di grazia, di umana consolazione ”DEPARTURES”
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edward teach
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venerdì 30 aprile 2010
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interessante ma incompleto e contraddittorio
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Bisogna conscere un po' il Giappone per capire a fondo questo film. In Giappone non esiste il senso del peccato come da noi ma piuttosto il senso della vergogna e l'emotivita' e' considerata appunto una debolezza di cui vergognarsi. Curiosamente pero' la catarsi non avviene tramite il riscatto del cuore ma arrivando alla conclusione che "dobbiamo vergognarci insieme"...Il violoncellista porta su di se' il fallimento professionale e l'onta di un lavoro considerato infame; solo lui puo' spingere gli altri a riconoscere, molto nipponicamente, che in fondo tutti abbiamo qualcosa di cui vergognarci e allora facciamolo insieme.
Inoltre quel lavoro in Giappone lo facevano e lo fanno i Burakumin che sono una casta di intoccabili simile ai Paria indiani; esistono delle liste segrete dei Burakumin che le aziende si passano tra loro di nascosto e chi appartiene a quel gruppo non riesce a trovare lavoro, a sposarsi, a terminare gli studi e ad avere una vita sociale.
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Bisogna conscere un po' il Giappone per capire a fondo questo film. In Giappone non esiste il senso del peccato come da noi ma piuttosto il senso della vergogna e l'emotivita' e' considerata appunto una debolezza di cui vergognarsi. Curiosamente pero' la catarsi non avviene tramite il riscatto del cuore ma arrivando alla conclusione che "dobbiamo vergognarci insieme"...Il violoncellista porta su di se' il fallimento professionale e l'onta di un lavoro considerato infame; solo lui puo' spingere gli altri a riconoscere, molto nipponicamente, che in fondo tutti abbiamo qualcosa di cui vergognarci e allora facciamolo insieme.
Inoltre quel lavoro in Giappone lo facevano e lo fanno i Burakumin che sono una casta di intoccabili simile ai Paria indiani; esistono delle liste segrete dei Burakumin che le aziende si passano tra loro di nascosto e chi appartiene a quel gruppo non riesce a trovare lavoro, a sposarsi, a terminare gli studi e ad avere una vita sociale. Un po' piu' di coraggio nel tirare fuori questa di vergogna ci sarebbe voluto; nel film ci sono solo vaghi accenni come quando la moglie lo chiama "essere immondo" (i Burakumin venivano chiamati "eta" e "hinin" che significa in sostanza soprchi e subumani)o quando l'amico impedisce alla figlia di salutare il tanatoesteta, ma nulla di piu'.
I Burakumin corrispondono ai nostri Cagots, Gezitain o Agotes della zona delle Landes de Gascogne, Navarra e Provenza; in Europa quest' infamia e' definitivamente stata cancellata circa un secolo fa; ma sia i Burakumin sia i Cagots potevano dedicarsi solo a due o tre lavori infami come quelli che avevano a che fare col sangue, i Cagots facevano i salassi e i burakumin i beccamorti. Tutti e due, naturalmente, venivano assunti per fare i torturatori nelle segrete così che l'ingrato compito non macchiasse l'onore delle "persone per bene". Provate a chiedere a un giapponese cosa sono i Burakumin, se ne conosce qualcuno o se ne ha qualcuno in famiglia e noterete una strana reazione.
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franco bellino
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giovedì 29 aprile 2010
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evita i titoli di coda.
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Il film è bellissimo. Consiglio però (contrariamente a quanto si dovrebbe fare sempre) di alzarsi dopo l'ultima inquadratura e di evitare assolutamente i titoli di coda. I credits scorrono su una sequenza assolutamente inutile, banale e ripetitiva, che diluisce disperatamente tutta l'intensità ed il pathos del vero finale del film.
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kimera
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mercoledì 28 aprile 2010
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non tutto è perduto..
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Un film illuminante che fa della scabra ed incisiva fotografia il suo fiore all'occhiello;Una pellicola che lungi dal risultar stucchevole è in grado di raccontare con magistrale forza comunicativa il significato aspro della morte, un trapasso che non fa sconti a nessuno ma che se saputo accogliere può risultare un dignitoso e riverente saluto che da un pugno chiuso che stringe un sassolino, si trasforma in una dolce carezza sul viso. Departures, commuove e fa riflettere lo spettatore che a differenza delle ultime prodezze cinematografiche in 3D, buca lo schermo acquisendo il marchio di un film per tutti in cui chiunque riesce ad immedesimarsi!
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mez_mar_ize
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mercoledì 28 aprile 2010
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andate a vederlo
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Ottimo film, commovente, originale, consigliatissimo.
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