ytre
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giovedì 19 febbraio 2009
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molto bello
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povero di dialoghi ma ottimamente girato,avvincente meglio di indipendence day.bel film ve lo consiglio.
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evato
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lunedì 16 febbraio 2009
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un storia bellissima
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una corsa in cerca della sua amata x tt l'africa,battaglie e effetti speciali super realistici che volete di più .secondo me ottimo
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ksb
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domenica 1 febbraio 2009
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la montagna degli dei
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Si dà per acquisito che è caratteristica originaria dei colossal hollywoodiani ufficiali, quella di porgere all’immaginario collettivo, ovvero al vasto pubblico della celluloide, un universo scisso sia eticamente sia esteticamente in senso manicheo, autoproclamato a priori, in perenne conflitto e con le lancette dei tempi cinematografici, o della storia ricostruita dai vincitori, sempre univocamente orientate all’happy end d’ispirazione disneyana, questo al fine di santificare l’America ieraticamente intesa e forgiare largo e diffuso consenso a vantaggio della stessa nel pianeta mediatico globale. Qualunque critica ad un colossal U.S. made ufficiale rivolta esclusivamente in questa direzione appare quindi implicita e scontata, tautologicamente come il meccanismo stesso del colossal.
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Si dà per acquisito che è caratteristica originaria dei colossal hollywoodiani ufficiali, quella di porgere all’immaginario collettivo, ovvero al vasto pubblico della celluloide, un universo scisso sia eticamente sia esteticamente in senso manicheo, autoproclamato a priori, in perenne conflitto e con le lancette dei tempi cinematografici, o della storia ricostruita dai vincitori, sempre univocamente orientate all’happy end d’ispirazione disneyana, questo al fine di santificare l’America ieraticamente intesa e forgiare largo e diffuso consenso a vantaggio della stessa nel pianeta mediatico globale. Qualunque critica ad un colossal U.S. made ufficiale rivolta esclusivamente in questa direzione appare quindi implicita e scontata, tautologicamente come il meccanismo stesso del colossal. I grigi, le sfumature, le incertezze dei contorni non fanno, nelle stragrande maggioranza dei casi, si sa, parte del genere per struttura e finalità caratteristiche: la grande frontiera, quella ufficiale, americana è da sempre (e soprattutto dalla fine della II guerra mondiale in poi) di ispirazione e a vocazione manichea e il Verbo è sempre americano e filoamericano. E però nel percorso cinematografico di Roland Emmerich si individuano delle suggestioni tematiche, quasi sue piccole grandi fissazioni, che ritornano costantemente e che vengono trasferite al grande pubblico. Il leitmotiv prevalente è quello dell’origine e della fine di questa nostra civiltà terrestre. Caratteristica tipica è che il punto di vista suggerito o posto non è mai implicitamente certo ed univoco, ovvero intrinsecamente hollywoodiano e ufficiale. Il tempo narrato nel film non è generico e lontano, c’è una data, fondamentale, che è il suo titolo stesso: siamo nel 10.000 a.C. E c’è una leggenda, un mito, che sembra essere un pretesto per narrare e soprattutto per rappresentare qualcosa, narrazione inevitabilmente pervasa di energie cosiddette irrazionali. C’è un grande oppressore. Ci sono tante piccole etnie di uomini che si consorziano temporaneamente per il bene comune, che è quello di riacquistare le proprie libertà e autonomia di arbitrio e di percorso nella storia. Il grande oppressore, che è il depositario di una grande civiltà (schiavistica), è visto dai piccoli uomini mortali alla stessa stregua di un dio. E c’è un fiume dall’andamento di un serpente. E c’è una grande costruzione in opera: la montagna degli dei. Questo è il luogo in cui il grande oppressore, venuto dichiaratamenteo dalle stelle o dal mare (perché la sua patria originaria è stata inondata dalle acque), si insedia per ricostituire in quest’altrove la sua stessa perduta civiltà, facendo razzia di schiavi, tra le variegate e multietniche popolazioni autoctone, che si ribellano, per realizzare opere colossali. Quel grande oppressore, altamente civilizzato rispetto al contesto neolitico in cui approda, rivolge sacralmente il suo sguardo alla costellazione di Orione. Tutto è inequivocabilmente identificabile attraverso i segni che Emmerich stesso colloca, con allusioni criptiche, nonché erudite, davanti agli occhi di tutti: siamo in Egitto, a ridosso del grande delta del Nilo, e il popolo oppressore e civilizzatore, che viene da un altrove ignoto e perduto, sta costruendo la Grande Piramide. L’ambiente è quello delle archeologie esoteriche o non ufficiali. E proprio tra il 13.000 e il 10.000 a.C. si colloca plausibilmente quell’evento che segnò per l’umanità la fine di un’era e l’inizio di un’altra: il Grande Diluvio
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lucido 71
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venerdì 9 gennaio 2009
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c'è di meglio in giro...
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D'accordo con la recensione di MyMovies, storiella troppo leggera x restare impressa nella nostra memoria cinematografica... si salva qualche spunto coraggioso sull'archeologia alternativa, qualche effetto speciale (ma nemmeno tutti!) e soprattutto la scenografia impareggiabile della Nuova Zelanda. Dialoghi, trama e coinvolgimento... mediocre. Un suggerimento? IO VI TROVERO'
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emy
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domenica 4 gennaio 2009
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un gioiello di colori e perfezione
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Emmerich è il più sopravvalutato visionario degli ultimi anni. Più di una volta ha dimostrato di essere totalmente indipendente dalle aspettative di pubblico e critica è ci ha reagalato opere assolutamente uniche che oggi giorno sono entrate nell'immaginario collettivo. 10000 però è un cinema che va ben oltre i normali canoni dello stile di Emmerich. Con splendidi colori ed una qualità artistica senza precedenti ricostrusce un mondo ormai dimenticato, selvaggio e brutale dove un gruppo di cacciatori della steppa attraversano il globo per scoprire che la civiltà era molto più progredita di quanto credessero. 10000 è la pura espressione dell'immensa fantasia di Emmerich che sta volta a dato veramente il meglio di se' nel offrire al pubblico un opera d'arte originale e con una ricostruzione scenica che non solo non fa totalmente uso del digitale, ma risulta assolutamente credibile: con sensazionali inquadrature di monti innevate e aridi deserti.
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Emmerich è il più sopravvalutato visionario degli ultimi anni. Più di una volta ha dimostrato di essere totalmente indipendente dalle aspettative di pubblico e critica è ci ha reagalato opere assolutamente uniche che oggi giorno sono entrate nell'immaginario collettivo. 10000 però è un cinema che va ben oltre i normali canoni dello stile di Emmerich. Con splendidi colori ed una qualità artistica senza precedenti ricostrusce un mondo ormai dimenticato, selvaggio e brutale dove un gruppo di cacciatori della steppa attraversano il globo per scoprire che la civiltà era molto più progredita di quanto credessero. 10000 è la pura espressione dell'immensa fantasia di Emmerich che sta volta a dato veramente il meglio di se' nel offrire al pubblico un opera d'arte originale e con una ricostruzione scenica che non solo non fa totalmente uso del digitale, ma risulta assolutamente credibile: con sensazionali inquadrature di monti innevate e aridi deserti. Anche la ricostruzione delle tribu nomadi del tempo è segno di una perfezione assoluta di cui Emmerich si è fatto carico. 10000 mostra chiaramente di non avere grandi ambizioni ne verso il pubblico ne verso la critica, ma questa sua indipendeza lo ha reso di un fascino indescrivibile. Il migliore di tutti i film di Emmerich in assoluto.
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cleu1993
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domenica 28 dicembre 2008
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una merd..
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Una Putt assurda.
Io avro' visto solo i primi 30 minuti di film e mi chiedo
I dinosauri esistevano quando c'era l'uomo?
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lisa.nervei
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domenica 23 novembre 2008
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chi sono i demoni a quattro zampe?
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abbiamo visto il film con i miei figli che stanno studiando storia...e scusate ma non abbiamo capito chi era la tribù dai demoni a quattro zampe...sumeri??assiri??babilonesi??egizi??bohh da nessuna parte sta scritto!!!
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(di evato)
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vinc3
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sabato 1 novembre 2008
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mah...non ho parole
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appena visto in DVD, purtroppo non avevo letto le vostre recensioni...: una cagata pazzesca!
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mael
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sabato 27 settembre 2008
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delusione pazzesca
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Film mediocre, con scene mal fatte, che potevano anche migliorare. Interagimento tra gli attori reali e gli animali pari a zero. Le uniche cose salvabili sono le ambientazioni, le piramidi e la scena con i dodo giganti.
Potevano veramente migliorare ...
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(di .)
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gennaro neaz
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martedì 9 settembre 2008
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per un ora ho viaggiato nel passatonon vissuto.
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So per certo che questo film stando a quello che ho letto è stato fin troppo criticato,ma pensandoci bene e rivedendolo ben quattro volte mi è venuto in mente un'idea,questo film potrebbe essere un premio per coloro che hanno dedicato la laoro vita allo studio,e questo comprende molte categorie.
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