iron runes
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giovedì 27 marzo 2008
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davvero un peccato.
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Due stelle per l'idea. Non originalissima, d'accordo, ma carina.
Purtroppo nel film non ho trovato altro che una lunghissima serie di citazioni (da 300 a King Kong, fino a Stargate e Conan il Barbaro, per non parlare de Il Signore degli Anelli).
Se pure Emmerich il film lo gira bene, si perde in continuazione. C'erano tantissimi spunti che sono stati lasciati li a morire. A partire dal collegamento tra D'Lel e lo Smilodon (ma a quel punto fagli cavalcare la tigre come He-Man! Film epico per film epico, falla una pazzia fatta bene!!), fino alle tribù che si uniscono (ma quelli veloci come uccelli che fine hanno fatto?), per non parlare della scarsa verosimiglianza. Attenzione, non parlo di attinenza alla Storia dell'Umanità, ma di verosimiglianza degli eventi nel "mondo" di 10000 A.
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Due stelle per l'idea. Non originalissima, d'accordo, ma carina.
Purtroppo nel film non ho trovato altro che una lunghissima serie di citazioni (da 300 a King Kong, fino a Stargate e Conan il Barbaro, per non parlare de Il Signore degli Anelli).
Se pure Emmerich il film lo gira bene, si perde in continuazione. C'erano tantissimi spunti che sono stati lasciati li a morire. A partire dal collegamento tra D'Lel e lo Smilodon (ma a quel punto fagli cavalcare la tigre come He-Man! Film epico per film epico, falla una pazzia fatta bene!!), fino alle tribù che si uniscono (ma quelli veloci come uccelli che fine hanno fatto?), per non parlare della scarsa verosimiglianza. Attenzione, non parlo di attinenza alla Storia dell'Umanità, ma di verosimiglianza degli eventi nel "mondo" di 10000 A.C. Il padre schiavo che trova il tempo per salvare un albino cieco e che se lo nasconde nella botola sotto il materasso? I Mammuth nel deserto? Come ce li portano? E come sopravvivono? Ma tosateli, santa pace!!!! E i demoni a 4 zampe che è gente a cavallo... Dico, cacciate i Mammuth (e anche sulla scena della caccia ci sarebbe da dire), prendete una lancia e combattete...
E' proprio nelle scene di azione (e sono pochine) che ci sono cose che non tornano (nella carica dei Mammuth sulla piramide, ce n'è uno che fa manovra intorno ad un pietrone...), ed i personaggi più intriganti sono sfruttati pochissimo e malino.
Non voglio esprimermi troppo duramente sulle interpretazioni, ma Camille Belle (Evolet) dovrebbe ripassare le lezioni di espressività anatomica e facciale. Mai visto nessuno riuscire a rimanere così tanto immobile.
Onestamente, mi è dispiaciuto. Non mi aspettavo l'Opera Definitiva, ma i presupposti per una pellicola migliore c'erano. Filone in voga, ambientazione non sfruttata da molti molti anni, attori semisconosciuti, Mammuth, la bella morona con gli occhi di ghiaccio... E invece non è ne un polpettone d'amore, ne un film d'azione, ne tantomeno un film epico.
Davvero un peccato.
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mystic
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sabato 9 marzo 2013
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emmerich viaggia nel tempo e riscrive la storia
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Pochi altri film potrebbero essere tanto criticati per la poca attenzione della produzione dedicata ai dettagli storici quanto 10.000 AC di Roland Emmerich. Ma come? I mammuth nel 10000 AC? Una tribù dai costumi primitivi rimasta isolata dal resto del mondo e per questo arretrata? Presunte civiltà mesopotamiche e tigri dai denti a sciabola? E via dicendo...Con uno strano punto di incontro tra mito (pensate all'uso della voce narrante), avventura a sfondo sentimentale e azione (ed Emmerich su questo punto non può tirarsi indietro), 10.000 AC vede D'Leh, giovane innamorato, spingersi fino ai confini del mondo allora (s)conosciuto alla ricerca di Evolet, la ragazza di cui si è innamorato e che è stata rapita.
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Pochi altri film potrebbero essere tanto criticati per la poca attenzione della produzione dedicata ai dettagli storici quanto 10.000 AC di Roland Emmerich. Ma come? I mammuth nel 10000 AC? Una tribù dai costumi primitivi rimasta isolata dal resto del mondo e per questo arretrata? Presunte civiltà mesopotamiche e tigri dai denti a sciabola? E via dicendo...Con uno strano punto di incontro tra mito (pensate all'uso della voce narrante), avventura a sfondo sentimentale e azione (ed Emmerich su questo punto non può tirarsi indietro), 10.000 AC vede D'Leh, giovane innamorato, spingersi fino ai confini del mondo allora (s)conosciuto alla ricerca di Evolet, la ragazza di cui si è innamorato e che è stata rapita. E a separarli non ci saranno solo i mostri preistorici.
Rifiutandosi di restringere il proprio campo d'azione alla realtà storica di un determinato periodo storico, Emmerich viaggia nel tempo grazie alla forza motrice dell'amore e riscrive la storia, il che apre a conclusioni già viste e di certo poco appaganti. Tema e ambientazioni sono interessanti, ma le più che legittime ambizioni di fare un bel film si traducono in una messa in scena mediocre, che usa effetti speciali al fine di fare dell'enterteinment hollywoodiano uno spettacolo ridotto al solo obiettivo di appagare a livello visivo. Intrattiene più di quanto facciano altri film che si sono assicurati reputazioni migliori, ma è il perfetto esempio di come una buona idea (portare la preistoria sul grande schermo) non debba necessariamente portare alla realizzazione di un buon film.
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shagrath
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mercoledì 14 novembre 2018
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gli effetti speciali non lo salvano
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Un film che fin da subito tradisce il suo stesso titolo abbandonando l'ambientazione preistorica per scadere verso un fantasy sconclusionato e scialbo. Buone le scene di azione, ben girato, decenti gli effetti speciali, suggestive le atmosfere. Ma la coerenza narrativa, semplicemente, non c'è. Tutte le vicende del protagonista si evolvono attraverso una accozzaglia informe di situazioni "incredibili" che non c'azzeccano nulla l'una con l'altra (attacchi di animali estinti da milioni di anni, navi a vela, cavalleria, civiltà dispotiche, megastrutture, ere glaciali accostate a deserti... quasi mi aspettavo di vedere spuntare Hitler a cavallo di un dinosauro.
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Un film che fin da subito tradisce il suo stesso titolo abbandonando l'ambientazione preistorica per scadere verso un fantasy sconclusionato e scialbo. Buone le scene di azione, ben girato, decenti gli effetti speciali, suggestive le atmosfere. Ma la coerenza narrativa, semplicemente, non c'è. Tutte le vicende del protagonista si evolvono attraverso una accozzaglia informe di situazioni "incredibili" che non c'azzeccano nulla l'una con l'altra (attacchi di animali estinti da milioni di anni, navi a vela, cavalleria, civiltà dispotiche, megastrutture, ere glaciali accostate a deserti... quasi mi aspettavo di vedere spuntare Hitler a cavallo di un dinosauro..). La trama non è niente di particolare. Non c'è mezzo personaggio carismatico, nulla. Una baggianata insomma che cerca di reggersi solo affidandosi all'azione e agli effetti speciali, ma a differenza di altri buoni titoli di Emmerich non ce la fa, non questa volta. Sconsigliato
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lucido 71
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venerdì 9 gennaio 2009
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c'è di meglio in giro...
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D'accordo con la recensione di MyMovies, storiella troppo leggera x restare impressa nella nostra memoria cinematografica... si salva qualche spunto coraggioso sull'archeologia alternativa, qualche effetto speciale (ma nemmeno tutti!) e soprattutto la scenografia impareggiabile della Nuova Zelanda. Dialoghi, trama e coinvolgimento... mediocre. Un suggerimento? IO VI TROVERO'
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ksb
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domenica 1 febbraio 2009
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la montagna degli dei
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Si dà per acquisito che è caratteristica originaria dei colossal hollywoodiani ufficiali, quella di porgere all’immaginario collettivo, ovvero al vasto pubblico della celluloide, un universo scisso sia eticamente sia esteticamente in senso manicheo, autoproclamato a priori, in perenne conflitto e con le lancette dei tempi cinematografici, o della storia ricostruita dai vincitori, sempre univocamente orientate all’happy end d’ispirazione disneyana, questo al fine di santificare l’America ieraticamente intesa e forgiare largo e diffuso consenso a vantaggio della stessa nel pianeta mediatico globale. Qualunque critica ad un colossal U.S. made ufficiale rivolta esclusivamente in questa direzione appare quindi implicita e scontata, tautologicamente come il meccanismo stesso del colossal.
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Si dà per acquisito che è caratteristica originaria dei colossal hollywoodiani ufficiali, quella di porgere all’immaginario collettivo, ovvero al vasto pubblico della celluloide, un universo scisso sia eticamente sia esteticamente in senso manicheo, autoproclamato a priori, in perenne conflitto e con le lancette dei tempi cinematografici, o della storia ricostruita dai vincitori, sempre univocamente orientate all’happy end d’ispirazione disneyana, questo al fine di santificare l’America ieraticamente intesa e forgiare largo e diffuso consenso a vantaggio della stessa nel pianeta mediatico globale. Qualunque critica ad un colossal U.S. made ufficiale rivolta esclusivamente in questa direzione appare quindi implicita e scontata, tautologicamente come il meccanismo stesso del colossal. I grigi, le sfumature, le incertezze dei contorni non fanno, nelle stragrande maggioranza dei casi, si sa, parte del genere per struttura e finalità caratteristiche: la grande frontiera, quella ufficiale, americana è da sempre (e soprattutto dalla fine della II guerra mondiale in poi) di ispirazione e a vocazione manichea e il Verbo è sempre americano e filoamericano. E però nel percorso cinematografico di Roland Emmerich si individuano delle suggestioni tematiche, quasi sue piccole grandi fissazioni, che ritornano costantemente e che vengono trasferite al grande pubblico. Il leitmotiv prevalente è quello dell’origine e della fine di questa nostra civiltà terrestre. Caratteristica tipica è che il punto di vista suggerito o posto non è mai implicitamente certo ed univoco, ovvero intrinsecamente hollywoodiano e ufficiale. Il tempo narrato nel film non è generico e lontano, c’è una data, fondamentale, che è il suo titolo stesso: siamo nel 10.000 a.C. E c’è una leggenda, un mito, che sembra essere un pretesto per narrare e soprattutto per rappresentare qualcosa, narrazione inevitabilmente pervasa di energie cosiddette irrazionali. C’è un grande oppressore. Ci sono tante piccole etnie di uomini che si consorziano temporaneamente per il bene comune, che è quello di riacquistare le proprie libertà e autonomia di arbitrio e di percorso nella storia. Il grande oppressore, che è il depositario di una grande civiltà (schiavistica), è visto dai piccoli uomini mortali alla stessa stregua di un dio. E c’è un fiume dall’andamento di un serpente. E c’è una grande costruzione in opera: la montagna degli dei. Questo è il luogo in cui il grande oppressore, venuto dichiaratamenteo dalle stelle o dal mare (perché la sua patria originaria è stata inondata dalle acque), si insedia per ricostituire in quest’altrove la sua stessa perduta civiltà, facendo razzia di schiavi, tra le variegate e multietniche popolazioni autoctone, che si ribellano, per realizzare opere colossali. Quel grande oppressore, altamente civilizzato rispetto al contesto neolitico in cui approda, rivolge sacralmente il suo sguardo alla costellazione di Orione. Tutto è inequivocabilmente identificabile attraverso i segni che Emmerich stesso colloca, con allusioni criptiche, nonché erudite, davanti agli occhi di tutti: siamo in Egitto, a ridosso del grande delta del Nilo, e il popolo oppressore e civilizzatore, che viene da un altrove ignoto e perduto, sta costruendo la Grande Piramide. L’ambiente è quello delle archeologie esoteriche o non ufficiali. E proprio tra il 13.000 e il 10.000 a.C. si colloca plausibilmente quell’evento che segnò per l’umanità la fine di un’era e l’inizio di un’altra: il Grande Diluvio
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tony montana
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sabato 27 novembre 2010
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il blockbuster preistorico
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Nell'epoca in cui i mammuth scuotevano la terra e gli spiriti mistici guidavano il destino dell'uomo, il primo eroe deve affrontare un viaggio pericoloso per liberare la donna che ama e per compiere il suo destino. Battendosi contro una tigre dai denti a sciabola e contro altri predatori preistorici, attraverserà terre sconosciute, formerà un esercito e scoprirà una grande civiltà perduta. Lì condurrà la lotta per la liberazione della sua donna e diventerà il campione di un'epoca dalla quale la leggenda ha avuto inizio.
Ormai sono di moda generi fantascientifici o fantastorici, com’è di moda, nell’era del blockbuster, di andare incontro al pubblico realizzando solamente film d’intrattenimento che rischiano però di cadere in “qualche” banalità e di fare decisamente fiasco.
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Nell'epoca in cui i mammuth scuotevano la terra e gli spiriti mistici guidavano il destino dell'uomo, il primo eroe deve affrontare un viaggio pericoloso per liberare la donna che ama e per compiere il suo destino. Battendosi contro una tigre dai denti a sciabola e contro altri predatori preistorici, attraverserà terre sconosciute, formerà un esercito e scoprirà una grande civiltà perduta. Lì condurrà la lotta per la liberazione della sua donna e diventerà il campione di un'epoca dalla quale la leggenda ha avuto inizio.
Ormai sono di moda generi fantascientifici o fantastorici, com’è di moda, nell’era del blockbuster, di andare incontro al pubblico realizzando solamente film d’intrattenimento che rischiano però di cadere in “qualche” banalità e di fare decisamente fiasco. Ormai sono veramente pochi i grandi film che meritano memoria e possiamo anche dire che il cinema moderno, con l’avvento degli effetti speciali e del digitale, stia passando un momento di scarso impegno visto che si concentra solamente sullo spettacolo visivo facile, senza concentrarsi sulla trama. Passerà qualche anno prima che effetti speciali e cinema d’autore si incontrino portando il cinema al suo massimo splendore. 10.000 a.C è uno di questi però tutta via, il regista di Godzilla e del bellissimo Indipendence Day ( sua maestà Roland Emmerich, maestro del kolossal visivo ), fa nel complesso un buon lavoro, anche se ci si aspetterebbe tutto un altro film. Il trailer, probabilmente ha ingannato gli spettatori che si aspettavano un’autentica ricostruzione dell’alba della civiltà, ma lasciando perdere il fatto che i protagonisti del film parlino un inglese perfetto, di quella preistoria che i professori ci hanno fatto studiare fino alla nausea, rimane ben pochissimo. Uno studioso ben esperto ben sa che i mammuth nel 10.000 a.C erano morti e fossilizzati da un pezzo, ma i registi degli ultimi tempi hanno la licenza poetica quindi, stravolgere la storia è all’ordine del giorno. A parte le ( troppe ) incongruenze storiche, questo film non si può negare, sia un piacevole intrattenimento per passare due ore in compagnia, e non si può nemmeno negare che l’impatto visivo che il film ha sugli spettatori, è veramente imponente. E contando sui famigerati effetti speciali all’avanguardia, è stato possibile mostrare al pubblico, un mondo antico di qui ormai si è persa quasi ogni traccia a parte qualche resto fossile o il segno del passaggio di primitive forme di civilizzazione. Il soggetto di partenza è stato strausato nella storia del cinema e le tantissime citazioni ad altri film, sono solo per tappare i buchi di sceneggiatura e la mancanza di idee per un film che altrimenti durerebbe quasi un’ora e dieci. Infiniti i riferimenti a Jurassic Park, Apocalypto, Il patriota e Stargate dello stesso Emmerich passando per The New World fino a I dieci comandamenti e ( anche se non tutti se ne possono accorgere ) a Rocky con un piccolo cameo di 300 nel prefinale, il cui il protagonista scaglia la sua lancia al dio della Piramide. Nonostante la storia sia scontata e le tantissime citazioni cinefile, 10.000 a.C conta anche su qualche buona trovata registica come la risurrezione di Evolet oppure la profezia. Le scene d’azione – l’inseguimento con gli uccelli predatori, la caccia al mammuth e la battaglia finale - sono ben dirette quanto montate e questo è anche un altro punto a favore. Tuttavia l’uso di attori sconosciuti – perché la celebrità di star di alto grado avrebbe distratto lo spettatore dal tema centrale della storia – purtroppo, è stata la peggior pensata del regista, gli attoriinfatti, soprattutto il protagonista, si vede fin troppo bene che è alle prime armi con la recitazione e questo non è poco, anche se una nota di merito va invece a Cliff Curtis, che nonostante le battute incomprensibili che fanno venire l’orticaria che sono state scritte per lui, riesce a rendere il suo personaggio, commovente e forse il meglio riuscito. Nota di demerito, va invece agli effetti speciali che per quanto rendano realistiche la tigre dai denti a sciabola e i mammuth, rende invece abbastanza finti i fororaci e le barche con le vele rosse. La fotografia invece è da lodare, perché mostra tutta l’imponenza dei paesaggi della Nuova Zelanda e nasconde la differenza fra modellini e set reali. Film nel complesso, non brutto, ma viste le premesse, poteva venire fuori meglio.
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dado1987
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lunedì 10 gennaio 2011
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oribbbile!
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Uno dei film più brutti della storia! Un'escalation di idiozie, una trama vuota con attori insulsi e scenografie pessime, per non parlare degli effetti speciali di serie Z. Un film del genere me l'aspettavo da Uwe Boll, non da Emmerich che anche se non è un fantastico regista, ne ha fatti di carini, come il Patriota o Indipendence day...
Insomma sto film è pessimo su tutta la linea, è insalvabile ed invedibile, sconsigliato a tutti.
Mamma mia che schifezza... Bleah!!
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(di sgomenza)
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