filippo catani
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venerdì 9 novembre 2012
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famiglie contro
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Un uomo con problemi di alcool abbandona la moglie con i suoi tre figli. L'uomo riesce però a costruirsi una nuova vita con un'altra donna da cui ha altri figli. Al funerale del padre il figlio maggiore di primo letto sputa sulla bara e dà inizio ad una terribile faida.
Il film è davvero molto intenso e, oltre al dramma delle famiglie distrutte, ci offre anche dei ritratti di personaggi ai margini della vita e del mondo. Basti pensare al più fragile dei figli di primo letto che vive ormai da tempo in un furgone sgangherato e ha come sogno quello di poter tornare a fare l'allenatore di basket per i ragazzi. Allo stesso tempo vediamo quanto gli errori tragici dei genitori si possono tragicamente riversare sui figli (emblematico il dialogo tra figlio e madre in cui lui l'accusa di avergli sempre insegnato ad odiare la nuova famiglia del padre).
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Un uomo con problemi di alcool abbandona la moglie con i suoi tre figli. L'uomo riesce però a costruirsi una nuova vita con un'altra donna da cui ha altri figli. Al funerale del padre il figlio maggiore di primo letto sputa sulla bara e dà inizio ad una terribile faida.
Il film è davvero molto intenso e, oltre al dramma delle famiglie distrutte, ci offre anche dei ritratti di personaggi ai margini della vita e del mondo. Basti pensare al più fragile dei figli di primo letto che vive ormai da tempo in un furgone sgangherato e ha come sogno quello di poter tornare a fare l'allenatore di basket per i ragazzi. Allo stesso tempo vediamo quanto gli errori tragici dei genitori si possono tragicamente riversare sui figli (emblematico il dialogo tra figlio e madre in cui lui l'accusa di avergli sempre insegnato ad odiare la nuova famiglia del padre). Purtroppo quando gli animi sono esasperati basta veramente poco ad accendere la follia e la violenza umana e una volta passata una linea di demarcazione si capisce che non si potrà tornare indietro a meno che qualcuno, stanco del sangue già sparso, prima di toccare definitivamente il fondo riesca a darsi una spinta per cercare di risalire in superfice. Ottima la regia e gli interpreti per un dramma davvero toccante.
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donni romani
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mercoledì 21 novembre 2012
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anime alla deriva
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Anime alla deriva, spinte da un odio antico, spaventate dal perdono quanto dalla vendetta, incapaci di intravedere un futuro perchè prive di un passato. Questo sono i tre fratelli Son, Boy e Kid, abbandonati dal padre quando erano piccoli e cresciuti nell'odio per l'uomo dalla madre, da cui vivono ormai distanti. Son è il più grande, ha una compagna e un figlio, ma rischia di perderli per il vizio del gioco, Boy vive nel suo furgone, spaventato dalla vita e dalle responsabilità, Kid ha una fidanzata, vorrebbe sposarla, ma non ha una casa, non ha un lavoro, non ha prospettive.
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Anime alla deriva, spinte da un odio antico, spaventate dal perdono quanto dalla vendetta, incapaci di intravedere un futuro perchè prive di un passato. Questo sono i tre fratelli Son, Boy e Kid, abbandonati dal padre quando erano piccoli e cresciuti nell'odio per l'uomo dalla madre, da cui vivono ormai distanti. Son è il più grande, ha una compagna e un figlio, ma rischia di perderli per il vizio del gioco, Boy vive nel suo furgone, spaventato dalla vita e dalle responsabilità, Kid ha una fidanzata, vorrebbe sposarla, ma non ha una casa, non ha un lavoro, non ha prospettive. Vivono insieme nella casa di Son, accampato in giardino Kid, nel furgone Boy, in un perenne disequilibrio che ci fa intuire quanto doloroso sia stato per loro crescere. Quando il padre muore i ragazzi si recano al funerale, dove incontrano la nuova moglie di lui e i suoi quattro figli, cresciuti nell'affetto di un uomo che Son, Boy e Kid non hanno conosciuto. Per questo Son grida tutto i suo odio, e sputa sulla bara. Da allora in avanti sarà un crescendo di vendette e ripicche, di sparatorie, di uccisioni crudeli, di odio imbarazzato - i ragazzi neanche si conoscono fra loro - e di tentativi goffi di porre fine alla faida che cela un malessere personale più che un reale odio verso il nemico, un bisogno di sfogare la rabbia e la frustrazione per essere cresciuti nel vuoto di sentimenti ed emozioni che troverà la sua conclusione solo nel dolore concreto e pulsante per la morte del più giovane dei fratelli. Non c'è rassegnazione nella resa finale, non c'è sconfitta e non c'è vittoria, perchè non ci può essere in un ambente così desolato e così degradato, c'è solo la consapevolezza di aver attraversato un inferno in più, ben sapendo che altri ne arriveranno. Sono uomini segnati quelli di Nichols - il personaggio di Son, interpretato dall'attore preferito di Nichols, Michael Shannon (Take Shelter) - in apertura di film ci mostra la schiena costellata da cicatrici di proiettili - uomini segnati da un destino che non giudicano e non rimpiangono, ma vivono come un ineluttabile fardello che li accompagna, e l'apparente apatia con cui affrontano la faida con i figli del secondo matrimonio del pare ci dice molto su quanto questi ragazzi mai amati e mai aiutati siano incapaci di passioni, sia pure l'odio. Si trascinano nella faida quasi come se fosse un loro dovere, ma senza sentire nessun rancore primitivo, senza nessun furore negli occhi e nel cuore. Si lasciano vivere e nel farlo si mostrano fragili nella loro esistenza stentata e crudele. Nichols gioca di sottrazione, non si lascia prendere la mano da scene madri e nel far questo rischia anche di apparire algido e di abbandonare i suoi caratteri ad un vuoto eterno, ma le sfumature che regala ai volti di Son, di Boy e di Kid sono lì a suggerirci di guardare oltre il vetro delle apparenze, e di provare una venata pietas per questi figli senza nome e senza amore.
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gianleo67
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martedì 2 settembre 2014
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son ...e i suoi fratelli
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Son, Boy e Kid sono i figli di primo letto di un padre ubriaco e violento che ha abbandonato loro e la prima moglie per risposarsi con un'altra donna, creandosi una nuova famiglia e divenedo un membro stimato e timorato di Dio della comunità in cui vive. Quando questi muore, il rancore e i dissapori tra le due fazioni contrapposte di fratelli genera una faida familiare drammatica e cruenta che rischia di sconvolgere il loro futuro e quello dei loro cari.
Sulle tracce di un cinema 'sociale' che si staglia sugli sconfinati orizzonti delle piantagioni di grano e cotone dell'Arkansan e si addentra nelle violente contraddizioni di una provincia americana profonda e rancorosa, il buon esordio del giovane Nichols riscrive i codici del dramma familiare secondo l'epica minimalista di un cinema che si sposta tra il realismo dei caratteri e delle situazioni e l'intimismo di caratterizzazioni psicologiche che vibrano del dolore e della disperazione di esistenze alla deriva, in cerca di un punto di riferimento etico e sentimentale che,come nella splendida canzone che accompagna i titoli di coda ('Hold me close' di Ben Nichols), non potrà trovare riscatto nemmeno nell'amore.
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Son, Boy e Kid sono i figli di primo letto di un padre ubriaco e violento che ha abbandonato loro e la prima moglie per risposarsi con un'altra donna, creandosi una nuova famiglia e divenedo un membro stimato e timorato di Dio della comunità in cui vive. Quando questi muore, il rancore e i dissapori tra le due fazioni contrapposte di fratelli genera una faida familiare drammatica e cruenta che rischia di sconvolgere il loro futuro e quello dei loro cari.
Sulle tracce di un cinema 'sociale' che si staglia sugli sconfinati orizzonti delle piantagioni di grano e cotone dell'Arkansan e si addentra nelle violente contraddizioni di una provincia americana profonda e rancorosa, il buon esordio del giovane Nichols riscrive i codici del dramma familiare secondo l'epica minimalista di un cinema che si sposta tra il realismo dei caratteri e delle situazioni e l'intimismo di caratterizzazioni psicologiche che vibrano del dolore e della disperazione di esistenze alla deriva, in cerca di un punto di riferimento etico e sentimentale che,come nella splendida canzone che accompagna i titoli di coda ('Hold me close' di Ben Nichols), non potrà trovare riscatto nemmeno nell'amore. Certo debitore tanto di un'epica del cinema western come 'nuova' e sconfinata frontiera di una tragedia sociale risolta 'a colpi di fucile' quanto di una vocazione realista iscritta nelle radici stesse del cinema americano, il film di Nichols si muove sottotraccia, spostando le tensioni ed i conflitti che animano questa escalation di rancore e ritorsione, come un fiume carsico che attraversa la storia e celando agli occhi dello spettatore, dietro il paravento di azioni fuoricampo e abili geometrie del montaggio, la rappresentazione stessa della violenza e del sangue, quasi a rimarcane l'insensatezza ed il potenziale distruttivo. Un cinema come dicevamo, animato dalle contraddizioni culturali ed etiche dell'America profonda dove le vite degli uomini si rivoltano nelle alterne stagioni della loro esistenza e dove la legge biblica dell'"occhio per occhio, dente per dente" è l'unico codice che riesca ancora a regolarne i rapporti; individui, come sono,lacerati e divisi tra amore e odio, tra perdono e vendetta, tra le speranze del futuro ed i fantasmi del passato, smarriti nel loro ruolo di figli e consapevoli della loro responsabile paternità. Forse eccessimanete ingenuo e compresso nelle articolazione del linguaggio cinematografico (per una volta la misura contenuta del lungometraggio pare un limite) ma misurato nella ricerca di una accorata simbologia sociale (filiazione,paternità,fratellanza), ha momenti di toccante verità umana e generosi slanci di un sincero lirismo, scandito dalla stupenda fotografia di Adam Stone e le trascinati liriche di Ben Nichols e Lucero. Vincitore del premio per il Nord American al Tribeca Film Festival 2007. Ovviamente buona la prima.
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