ultimoboyscout
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giovedì 10 febbraio 2011
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una favola ben riuscita.
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Non brillano per recitazione stavolta le stelle di Nicholson e Freeman, ma i personaggi sembrano cucitigli addosso e il non prendere sul serio la morte trasforma una commedia altresì drammatica in una brillante e godibilissima. Potremmo discutere su tante cose, da una regia non del tutto convincente a un modo di vedere la morte fin troppo semplicistico: ma chi lo dice quale sia il modo di affrontarla la morte o di vederla? Che non sia proprio questo, togliersi tutti gli sfizi e le curiosità che in vita non si è potuto? Forse non tutti potranno permetterselo ma di sicuro non è sbagliato! E poi finalmente riuscire a prendere con un sorriso in bocca un argomento particolare come questo credo sia una vittoria ed è proprio questo il merito del film e di Reiner in particolare.
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Non brillano per recitazione stavolta le stelle di Nicholson e Freeman, ma i personaggi sembrano cucitigli addosso e il non prendere sul serio la morte trasforma una commedia altresì drammatica in una brillante e godibilissima. Potremmo discutere su tante cose, da una regia non del tutto convincente a un modo di vedere la morte fin troppo semplicistico: ma chi lo dice quale sia il modo di affrontarla la morte o di vederla? Che non sia proprio questo, togliersi tutti gli sfizi e le curiosità che in vita non si è potuto? Forse non tutti potranno permetterselo ma di sicuro non è sbagliato! E poi finalmente riuscire a prendere con un sorriso in bocca un argomento particolare come questo credo sia una vittoria ed è proprio questo il merito del film e di Reiner in particolare. Oltre a non scadere mai nello strappalacrime o nel melenso. Un piccolo inno alla vita, così vero così umano.
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beppe baiocchi
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sabato 16 maggio 2015
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bel messaggio, ma film poco riuscito
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C’è una cosa che fa paura a tutti, ed è la morte. Ma non è tanto la morte in se, diceva un filosofo che è stupido avere paura della morte, perché morte e vita non si incontreranno mai, quando c’è vita non c’è morte e quando la morte arriva, bhè non ci si ricorderà più della vita. La paura della morte, però, forse viene dal rimorso di non aver fatto tutto quello che si voleva in vita.
Edward Cole (Jack Nicholson) e Carter Chamber (Morgan Freeman) si ritrovano nella stessa clinica a combattere un male incurabile. Nonostante la situazione “sociale” differente (Cole è un miliardario imprenditore, Carter un più umile meccanico) e le differenze morali (Cole è cinico, menefreghista e freddo, Carter è colto,molto attaccato alla famiglia per la quale si è sacrificato tutta la vita) i due creano un forte legame di amicizia condividendo lo stesso dolore.
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C’è una cosa che fa paura a tutti, ed è la morte. Ma non è tanto la morte in se, diceva un filosofo che è stupido avere paura della morte, perché morte e vita non si incontreranno mai, quando c’è vita non c’è morte e quando la morte arriva, bhè non ci si ricorderà più della vita. La paura della morte, però, forse viene dal rimorso di non aver fatto tutto quello che si voleva in vita.
Edward Cole (Jack Nicholson) e Carter Chamber (Morgan Freeman) si ritrovano nella stessa clinica a combattere un male incurabile. Nonostante la situazione “sociale” differente (Cole è un miliardario imprenditore, Carter un più umile meccanico) e le differenze morali (Cole è cinico, menefreghista e freddo, Carter è colto,molto attaccato alla famiglia per la quale si è sacrificato tutta la vita) i due creano un forte legame di amicizia condividendo lo stesso dolore. I due, sapendo che gli rimane ben poco da vivere, creano una lista di cose da fare prima di morire, e, contro il parere di tutti, intraprendono un viaggio che porterà a scoprire le gioie della vita ( e loro stessi) prima del loro momento.
Non mi soffermo troppo sul lato tecnico (che secondo me è abbastanza deludente) e nemmeno sull’alchimia tra i due attori (che nonostante una prova di entrambi non al loro livello risulta più che buona) ma sul senso che mi ha lasciato questo film.
Premetto che il significato che ci vuole lasciare questo film mi ha molto colpito, e credo che colpisce un po’ tutti, quello di godersi la vita al massimo (che non significa per forza sesso, droga e rock’n’roll), di capire cosa è veramente importante per noi e farlo. Solo così ci sentiremo appagati e felici, senza alcun rimorso. E, quando il momento verrà, beh, non sarà troppo presto.
Il problema però è che la messa in scena perde tanti colpi, soprattutto nella parte centrale. L’inizio è buono, la nascita della loro amicizia, poi il loro viaggio, che risulta stancante (e ci mostra anche quanto è brutto il green screen), e non incisivo, e nel finale ci si commuove. Inoltre non si riesce mai ad entrare davvero dentro alla storia, e i personaggi sono costruiti in modo troppo caricaturale.
Un film che si fa portatore di un bel messaggio, ma che nella messa in scena non rende, lascia davvero l’amaro in bocca, per una sceneggiatura non all’altezza (per il forte messaggio che ci vuole dare), e un reparto tecnico/registico/attoriale un po’ svogliato.
Peccato davvero.
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