ultimoboyscout
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domenica 13 novembre 2011
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perchè indignarsi del 41/bis?
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Un documentario più che un film o meglio un racconto di memorie narrate dal criminale affiliato alla Sacra Corona Unita Antonio Perrone. In effetti, l'opera del duo Berletti-Conte è tratta proprio dal libro scritto dallo stesso Perrone durante i primi anni (dei 49 complessivi) di detenzione da scontare all'Asinare in regime di carcere duro. Quindi un film più sul personaggio che sulla quarta mafia, reso credibile dall'interpretazione forte di Claudio Santamaria, già avvezzo ad impersonare vite oltre il limite di uomini violenti, veri ed umani. Perchè Perrone è un criminale anomalo, uscito da una buona famiglia. La storia si regge su numerosi flashback, la violenza è spesso solo immaginata e intuibile, l'azione limitata, il tutto filmato con forte accento pugliese a rendere il racconto ancor più vero.
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Un documentario più che un film o meglio un racconto di memorie narrate dal criminale affiliato alla Sacra Corona Unita Antonio Perrone. In effetti, l'opera del duo Berletti-Conte è tratta proprio dal libro scritto dallo stesso Perrone durante i primi anni (dei 49 complessivi) di detenzione da scontare all'Asinare in regime di carcere duro. Quindi un film più sul personaggio che sulla quarta mafia, reso credibile dall'interpretazione forte di Claudio Santamaria, già avvezzo ad impersonare vite oltre il limite di uomini violenti, veri ed umani. Perchè Perrone è un criminale anomalo, uscito da una buona famiglia. La storia si regge su numerosi flashback, la violenza è spesso solo immaginata e intuibile, l'azione limitata, il tutto filmato con forte accento pugliese a rendere il racconto ancor più vero. Santamaria ne è il centro, molto ben affiancato da una finalmente brava e intensa Valentina Cervi, credibilissima nell'immedesimarsi in un ruolo difficile e ambiguo. Il modello vorrebbe essere quello di "Romanzo criminale" ma il racconto non ne vuol sapere di essere interessante e avvincente, i luoghi comuni strabordano ovunque, dai personaggi ai dialoghi fino ai comportamenti. Ma la cosa che più lascia interdetti è il tono da eroi, da cavalieri senza macchia e senza paura che si respira, finendo per accecare lo sguardo dall'interno che invece si voleva dare.
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paride86
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giovedì 30 dicembre 2010
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davvero mediocre
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Gangster movie di serie Z, nonostante le buone carte in regola che aveva per diventare un successo.
La storia è quella di un piccolo criminale che si affilia alla Sacra Corona Unita, mafia pugliese analoga a Cosa Nostra e alla 'Ndrangheta, sacrificando la sua vita all'organizzazione.
Il problema di questo film non sono gli attori - piuttosto discreti, mentre Santamaria è davvero bravo - né le ambientazioni o la storia: piuttosto il film manca di dialoghi, di una solida sceneggiatura e, soprattutto, di un regista degno di questo nome.
L'impressione che si ha guardando il film è di avere a che fare con un video amatoriale realizzato, però con mezzi professionali.
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Gangster movie di serie Z, nonostante le buone carte in regola che aveva per diventare un successo.
La storia è quella di un piccolo criminale che si affilia alla Sacra Corona Unita, mafia pugliese analoga a Cosa Nostra e alla 'Ndrangheta, sacrificando la sua vita all'organizzazione.
Il problema di questo film non sono gli attori - piuttosto discreti, mentre Santamaria è davvero bravo - né le ambientazioni o la storia: piuttosto il film manca di dialoghi, di una solida sceneggiatura e, soprattutto, di un regista degno di questo nome.
L'impressione che si ha guardando il film è di avere a che fare con un video amatoriale realizzato, però con mezzi professionali.
Da bocciare sicuramente.
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fulvia
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martedì 8 dicembre 2009
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non mi è piaciuto per niente
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Film noioso. Non ho provato nessuna emozione. Lo sconsiglio
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rutgh
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martedì 23 dicembre 2008
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la adoro
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io adoro valentina cervi. sento nei commenti sopra una rabbia ingiustificata che porta solo male
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merveje
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mercoledì 26 novembre 2008
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la versione salentina di blow
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L'incipit del film appare ispirato, vagamente onirico. Ma da subito qualche sfumatura risulta poco originale, già 'sentita'. Il film prosegue con un andamento altalenante, sia nella regia che nell'interpretazione dei protagonisti: ma è soprattutto nella sceneggiatura che si cade in fallo. Il voler essere un pò troppo pretenziosi, fa sì che il lavoro dei due registi si perda nel ritmo della narrazione e negli stalli delle inquadrature. La mancanza di una decisa cifra stilistica sminuisce alcune valide intuizioni e fa rimpiangere i tormenti esistenziali del Jhonny Deep criminale. Un'occasione mancata per un Santamaria etichettato ed egli stesso poco convinto del proprio accento; una Valentina Cervi penalizzata da un personaggio fatuo scritto maldestramente.
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toscanello
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sabato 27 settembre 2008
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che pena mi fai
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senza parole........è una pena che dura un'ora e mezza
100 di questi giorni
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paolo
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lunedì 1 settembre 2008
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eroi ??
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In un epoca in cui mafiosi condannati all'ergastolo, vengono apostrofati da certo potere politico come eroi per la loro omertà ( Vittorio Mangano ), ben vengano films che cercano di approfondire l'argomento ....
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chiari alessandro
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mercoledì 16 luglio 2008
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fine pena mai?
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Mi sembra che il titolo non sia proprio azzeccato al massimo, in quanto non è certo questo l’aspetto principale del film, che è invece incentrato su nascita, ascesa e discesa di un delinquente, il quale si interroga sui motivi che lo hanno portato a tale fine, fermandosi però quasi completamente al primo di essi: la voglia di denaro. Opera diretta abbastanza bene, recitata abbastanza convincentemente e fotografata abbastanza validamente, pecca però in alcune piccole scivolate della sceneggiatura e nel farsi “sentire” come già visto, ma senza riuscire ad avere la forza di altri lavori del genere.
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adele calicchio
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giovedì 15 maggio 2008
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"sacra corona unita-la fabbrica della paura"
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Non avendo avuto modo di guardare la pellicola, non esprimo giudizi sul valore artistico del film, o sulla capacità di interpretazione dei protagonisti, e delle figure secondarie.
Ciò che é importante sottolineare, é che quello del film é un tema "scomodo", tralatro trattato da persone che conoscono il suo significato.
E se della n'drangheta calabrese si sta cominciando a parlare in questi ultimi anni, ne rimangono fuori ancora due di "temibili signore":l'anonima sarda, maestra nell'orchestrare sequestri e sparizioni soprattutto di influenti esponenti del mondo imprenditoriale (ricordiamo l'imprenditore Giiuseppe Soffiantini), e, appunto la Sacra Corona Unita, che opera in Puglia, soprattutto nella zona del Salento.
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Non avendo avuto modo di guardare la pellicola, non esprimo giudizi sul valore artistico del film, o sulla capacità di interpretazione dei protagonisti, e delle figure secondarie.
Ciò che é importante sottolineare, é che quello del film é un tema "scomodo", tralatro trattato da persone che conoscono il suo significato.
E se della n'drangheta calabrese si sta cominciando a parlare in questi ultimi anni, ne rimangono fuori ancora due di "temibili signore":l'anonima sarda, maestra nell'orchestrare sequestri e sparizioni soprattutto di influenti esponenti del mondo imprenditoriale (ricordiamo l'imprenditore Giiuseppe Soffiantini), e, appunto la Sacra Corona Unita, che opera in Puglia, soprattutto nella zona del Salento.
Chissà perché di questa autentica "fabbrica della paura", non si parla mai, poco e niente.
Eppure é una delle peggiori forme di crimine organizzato....
Ormai la mafia siciliana, é diventata qualcosa da inserire nelle barzellette.....non fa più paura a nessuno (si fa per dire).
E sapete perché?
Perché ormai, la conosciamo, tutti la conoscono.....
E si sa, non si ha paura di ciò che si conosce, ma di ciò che rappresenta l'ignoto per noi, e per la nostra società di perbenisti, che si scandalizzano con niente.
Se c'é una cosa che non conosciamo é la Sacra Corona, e nessuno ne parla, perché chi sa, chi é informato su i suoi misfatti, ha paura.....
E poi, la Sacra se li tiene buoni, i suoi "picciotti" e i suoi capi, insomma i suoi uomini migliori.
Se proprio dovessi dire una cosa che tutti i mafiosi dovrebbero fare, (compresi quelli pugliesi), direi questo: un consiglio, miei cari signori:inserite tra le vostre fila, anche le donne......(al comando però)........
Anche le donne sanno essere crudelissime boss, vedrete......
Il potere sarà anche uomo, ma la perfidia (la "qualità", che tutti i boss dovrebbero possedere), bé, quella....é DONNA, SI SA.......
Con queste ultime parole, concludo il mio commento, sperando almeno che i boss mi prendano sul serio, e seguano il consiglio.
Cordiali saluti.
Adele Calicchio.
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nessuno
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venerdì 2 maggio 2008
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40 anni vissuti a trepuzzi
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sarei curioso di sapere cosa ne pensano i figli e la moglie
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