francesco manca
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domenica 1 giugno 2008
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"lennon 4 president"(...?)
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Non sono mai stato un grande ammiratore dei Beatles e del loro leader John Lennon, non ho mai apprezzato in modo particolare la loro musica, non considero il loro percorso musicale come una vera e propria "Revolution"(rivoluzione), anzi, chi ha veramente fatto delle "rivoluzioni" in quell'arco di tempo che va dalla metà degli anni '60 all'inizio degli anni '70, sono, a mio insindacabile giudizio, i Doors con il Patriottico Jim Morrison che con quel Capolavoro di canzone che è "Unknown Soldier" ha trasmesso più emozioni di quante Lennon ne abbia trasmesse con la sua musica-politica, i Rolling Stones con "Satisfaction" e i Pink Floyd con "Another Brik in The Wall". Detto questo, anch'io considero questo documentario come un buon prodotto adatto a conoscere i retro scena e le dichiarazione autentiche degli attivisti politici che hanno combattutto contro la guerra del Vietnam, il tutto accompagnato da una buona direzione e un'eccellente cura dei particolari; l'unica cosa, è che trovo che alcuni dettagli, anche minimi, siano stati "gonfiati" in modo fin troppo eccessivo, facendo sembrare che in quel periodo il Presidente degli Stati Uniti d'America fosse John Lennon e non Richard Nixon(personaggio controverso esaminato a fondo da Oliver Stone).
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Non sono mai stato un grande ammiratore dei Beatles e del loro leader John Lennon, non ho mai apprezzato in modo particolare la loro musica, non considero il loro percorso musicale come una vera e propria "Revolution"(rivoluzione), anzi, chi ha veramente fatto delle "rivoluzioni" in quell'arco di tempo che va dalla metà degli anni '60 all'inizio degli anni '70, sono, a mio insindacabile giudizio, i Doors con il Patriottico Jim Morrison che con quel Capolavoro di canzone che è "Unknown Soldier" ha trasmesso più emozioni di quante Lennon ne abbia trasmesse con la sua musica-politica, i Rolling Stones con "Satisfaction" e i Pink Floyd con "Another Brik in The Wall". Detto questo, anch'io considero questo documentario come un buon prodotto adatto a conoscere i retro scena e le dichiarazione autentiche degli attivisti politici che hanno combattutto contro la guerra del Vietnam, il tutto accompagnato da una buona direzione e un'eccellente cura dei particolari; l'unica cosa, è che trovo che alcuni dettagli, anche minimi, siano stati "gonfiati" in modo fin troppo eccessivo, facendo sembrare che in quel periodo il Presidente degli Stati Uniti d'America fosse John Lennon e non Richard Nixon(personaggio controverso esaminato a fondo da Oliver Stone). Sono d'accordo che Lennon abbia influito positivamente sul movimento a favore della Pace nel mondo, che abbia conquistato milioni e milioni di persone con le sue parole toccanti e passionali, che abbia combattutto perchè si vivesse in un mondo migliore, ma dobbiamo ricordarci che non è stato solo lui a fare tutto ciò, perchè altrimenti, personaggi del calibro di Martin Luther King, Mahatma Gandhi, John F. Kennedy(JFK), Ernesto Che Guevara e tanti altri sarebbero messi in secondo piano, il che non sarebbe affatto corretto. Quindi, per esprimere un giudizio pienamente oggettivo, affermo senza dubbio che "U.S.A. contro John Lennon" è un ottimo documentario, ispirato e toccante, ma esprimendo un giudizio più soggettivo, dico che probabilmente gli autori hanno esagerato con gli entusiasmi e gli elogi a "vela spiegata" verso l'ex leader degli "scarafaggi", e per questo motivo, vale il discorso che ho fatto precedentemente.
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uno che ascolta i beatles
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martedì 10 luglio 2007
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e ad avellino il film non arriva...
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Il Trailer è bellissimo, la colonna sonora è fantastica.
Purtroppo ad Avellino il film non è ancora uscito nelle sale cinematografiche; si spera di poterlo vedere al più presto.
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miriam
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giovedì 21 giugno 2007
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chi potrebbe ora?
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é questa la domanda che a metà mi ha suscitato la visione di questo giovane (a fianco della moglie nel colloquio con una sua fan abbastanza delusa del suo cambiamento rintuzza gli attacchi dicendole che a 29 anni LUI è cresciuto LEI no)intellettuale.Perché l'immagine sempreverde del ragazzo col caschetto ha preso il sopravvento e ha tolto spazio all’impegno civile e politico che lo ha compreso fino alla sua morte,chissà perché,forse per la regola che il mito sia giovane non solo che muoia in giovane età. Mi ha fatto molta impressione sentirlo parlare argomentando con piglio a volte irridente. Chi ora potrebbe cantare “We Are Saying Is Give Peace a Chance” davanti alla Casa Bianca o magari alla tenuta texana del Presidente?Ce ne sarebbe un gran bisogno ma purtroppo il mito è morto con lui.
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é questa la domanda che a metà mi ha suscitato la visione di questo giovane (a fianco della moglie nel colloquio con una sua fan abbastanza delusa del suo cambiamento rintuzza gli attacchi dicendole che a 29 anni LUI è cresciuto LEI no)intellettuale.Perché l'immagine sempreverde del ragazzo col caschetto ha preso il sopravvento e ha tolto spazio all’impegno civile e politico che lo ha compreso fino alla sua morte,chissà perché,forse per la regola che il mito sia giovane non solo che muoia in giovane età. Mi ha fatto molta impressione sentirlo parlare argomentando con piglio a volte irridente. Chi ora potrebbe cantare “We Are Saying Is Give Peace a Chance” davanti alla Casa Bianca o magari alla tenuta texana del Presidente?Ce ne sarebbe un gran bisogno ma purtroppo il mito è morto con lui.
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steven92
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martedì 12 giugno 2007
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"give peace a chance!!!"
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Questo documentario "classico" (dove i giudizi e le idee degli autori non sono espressi esplicitamente come nei films di Michael Moore, per intenderci, anche se sono in qualche modo celate nella maggiorparte delle persone intervistate) non racconta "solo" la vita di questo grande artista.
Esso infatti riesce anche a raccontare quegli anni cruciali per l'America e per il mondo, gli anni della ribellione, della protesta, della pace, divenendo un documento per comprenderli al meglio. Bellissima (naturlmente!) la colonna sonora. Un film da non perdere, forse uno dei migliori di quest'anno fino ad adesso.
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serena
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giovedì 7 giugno 2007
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un uomo una donna una coscienza
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Ci sono momenti in cui la storia ti guarda dritto negli occhi, e non si può far finta di non capire. Che cosa accade quindi quando una rock star di fama planetaria, con problemi di droga, accantonando la ricerca di nuove scuole di pensiero in India, svela al mondo di pensare in proprio? Cosa accade quando un ex bambino povero di Liverpool scopre di avere molto in comune con tanti attivisti pro diritti civili americani? Cosa accade quando un musicista-poeta ricco di fantasia e senso dell’umorismo, sfrutta il proprio peso mediatico sentendo che DEVE FARE QUALCOSA PER FERMARE UNA GUERRA CHE FA SCHIFO? Cosa accade, inoltre, quando tutto ciò avviene, dopo aver riscoperto l'amore, accanto a una donna che ad ogni costo vuole scuotere coi classici metodi degli artisti plastici anni 60? Può succedere, ad esempio, che cerchi la “consapevolezza” per “partecipare” e “unire” le proprie “forze” a quelle di tanta altra “gente”, per “mettere in moto” un “cambiamento” “pacifico”, per dare un opportunità alla pace.
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Ci sono momenti in cui la storia ti guarda dritto negli occhi, e non si può far finta di non capire. Che cosa accade quindi quando una rock star di fama planetaria, con problemi di droga, accantonando la ricerca di nuove scuole di pensiero in India, svela al mondo di pensare in proprio? Cosa accade quando un ex bambino povero di Liverpool scopre di avere molto in comune con tanti attivisti pro diritti civili americani? Cosa accade quando un musicista-poeta ricco di fantasia e senso dell’umorismo, sfrutta il proprio peso mediatico sentendo che DEVE FARE QUALCOSA PER FERMARE UNA GUERRA CHE FA SCHIFO? Cosa accade, inoltre, quando tutto ciò avviene, dopo aver riscoperto l'amore, accanto a una donna che ad ogni costo vuole scuotere coi classici metodi degli artisti plastici anni 60? Può succedere, ad esempio, che cerchi la “consapevolezza” per “partecipare” e “unire” le proprie “forze” a quelle di tanta altra “gente”, per “mettere in moto” un “cambiamento” “pacifico”, per dare un opportunità alla pace. Non sono giochetti di parole. Era un modo di sentire, mentre morivano migliaia di persone, non solo in Vietnam. Oggi il film viene proposto, mentre altri Nixon esportano la loro democrazia. Il film deluderà chi cerca la ricostruzione particolareggiata di un’indagine storico-giudiziaria. Non è quello lo scopo, ma mostrare come possono nascere le coscienze.
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bambi
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lunedì 14 maggio 2007
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a cavallo tra emozioni e politically correct
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il documentario è una piacevole cavalcata attraverso la vita di uno dei personaggi più influenti del secolo scorso. buono lo schema narrativo, basato su una equilibrata alternanza di contributi filmati d'epoca (molto toccanti) e interviste d'oggi; il tutto é poi impreziosito dalla colonna sonora basata sui capolavori musicali dello stesso Lennon.
Il film in sè non dice molto di nuovo e la grande carica provocatoria del titolo viene disattesa. ci si aspetterebbe un documentario d'inchiesta, a tratti sovversivo, apertamente schierato, mentre invece scorre via agile lontano da aspre polemiche. l'obiettivo è più un ricordo, una sorta di testamento spirituale da consegnare alle nuove generazioni (come la mia) che il fenomeno Lennon non l'hanno vissuto.
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il documentario è una piacevole cavalcata attraverso la vita di uno dei personaggi più influenti del secolo scorso. buono lo schema narrativo, basato su una equilibrata alternanza di contributi filmati d'epoca (molto toccanti) e interviste d'oggi; il tutto é poi impreziosito dalla colonna sonora basata sui capolavori musicali dello stesso Lennon.
Il film in sè non dice molto di nuovo e la grande carica provocatoria del titolo viene disattesa. ci si aspetterebbe un documentario d'inchiesta, a tratti sovversivo, apertamente schierato, mentre invece scorre via agile lontano da aspre polemiche. l'obiettivo è più un ricordo, una sorta di testamento spirituale da consegnare alle nuove generazioni (come la mia) che il fenomeno Lennon non l'hanno vissuto.
Consiglio caldamente la visione in lingua originale.
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