andy tex
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mercoledì 22 novembre 2006
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penoso
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ecco come il cinema italiano si rovina! E' un film mediocre che fa uso dei bambini per impressionare lo spettatore
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gianar
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lunedì 20 novembre 2006
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da quanto tempo è che non entri in classe?
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Bello e vero tutto il film. Bravi i protagonisti, da Salvatore al bidello. Belle le musiche, meravigliosi i luoghi.
Realtà della finzione cinetografica con la realtà locale.
Bravo Gianpaolo, continui così.
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marid
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sabato 18 novembre 2006
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sotto la vernice buonista....niente!
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Non è facile trovare in un solo film tanti elementi “politicamente scorretti”: un maestro che confonde il suo ruolo con quello di un padre e contrasta in modo assolutamente inadeguato il prepotente di turno, prima accusandolo stupidamente in pubblico e poi venendo a patti con lui; un’assistente sociale tormentata, che mischia pericolosamente la sua vita privata e la sua professione; una scuola presentata come un allegro quanto inutile teatrino guidato da un direttore sempre sull’orlo di una crisi di nervi, collaborato unicamente da un bidello claudicante, perennemente messo alla berlina da una scolaresca discola e urlante.
Complessivamente scadenti sceneggiatura e recitazione.
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Non è facile trovare in un solo film tanti elementi “politicamente scorretti”: un maestro che confonde il suo ruolo con quello di un padre e contrasta in modo assolutamente inadeguato il prepotente di turno, prima accusandolo stupidamente in pubblico e poi venendo a patti con lui; un’assistente sociale tormentata, che mischia pericolosamente la sua vita privata e la sua professione; una scuola presentata come un allegro quanto inutile teatrino guidato da un direttore sempre sull’orlo di una crisi di nervi, collaborato unicamente da un bidello claudicante, perennemente messo alla berlina da una scolaresca discola e urlante.
Complessivamente scadenti sceneggiatura e recitazione.
A parte la buona recitazione del ragazzino protagonista, nel film , a mio avviso, c’è veramente poco da salvare. Forse solo la scena iniziale e quella conclusiva. Peccato…
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barbara
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sabato 11 novembre 2006
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un buon soggetto per un brutto film
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Peccato. Peccato davvero. Il soggetto aveva tutte le carte in regola per far nascere un buon film. Ma i film bisogna saperli fare e recitare. Ed in questo, nè regista nè attori sembrano essere assolutamente in grado.
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corrado
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giovedì 9 novembre 2006
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la giostra dei buoni sentimenti
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Certamente una vicenda come quella di Salvatore aveva da offrire diversi e interessanti spunti di riflessione : la precaria condizione sociale ed economica di certi contadini siciliani, l'assenza della scuola come ente educativo in grado di vigilare sulla crescita degli adulti del domani e, perchè no, anche una buona dose di sentimentalismo nel percorrere la strada già ampiamente calcata del bambino orfano che, giocoforza, si trova a dover vivere la vita di un "grande" a scapito della sua infanzia e che inconsciamente affida ad un estraneo il compito di fargli da padre.
Ma non è sempre detto che ad una buona idea corrisponda una buona rappresentazione e il film di Cugno ne è concreto esempio.
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Certamente una vicenda come quella di Salvatore aveva da offrire diversi e interessanti spunti di riflessione : la precaria condizione sociale ed economica di certi contadini siciliani, l'assenza della scuola come ente educativo in grado di vigilare sulla crescita degli adulti del domani e, perchè no, anche una buona dose di sentimentalismo nel percorrere la strada già ampiamente calcata del bambino orfano che, giocoforza, si trova a dover vivere la vita di un "grande" a scapito della sua infanzia e che inconsciamente affida ad un estraneo il compito di fargli da padre.
Ma non è sempre detto che ad una buona idea corrisponda una buona rappresentazione e il film di Cugno ne è concreto esempio.
Scaduto più volte nella banalità e nel qualunquismo condito dal sapido luogo comune, il regista, mutilato anche da una sceneggiatura ridicola e da alcune interpretazioni almeno discutibili, dimostra di non avere ben chiara la differenza tra sentimento e sentimentalismo, e soprattutto di non avere forse la pazienza o forse l'abilità di rendere insite nella pellicola le tematiche da sviluppare, affidando alla mediocrità degli attori il compito di riversare sullo spettatore una lista della spesa dei grandi temi di cui il film si fa immeritato portatore.
Clamorosi sono poi i buchi narrativi e tematici che impediscono allo spettatore di seguire l'evoluzione del rapporto tra il piccolo Salvatore e il suo maestro elementare, che passa dall'essere di estraneità e malcelato fastidio a un rapporto padre-figlio suggellato da una scena ridicola in cui il bambino vede al posto del volto del maestro quello del padre morto,e tutto questo senza la minima percezione di ciò che avviene in mezzo, della scintilla che ha fatto sì che il rapporto tra i due si facesse più profondo e stretto.
Pare che più importante sia il tentativo di commuovere lo spettatore con ampio ricorso ai buoni sentimenti a buon mercato, stereotipando i personaggi fino all'assurdo, come nel caso dell'assistente sociale (Galatea Ranzi) che prima di conoscere tutta la vicenda di Salvatore vede in lui solo un caso come tanti altri e che poi, grazie all'intercessione del buono e lungimirante maestro (Enrico Lo Verso), si affeziona al punto da evitare al bambino e a sua sorella l'istituto e l'adozione.
Peccato che, a furia di stereotipi e buonismo di bassa lega, la pellicola risulti non solo incapace di trasmettere nulla fuorché un vago senso di noia, ma offuschi anche un’interpretazione interessante quale quella del suo giovane protagonista, al quale auguriamo, per il futuro, proposte di maggior valore.
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lucia
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giovedì 2 novembre 2006
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la bufera
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Non a tutti e non sempre ci è dato di scegliere, la vita non è così generosa e neppure è tanto facile, anzi per alcuni è veramente complicata.
Quella di Salvatore e di Mariuccia sembra esssere addiruttura impossibile, le situazioni si complicano e si intrecciano al di là di ogni possibile soluzione, ma Salvatore continua a vivere l'oggi ed il domani senza abbattersi, riuscendo a sperare a desiderare, a volere che ci sia anche per lui la possibilità di un riscatto.
Diventa uomo pur rimanendo fanciullo, si adira e si scontra con una realtà di adulti che sfidano la sua ingenuità, supera fatiche e progetta realtà di fatiche e di lavoro, senza calcolare la sua giovane età.
Personaggio forte dal carattere deciso e tenace forse fuori del nostro tempo, ma non è così perchè,purtroppo, nelle periferie delle nostre città molti ragazzi vivono queste esperienze e per molti di loro questa è la vita.
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Non a tutti e non sempre ci è dato di scegliere, la vita non è così generosa e neppure è tanto facile, anzi per alcuni è veramente complicata.
Quella di Salvatore e di Mariuccia sembra esssere addiruttura impossibile, le situazioni si complicano e si intrecciano al di là di ogni possibile soluzione, ma Salvatore continua a vivere l'oggi ed il domani senza abbattersi, riuscendo a sperare a desiderare, a volere che ci sia anche per lui la possibilità di un riscatto.
Diventa uomo pur rimanendo fanciullo, si adira e si scontra con una realtà di adulti che sfidano la sua ingenuità, supera fatiche e progetta realtà di fatiche e di lavoro, senza calcolare la sua giovane età.
Personaggio forte dal carattere deciso e tenace forse fuori del nostro tempo, ma non è così perchè,purtroppo, nelle periferie delle nostre città molti ragazzi vivono queste esperienze e per molti di loro questa è la vita.
Senza trascurare che nei paesi poveri ci sono molti Salvatori e tante mariuccie che meritano attenzione e solidarietà.
Oltre la narrazione data da testo e dal contesto, apprezzabili sono anche le immagini paesaggistiche che rivelano una Sicilia fatta di colori, di sfumature naturali che mozzano il respiro, dove rischi di lasciarti andare per inseguire un'immaginazione ben alimantata.
LUCIA
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[+] brava lucia.
(di gianarf)
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(di aprigliocchi)
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tittibella
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giovedì 2 novembre 2006
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salvatore: un piccolo adulto
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Bella la sceneggiatura, buona la regia, bravissimi gli attori, soprattutto il piccolo Mallia e Lo Verso. Mi hanno emozionato.
Lo consiglio a tutti. Un bell'esempio di come un film d'autore italiano possa denunciare una realtà sociale problematica e cotemporaneamente lanciare un messaggio universale di speranza.
[+] tu hai visto il film, a differenza di altri .
(di gianarf)
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[+] complimenti tittibella
(di w9the best94)
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