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silvana
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venerdì 23 marzo 2007
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trascinanti inquietudini!
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Le immagini iniziali del film non lasciano prevedere un seguito così intenso e drammatico......un triller al femminile! Osservare due donne che si sbranano per placare le loro insoddisfazioni e le loro problematiche scelte di vita fa proprio male, per contro è appagante l'interpretazione delle due splendide attrici-protagoniste e la resa dell'ottima trasposizione letteraria.
Opera avvincente e angustiante!
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cecili@@
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venerdì 23 marzo 2007
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le pulsioni inconfessabili di due donne
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La chiave di lettura di questo bel film va oltre le implicazioni morali e "scandalose" della trama: la vicenda ruota, ad una analisi piu' attenta, attorno alla capacita' dei personaggi di accettare la propria parte inconfessabile, di affrontare il richiamo erotico.
Nel film non c'e' una condanna moralistica del rapporto della donna adulta con l'adolescente ne' del desiderio lesbico, sono invece raccontati i modi diversi di entrare in contatto con le spinte piu' profonde e inaccettabili.
La pulsione erotica in una persona eterosessuale e' un passaggio scontato, atteso. Ma in un rapporto "diverso" come quello di una insegnante con un suo studente, o di una donna per un'altra donna (e ancor di piu', se si aggiunge in entrambi i casi l'ingrediente della differenza di eta') l'accettazione dell'erotismo diventa tutt'altro che scontata.
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La chiave di lettura di questo bel film va oltre le implicazioni morali e "scandalose" della trama: la vicenda ruota, ad una analisi piu' attenta, attorno alla capacita' dei personaggi di accettare la propria parte inconfessabile, di affrontare il richiamo erotico.
Nel film non c'e' una condanna moralistica del rapporto della donna adulta con l'adolescente ne' del desiderio lesbico, sono invece raccontati i modi diversi di entrare in contatto con le spinte piu' profonde e inaccettabili.
La pulsione erotica in una persona eterosessuale e' un passaggio scontato, atteso. Ma in un rapporto "diverso" come quello di una insegnante con un suo studente, o di una donna per un'altra donna (e ancor di piu', se si aggiunge in entrambi i casi l'ingrediente della differenza di eta') l'accettazione dell'erotismo diventa tutt'altro che scontata.
La giovane insegnante (Sheba interpretata da Cate Blanchett), e' capace di decrittare i propri sentimenti e la spinta irragionevole dell'intrigo erotico. Ne e' consapevole, arriva a interrogarsi e a criticarsi.
L'anziana lesbica (Barbara, Judi Dench) agisce invece compulsivamente; come un ragno puo' solo tessere una tela per imprigionare la preda.
Non accettando il proprio lesbismo, arriva sempre al un punto in cui l'introspezione fa corto circuito e la trascina verso una deriva di perversione.
E la perversione, suggerisce il film, non sta nell'accettare la seduzione di un adolescente ragazzo o nel cercare donne piu' giovani, ma nella fredda crudelta', nella premeditazione con cui mettere in atto le strategie di conquista.
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gabry
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martedì 20 marzo 2007
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disperazione senile
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Direi che la strepitosa bravura della Dench si affievolisce in questo film. Ma quali morbose relazioni? In realtà si tratta di una zitella appassita che vuole comunque possedere qualcosa, soprattutto dopo la morte del suo gatto. Certo, la giovane e diafana collega la attrae, ma l'attrazione è fine a se stessa, nella disperazione e nel vuoto della senilità anche malefica. E poi...il ragazzino imberbe che seduce la prof. è veramente poco credibile. E' vero che la prof ha un marito molto più vecchio di lei, ma da qui a passare a Peter Pan ce ne vuole. Nessuna attrazione sessuale per il giovane "macho", per il quale non credo potrebbe valere la pena distruggere una famiglia forse un po' sgangherata, ma comunque reale.
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Direi che la strepitosa bravura della Dench si affievolisce in questo film. Ma quali morbose relazioni? In realtà si tratta di una zitella appassita che vuole comunque possedere qualcosa, soprattutto dopo la morte del suo gatto. Certo, la giovane e diafana collega la attrae, ma l'attrazione è fine a se stessa, nella disperazione e nel vuoto della senilità anche malefica. E poi...il ragazzino imberbe che seduce la prof. è veramente poco credibile. E' vero che la prof ha un marito molto più vecchio di lei, ma da qui a passare a Peter Pan ce ne vuole. Nessuna attrazione sessuale per il giovane "macho", per il quale non credo potrebbe valere la pena distruggere una famiglia forse un po' sgangherata, ma comunque reale. Non so, mi ha lasciata perplessa pur essendomi piaciuto. Ma forse è stato dato al film un significato eccessivo rispetto a quello vero.
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rossomorgana
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sabato 17 marzo 2007
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avvincente trama contorta
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Reale e al contempo impossibile è la storia di questo film che narra le vicende di due donne dalla mente torbida.
In Judi Dench troviamo un'amante lesbica innamorata della sua collega che è disposta a tutto pur di ridar o dare per la prima volta colore alla sua vita;mentre in Cate Blanchet c'è una forte componente pedofila che disturba la mente dello spettatore.Un film avvincente che lascia spazio allo spettatore di riflettere e perchè no anche di eccitarsi.
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tizio
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sabato 17 marzo 2007
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bello bello
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Film + bello dell'anno. Grandissime attrici
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silvia
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martedì 13 marzo 2007
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2 grandi attrici
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Che peccato che in Italia non esistano ancora due attrici in grado di sostenere cotanta parte...veramente da Oscar mancato , da parte di entrambe!Fantastiche!
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luana ciavola
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venerdì 9 marzo 2007
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lo scandalo perverso che possiamo diventare
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Barbara e Sheba sono due donne intelligenti e sensibili, doti che assai spesso si scontrano con le formalita` e le imposizioni sociali, che obbligano ad assumere ruoli stretti e inadeguati e costringono ad indossare maschere per nascondere vuoti, desideri, e il reale. Barbara e Sheba sono simili, ma anche diverse. Barbara sente che l’eta` sta avanzando, inesorabilmente, il tempo passare, e con quello, il senso della perdita della bellezza della giovinezza, e la solitudine; Sheba invece e` ancora giovane, e bellissima, ma altrettanto sola, come Barbara, e altrettanto desiderante.
Barbara e Sheba, son diverse ma uguali, entrambe fragili e solissime, e per questo l’una l’alter ego dell’altra, ricercano in quella, come in uno specchio, il proprio pezzo mancante.
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Barbara e Sheba sono due donne intelligenti e sensibili, doti che assai spesso si scontrano con le formalita` e le imposizioni sociali, che obbligano ad assumere ruoli stretti e inadeguati e costringono ad indossare maschere per nascondere vuoti, desideri, e il reale. Barbara e Sheba sono simili, ma anche diverse. Barbara sente che l’eta` sta avanzando, inesorabilmente, il tempo passare, e con quello, il senso della perdita della bellezza della giovinezza, e la solitudine; Sheba invece e` ancora giovane, e bellissima, ma altrettanto sola, come Barbara, e altrettanto desiderante.
Barbara e Sheba, son diverse ma uguali, entrambe fragili e solissime, e per questo l’una l’alter ego dell’altra, ricercano in quella, come in uno specchio, il proprio pezzo mancante. Ma quando il tempo non si puo` fermare e neanche l’ordine cosi com’e`, con i suoi limiti, restrizioni, e finzioni, si puo’ cambiare, per riavere indietro quanto abbiamo desiderato per tutta la vita, nel momento in cui si sente che stiamo per perderlo per sempre, l’istinto puo` spingerci fino alla perversione e a toccare il male, quello puro, senza punti morbidi.
Prima ancora, pero`, Barbara e Sheba sono due insegnanti di una scuola di Londra. Sheba e` la nuova insegnante di arte appena arrivata, mentre Barbara e` insegnante di lunga carriera, giunta quasi al pensionamento. L’esperienza professionale ha reso Barbara scontrosa e cinica; senza rassegnarsi, pero`, Barbara ha trasformato quel cinismo in una stizza maligna e una tensione nervosa a non mollare il proprio io. Barbara e` attratta da Sheba per la giovinezza, che lei ha perso, e da una bellezza tanto eterea quanto travolgente che la rende tanto magnetica quanto vulnerabile agli occhi di Barbara.
Barbara e Sheba reagiscono alla vita cercando sentimenti intensi e legami altrettanto profondi, ma anche vie di fuga o almeno modi per uscire dalla noia e dalla normalita`, dalla solitudine. Quando Barbara scopre che Sheba ha una relazione con uno studente, un modo per fuggire “la vita cosi come e`”, la prima usera` questo segreto non tanto per minacciare la seconda, ma come arma per strumentalizzarla e portarla sempre piu` verso di se`. Mentre Sheba ingenuamente e sinceramente ripone la sua fiducia in Barbara, quest’ultima, invece, mostra sempre piu` il suo comportamento opportunistico, e morboso.
Il segreto che entrambe celano diventa il perno della vicenda da cui si svolge il seguito del film quando, inevitabilmente, la situazione sfugge di mano, perchè le donne sono sopraffatte dai desideri e prima ancora da istinti incontrollabili, che vanno pero` in due direzioni diverse, verso Sheba per Barbara ma verso lo studente per la giovane donna. Cosicche` basta un no di una negazione perchè la voce dei sentimenti e delle intenzioni piu` vere fuoriesca, non piu` trattenuta, sputata fuori dal veleno della vendetta piu` crudele e bieca.
E` Barbara stessa a farsi conoscere allo spettatore nelle sue pieghe piu` maligne, laddove la sua voce che legge il diario, unico destinatario a cui la donna confessa i suoi sentimenti per Sheba e piu` ancora la stratificazione subdola del suo essere, i suoi movimenti interni e i suoi piani, fa da voce narrante del film. E il diario e` anche l’unico a custodire, tra i ghirigori della scrittura, disegnini infantili e stelline colorate, lo scandalo, che non e` quello che vedra` coinvolta Sheba ma e` li`, nel diario e nella mente di Barbara.
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roby
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giovedì 8 marzo 2007
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amore e rabbia al femminile.
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Un film davvero intenso, due protagoniste che lo rendono autentico e che costringono lo spettatore a seguire tutta la tormentata vicenda; è semplice nella scenografia, solamente cittadina, ha tinte fredde e talvolta malinconiche, e una storia che, apparentemente scontata, dà un risvolto finale davvero interessante. Interessante è anche il tema del film, la pedofilia al femminile, forse qualcosa considerato nella nostra società meno grave di quella compiuta da un uomo verso una minorenne. Da vedere sicuramente, un buon prodotto!
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antonello villani
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mercoledì 7 marzo 2007
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due attrici in stato di grazia
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Scandalo a scuola. Sheeba, artista sposata ad un uomo più anziano di lei, si lascia sedurre da un alunno quindicenne; Barbara, insegnante che ha sviluppato una misantropia patologica a furia di vivere da sola con il gatto, è segretamente innamorata della collega più giovane. Tanto che non si lascia sfuggire l’occasione di ricattarla dopo averla colta in fragrante con il giovanissimo amante; gelosia e pruderie, le cose si complicano più del previsto quando la notizia gira tra i corridoi prima e sulle prime pagine dei giornali poi. Dramma borghese tratto dal racconto di Zo Heller, “Diario di uno scandalo” si affida a due attrici in stato di grazia: devastante Judi Dench che fa uscire il peggio della natura umana affidandosi alla scrittura di un diario che conserva gelosamente; sofferente Cate Blanchette che scopre il marcio dietro l’amicizia della collega.
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Scandalo a scuola. Sheeba, artista sposata ad un uomo più anziano di lei, si lascia sedurre da un alunno quindicenne; Barbara, insegnante che ha sviluppato una misantropia patologica a furia di vivere da sola con il gatto, è segretamente innamorata della collega più giovane. Tanto che non si lascia sfuggire l’occasione di ricattarla dopo averla colta in fragrante con il giovanissimo amante; gelosia e pruderie, le cose si complicano più del previsto quando la notizia gira tra i corridoi prima e sulle prime pagine dei giornali poi. Dramma borghese tratto dal racconto di Zo Heller, “Diario di uno scandalo” si affida a due attrici in stato di grazia: devastante Judi Dench che fa uscire il peggio della natura umana affidandosi alla scrittura di un diario che conserva gelosamente; sofferente Cate Blanchette che scopre il marcio dietro l’amicizia della collega. Le protagoniste sembrano l’una lo specchio dell’altra, gioventù e vecchiaia, speranza e disperazione, amore e aridità di cuore ma Richard Eyre è interessato ad esplorare soprattutto la lucida follia di una donna condannata alla solitudine e che “sente un fremito semplicemente sfiorando il braccio del bigliettaio”, le mille contraddizioni che possono nascondersi dietro l’apparente normalità. Il cineasta inglese si affida alla musica asfissiante per dare il senso di oppressione che regna nella storia e ad una veterana del teatro –Judy Dench era stata già diretta da lui in “Iris – un amore vero”- per offrirci un ritratto complesso e talvolta disturbante: le confessioni al vetriolo del diario non risparmiano nemmeno il figlio handicappato della giovane insegnante, perché la mancanza di amore porta alla morte di qualsiasi sentimento. Così scopriamo che l’anziana signora ha avuto una relazione finita addirittura in tribunale, l’ex compagna è fuggita lasciandole un vuoto incolmabile mentre la pazzia ha iniziato il suo inesorabile lavorio. Cate Blanchette, perfetta nella parte dell’artista soffocata dalle responsabilità familiari, è condotta con mano sicura da un regista che riesce ad anticipare alcuni fatti di cronaca. Ma sull’insegnante che seduce e viene sedotta dall’allievo non c’è alcun giudizio moralista, Eyre racconta la genesi di un dramma compiendo un’analisi profonda della società odierna. Senza perbenismi di facciata.
Antonello Villani
(Salerno)
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(di miriam)
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simo
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domenica 4 marzo 2007
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diario di uno scandalo
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Il film mi è piaciuto molto soprattutto perchè ci sono certi aspetti, soprattutto la personalità della vecchia insegnante Barbara, che non sono percettibili fin dall'inizio.
Ottima l'interpretazione di Judi Dench.
E argomento veramente attuale, visto gli ultimi fatti di cronoca successi anche in Italia.
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