reiver
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martedì 15 gennaio 2008
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anche alla regia,è sempre martin riggs
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Ora che l'ho visto posso dirlo:Mel Gibson non è il nuovo Deodato."Apocalypto" non è neppure lontano parente di "Ultimo mondo cannibale",presenta un milionesimo delle violenze di "Mondo cane",è una passeggiata di salute rispetto al terribile "Hostel".Tolta la gratuita sequenza del giaguaro "Apocalypto" si rivela un ottimo film d'avventura,teso e violento,dal ritmo sovraeccitato,dall'affascinante resa figurativa,grazie al supporto di un formidabile team di truccatori e costumisti (trucchi personalizzati per centinaia di comparse,costumi disegnati riprendendo l'arte pittorica Maya).Certo,Gibson non è neppure Boorman,se "La foresta di smeraldo" è prosa che assurge a poesia "Apocalypto" è prosa e basta,ma di un livello nettamente superiore alla media.
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Ora che l'ho visto posso dirlo:Mel Gibson non è il nuovo Deodato."Apocalypto" non è neppure lontano parente di "Ultimo mondo cannibale",presenta un milionesimo delle violenze di "Mondo cane",è una passeggiata di salute rispetto al terribile "Hostel".Tolta la gratuita sequenza del giaguaro "Apocalypto" si rivela un ottimo film d'avventura,teso e violento,dal ritmo sovraeccitato,dall'affascinante resa figurativa,grazie al supporto di un formidabile team di truccatori e costumisti (trucchi personalizzati per centinaia di comparse,costumi disegnati riprendendo l'arte pittorica Maya).Certo,Gibson non è neppure Boorman,se "La foresta di smeraldo" è prosa che assurge a poesia "Apocalypto" è prosa e basta,ma di un livello nettamente superiore alla media.Ci sono assonanze con un altro grande film del regista inglese,"Un tranquillo week-end di paura":i temi sono gli stessi ma Gibson li tratta alla sua maniera,accelerando a tavoletta.Questo non vuol dire però che "Apocalypto" sia privo di una componente "filosofica",è solo ben nascosta.Gibson,accusato di essere una specie di Savonarola del cinema,realizza una pellicola fortemente anti-fondamentalista:rappresenta la società Maya nel momento del declino di un popolo che cede alla tentazione violenta di mescolare la superstizione con una religione per certi versi simile a quella cristiana,che aveva un libro sacro (il "Popul voh") e prevedeva l'esistenza di un paradiso celeste e un inferno a nove livelli.Non c'è ,nel film,l'assioma civiltà=violenza perchè anche la natura,di cui Jaguar Paw fa parte,è terribile e spietata.Semmai viene mostrato,come nei film di Boorman,il conflitto tra civiltà e natura,il tentativo,non sempre riuscito, della prima di assoggettare la seconda.Zampa di giaguaro obbedisce a degli istinti primari (la difesa della famiglia e di sè stesso),i suoi inseguitori a quelli dettati dal'ordine costituito (la vendetta,la sopraffazione legata all'odio del diverso,il fondamentalismo religioso).Concludo dicendo che trovo inutili e sterili le polemiche sul film:recensioni come quella del "Manifesto" sono figlie di una intolleranza "laica" non tanto diversa dal fondamentalismo religioso.
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simo
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martedì 15 gennaio 2008
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visto ieri...bello bello!!!
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Non ho seguito tutte le critiche fatte al film al momento dell'uscita nei cinema...ricordo che si obiettava a Mel Gibson soprattutto la crudezza delle immagini...ma vedendolo non capisco tutte queste lamentele! Certo, è molto violento...ma in confronto ad altri film (a molti altri film!) è nella norma.
Se la vita delle tribù maya dello Yucatan, al tempo dell'arrivo degli europei, era veramente in molte occasioni cruda...perché non rappresentarla?? La storia ha vissuto certe realtà e le vive tutt'oggi...il realismo cinematografico deve essere toccante!! Altrimenti non sarebbe realismo...
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mr.kubr!ck
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martedì 15 gennaio 2008
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apocalypto
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Buon film d'avventura, nulla di piu...come al solito il buono (e gia....solo uno) vince contro tutti i cattivi, corre piu veloce di un giaguaro nonostante trapassato da una lancia e si butta con un carpiato da una cascata come fosse una piscina olimpionica dotata di trampolino, tanta bella azione, ma i grandi film sono altri. Il buon vecchio Mel come regista non lo digerisco proprio, anche se almeno non ci si annoia. Valenza storica sotto lo zero per chi lo definisce quasi un documentario, per piacere......Voto: 2.5/5
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federico
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martedì 15 gennaio 2008
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realismo e non
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Senza dubbio è un ottimo film, all'inizio ero scettico perchè sottotitolato anche se in effetti ci sono abituato dato che ho visto parecchi telefilm in lingua originale sottotitolati in italiano. Il film trasmette allo spettatore quello che Mel vuole...è frenetico e coinvolgente. però il film va scemando una volta che zampa di giaguaro scappa...diciamocelo...con quella ferita all addome corre piu veloce di un giaguaro !! beffa tutti quei guerrieri che hanno "le palle"...già sembre rambo come hanno detto altri...il film per me finisce li, il resto è solo esagerazione. comunque ripeto, un ottimo film !!
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livio
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martedì 15 gennaio 2008
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un film che lascia il segno
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Un film che lascia il segno. Visivamente lussureggiante, ritmo incalzante, attori-non attori dall'espressività iperrealista. Il ritratto di una civiltà, quella Maya, che può anche essere considerato fantastorico, ma che diventa paradigma della civiltà-non civiltà in cui viviamo. La violenza genera altra violenza, questo sembra il messaggio del film. Ma mentre in The Passion la violenza portava alla salvezza dell'uomo, in Apocalypto diventa motore della storia. Significativa, la scena finale in cui l'inseguito e gli inseguitori si fermano davanti alla visione dei Conquistadores spagnoli che preannunciano altra violenza. Da vedere.
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miri
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domenica 13 gennaio 2008
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un film kn la f maiuskola!!!
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é uno dei film più belli k abbia visto!!!nn ho skollato per un attimo gli okki dallo skermo!!!mi ha fatto emozionare..piangere..stare kn il fiato sospeso!!!veramente un kapolavoro!!!! Mel Gibson è un grande!!!
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franco manontroppo
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giovedì 10 gennaio 2008
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il grande cinema
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Un film che riesce a dare una emozione continua a partire dall'apparentemente ininfluente incontro nella foresta fra due tribù che ha il potere di trasmettere l'angoscia negli occhi di quella povera gente.
Riesce a trasmettere la paura della morte,l'istinto di sopravvivenza come raramente si è visto prima. Senza inutili eroismi o furbe spettacolarizzazioni.
Le inquadrature e le scenografie sono magistrali.
Per quanto riguarda il giudizio del Manifesto mi limito a classificarlo come "patetico esempio di fanatica strumentalizzazione". Inoltre vedo che molti giudicano questo film di riflesso a "the passion",capisco che ci possono essere alcune analogie ma cerchiamo di valutare un film per quello che è e non come allegato di un altro.
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Un film che riesce a dare una emozione continua a partire dall'apparentemente ininfluente incontro nella foresta fra due tribù che ha il potere di trasmettere l'angoscia negli occhi di quella povera gente.
Riesce a trasmettere la paura della morte,l'istinto di sopravvivenza come raramente si è visto prima. Senza inutili eroismi o furbe spettacolarizzazioni.
Le inquadrature e le scenografie sono magistrali.
Per quanto riguarda il giudizio del Manifesto mi limito a classificarlo come "patetico esempio di fanatica strumentalizzazione". Inoltre vedo che molti giudicano questo film di riflesso a "the passion",capisco che ci possono essere alcune analogie ma cerchiamo di valutare un film per quello che è e non come allegato di un altro.
Infine devo dire che rimango esterrefatto leggendo veri e propri vaneggiamenti legati ad analogia Maya/USA... ma non riuscite proprio a staccarvi dalle vostre fissazioni paranoiche e lasciarvi trasportare dalla magia del cinema? anzi del grande cinema come in questo caso!
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[+] il grand cinema
(di anto64)
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dizionario dei film 2008
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giovedì 27 dicembre 2007
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un veloce film epico e di avventura all'americana
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1519. Zampa di Giaguaro, cacciatore Maya, viene catturato dalla tribù vicina come tutti i suoi amici, ma nasconde prima di andare la moglie incinta e il figlio in un pozzo dal quale sembra impossibile uscire. Condotto fino ad un'altro villaggio, sta per essere sacrificato davanti un'enorme piazza, ma viene salvato da un'eclissi, e fuggira in stile "Rambo" per tornare al suo villaggio. Due anni dopo "La passione di Cristo" Gibson ritorna alla regia con un nuovo film storico, anche se non proprio, con le stesse tecniche del precedente (lingua maya con sottotitoli) e con attori tutti sconosciuti, ma non con lo stesso stile. Questo film mozzafiato ed epico, è molto incentrato sul protagonista, ma non sulla storia, in quanto rappresenta anche il popolo Maya rozzo e primitivo, ignorando la loro scienza e la loro cultura, e questo è anche imperdonabile, di certo è fatto meglio rispetto al precedente lavoro del 2004, ma convince poco alla fine, nonostante il ritmo incalzante.
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1519. Zampa di Giaguaro, cacciatore Maya, viene catturato dalla tribù vicina come tutti i suoi amici, ma nasconde prima di andare la moglie incinta e il figlio in un pozzo dal quale sembra impossibile uscire. Condotto fino ad un'altro villaggio, sta per essere sacrificato davanti un'enorme piazza, ma viene salvato da un'eclissi, e fuggira in stile "Rambo" per tornare al suo villaggio. Due anni dopo "La passione di Cristo" Gibson ritorna alla regia con un nuovo film storico, anche se non proprio, con le stesse tecniche del precedente (lingua maya con sottotitoli) e con attori tutti sconosciuti, ma non con lo stesso stile. Questo film mozzafiato ed epico, è molto incentrato sul protagonista, ma non sulla storia, in quanto rappresenta anche il popolo Maya rozzo e primitivo, ignorando la loro scienza e la loro cultura, e questo è anche imperdonabile, di certo è fatto meglio rispetto al precedente lavoro del 2004, ma convince poco alla fine, nonostante il ritmo incalzante. Il finale del film con le navi dei conquistatori spagnoli arrivati nella penisola dello Yucatan, ha suscitato le polemichè più dure, in quanto il messaggio che sembra inserito nella scena è che gli europei dovevano finalmente porre fine alle barbarie, concezione razzista resa inaccettabile in quanto gli spagnoli si macchiarono di notevoli atrocità contro le popolazione indoameriane, quindi per questo il film non vale assolutamente fino in fondo. Altro particolare irrilevante l'uso del maya moderno, che sebbene si sia rivelata l'unica alternativa alla lingua inglese (non conosciamo infatti il linguaggio degli antichi maya) è un'evidente anacronismo storico. Polemiche d'ogni tipo dal tar del Lazio per la mncanza di un limite di visione ai minori, e che fu infine bollato VM14. Al di là delle sue preoccupazioni storiche la carta vincente del film è R.Youngblood che sembre per Gibson, per il precedente "La passione" lo era stato J.Caviezel. 3 Oscar, miglior scenografia e miglior trucco ex aqueo a due truccatori, entrambi italiani A.Signoretti e V.Sodano.
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paleutta
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domenica 23 dicembre 2007
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film storico o thriller?
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Secondo me la prima parte, quella che descrive la tribù maya nella sua quitidianità è dignitosa anche se un pò ruffianella. Poi come già nella Passione di Cristo, la violenza gratuita e strumentale prende il sopravvento e il film da interessante operazione storica si trasforma prima in un gran guignol di squartamenti e infilzamenti e poi in un rocambolesco run-movie che si trascina fino alla fine senza aggiungere più niente.
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malagnino
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sabato 15 dicembre 2007
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sulla falsa riga di the passion
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gibson rimescola gli stessi elementi che aveva usato nel precedente film (the passion),ovvero vuole rappresentare i fatti quasi come fossero realta',raccontando il film tra documentario e romanzo.ma stavolta non sono bastati i sottotitoli, e una certa quantita' di violenza, per rendere il film spettacolare.niente di speciale.
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