francesco "cerry" cerulli
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giovedì 17 agosto 2006
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lo scrittore che non c'è
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Film complesso...lo definirei.Ho appena terminato di vederlo e a freddo ho pensato di esprimere le mie opinioni,al momento abbastanza confuse,direi.Sulla qualità tecnica della pellicola esprimo un parere favorevole perchè indubbiamente la fotografia,le musiche e soprattutto la recitazione di Hoffman quanto quella di Catherine Keener sono di alto livello.Ma ciò che cattura la mia attenzione è una analisi del protagonista assoluto:un Truman solo ,visibilmente pieno di contraddizioni..definirlo cinico ed egocentrico significherebbe sminuirlo perchè dal profondo rapporto con l'assassino Perry Smith (autore di 4 omicidi) traspare un peronaggio sensibile e incompreso con un sofferente passato alle spalle.
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Film complesso...lo definirei.Ho appena terminato di vederlo e a freddo ho pensato di esprimere le mie opinioni,al momento abbastanza confuse,direi.Sulla qualità tecnica della pellicola esprimo un parere favorevole perchè indubbiamente la fotografia,le musiche e soprattutto la recitazione di Hoffman quanto quella di Catherine Keener sono di alto livello.Ma ciò che cattura la mia attenzione è una analisi del protagonista assoluto:un Truman solo ,visibilmente pieno di contraddizioni..definirlo cinico ed egocentrico significherebbe sminuirlo perchè dal profondo rapporto con l'assassino Perry Smith (autore di 4 omicidi) traspare un peronaggio sensibile e incompreso con un sofferente passato alle spalle.Avrebbero dovuto appassionarmi i due volti di Truman e il loro continuo "duellare" durante tutto il film....Ma ciò non è stato.La verità e' che odio profondamente il carattere del protagonista e quanto al Truman "buono"...beh, è pura plastica.E' ciò che di complesso non è perchè semplicemente non esiste.In questo preciso momento mi è chiaro il perchè questo film svanira' nei miei pensieri come un continente obliato : Perry è il male e la pazzia ma anche dolcezza e paura di morire ed seduto nella sua prigione e si confida...ma si confida con un libro, non con un uomo.Ecco ciò che spezza l'incantesimo.Le tue lacrime,Truman, scompaiono ancor prima di toccare terra.. come fa la neve al sole.
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giuseppe pastore
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martedì 28 marzo 2006
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capote
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Truman Capote, colpito da un caso di cronaca nera in Kansas, decide di iniziare a raccogliere materiale per un nuovo libro. Diventa, per così dire, amico dei due imputati, rinchiusi in carcere.
C'è poco da dire su "Capote", ennesimo biopic del ventunesimo secolo, se non che offre un'immagine del grande Truman Capote molto diversa dalle convenzioni: più che un eccentrico e frivolo dandy alcolizzato e dalla lingua biforcuta, il protagonista appare come un controverso e complessato scrittore, schiavo del suo narcisismo e interessato solo a ciò che rientra nel suo tornaconto. L'ambigua e irrisolta amicizia con i due assassini sembra preludere solo nel finale a un ravvedimento di Capote, che apre gli occhi sulla brutalità della pena capitale nell'efficace sequenza dell'impiccagione.
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Truman Capote, colpito da un caso di cronaca nera in Kansas, decide di iniziare a raccogliere materiale per un nuovo libro. Diventa, per così dire, amico dei due imputati, rinchiusi in carcere.
C'è poco da dire su "Capote", ennesimo biopic del ventunesimo secolo, se non che offre un'immagine del grande Truman Capote molto diversa dalle convenzioni: più che un eccentrico e frivolo dandy alcolizzato e dalla lingua biforcuta, il protagonista appare come un controverso e complessato scrittore, schiavo del suo narcisismo e interessato solo a ciò che rientra nel suo tornaconto. L'ambigua e irrisolta amicizia con i due assassini sembra preludere solo nel finale a un ravvedimento di Capote, che apre gli occhi sulla brutalità della pena capitale nell'efficace sequenza dell'impiccagione.
Il film si trasforma invece lentamente in un'ode a uno degli attori più grandi e misconosciuti dell'ultimo decennio, quel Philip Seymour-Hoffman già apprezzato in moltissimi ruoli di contorno: l'amico di Monty ne "La 25° ora", l'infermiere di "Magnolia", l'aiuto operatore di "Boogie Nights", l'amico di Dickie ne "Il talento di Mr. Ripley", il goffissimo vicino di casa in "Happiness", eccetera. Uno che insomma non ha mai sbagliato un film, e meritava da tempo la chance del grande ruolo: una chance sfruttata in pieno, che con ogni probabilità gli frutterà l'Oscar. Una prova maiuscola, in cui Seymour-Hoffman dimostra impressionanti capacità mimetiche, a partire dalla tipica voce stridula di Capote, imitata alla perfezione. Non si spiega, invece, la nomination a Catherine Keener.
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salvo
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mercoledì 22 marzo 2006
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solo hoffmann
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Hoffman è al centro di tutto. La sua è una prova straordinaria, ma dal film ci si aspettava qualcosa in più. C’è sempre l’attesa per un qualcosa che potrebbe ravvivare la scena, ma la presenza di Capote calamita sempre l’attenzione, tralasciando tutto il resto. Da sottolineare comunque la fotografia, che rende suggestivi i paesaggi della provincia americana.
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dodo
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martedì 21 marzo 2006
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problemi di regia..
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Truman Capote narra le vicende realmente accadute di due omosessuali che furono protagonisti dello sterminio di una famiglia del midwest, composta da quattro persone. Il caso attirò subito l’attenzione dell’ambiguo scrittore Truman Capote, il quale accompagnato da una sua assistente, si recò in Kansas per fare luce sulla questione. La svolta avviene allorché vengono arrestati i due colpevoli, qui Truman Capote lega particolarmente con uno dei due killer, e contemporaneamente inizia la stesura di un romanzo dal titolo “A sangue freddo”. Il libro descrive proprio le vicende che hanno portato al massacro della famiglia e si concentra sul profilo degli imputati ed in particolare sulla figura di Perry Smith, di cui Capote sembrava innamorato e col quale si identificava per i comuni trascorsi di vita.
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Truman Capote narra le vicende realmente accadute di due omosessuali che furono protagonisti dello sterminio di una famiglia del midwest, composta da quattro persone. Il caso attirò subito l’attenzione dell’ambiguo scrittore Truman Capote, il quale accompagnato da una sua assistente, si recò in Kansas per fare luce sulla questione. La svolta avviene allorché vengono arrestati i due colpevoli, qui Truman Capote lega particolarmente con uno dei due killer, e contemporaneamente inizia la stesura di un romanzo dal titolo “A sangue freddo”. Il libro descrive proprio le vicende che hanno portato al massacro della famiglia e si concentra sul profilo degli imputati ed in particolare sulla figura di Perry Smith, di cui Capote sembrava innamorato e col quale si identificava per i comuni trascorsi di vita. Truman Capote però mantiene un atteggiamento confuso nel suo rapporto con Smith, sfruttandolo ai fini del suo romanzo ed addirittura abbandonandolo nelle fasi finali, disinteressandosi di aiutarlo al fine di evitare la pena capitale.
Difatti la verità che emerge dal film è che la pena capitale sarebbe stata funzionale al fine di un’adeguata conclusione del romanzo.
Questa storia accadde realmente nel 1960, nel 1966 uscì il libro di Truman Capote dopo la morte dei due assassini e l’anno dopo il film diretto da Brooks, che si dice sia molto riuscito.
Se il film diretto da Brooks fosse molto riuscito lo stesso non si può dire per questo film, candidato comunque a cinque oscar, tra i quali : miglior film, regia, attori protagonisti e non protagonisti.
Uno dei cinque oscar (quello meritato) è stato messo in saccoccia dal protagonista interprete di Truman Capote ovvero : Philip Seymour Hoffman. Il quale è dovuto dimagrire di molti kg, ma soprattutto ha dovuto emulare la lamentosa ed esile voce dello scrittore, le sue pose, il suo atteggiamento molto ambiguo ed originale. Per il resto, una storia sicuramente interessante, che tra l’altro ebbe grande impatto nell’America di qegli anni, è sminuita dall’ottusità di un regista improvvisato, il quale fino a poco tempo fa era fortunatamente impegnato a girare solo documentari e spot pubblicitari. Infatti l’effetto a volte troppo documentaristico nuoce ad un film, che tra l’altro risulta troppo lungo : due ore e mezza circa. L’eccessiva lunghezza, il continuo spezzettamento del film, composto da troppo scene inutili e noiose, destabilizzano lo spettatore, che corre il rischio di addormentarsi in sala e di risvegliarsi, forse, alla fine della proiezione. A nostro parere un formato più ridotto, ma soprattutto una maggiore attenzione ad alcune scene e la soppressione di tante altre inutili e superficiali avrebbe aiutato molto. Se probabilmente il protagonista scrittore è reso molto bene e in modo fedele da un punto di vista comportamentale, nulla sappiamo del suo conflitto interiore, del disagio che lo porta a solidarizzare, seppur in modo confuso, con un protagonista del massacro, ed anche quest’ultimo rimane celato in un ombra, in un vuoto narrativo causato dalla superficialità del regista. Sconcerta la superficialità dei dialoghi, i quali non colgono mai quel pathos necessario ai fini di una sana comprensione della dimensione emotiva interiore dei protagonisti. L’idea che rimane è quella di un film compiuto a metà, che fatica a farsi seguire, e che lascia l’amaro in bocca per un potenziale non interamente trasformatosi in atto.
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sabato 18 marzo 2006
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scavando nel passato..
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Quando Truman decide di indagare l'assassinio non è ancora consapevole di quello che gli capiterà. E' solo alla ricerca di un fatto che gli possa dare lustro, per soddisfare il suo forte desiderio di revanchismo nei confronti di una società che non riconosce il suo genio ma lo emargina per i suoi difetti. Quando incontra l'assassino riesce a capirlo molto bene, ci si specchia, si innamora, si innamora del lato scuro di sè, quello che pensava di aver sepolto.Decide allora di cavalcarlo con freddo opportunismo riesce a far parlare l'assassino perchè è come interrogare se stessi. Poi quando lo vede morire si sente in colpa, si sente in colpa perchè è lui ad averlo portato al successo e sentendosi debitore vuole fuggire alla macabra scena.
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Quando Truman decide di indagare l'assassinio non è ancora consapevole di quello che gli capiterà. E' solo alla ricerca di un fatto che gli possa dare lustro, per soddisfare il suo forte desiderio di revanchismo nei confronti di una società che non riconosce il suo genio ma lo emargina per i suoi difetti. Quando incontra l'assassino riesce a capirlo molto bene, ci si specchia, si innamora, si innamora del lato scuro di sè, quello che pensava di aver sepolto.Decide allora di cavalcarlo con freddo opportunismo riesce a far parlare l'assassino perchè è come interrogare se stessi. Poi quando lo vede morire si sente in colpa, si sente in colpa perchè è lui ad averlo portato al successo e sentendosi debitore vuole fuggire alla macabra scena.
Penso che il filo conduttore sia la difficile infanzia dei personaggi, per entrambi sfociata in qualcosa di forte, provocatoria, fredda e assurda. Bellissimo film
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ronks
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giovedì 2 marzo 2006
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grande interpretazione!
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IL FILM MERITEREBBE SOLO PER L'ECCELLENTE INTERPRETAZIONE DI HOFFMAN... SI PUO' DIRE TRANQUILLAMENTE CHE LUI E' META' FILM. MA NON SI DEVE DIMENTICARE ANCHE L'OTTIMA FOTOGRAFIA E TALUNE INQUADRATURE CHE TRASMETTONO L'EMOZIONI NECESSARIE.
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dedefò
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lunedì 27 febbraio 2006
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hoffman un fenomeno
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Il film è lento in alcuni sprazzi addirittura soporifero (entrambi i miei vicini si sono addormentati a metà del primo tempo) ma sinceramente vale la pena, credetemi, di andare a vederlo soprattutto per l’interpretazione di Philip Seymour Hoffman nel ruolo di Truman, anche la fotografia merita tutte le attenzioni ma Hoffman ha superato se stesso è un fenomeno e merita l’oscar come miglior attore non ci sono dubbi, una perfomance del genere vale il biglietto e qualsiasi premio. Grande!!!!
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nicola
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sabato 25 febbraio 2006
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il cinismo paga...e si paga
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Un essere umano può essere perverso, feroce, criminale e tagliagole: ma resta pur sempre un essere umano. Un bravo scrittore, colto e talentuoso merita certo successo e ammirazione, ma non può calpestare un altro essere umano, anche se questo -e senza possibilità di appello- si è macchiato di sangue innocente.
Truman Capote, scrittore di talento con molti problemi personali irrisolti, è alla ricerca dell'"idea vincente", destinata ad assicurargli fama mondiale. Un efferato delitto commesso nel Kansas sembra l'occasione giusta. Capote investe denaro ed energie per realizzare il suo "romanzo-verità", basato, fra l'altro, sulla testimonianza diretta dei due assassini. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: uno dei due criminali, gentile, intelligente e amante dela cultura, riesce a far innamorare di sé il cinico scrittore.
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Un essere umano può essere perverso, feroce, criminale e tagliagole: ma resta pur sempre un essere umano. Un bravo scrittore, colto e talentuoso merita certo successo e ammirazione, ma non può calpestare un altro essere umano, anche se questo -e senza possibilità di appello- si è macchiato di sangue innocente.
Truman Capote, scrittore di talento con molti problemi personali irrisolti, è alla ricerca dell'"idea vincente", destinata ad assicurargli fama mondiale. Un efferato delitto commesso nel Kansas sembra l'occasione giusta. Capote investe denaro ed energie per realizzare il suo "romanzo-verità", basato, fra l'altro, sulla testimonianza diretta dei due assassini. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: uno dei due criminali, gentile, intelligente e amante dela cultura, riesce a far innamorare di sé il cinico scrittore. Il quale non farà un bel nulla per salvarlo, anzi arriverà a desiderare la sua morte..per finire il libro.
Un film crudele, feroce, probabilmente realistico. Ma se questa è la dura cronaca, si desidererebbe qualcosa di diverso. Bella la fotografia, impeccabile la cura dei dettagli, ottima l'interpretazione di Hoffman...ma il film lascia l'amaro in bocca. Perché il giudizio morale è lasciato allo spettatore...e mi spiace, questo è troppo facile.
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[+] ma quale morale. è un film
(di massimo)
[ - ] ma quale morale. è un film
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