tmpsvita
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mercoledì 16 agosto 2017
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solo un grande mucchio di jumpscare
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Molto probabilmente il regista pensava che la messa in scena claustrofobia potesse bastare a reggere tutto il film è a spaventare ma così non è, a dire sarebbe potuto bastare se l'avesse sfruttata come si deve, solo in pochissime scene ha funzionato.
Di problemi ce ne sono molti, troppi: i dialogo risultano talmente poco credibili da rasentare il ridicolo, i personaggi sono terrificanti, praticamente non si vede l'ora che muoiano nei peggiori modi, la fotografia non aiuta affatto con delle scene troppo luminose che rendono così il film meno credibile e soprattutto meno spaventoso.
Inoltre il film ci mette davvero troppo a partire, infatti per i primi 50 minuti succede poco o niente, annoiando inevitabilmente lo spettatore.
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Molto probabilmente il regista pensava che la messa in scena claustrofobia potesse bastare a reggere tutto il film è a spaventare ma così non è, a dire sarebbe potuto bastare se l'avesse sfruttata come si deve, solo in pochissime scene ha funzionato.
Di problemi ce ne sono molti, troppi: i dialogo risultano talmente poco credibili da rasentare il ridicolo, i personaggi sono terrificanti, praticamente non si vede l'ora che muoiano nei peggiori modi, la fotografia non aiuta affatto con delle scene troppo luminose che rendono così il film meno credibile e soprattutto meno spaventoso.
Inoltre il film ci mette davvero troppo a partire, infatti per i primi 50 minuti succede poco o niente, annoiando inevitabilmente lo spettatore.
Per il resto ho apprezzato il trucco dei mostri che in effetti ogni tanto qualche piccolo spavento lo danno, soprattutto per via dei Jumpscare, anche se la maggior parte di essi sono piuttosto prevedibili.
VOTO: 5/10
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laurence316
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sabato 15 luglio 2017
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nelle grotte nessuno può sentirti urlare
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Il 2° film di Marshall (e secondo horror, dopo Dog Soldiers) è un intrigante, inquietante e claustrofobico film di tensione, che sa far aspettare e che concede solo l'ultima parte allo splatter.
Ambientato quasi interamente sotto terra in un inestricabile labirinto di grotte e cunicoli (inesplorati), ma girato in studio a Pinewood, è a suo modo originale e interessante, soprattutto nella prima parte quando i mostri ancora non si fanno vedere. Quando alla fine compaiono (sorta di Gollum più terribili e mostruosi, quasi per niente umani e del tutto ciechi) il film non perde in suspense, ma si avvia sul terreno del già visto, per poi riprendersi nel finale non consolatorio e imprevisto (la versione americana viene infatti censurata per farlo terminare un po’ prima e mandare gli spettatori a casa contenti).
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Il 2° film di Marshall (e secondo horror, dopo Dog Soldiers) è un intrigante, inquietante e claustrofobico film di tensione, che sa far aspettare e che concede solo l'ultima parte allo splatter.
Ambientato quasi interamente sotto terra in un inestricabile labirinto di grotte e cunicoli (inesplorati), ma girato in studio a Pinewood, è a suo modo originale e interessante, soprattutto nella prima parte quando i mostri ancora non si fanno vedere. Quando alla fine compaiono (sorta di Gollum più terribili e mostruosi, quasi per niente umani e del tutto ciechi) il film non perde in suspense, ma si avvia sul terreno del già visto, per poi riprendersi nel finale non consolatorio e imprevisto (la versione americana viene infatti censurata per farlo terminare un po’ prima e mandare gli spettatori a casa contenti).
Diretto con maestria, sa sfruttare al meglio l'angoscioso ambiente degli spazi chiusi, offre diverse sequenze riuscite e riesce a distinguersi da altri esempi del genere, in cui tutto è affidato allo splatter o al gore più scontati.
Particolare anche per il suo cast tutto al femminile, The Descent è un ottimo esempio di genere, non troppo banale, spesso appassionante, che lascia spesso lo spettatore con il fiato sospeso. Girato interamente nel Regno Unito, seppur ambientato lungo la catena montuosa degli Appalachi, negli Stati Uniti. Il che porta a piccoli, non particolarmente significativi errori. Uscito in Gran Bretagna nel corso del 2005 (e anche in Italia), molto prima che negli Stati Uniti, dove arriva solo nel 2006, per problemi con la distribuzione che pretende un diverso montaggio dal regista (ritenendo evidentemente il film troppo "scioccante" per lo spettatore medio americano).
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francis metal
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giovedì 27 ottobre 2016
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poteva essere una buona idea
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Sembrava un buon film, un horror claustrofobico, dove i mostri erano gli amici di cui ti saresti dovuto fidare, sembrava che il regista stesse benissimo costruendo ciò che accade nella mente di una persona traumatizzata.
Poi compare un mostro... e poi tanti altri... Ma perché un'idea originale deve diventare ultrabanale? Ma che fantasia.... per cortesia...
E poi troppi jumpscare, troppi troppi...
Inoltre si capisce quando le ragazze si scattano la foto di gruppo che non sarebbero sopravvissute tutte...
E ancora, scelta abbastanza commerciale quella di usare un attrice incredibilmente bella per fare la cattiva di turno...
Quindi, in sintesi, poteva essere una buona idea, ma è stata rovinata da una serie di banal
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Sembrava un buon film, un horror claustrofobico, dove i mostri erano gli amici di cui ti saresti dovuto fidare, sembrava che il regista stesse benissimo costruendo ciò che accade nella mente di una persona traumatizzata.
Poi compare un mostro... e poi tanti altri... Ma perché un'idea originale deve diventare ultrabanale? Ma che fantasia.... per cortesia...
E poi troppi jumpscare, troppi troppi...
Inoltre si capisce quando le ragazze si scattano la foto di gruppo che non sarebbero sopravvissute tutte...
E ancora, scelta abbastanza commerciale quella di usare un attrice incredibilmente bella per fare la cattiva di turno...
Quindi, in sintesi, poteva essere una buona idea, ma è stata rovinata da una serie di banalità
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contrammiraglio
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venerdì 1 aprile 2016
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ognuno di noi ha perduto qualcosa
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Questo si avvicina molto ad un capolavoro, da non perdersi assolutamente!
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a. memmo
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martedì 9 dicembre 2014
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buono, ma con troppi ingredienti.
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Drammatico, avventura, horror, splatter. The Descent vuole essere tutto questo, e in parte ci riesce, in parte no.
Quello che si vede è la classica trama horror in cui un manipolo di ragazze si riunisce per un weekend fuori dagli schemi. Vuoi una gita al lago, una baita in montagna... L'importante è andare in un luogo che permetta ai protagonisti di rimanere isolati dal resto del mondo. La location originale di questo film sono le grotte, ed è una ambientazione anche piuttosto affascinande per un "weekend dell'orrore".
Ma cosa non funziona? Forse la pretesa di originalità. Il film sembra voler a tutti i costi ravvivare l'ormai scontato filone piazzandoci elementi su elementi.
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Drammatico, avventura, horror, splatter. The Descent vuole essere tutto questo, e in parte ci riesce, in parte no.
Quello che si vede è la classica trama horror in cui un manipolo di ragazze si riunisce per un weekend fuori dagli schemi. Vuoi una gita al lago, una baita in montagna... L'importante è andare in un luogo che permetta ai protagonisti di rimanere isolati dal resto del mondo. La location originale di questo film sono le grotte, ed è una ambientazione anche piuttosto affascinande per un "weekend dell'orrore".
Ma cosa non funziona? Forse la pretesa di originalità. Il film sembra voler a tutti i costi ravvivare l'ormai scontato filone piazzandoci elementi su elementi. E allora via con un background estremamente drammatico della protagonista, poi con una escursione nelle grotte che sembra suggerire un'avventura claustrofobica uomo-contro-natura, poi l'apparizione improbabile di mostri (o uomini deformi) cannibali, poi molto sangue nelle uccisioni e infine un po' di thriller tra le relazioni dei personaggi.
Troppa, troppa carne al fuoco. Il film è godibile, con una buona tensione, ma gli elementi non sono del tutto sviluppati. Il tema della morte della figlia viene ripreso a spizzichi e bocconi; assistiamo al dramma solo in poche scene e non è rilevante ai fini della trama horror. Mi è sembrato soltato un elemento ficcato dentro a forza.
Da un lato il film mi ha ricordato Dal tramonto all'alba di Rodriguez. Una metà thriller e una metà horror, come se la prima parte c'entrasse con la seconda solo per gli stessi personaggi. Ma se dal Tramonto all'alba non aveva grandi pretese, The descent ne ha fin troppe, e forse le sue pecche stanno proprio nell'aver osato troppo senza esaminare abbastanza il genere che andava rappresentare.
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gianlucarinaldi
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mercoledì 17 settembre 2014
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il miglior film di neil marshall
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Seconda pellicola (la migliore) del talentuoso Neil Marshall dopo “Dog Soldiers”, con cui condivide la struttura: nelle prime sequenze prevale l’esterno (molto belle le foreste degli Appalachi), successivamente si passa agli interni. Le affascinanti ed inquietanti grotte sotterranee occupano la maggior parte del film, risultando superiori (per sforzo registico ed efficacia) alla fattoria di Dog Soldiers.
Si abbandona qualunque venatura gore (ma non splatter) e ci si concentra maggiormente sull’horror claustrofobico.
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Seconda pellicola (la migliore) del talentuoso Neil Marshall dopo “Dog Soldiers”, con cui condivide la struttura: nelle prime sequenze prevale l’esterno (molto belle le foreste degli Appalachi), successivamente si passa agli interni. Le affascinanti ed inquietanti grotte sotterranee occupano la maggior parte del film, risultando superiori (per sforzo registico ed efficacia) alla fattoria di Dog Soldiers.
Si abbandona qualunque venatura gore (ma non splatter) e ci si concentra maggiormente sull’horror claustrofobico. L’aspetto comico è del tutto assente: il regista affronta il dramma delle ragazze in maniera molto realistica (nonostante ci siano dei mostri di mezzo).
L’originalità di Marshall sta nel mettere in situazioni difficili non delle persone comuni: in Dog Soldiers avevamo militari professionisti, qui abbiamo scalatrici esperte. Si tratta di persone che si trovano spesso alle prese con momenti in cui la via di fuga non è opzionale. Il regista porta il concetto di “difficile” alle estreme conseguenze aggiungendoci il soprannaturale, dando così una giustificazione più che funzionale alla componente horror.
Interessante anche la dimensione psicologica delle protagoniste (tutte poco famose ma molto brave). In Dog Soldiers i personaggi erano abbastanza piatti, qui lo sviluppo è evidente. Menzione speciale per la bionda Shauna McDonald che qui interpreta Sarah, una delle protagoniste. Dopo la perdita del marito (adultero, ma lei ancora non lo sa) e della figlioletta, all’inizio la troviamo desiderosa di ricominciare da capo e di divertirsi con le amiche. Diventerà sanguinaria e spietata nel finale.
La tensione è ben orchestrata, l’ansia e il terrore salgono tanto tra il pubblico quanto tra le protagoniste stesse: in situazioni estreme ognuna di loro rivela la propria natura, e non sempre si tratta di una cosa positiva. Messe alle strette, le amiche sono spinte a pensare unicamente alla propria sopravvivenza, tralasciando quella altrui.
Ben fatte (artigianalmente, senza CGI) e inquietanti le creature, esseri umani regrediti a bestie per adattarsi a vivere nell’oscurità, concetto alquanto disturbante. Nel finale, le uniche due esauste sopravvissute combattono con una bestialità degna dei loro nemici, quasi un ribaltamento dell’idea cacciatore-preda: viene quasi da chiedersi, dopo tutto quello che è successo, quale sia l’uomo e quale la bestia.
Regia sempre esperta e dinamica (con una bell’uso della cromatura), bella anche la colonna sonora.
Interessante caso di horror le cui ultimissime sequenze (buono il colpo scena) sfociano nel dramma psicologico: l’ultimo briciolo di umanità di Sarah appartiene ai ricordi del passato.
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yanca
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martedì 29 gennaio 2013
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come distruggere un'ottima idea
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L'idea di partenza era buona, anzi ottima: lo sviluppo del tema dell'esplorazione della grotta poteva essere da solo una splendida metafora dell'esplorazione dell'animo umano. Le complicazioni derivanti dalla presunzione e dalla stupidità dell'essere umano sarebbero bastate per renderlo davvero un ottimo film: le scene in cui i personaggi si infilano in cunicoli appena più larghi di loro o in cui restano intrappolati negli stessi, hanno un livello emotivo altissimo e su questo canovaccio il film poteva risultare più che godibile o inquietante, dipende dai punti di vista. La svolta dei mostri (lascio perdere le considerazioni in merito all'improbabilità della loro natura e della loro origine) appare ingiustificata, oltre che degna di un horror di serie C.
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L'idea di partenza era buona, anzi ottima: lo sviluppo del tema dell'esplorazione della grotta poteva essere da solo una splendida metafora dell'esplorazione dell'animo umano. Le complicazioni derivanti dalla presunzione e dalla stupidità dell'essere umano sarebbero bastate per renderlo davvero un ottimo film: le scene in cui i personaggi si infilano in cunicoli appena più larghi di loro o in cui restano intrappolati negli stessi, hanno un livello emotivo altissimo e su questo canovaccio il film poteva risultare più che godibile o inquietante, dipende dai punti di vista. La svolta dei mostri (lascio perdere le considerazioni in merito all'improbabilità della loro natura e della loro origine) appare ingiustificata, oltre che degna di un horror di serie C. Alla fine tutto risulta scontato, ripetitivo e noioso. Non comprendo tutti questi giudizi positivi. Evidentemente questo è il risultato della dilagante decerebrazione di un pubblico già di per sè lobotomizzato dalle tante Maria De Filippi di turno. Sono incazzato con tutti quelli che ne hanno scritto bene, perchè a causa loro ho buttato 2 ore della mia vita! Se questo è un horror a cui dare 5 stelle, quante darne allora a film come Shining o L'Esorcista???
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gianleo67
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lunedì 29 ottobre 2012
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spleleologia della coscienza sopita
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Sarah sopravvive all'incidente d'auto in cui muoiono marito e figlioletta. Ripresasi dal terribile trauma decide di partecipare, con un gruppo di amiche appassionate, ad una gita speleologica in un antichissimo complesso di grotte nel 'Chatooga National Park' sui monti Appalachi. La sconsiderata avventatezza di Juno tuttavia li conduce all'interno di una formazione inesplorata dove affronteranno sia la oscura minaccia di un nemico primitivo e feroce che le insidie di una intestina lotta per la sopravvivenza. Horror d'avventura dalla buona confezione che ripercorre tematiche un po' logore del cinema di genere riprendendo, in modo elegante, i luoghi comuni del filone tra le atmosfere folk-country, rivisitate in chiave femminile, da 'Un tranquillo weekend di paura' (perfino una citazione musicale 'on the road' con l'autoradio che intona la celebre ballata di banjo) alla sorte truculenta che attende le sprovvedute gitanti nei territori bui dominati da esseri mutanti che richiamano alla mente le creature partorite dal genio malefico di Wes Craven ('Le colline hanno gli occhi').
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Sarah sopravvive all'incidente d'auto in cui muoiono marito e figlioletta. Ripresasi dal terribile trauma decide di partecipare, con un gruppo di amiche appassionate, ad una gita speleologica in un antichissimo complesso di grotte nel 'Chatooga National Park' sui monti Appalachi. La sconsiderata avventatezza di Juno tuttavia li conduce all'interno di una formazione inesplorata dove affronteranno sia la oscura minaccia di un nemico primitivo e feroce che le insidie di una intestina lotta per la sopravvivenza. Horror d'avventura dalla buona confezione che ripercorre tematiche un po' logore del cinema di genere riprendendo, in modo elegante, i luoghi comuni del filone tra le atmosfere folk-country, rivisitate in chiave femminile, da 'Un tranquillo weekend di paura' (perfino una citazione musicale 'on the road' con l'autoradio che intona la celebre ballata di banjo) alla sorte truculenta che attende le sprovvedute gitanti nei territori bui dominati da esseri mutanti che richiamano alla mente le creature partorite dal genio malefico di Wes Craven ('Le colline hanno gli occhi'). La scansione del ritmo narrativo e le acrobatiche peripezie che accompagnano questa discesa agli inferi ostentano un campionario di azioni e reazioni che non stravolgono l'immaginario cinefilo pur essendo impeccabili sul piano tecnico e pur conferendo una discreta dose di tensione ansiogena alla claustrofobica ambientazione speleologica. In realtà il merito maggiore del film risiede in uno sviluppo sotterraneo di quelle pulsioni (o repulsioni) che scaturiscono da una competizione latente che attraversa le psicologie delle protagoniste principali e che le conducono alle conseguenze inevitabili di una tenzone finale, degenerando nell'abominio di comportamenti abietti.
Questo tema di fondo rappresenta una sorta di 'cuore pulsante' di una narrazione che procede con sistematica ambiguità attraverso la psiche scossa della protagonista, ossessionata dal senso di colpa (di moglie tradita e di madre smarrita) nella sua lenta risalita dagli abissi di una coscienza che cerca di scuotersi dal torpore del sogno ed emergere alle soglie di una nuova vita. Il sibillino ed onirico finale sembra lasciare spazio a più di qualche dubbio confermando il valore di un ottimo script e di una certà originalità visionaria. Attrici molto fotogeniche a differenza delle orride creature del buio. Sequel inevitabile ma non all'altezza. Spleleologia della coscienza sopita.
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4ng3l
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venerdì 17 agosto 2012
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bellissimo
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Orrore pieno ma nascosto e tanti retroscena così da creare un film di paura imperdibile. Regia e sceneggiatura tecnicamente fantastici che danno alla pellicola un ritmo vivace ed iquietante. Non manca di nulla
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