nick castle
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domenica 23 agosto 2009
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seguito esagerato e sciocco.
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Se il precedente "La maschera di Zorro" era un film godibile, ritmato e ben proporzionato(merito per metà del regista Campbell e della coppia di screenplayer Rossio-Elliott e per l'altra metà degli attori e dei cascatori), in questo rimane la buona regia di Martin Cambpell, che Dio lo tenga in vita il più possibile, sicuramente una buona squadra di controfigure sia nei combattimenti, che di stuntmen, Banderas e la Jones riprendono i loro personaggi, mentre la coppia Ted Elliott e Terry Rossio, sceneggiatori della Disney, che sempre all'altezza di ogni compito sono stati sostituiti nella sceneggiatura(ma non nella soggetto) con i giovenchi Alex Kurtzman e Roberto Orci che infondono più pomposità alle scene d'azione, più dialoghi scontati e decisamenti fuori tempo per il 1850.
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Se il precedente "La maschera di Zorro" era un film godibile, ritmato e ben proporzionato(merito per metà del regista Campbell e della coppia di screenplayer Rossio-Elliott e per l'altra metà degli attori e dei cascatori), in questo rimane la buona regia di Martin Cambpell, che Dio lo tenga in vita il più possibile, sicuramente una buona squadra di controfigure sia nei combattimenti, che di stuntmen, Banderas e la Jones riprendono i loro personaggi, mentre la coppia Ted Elliott e Terry Rossio, sceneggiatori della Disney, che sempre all'altezza di ogni compito sono stati sostituiti nella sceneggiatura(ma non nella soggetto) con i giovenchi Alex Kurtzman e Roberto Orci che infondono più pomposità alle scene d'azione, più dialoghi scontati e decisamenti fuori tempo per il 1850. A Hollywood sembra che non abbiano ancora capito, la coppia Kurtzman-Orci reduce dal successo di The Island è stata reclutata per questo seguito, come se con una sceneggiatura cinematografica alle spalle, si possa essere in grado di mettere in piedi una storia credibile, divertente e dal buon ritmo. Kurtzman e Orci vanno bene solo per roba come Trasformers, le battutine idiote tanto le gradiscono solo i ragazzini patiti del linguaggio scurrile e allusionistico. E pensare che quel leghista padano di Armando Fumagalli nel suo dizionario gli ha dato quattro stelle... che desolazione.
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paolp78
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giovedì 18 agosto 2022
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dozzinale, patetico
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Operazione commerciale con cui viene sfruttato ancora una volta Zorro, il famoso personaggio della cultura popolare, primo eroe mascherato ad essere portato sullo schermo cinematografico, tanto che viene considerato fonte di ispirazione per molti supereroi mascherati dei fumetti, Batman in testa.
Tra i precedenti film che avevano Zorro come protagonista non troviamo certo capolavori indimenticabili, tuttavia si ricordano film di notevole successo e di pregevole fattura come ad esempio “Il segno di Zorro” di Rouben Mamoulian con Tyron Power, Linda Darnell e Basil Rathbone, ma anche “La maschera di Zorro”, di Martin Campbell con Antonio Banderas e Catherine Zeta Jones.
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Operazione commerciale con cui viene sfruttato ancora una volta Zorro, il famoso personaggio della cultura popolare, primo eroe mascherato ad essere portato sullo schermo cinematografico, tanto che viene considerato fonte di ispirazione per molti supereroi mascherati dei fumetti, Batman in testa.
Tra i precedenti film che avevano Zorro come protagonista non troviamo certo capolavori indimenticabili, tuttavia si ricordano film di notevole successo e di pregevole fattura come ad esempio “Il segno di Zorro” di Rouben Mamoulian con Tyron Power, Linda Darnell e Basil Rathbone, ma anche “La maschera di Zorro”, di Martin Campbell con Antonio Banderas e Catherine Zeta Jones. Questa Pellicola sempre diretta da Campbell e con la stessa coppia protagonista è il sequel della precedente, ma a differenza del film di sette anni prima il risultato è un prodotto davvero grossolano e di ben poca attrattiva, che non riuscendo a fare di meglio cerca di riciclarsi come film per un pubblico di bambini.
L’impostazione è quella di una commedia leggera in cui viene inserita un’improbabile crisi di coppia tra Zorro e la sua bella, interpretata appunto dalla Zeta Jones. In questa parte la sceneggiatura pare francamente ridicola; inoltre devo aggiungere di aver trovato particolarmente irritante la deliberata proposizione di canoni e regole sociali moderne, soprattutto in seno ai rapporti familiari, in luogo di quelle del 1850 anno in cui è ambientata la storia.
Poi c’è la parte avventurosa, anch’essa svilita da una sceneggiatura mal studiata: i personaggi non sono per nulla intriganti; il cattivo di turno, interpretato dal britannico Rufus Sewell, sembra quasi uno dei nemici di 007, con tanto di organizzazione simile alla Spectre; il piano dei cattivi di nuocere agli Stati Uniti d’America schierandosi al fianco dei sudisti in un conflitto che storicamente sarebbe scoppiato addirittura oltre dieci anni più tardi, pare davvero quanto di peggio si potesse immaginare.
Tra Banderas e la Zeta Jones non c’è più quell’alchimia che appariva nel primo film.
Le scenette con il figlioletto di Zorro sono particolarmente insopportabili, dense di retorica, forzatamente buoniste ed educative e quel che è peggio, piene di faccette e smorfie varie che avrebbero l’ambizione di essere divertenti, ma invece risultano solo patetiche.
Anche le sequenze d’azione lasciano a desiderare: niente affatto originali, sono piene di mille acrobazie che le rendono farsesche e per nulla avvincenti; inoltre Zorro combatte più a cazzotti e calcioni che adoperando la spada … insomma neppure le caratteristiche essenziali del personaggio sono rispettate.
La pellicola, che ha ben poco da raccontare, riesce persino a peccare di lunghezza, davvero incomprensibilmente,
Delle tante versioni cinematografiche di Zorro che ho visto, giudico questa certamente la peggiore.
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