Il vento fa il suo giro |
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Un film di Giorgio Diritti.
Con Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Giovanni Foresti, Caterina Damiano.
continua»
Drammatico,
durata 110 min.
- Italia 2005.
uscita venerdì 4 maggio 2007.
MYMONETRO
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Tradizione e rinnovamento
di stefano capassoFeedback: 47167 | altri commenti e recensioni di stefano capasso |
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mercoledì 4 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Philippe e la sua giovane famiglia, vivono nei Pirenei francesi e sono alla ricerca di una nuova terra dove stabilirsi. Chersogno, piccolo villaggio montano piemontese di tradizione occitana, li accoglie tra diffidenze e gelosie e qualche incoraggiamento di chi intravede in loro la speranza di una nuova rinascita del paese.
Il tentativo di convivenza tra il pastore che fa il lavoro che i padri dei locali avevano sempre fatto e la comunità locale, ormai solo guardiana di quelle tradizioni destinate ad estinguersi in favore del turismo, dura poco. Troppo forti i contrasti tra gente di montagna poco incline al dialogo e sospettosa per natura. In un crescendo di episodi spiacevoli, complice anche qualche ingenua superficialità di Philippe il contrasto diviene insanabile e i francesi sono costretti a lasciare il paese che vivrà un epilogo drammatico
“Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti portando l'attenzione su questa storia semplice, descrive il conflitto tra due esigenze contrapposte: quella di conservare e quella di costruire, Perché si possa conservare una tradizione, una cultura è necessario costruirla e viverla ogni giorno, rinnovandola.
I locali di Chersogno che pure amano la loro terra e la loro storia sono ormai così distanti dalle loro origini da non rendersi conto che la loro, è la veglia ad un moribondo. Philippe e la sua famiglia, sembrano non cogliere il valore e l’importanza del senso di identità di chi l’accoglie, e pur facendo quello che si è sempre fatto in montagna vengono presi per stravaganti o addirittura un pericolo per l’equilibrio dei valligiani.
E come recita il sindaco nella preghiera che chiude il film, perché un cadavere si risvegli occorre che tutti vogliano risvegliarlo, e che sia compiuto il giro del vento, che riporta tutto come era al principio. In sostanza i cicli devono avere il loro termine e naturale e completo perché si possano riaprire
E' poetico ed avvincente il film, narrato con l’occhio discreto e austero di chi quelle terre le conosce bene, e che parla quel linguaggio. E se ad una prima lettura sembra un film che racconta un rifiuto verso uno straniero, guardando più a fondo emerge la descrizione di una difficoltà. Quella dei locali montanari che vivono la frustrazione di chi vede sfuggire un identità e una tradizione antica e di grandi valori. Che uno straniero pur se pieno di buone intenzioni non può comprendere, rischiando di essere l’ennesimo esempio delle nuove tendenze culturali che vogliono colonizzare tutto quello che è ancora disponibile.
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