tmpsvita
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giovedì 14 settembre 2017
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un film che travolge
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È incredibile quanto il cinema mi possa sorprendere con film estremamente particolari e unici, nonostante abbia visto molti film.
E spesso succede con piccoli e indipendenti film come "Il calamaro e la balena", un film che, per tutta la sua durata, mi ha trasmesso diverse sensazioni che raramente provo e che apprezzo per la loro complessità.
È già, perché il film sembra essere estremamente semplice, ma al suo interno risiedono numerose sfaccettature molto elaborate, complesse e interessanti.
La sceneggiatura è molto scomoda, o meglio rendere lo spettatore scomodo, ma anche straniato e disorientato, a causa del suo cinismo, la sua cattiveria nascosta in dialoghi taglienti dalla disarmante sincerità.
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È incredibile quanto il cinema mi possa sorprendere con film estremamente particolari e unici, nonostante abbia visto molti film.
E spesso succede con piccoli e indipendenti film come "Il calamaro e la balena", un film che, per tutta la sua durata, mi ha trasmesso diverse sensazioni che raramente provo e che apprezzo per la loro complessità.
È già, perché il film sembra essere estremamente semplice, ma al suo interno risiedono numerose sfaccettature molto elaborate, complesse e interessanti.
La sceneggiatura è molto scomoda, o meglio rendere lo spettatore scomodo, ma anche straniato e disorientato, a causa del suo cinismo, la sua cattiveria nascosta in dialoghi taglienti dalla disarmante sincerità.
Ho amato la regia per il suo modo insolito e ingegnoso di girare, con eleganza e fluidità, realizza sequenze eccezionali e soprattutto difficili da dimenticare.
Perfetta interpretazione dei vari attori, che azzeccano il tono e contribuiscono, insieme alla regia e al montaggio, a creare l'atmosfera che rende il film unico.
Anche se trovo molta difficoltà nel descrivere quello che ho provato guardando questo film, vi assicuro che sono stato completamente travolto da esso.
VOTO: 8,5/10
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piernelweb
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mercoledì 24 gennaio 2007
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intelettuale e arrapato
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Storia sui disagi e sulle difficoltà di due adolescenti che subiscono impotenti la crisi coniugale dei loro genitori. In un'ambientazione anni 80 lo sceneggiatore Noah Baumbach, con profondo spirito da cinema indipendente (ma con due attori da major) ritrae a modo suo la già vista vicenda della "coppia che scoppia", puntando l'indice sulle contradittorie posizioni intelettuali assunte dai due protagonisti, sull'impossibilità di comunicazione, sull'intolleranza. Pur non privo di diversi passaggi di pregevole fattura l'ingranaggio narrativo non brilla per originalità, e talvolta appare affrettato e prevedibile. Buona la prova di Jeff Daniels e Laura Linney. Nel complesso una più che discreta pellicola inferiore però al nostro "Anche libero va bene", simile nei contenuti ma più efficace nel messaggio.
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gianleo67
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giovedì 7 maggio 2015
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berkman contro berkman
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Coppia di intellettuali di Brooklyn, scrittore in crisi creativa ed insegnante lui ed autrice di successo lei, si separano a causa di un rapporto ormai logorato dagli anni e dall'invidia professionale di lui, costringendo i figli a fare la spola tra una casa e l'altra nello snervante tran tran di un affidamento congiunto. Mentre il più grande appoggia e supporta il padre, dividendo con questo l'interesse per una disinvolta studentessa del genitore, il più piccolo soffre per la separazione dalla madre mostrando i segni di un disagio emotivo che lo portano a comportamenti scostanti e provocatori. Tra pulsioni edipiche e paure infantili è giunto il momento di crescere ed affrontare la realtà, trovando il coraggio di togliere dagli occhi le mani che impedivano ad un bambino di guardare l'abbraccio mortale del calamaro gigante che stritola la balenottera azzurra al museo di Scienza Naturali di New York.
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Coppia di intellettuali di Brooklyn, scrittore in crisi creativa ed insegnante lui ed autrice di successo lei, si separano a causa di un rapporto ormai logorato dagli anni e dall'invidia professionale di lui, costringendo i figli a fare la spola tra una casa e l'altra nello snervante tran tran di un affidamento congiunto. Mentre il più grande appoggia e supporta il padre, dividendo con questo l'interesse per una disinvolta studentessa del genitore, il più piccolo soffre per la separazione dalla madre mostrando i segni di un disagio emotivo che lo portano a comportamenti scostanti e provocatori. Tra pulsioni edipiche e paure infantili è giunto il momento di crescere ed affrontare la realtà, trovando il coraggio di togliere dagli occhi le mani che impedivano ad un bambino di guardare l'abbraccio mortale del calamaro gigante che stritola la balenottera azzurra al museo di Scienza Naturali di New York.
Quarto lungometraggio e primo vero successo per il figlio d'arte (genitori famosi critici cinematografici) Noah Baumbach, questa commedia drammatica di una crisi familiare della buona borghesia 'yiddish' degli anni '80 segna l'incursione di un outsider del cinema Indie nell'analisi sociale di una debacle generazionale che l'autore sembra conoscere molto bene e nel contempo metterne alla berlina gli aspetti più irriverenti legati alle debolezze e meschinità di una intelligentia livorosa e inconcludente. Affrontando lo spaccato sociale con la leggerezza di uno stile che si porterà dietro pari pari nelle opere successive ('Lo stravagante mondo di Greenberg' 2010 - 'Francesca Ha' 2012), il giovane Baumbach rimane sul crinale di una indecisione critica che utilizza gli espedienti più classici del genere per definire caratteri e situazioni, evitando di affondare veramente il colpo sugli aspetti più problematici o scabrosi (la distinzione tra talento e mediocrità, la sessualità come falso pretesto di liberazione sociale, l'irresponsabilità generazionale, gli illusori status simbol di una borghesia in bolletta) e finendo per lasciare un senso di vaghezza e di inconcludenza che rendono persino la metafora finale sulla visione terrifica che dà il titolo al film come lo sbiadito risvolto di uno sciatto romanzo di formazione. Rimane comunque la buona capacità di articolare il discorso narrativo sulle opposte sponde di una incomprensione coniugale di cui sono sempre i più deboli a farne le spese ('Kramer contro Kramer' - 1979 - Robert Benton) e sui vaneggiamenti col senno di poi di una generazione velleitaria e mediocre ('Il Grande Freddo' - 1983 - Lawrence Kasdan), segno che almeno il ragazzo ha fatto i compiti a casa. Bravi tutti gli interpreti tra cui un Jeff Daniels sotto tono ed una più brillante Laura Linney che cedono volentieri la scena al già navigato Jess Eisenberg ed al debuttante Owen Cline (figlio di Kevin Cline e Phoebe Cates) perfettamente a suo agio in un ruolo principale. Candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
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zatop
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sabato 28 gennaio 2012
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famiglie che si sfaldano.....
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Un film molto "americano" , dove spesso i protagonisti sono...scrittori! Comunque Bernard, il marito/papà è simpatico, sornione, indolente, ma pieno di (solamente) buone intenzioni, Joan, la moglie/mamma è profondamente antipatica e bruttina e non è assolutamente credibile che, nel film, possa veramente essere una affermata autrice tanto che i suoi scritti (ma quando scrive ??) siano pubblicati e notoriamente apprezzati !!! E' egoista, non sa stare assolutamente vicina ai suoi figli e cade sempre dalle nuvole quando succede qualcosa. Veramente anche i comportamenti dei figli mi paiono poco realistici e contradditori: c'è un misto di "strana" obbedienza e condiscendenza mescolata ad improvvisi scatti di ribellione.
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Un film molto "americano" , dove spesso i protagonisti sono...scrittori! Comunque Bernard, il marito/papà è simpatico, sornione, indolente, ma pieno di (solamente) buone intenzioni, Joan, la moglie/mamma è profondamente antipatica e bruttina e non è assolutamente credibile che, nel film, possa veramente essere una affermata autrice tanto che i suoi scritti (ma quando scrive ??) siano pubblicati e notoriamente apprezzati !!! E' egoista, non sa stare assolutamente vicina ai suoi figli e cade sempre dalle nuvole quando succede qualcosa. Veramente anche i comportamenti dei figli mi paiono poco realistici e contradditori: c'è un misto di "strana" obbedienza e condiscendenza mescolata ad improvvisi scatti di ribellione.. Ciò che invece si avverte moltissimo è la loro totale solitudine e mancanza di riferimenti certi che li fanno disorientare sempre di più. Viene da chiedersi...ma come saranno da adulti?? Comunque è uno spaccato di vita d'oltre oceano che dobbiamo prendere per buono dando atto che "la famiglia" fa sempre più fatica ad essere unita ed il film, senza peraltro voler portare ad una conclusione, è visibile ed anche godibile.
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