filippology
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giovedì 19 novembre 2009
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imperdibile!
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Un film che ha una trama un po' complessa, bisogna seguirlo. Comunque assolutamente imperdibile; il colpo di scena finale li vale le 5 stelle ;)
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ingloriusbastard
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sabato 17 ottobre 2009
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il coraggio che manca da noi
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Un capolavoro assoluto. Una regia eccezionale ed attori straordinari. Soprattutto il coraggio di mettere in piedi una storia estrema, anomala e senza compromessi. Tutto ciò che manca al cinema italiano di oggi. Secondo me la Corea del sud rappresenta oggi quello che rappresentò l'Italia cinematografica del primo dopoguerra, un nuovo neo-realismo che si esprime senza paure o timore di dover piacere per forza a tutti. Purtroppo Spielberg e Will Smith sembra che ne vogliano, in parte, rovinare la buona nomea, americanizzandolo in un remake.
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dottor stranamore
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venerdì 18 settembre 2009
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una tragedia greca
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Non è tanto la trama, sebbene sia ben strutturata, a rendere memorabile questo film. Il punto di forza è proprio la regia che riesce a trasmettere un grande senso artistico. Il complesso edipico che si vien rivelando assume tinte drammatiche riuscendo a non scadere nel patetico. Geniale anche la trattazione del tema principale, la vendetta: non è solo il protagonista a vendicarsi, ogni personaggio compie a suo modo una propria vendetta. Assolutamente da vedere
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paride86
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domenica 24 maggio 2009
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sicuramente meglio del primo
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Come nel precedente "Mr. Vendetta" la storia è costellata di inutili buchi che ne rendono difficile la visione; questa volta, però, tutto è più crudo e sensato, e la verità comincia ad affacciarsi terribile e drammatica passo dopo passo in questo assurdo e incredibile racconto.
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oldboy2006
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mercoledì 13 maggio 2009
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la poesia della vendetta
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Mai visto un film tanto duro quanto poetico allo stesso tempo. Rimane in mente indelebile, come una tragedia greca, un'opera di forte impatto visivo ed emotivo. Un film malinconico girato magistralmente e accompagnato da una colonna sonora magnifica.
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prag
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venerdì 2 gennaio 2009
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passi nella neve
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Immagini come quella del "mostro" Dae-su che calpesta la neve per poi scomparire, riproponendo il nostro nuovo incredulo protagonista nervosamente sorridente tra le braccia della sua Mi Do, ed il flashback "attualizzato" mentre si rivede, giovane, ripercorrere nella vecchia scuola le tappe verso una incestuosa verità che non avrebbe dovuto mai riportare ad anima viva, toccano l'anima. Per me va visto e rivisto.
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dylan dog
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sabato 20 dicembre 2008
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dall'oriente con furore!
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Un capolavoro. Per chi afferma che l'Oriente non propone buon cinema, un film fantastico, avvincente ed emozionante: "Ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo".
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blackwolf
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sabato 29 novembre 2008
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secondo film della "trilogia della vendetta".
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Crudo, inquetante e coinvolgente thriller coreano tratto da un manga giapponese facente parte della "trilogia della vendetta" del regista Park Chan-wook che si colloca tra il precedente "Mr. Vendetta" (2002) e il seguente "Lady Vendetta" (2005) che racconta la storia di Oh Dae-su un uomo che viene inspiegabilmente rinchiuso per 15 anni in una cella, una volta liberato attuerà la sua vendetta... Quentin Tarantino ha definito la pellicola come "Il film che avrei voluto fare".
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mikelangelo
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domenica 9 novembre 2008
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l'arte della vendetta
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Oldboy è un film che rimane impresso. Straordinario per certi versi. Straordinario per quanto inquietante. La storia di un uomo che rimane imprigionato per quindici lunghi anni in una stanza, senza nemmeno un apparente motivo. Passa il suo tempo a scrivere e ad allenarsi, facendo diventare la cella del suo isolamento la palestra perfetta di perfetto killer vendicatore. La televisione è la sua unica compagnia, una compagnia dalle molteplici funzioni: orologio, calendario, amica e amante (molto potente la scena della masturbazione). Viene liberato. Non sa neanche il perché. Alla fine, dopo essere sprofondato in una spirale di violenza agghiacciante e sanguinosa, lo scoprirà, aiutato anche dalla dolce Mido.
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Oldboy è un film che rimane impresso. Straordinario per certi versi. Straordinario per quanto inquietante. La storia di un uomo che rimane imprigionato per quindici lunghi anni in una stanza, senza nemmeno un apparente motivo. Passa il suo tempo a scrivere e ad allenarsi, facendo diventare la cella del suo isolamento la palestra perfetta di perfetto killer vendicatore. La televisione è la sua unica compagnia, una compagnia dalle molteplici funzioni: orologio, calendario, amica e amante (molto potente la scena della masturbazione). Viene liberato. Non sa neanche il perché. Alla fine, dopo essere sprofondato in una spirale di violenza agghiacciante e sanguinosa, lo scoprirà, aiutato anche dalla dolce Mido. La regia (Park Chan Wook) è di ineccepibile virtuosismo tecnico, in alcune scene, come quella del combattimento, sembra quasi che vi sia una coreografia teatrale. Anche coloro che appena messo il film nel lettore DVD si addormentano dopo cinque minuti sulla poltrona con la bava che cola dalla bocca, rimarranno svegli. Nonostante i frequenti flashback e lo stile piuttosto particolareggiato, a tratti perfino barocco, lo spettatore è costretto a rimanere incollato alla poltrona fino alla fine. Troppa è la tensione dipinta sul volto del protagonista, una tensione mischiata a rabbia selvaggia, una rabbia tale che lo porterà a cavare via i denti di un malcapitato con uno strumento non propriamente consono ad un dentista. Tuttavia, la violenza non è mai gratuita, è sempre la conseguenza di un'azione precedente e la premessa di una successiva. Anche l'erotismo ha un ruolo importante in questo film. Se l'amore incestuoso può diventare il motivo di una terribile vendetta, l'amore propriamente detto è sicuramente un motivo di riscatto verso la morte. Il collante di tutto rimane il sesso. A volte violento, a volte doloroso, a volte imbarazzante (la scena dove Lee Woo Jin fa ascoltare a Oh-Daesu la registrazione del suo amplesso con Mido), ma sempre motivo di vendetta e di riscatto. Il tutto è condito da una colonna sonora straordinaria, che amalgama e rende unite scene di carattere e di natura registicamente diversa (a volte si ha l'idea di un film nel film). Il finale è ambivalente: fine di un incubo o inizio di un'utopia?. Forse la risposta c'è la da il protagonista, all'inizio, quando dice ad un quadro che non lo può né vedere né sentire: “Ridi, e il mondo riderà con te. Piangi e Piangerai da solo”. Alla fine, abbracciato alla sua Mido, forse ride. Sicuramente ha smesso di piangere.
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kevin
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lunedì 20 ottobre 2008
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troppo perverso....
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dispiace vedere e sapere che un thriller di ottima fattura come oldboy sia sconosciuto alla maggior parte delle persone. dopo seven e i soliti sopsetti è il thriller che maggiormaente mi ha colpito positivamente. la colonna sonora e le immagine si legano come in nessun altro film e sono indovinatissime....solo il compianto Sergio Leone era riuscito a fare meglio. La sceneggiatura ricorda tarantino, la scenografia, il montaggio e le musiche meriterebbero sono magistrali...e la perversione della trama stessa è qlcosa di sconvolgente...sin dall'inizio c si immedesima nella parte del protagonista e c si entra in empatia. a tratti il film può risultare noiosetto o privo senso...ma bisogna aspettare la fine per capire tutto e applaudire.
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dispiace vedere e sapere che un thriller di ottima fattura come oldboy sia sconosciuto alla maggior parte delle persone. dopo seven e i soliti sopsetti è il thriller che maggiormaente mi ha colpito positivamente. la colonna sonora e le immagine si legano come in nessun altro film e sono indovinatissime....solo il compianto Sergio Leone era riuscito a fare meglio. La sceneggiatura ricorda tarantino, la scenografia, il montaggio e le musiche meriterebbero sono magistrali...e la perversione della trama stessa è qlcosa di sconvolgente...sin dall'inizio c si immedesima nella parte del protagonista e c si entra in empatia. a tratti il film può risultare noiosetto o privo senso...ma bisogna aspettare la fine per capire tutto e applaudire. Penso che un taglio di circa un quarto d'ora non avrebbe guastato. il film è da 4 stelle...ne metto 5 per alzare la media e incoraggiare i lettori a vederlo. In questo film, perversione e bellezza sono direttamente proporzionali. Consigliatissimo
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