maviseco
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domenica 25 ottobre 2015
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sono certi film che ti fanno amare il cinema
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Un capolavoro Coreano, tutto si intreccia armoniosamente : dialoghi, colonne sonore, fotografia! E' un emozione continua, ogni sguardo, ogni silenzio, ogni pausa, ogni inquadratura ha il suo perché : nulla è lasciato al caso! Solo un artista può fare qualcosa del genere, sono certi film che ti fanno amare il cinema.
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bomber89
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venerdì 23 ottobre 2015
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un film forte, potente, che lascia strascichi.
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Al Festival di Cannes del 2005, nel quale vinse il premio come miglior film straniero, Quentin Tarantino (che faceva parte della giuria) disse di questo film: “E’ il film che avrei voluto fare”. I presupposti c’erano tutti, poi quando appena all’inizio della pellicola un uomo, Dae-su, viene rapito e rinchiuso in una stanza senza sapere da chi e il perché, ecco che la nostra attenzione è catturata. Oldboy è una storia forte, un film che mescola azione a drammaticità. Sentimenti di rabbia muovono le trame di vendetta del rapito e del suo rapitore, è proprio questo il tema centrale intorno al quale ruota tutta la storia; la vendetta da raggiungere in tutti i modi possibili ed immaginabili, facendo di umanità e pietà sentimenti lontani, accantonati, dimenticati.
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Al Festival di Cannes del 2005, nel quale vinse il premio come miglior film straniero, Quentin Tarantino (che faceva parte della giuria) disse di questo film: “E’ il film che avrei voluto fare”. I presupposti c’erano tutti, poi quando appena all’inizio della pellicola un uomo, Dae-su, viene rapito e rinchiuso in una stanza senza sapere da chi e il perché, ecco che la nostra attenzione è catturata. Oldboy è una storia forte, un film che mescola azione a drammaticità. Sentimenti di rabbia muovono le trame di vendetta del rapito e del suo rapitore, è proprio questo il tema centrale intorno al quale ruota tutta la storia; la vendetta da raggiungere in tutti i modi possibili ed immaginabili, facendo di umanità e pietà sentimenti lontani, accantonati, dimenticati. Il regista Chan-wook Park con una regia frenetica ci racconta la storia di Dae-su e ci butta dentro un vortice di violenza che ci turba e ci colpisce, come un vero e proprio colpo basso inaspettato allo stomaco, difficile da digerire.
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davidino.k.b.
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domenica 31 maggio 2015
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onore al cinema
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finalmente film con effetti ma non solo, regista innovativo.
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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capolavoro
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no_data
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sabato 28 febbraio 2015
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probabilmente non capisco il cinema coreano
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Recitano come se fossero dilettanti presi da un tremito incontrollabile, tutto è esagerto e quindi non credibile, l'onnipotenza è l'unico vero sentimento cpntinuamente esoboto, ma à una onnipotenza ridicola, se non facesse schifo lo splattern sarebbe un comico alla de Funès assolutamente concitato e che non fa ridere, le spiegazioni scentifiche sono sottoculturali. Tutti comparse nessun personaggio che abbia spessore. L'unica stelletta è per la ricerca fotografica e di spicco ma il contenuto è penoso e fastidioso sempre esagerato e per nulla credibile, bisogna essere veramente masochisti per apprezzarlo davvero. C'è molta più sofferenza e racconto in un solo fotogramma di un film di Dreyer che in tutto questa marionettamento splattern.
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filippo catani
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venerdì 7 novembre 2014
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vendetta in salsa coreana
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Dae-su è un uomo dedito all'ubriachezza molesta e non disdegna avventure extraconiugali. Una sera viene rapito e misteriosamente internato per quindici anni durante i quali assiste inerme alla notizia dell'uccisione della moglie che lo rende il primo dei sospettati. Finita la prigionia, l'uomo cerca disperatamente di capire il perchè di questo rapimento e chi ci sia dietro.
Davvero bello questo dramma coreano che fa delle immagini forti e disturbanti il suo punto di forza insieme ad una trama perfetta ed avvincente. I colpi di scena si susseguono letteralmente fino all'ultimo secondo della pellicola lasciando lo spettatore turbato ma a bocca aperta. Negli ultimi anni il cinema coreano sta vivendo una grande ondata di fama e di premi ai più importanti festival internazionali (questo venne premiato a Cannes e per dire Pietà a Venezia).
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Dae-su è un uomo dedito all'ubriachezza molesta e non disdegna avventure extraconiugali. Una sera viene rapito e misteriosamente internato per quindici anni durante i quali assiste inerme alla notizia dell'uccisione della moglie che lo rende il primo dei sospettati. Finita la prigionia, l'uomo cerca disperatamente di capire il perchè di questo rapimento e chi ci sia dietro.
Davvero bello questo dramma coreano che fa delle immagini forti e disturbanti il suo punto di forza insieme ad una trama perfetta ed avvincente. I colpi di scena si susseguono letteralmente fino all'ultimo secondo della pellicola lasciando lo spettatore turbato ma a bocca aperta. Negli ultimi anni il cinema coreano sta vivendo una grande ondata di fama e di premi ai più importanti festival internazionali (questo venne premiato a Cannes e per dire Pietà a Venezia). Ecco sicuramente la pellicola non è per persone facilmente impressionabili ma tratta un tema universale e sviscerato da migliaia di anni e cioè quello della vendetta. In questo caso è davvero una delle più inumane se si pensa ai quindici anni di segregazione. Ottima la regia e il cast al completo e notevoli sono anche fotografia, colonna sonora ma soprattutto montaggio (bellissimo il momento in cui lo schermo si divide a metà e da una parte c'è il protagonista imprigionato e dall'altra scorrono i più importanti eventi mondiali e asiatici degli ultimi 15 anni).
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evildevin87
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martedì 23 settembre 2014
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vendetta, dolce e amara vendetta
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Raramente mi è capitato nella vita di vedere un film che riesca quasi a far provare sulla pelle dello spettatore le sensazioni del protagonista. Noi siamo negli occhi e nelle orecchie di Dae-soo (Choi Min-sik), siamo nella sua mente e assaporiamo sulla pelle i suoi pensieri e le sue ossessioni. E come lui ci chiediamo il perchè tutto questo: perchè venire rinchiuso così dal nulla in una stanza per 15 anni? E come lui non ci facciamo mai la domanda più fondamentale: perchè Dae-soo è stato lasciato andare?
Tutto nel film ruota intorno alla vendetta, da Dae-soo ossessionato dall'idea di trovare il suo imprigionatore (Ji-tae Yu) a quest'ultimo che vuole farla pagare al suo prigioniero fino in fondo per un torto di vecchia data che ha avuto delle terribili conseguenze.
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Raramente mi è capitato nella vita di vedere un film che riesca quasi a far provare sulla pelle dello spettatore le sensazioni del protagonista. Noi siamo negli occhi e nelle orecchie di Dae-soo (Choi Min-sik), siamo nella sua mente e assaporiamo sulla pelle i suoi pensieri e le sue ossessioni. E come lui ci chiediamo il perchè tutto questo: perchè venire rinchiuso così dal nulla in una stanza per 15 anni? E come lui non ci facciamo mai la domanda più fondamentale: perchè Dae-soo è stato lasciato andare?
Tutto nel film ruota intorno alla vendetta, da Dae-soo ossessionato dall'idea di trovare il suo imprigionatore (Ji-tae Yu) a quest'ultimo che vuole farla pagare al suo prigioniero fino in fondo per un torto di vecchia data che ha avuto delle terribili conseguenze. Tutto quanto è estremamente ambiguo, ogni scelta che si presenterà davanti ai protagonisti non conseguirà un happy ending, e alla fine è estremamente soggettivo per lo spettatore decidere chi ha ragione e chi no o se hanno un po' tutti e due torto e ragione allo stesso tempo.
Park Chan-wook dal canto suo riesce a rappresentare il tutto con una regia frenetica, immersiva e davvero di alta fattura, confezionando un vero gioiello del cinema coreano. Il tutto aiutato anche da una spettacolare e incalzante colonna sonora.
Poetico e cruento, intriso di odio e amore, sporco e tetro: un lungo tunnel di follie inenarrabili con una potente luce in lontananza. Sopra le righe ed esasperato, ma completamente giustificato dagli intenti e dal grande lavoro di sceneggiatura e regia. Il compito era arduo, e il succitato regista ha fatto un lavoro coi fiocchi, praticamente perfetto. Capolavoro assoluto.
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noia1
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venerdì 23 maggio 2014
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straordinario
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Un uomo viene rinchiuso in un appartamento per quindici anni e non ha la minima idea del perché, un giorno si risveglia fuori all’aria aperta e inizierà la sua vendetta.
Film tostissimo, contenuti dedicati a stomaci forti, concetti interessanti e contraddittori che puntano ad una profondità che non ci si aspetterebbe mai per come sono la presentazione e lo svolgimento, un inno alla vita strano e non per forza condivisibile che può non mettere d’accordo tutti.
Molto particolare, trama significativa nella quale la situazione psicologica del protagonista viene trasmessa a volte con risultati che possono rivelarsi disturbanti a partire dall’angoscia di ritrovarsi rinchiusi senza un motivo in un posto per più d’un decennio.
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Un uomo viene rinchiuso in un appartamento per quindici anni e non ha la minima idea del perché, un giorno si risveglia fuori all’aria aperta e inizierà la sua vendetta.
Film tostissimo, contenuti dedicati a stomaci forti, concetti interessanti e contraddittori che puntano ad una profondità che non ci si aspetterebbe mai per come sono la presentazione e lo svolgimento, un inno alla vita strano e non per forza condivisibile che può non mettere d’accordo tutti.
Molto particolare, trama significativa nella quale la situazione psicologica del protagonista viene trasmessa a volte con risultati che possono rivelarsi disturbanti a partire dall’angoscia di ritrovarsi rinchiusi senza un motivo in un posto per più d’un decennio. Tanta azione alleggerisce il pesante dramma del protagonista tormentato da dubbi su dubbi a partire dall’angosciante domanda che si fonda su una libertà ritrovata che potrebbe rivelarsi fittizia. Clima cupo e crudo nel quale si riversano tanti esperimenti grafici ed effetti speciali atti a rendere spaesati e che contribuiscono a non concedere tregua in un mare di novità, esperimenti e rivelazioni che danno vita ad una trama mozzafiato.
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madmax86
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venerdì 25 aprile 2014
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volutamente esagerato ma poco credibile
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Le pellicole di stampo asiatico sembrano avere tutte una sottile linea che le legano.... Stupire. Bisogna stupire: con immagini (prive di effetti speciali) dal contenuto molto forte ed esplicito, con recitazioni e combattimenti al limite del credibile, con sceneggiature che ingannano lo spettatore. Anche questo film purtroppo non si distingue dagli altri tranne che per la tematica trattata: L'incesto. Dae-su viene rapito e si ritrova in una prigione clandestina gestita da privati dove sono rinchiusi al suo interno delle persone dietro il pagamento di una cospicua somma di denaro. Più paghi e più anni di prigione farà la tua vittima. Dopo 15 anni Dae-su viene ipnotizzato e rimesso in libertà dentro ad una valigia sul tetto di un grattacielo.
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Le pellicole di stampo asiatico sembrano avere tutte una sottile linea che le legano.... Stupire. Bisogna stupire: con immagini (prive di effetti speciali) dal contenuto molto forte ed esplicito, con recitazioni e combattimenti al limite del credibile, con sceneggiature che ingannano lo spettatore. Anche questo film purtroppo non si distingue dagli altri tranne che per la tematica trattata: L'incesto. Dae-su viene rapito e si ritrova in una prigione clandestina gestita da privati dove sono rinchiusi al suo interno delle persone dietro il pagamento di una cospicua somma di denaro. Più paghi e più anni di prigione farà la tua vittima. Dopo 15 anni Dae-su viene ipnotizzato e rimesso in libertà dentro ad una valigia sul tetto di un grattacielo. Chi è stato il suo aguzzino ? Perchè costui ha voluto rinchiuderlo per 15 anni in quella prigione ? Riuscirà Dae-su ad avere la sua vendetta ? La trama è abbastanza originale e l''inizio coinvolge lo spettatore. I problemi, secondo me, arrivano nella seconda pare del film che sembra prefiggersi l'obiettivo di stupire costantemente lo spettatore con scene poco credibili. Tanto per iniziare la scena in cui lui mette ko una ventina di uomini è quasi surreale... belle inquadrature, bella dinamica di combattimento ma quando l'ho vista mi sono chiesto... Come fa un normale cittadino (ex-ubriacone) a mettere ko venti sicari ? Va bene che dava i pugni ai muri della sua stanza ma l'agilità, la rapidità, le tecniche di combattimento dove le ha imparate ed esercitate ? Forse in tv avrà visto qualche film di Jackie Chan o Bruce Lee. Poi, c'è da dire che il suo aguzzino ha voluto attuare un piano punitivo che non so come è stato possibile che gli sia riuscito... Se si potesse far innamorare due persone con delle parole pronunciate sotto ipnosi gli psicologi farebbero soldi a palate !!! Infine, vorrei soffermarmi sulla tematica dell'incesto. Capisco che quando siamo giovani le maldicenze a volte possono rovinarti per sempre la vita e fare dei gesti inconsulti (anche se la storia della finta gravidanza non l'avevo mai sentita), ma faccio fatica a comprendere perchè Dae-su alla fine abbia fatto tutta quella sceneggiata, a tratti imbarazzante (con tanto di leccata di scarpe), per non far sapere alla sua amante che lui era suo padre. D'altronde lui non lo sapeva di essere suo padre e la loro relazione è nata con l'inganno. Inoltre, sua figlia mi sembrava grande e vaccinata per gestire il suo corpo come gli pare. Non vedo che colpe si doveva fare Dae-su di tutto questo. Preferiva che la stuprassero altre persone ? mah... Insomma, stupire va bene ma a tutto c'è un limite e in molti film asiatici questo limite sembra essere varcato volutamente per dare la sensazione agli spettatori di aver speso bene i soldi del biglietto. Contenti loro.
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latalpa
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venerdì 24 gennaio 2014
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un gran bel film
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E' un film cupo, violento, particolare, che ti prende sempre più di più minuto dopo minuto per poi esplodere nei venti minuti finali, quando tutta la trama viene finalmente spiegata. E' ingiusto parlarne come se fosse un film "alla Tarantino": l'ho trovato molto più triste e meno splatter di quello che immaginavo, la violenza della pellicola è soprattutto psicologica. Da vedere!
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