alessandro
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venerdì 15 gennaio 2021
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"la via del guerriero"
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Giappone 1876. Il film è incentrato sul percorso di formazione interiore del protagonista (Tom Cruise) che veste i panni del Capitano Algren verso la liberazione dai suoi sensi di colpa per gli orrori, cui ha contribuito a realizzare, contro i Pelllerossa qualche anno prima. Troverà nella ricerca delle piccole cose, nei piccoli gesti della quotidianità, nella traquillità e nel silenzio dei sensi; insomma: nella vita del Samurai, quel poco di pace che da tempo gli mancava. Ritornerà ad accettare se stesso ed ad amare la vita. il Capitano infatti, inizialmente assoldato dal Governo giapponese per addestrare l'esercito imperiale giapponese per contrastare i pericolosi ma "obsoleti" Samurai, finirà, durante il periodo di prigionia presso uno dei loro villaggi, per assorbire il loro stile di vita riuscendo a placare i tormenti del suo spirito.
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Giappone 1876. Il film è incentrato sul percorso di formazione interiore del protagonista (Tom Cruise) che veste i panni del Capitano Algren verso la liberazione dai suoi sensi di colpa per gli orrori, cui ha contribuito a realizzare, contro i Pelllerossa qualche anno prima. Troverà nella ricerca delle piccole cose, nei piccoli gesti della quotidianità, nella traquillità e nel silenzio dei sensi; insomma: nella vita del Samurai, quel poco di pace che da tempo gli mancava. Ritornerà ad accettare se stesso ed ad amare la vita. il Capitano infatti, inizialmente assoldato dal Governo giapponese per addestrare l'esercito imperiale giapponese per contrastare i pericolosi ma "obsoleti" Samurai, finirà, durante il periodo di prigionia presso uno dei loro villaggi, per assorbire il loro stile di vita riuscendo a placare i tormenti del suo spirito. il film mette anche in luce il passaggio, non sempre facile, da un'epoca storica ad un'altra. Per costruire il futuro, non si può distruggere il passato. il passato va letto, studiato interpretato, per coglierne il meglio ed evitare che alcuni sbagli possano essere riprodotti in futuro. Le tradizioni ,i valori, la cultura fanno parte del patrimonio di un Popolo e non possono essere cancellati del tutto. La soluzione preferibile,è quella del giusto compromesso, del il bilanciamento tra il "vecchio" ed il "nuovo". A ciò sembra essere giunto l'Imperatore del Giappone quando, sorreggendo la spada di Katsumoto (Ken Watanabe), afferma : "Non possiamo dimenticare chi siamo nè da dove veniamo".Ottima colonna sonora, cast stellare, regia e montaggio di alta qualità. Film meraviglioso; da vedere e rivedere. Epico
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paolo_francesco
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giovedì 22 agosto 2019
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bellissimo..
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..e non uso il termine capolavoro solo perché in quella fascia è bene lasciare i pochi film memorabili.. ma L'ultimo samurai è uno scorrere di emozioni che se non percepiamo dovremmo farci un esame di coscienza per capire a che p unto di aridità siamo giunti.. lasciando da parte gli aspetti più tecnici (recitazione, regia, sceneggiatura, montaggio, ecc.) il film trasmette emozioni vive che dovremmo avere il coraggio di lasciar scorrere al nostro interno.. ne avrei tante da segnalare per condividerle, ma il figlio del guerriero ucciso da Algren che capisce che il padre è morto in uno scontro di guerra e che trova proprio in Algren una potenziale seconda figura di padre è commovente all'inverosimile.
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..e non uso il termine capolavoro solo perché in quella fascia è bene lasciare i pochi film memorabili.. ma L'ultimo samurai è uno scorrere di emozioni che se non percepiamo dovremmo farci un esame di coscienza per capire a che p unto di aridità siamo giunti.. lasciando da parte gli aspetti più tecnici (recitazione, regia, sceneggiatura, montaggio, ecc.) il film trasmette emozioni vive che dovremmo avere il coraggio di lasciar scorrere al nostro interno.. ne avrei tante da segnalare per condividerle, ma il figlio del guerriero ucciso da Algren che capisce che il padre è morto in uno scontro di guerra e che trova proprio in Algren una potenziale seconda figura di padre è commovente all'inverosimile.. un'omaggio alla fanciullezza che reclama solo amore
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iltrequartista
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domenica 11 giugno 2017
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algren e i samurai
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Indubbiamente un film che si fa seguire volentieri.
Inizialmente avevo temuto nel "bidone" vedendo il nostro Algren ubriaco,già sospettavo infatti la sua rinascita in pieni toni da americanata pura.
Il riscatto dell'uomo avviene ma con una sceneggiatura tutto sommato "contenuta".
La parte più interessante è l'incontro con Katsumoto e con la cultura Samurai.
Comprese le splendide ambientazioni ed i costumi,non è affatto difficile farsi trascinare dallo stile di vita e dagli allenamenti metodici dei veri difensori dell'Imperatore.
La parte nel villaggio, per intenderci,vale da sola il prezzo del biglietto.
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Indubbiamente un film che si fa seguire volentieri.
Inizialmente avevo temuto nel "bidone" vedendo il nostro Algren ubriaco,già sospettavo infatti la sua rinascita in pieni toni da americanata pura.
Il riscatto dell'uomo avviene ma con una sceneggiatura tutto sommato "contenuta".
La parte più interessante è l'incontro con Katsumoto e con la cultura Samurai.
Comprese le splendide ambientazioni ed i costumi,non è affatto difficile farsi trascinare dallo stile di vita e dagli allenamenti metodici dei veri difensori dell'Imperatore.
La parte nel villaggio, per intenderci,vale da sola il prezzo del biglietto.
Le battaglie sono spettacolari,compresa quella finale,probabilmente esagerate ma rimangono impresse nella memoria.
Aggiungendo che Watanabe e Cruise sfoggiano interpretazioni di livello piuttosto alto,credo che la visione della pellicola sia consigliabile a tutti gli amanti delle avventure.
Certamente,con un pizzico di spocchiosa superbia in meno,avremmo potuto parlare di un piccolo capolavoro ma gli americani non conoscono il significato della parola modestia.
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shingo tamai
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lunedì 28 novembre 2016
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samurai
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Vero è che il buon Tom Cruise è di fatto il protagonista ed in più di un'occasione ci mostrano la sua sofferenza,la proverbiale maestria nell'arte della spada ed una sorta di immortalità da purosangue americano,tuttavia il mio personaggio preferito e' il mitico Katsumoto interpretato da un Watanabe in ottima forma.
D'altronde anche nel film il capitano Algren finisce per inchinarsi a cotanta personalità finendo per innamorarsi di una cultura lontana dalla sua.
Ben presto lo spettatore finisce per schierarsi dalla parte dei samurai in contrapposizione a mercenari di ogni sorta,ministri corrotti ed un "flaccido" imperatore.
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Vero è che il buon Tom Cruise è di fatto il protagonista ed in più di un'occasione ci mostrano la sua sofferenza,la proverbiale maestria nell'arte della spada ed una sorta di immortalità da purosangue americano,tuttavia il mio personaggio preferito e' il mitico Katsumoto interpretato da un Watanabe in ottima forma.
D'altronde anche nel film il capitano Algren finisce per inchinarsi a cotanta personalità finendo per innamorarsi di una cultura lontana dalla sua.
Ben presto lo spettatore finisce per schierarsi dalla parte dei samurai in contrapposizione a mercenari di ogni sorta,ministri corrotti ed un "flaccido" imperatore.
Probabilmente in quanto affermo c'è tutto il limite del film che gli preclude la possibilità di diventare capolavoro,perchè la "morale" è chiaramente da un lato solo,al pari di spiritualità e indomito coraggio.
Nonostante questo palese disequilibrio in più di centoventiminuti di visione, la pellicola si fa seguire volentieri fino allo spettacolare finale trascinandoci,a tratti,nella più profonda cultura orientale.
Ottimo per davvero l'inchino degli ultimi minuti accompagnato da una frase storica e non retorica.
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renato c.
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venerdì 20 maggio 2016
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dal west al giappone!
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Ottima storia del capitano Nathan Algren, reduce dal 7° Cavalleggeri del generale Custer e sopravvissuto alla battaglia del "Little Big Horn", che gli è rimasto il cuore sconvolto dal massacro di tribù indiane, specialmente di donne e bambini! Viene mandato in Giappone con lo scopo di fare vendere armi americane all'esercito giapponese ed addestrarlo nella lotta contro i samurai ribelli, capeggiati dal comandante Katsumoto. Catturato dagli uomini di Katsumoto, dopo una battaglia viene portato prigioniero nella valle dove i samurai si rifugiavano ed affidao alle cure di Taka, sorella di Katsumoto, per curargli le ferite, che lo cura amorevolmente, nonostante le avesse ucciso il marito in battaglia.
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Ottima storia del capitano Nathan Algren, reduce dal 7° Cavalleggeri del generale Custer e sopravvissuto alla battaglia del "Little Big Horn", che gli è rimasto il cuore sconvolto dal massacro di tribù indiane, specialmente di donne e bambini! Viene mandato in Giappone con lo scopo di fare vendere armi americane all'esercito giapponese ed addestrarlo nella lotta contro i samurai ribelli, capeggiati dal comandante Katsumoto. Catturato dagli uomini di Katsumoto, dopo una battaglia viene portato prigioniero nella valle dove i samurai si rifugiavano ed affidao alle cure di Taka, sorella di Katsumoto, per curargli le ferite, che lo cura amorevolmente, nonostante le avesse ucciso il marito in battaglia. Durante il periodo di prigionia presso i samurai, impara a conoscere la loro filosofia ed i loro valori e finisce per innamorarasi di Taka ricambiato. Così nella battaglia finale tra l'esercito regolare ed i samurai ribelli, combatte dalla parte di questi ultimi! Sopravvissuto e guadagnatosi la stima dell'imperatore Mutsuihto che piange la morte di Katsumoto e rifiuta l'acquisto di armi dagli Stati Uniti se ne torna a vivere al villagio con l'amata Taka! Si può dire che come falsariga somiglia ad "Un uomo chiamato cavallo" dove anche lì il protagonista rimane affascinato dalla filosofia dei pellerossa e rimane a vivere presso la loro tribù sposando un'indiana di cui si era innamorato! Morale spesso combattiamo dei popoli senza conoscerli di cui invece finiremmo per ammirarli se li avessimo conosciuti prima! Ah! Se invece di combatterci imparassimo prima a conoscerci ed a condividere reciprocamente i valori!!
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aristoteles
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giovedì 23 luglio 2015
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buon film
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Il film complessivamente mi è piaciuto , in particolare tutta la parte di quando il capitano viene "ospitato" nel villaggio nemico.
Anche la cultura samurai è stata trattata con rispetto ed ammirazione e ben rappresentata ,anche se ovviamente ci vorrebbero ore e documentari per descriverla.
Katsumoto è un gran bel personaggio ,il migliore del film.
Tom Cruise mi ha stupito anche se in alcune movenze e espressioni facciali mi sembra eccessivamente rigido.
D'altronde ho sempre pensato che il suo ruolo ideale sarebbe quello di bagnino di Baywatch.
Quello che non mi ha convinto è il troppo "debole" imperatore del Giappone e sopratutto il fatto che come giri e rigiri la frittata ,dopo attacchi ninja , spade taglienti , bombe e sparatorie chi ti rimane vivo ????? L'Americano.
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Il film complessivamente mi è piaciuto , in particolare tutta la parte di quando il capitano viene "ospitato" nel villaggio nemico.
Anche la cultura samurai è stata trattata con rispetto ed ammirazione e ben rappresentata ,anche se ovviamente ci vorrebbero ore e documentari per descriverla.
Katsumoto è un gran bel personaggio ,il migliore del film.
Tom Cruise mi ha stupito anche se in alcune movenze e espressioni facciali mi sembra eccessivamente rigido.
D'altronde ho sempre pensato che il suo ruolo ideale sarebbe quello di bagnino di Baywatch.
Quello che non mi ha convinto è il troppo "debole" imperatore del Giappone e sopratutto il fatto che come giri e rigiri la frittata ,dopo attacchi ninja , spade taglienti , bombe e sparatorie chi ti rimane vivo ????? L'Americano.
E passi pure l'icona della razza bianca che risorge e si rigenera attraverso l'integrazione e la redenzione dell'anima, ma in un massa sterminati di proiettili che ti arrivano contro salvarsi da unico superstite è da Highlander!!!!!
E tagliateli la testa allora vediamo se esce il fulmine......per il resto dicevo il film è molto gradevole.
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sciakubucu
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venerdì 5 dicembre 2014
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perchè
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Ma riscontri del commento ne Ho trovati, che ne ho trovati, riguardando il film ieri sera..!
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jacopo b98
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venerdì 4 aprile 2014
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un film godibile ed emozionante ma privo di guizzi
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1876. Il capitano dell’esercito americano Nathan Algren (Cruise) è inviato in Giappone per addestrare l’inesperto esercito nipponico. Viene tuttavia catturato dal capo della ribellione interna al paese: Katsumoto (Watanabe), un samurai. Tra i due nasce l’amicizia e Algren si schiera con i samurai nella guerra che sta per scoppiare. È una cronaca romanzata della realmente avvenuta Ribellione di Satsuma. Alla base del film però c’è una sceneggiatura di quel furbone di John Logan, che già aveva sceneggiato il Gladiatore di Scott. E alla regia c’è Zwick, il re dei kolossal. Mancava solo una grande star per completare l’opera e Cruise ha colto l’occasione per tornare a essere il più grande divo di Hollywood, impegnandosi anche come produttore.
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1876. Il capitano dell’esercito americano Nathan Algren (Cruise) è inviato in Giappone per addestrare l’inesperto esercito nipponico. Viene tuttavia catturato dal capo della ribellione interna al paese: Katsumoto (Watanabe), un samurai. Tra i due nasce l’amicizia e Algren si schiera con i samurai nella guerra che sta per scoppiare. È una cronaca romanzata della realmente avvenuta Ribellione di Satsuma. Alla base del film però c’è una sceneggiatura di quel furbone di John Logan, che già aveva sceneggiato il Gladiatore di Scott. E alla regia c’è Zwick, il re dei kolossal. Mancava solo una grande star per completare l’opera e Cruise ha colto l’occasione per tornare a essere il più grande divo di Hollywood, impegnandosi anche come produttore. Costato 140 milioni di dollari, girato in Giappone, è un kolossal avventuroso che si propone di fondere gusto epico, intrattenimento hollywoodiano e riflessione filosofica. Il risultato è un film grandioso nel suo lato visivo, grazie a scenografie e costumi perfetti; emozionante per tutta la sua notevole durata; e, pur non essendo un’opera filosofica, riesce a impartire alcune semplici riflessioni alla portata di tutti, persino del pubblico americano. Ha il suo fulcro nel confronto culturale che avviene tra Katsumoto e Algren, figli di differenti culture. E nella scena finale Algren permette a Katsumoto di suicidarsi poiché ha capito che quello, per la sua civiltà, è il massimo segno d’onore. Interpretato da un ottimo cast di interpreti; in cui spicca l’intenso Watanabe e, perché no, anche Cruise, perfetto per la parte; ha rastrellato oltre quattrocentocinquanta milioni di dollari nel mondo. Ottime la fotografie di John Toll e la musica di Hans Zimmer.
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nfl 26
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sabato 24 settembre 2011
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oh mio dio !!!!!!!
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Forse potreste pensare che è un'americanta ma vedetelo e capirete che è un capolavoro dei giorni nostri!!!
Storia commovente di un Giappone nuovo,più occidentale,aperto alla innovazioni tecnologiche,privo di sentimenti che cerca di soffocare il vecchio Giappone,pieno di valori,di tradizioni,un mondo affascinante in cui tutti noi vorremmo rifugiarci!
L'America fà di tutto per aiutare il Giappone a sopprimere coloro che,ancora, contrastano l'arrivo di una nuova era; viene così inviato il capitano Nathan Algren,soldato sopravvissuto a mille battaglie e testimone di altrettante stragi, con il compito di guidare l'esercito giapponese contro questi "ribelli" samurai !
Lo scontro non avrà un buon esito per l'esercito giapponese,ancora inesperto ; il capitano Algren viene catturato.
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Forse potreste pensare che è un'americanta ma vedetelo e capirete che è un capolavoro dei giorni nostri!!!
Storia commovente di un Giappone nuovo,più occidentale,aperto alla innovazioni tecnologiche,privo di sentimenti che cerca di soffocare il vecchio Giappone,pieno di valori,di tradizioni,un mondo affascinante in cui tutti noi vorremmo rifugiarci!
L'America fà di tutto per aiutare il Giappone a sopprimere coloro che,ancora, contrastano l'arrivo di una nuova era; viene così inviato il capitano Nathan Algren,soldato sopravvissuto a mille battaglie e testimone di altrettante stragi, con il compito di guidare l'esercito giapponese contro questi "ribelli" samurai !
Lo scontro non avrà un buon esito per l'esercito giapponese,ancora inesperto ; il capitano Algren viene catturato. Ma la sua prigionia non sarà come si aspettava;avrà l'occasione di vivere con un popolo puro,saggio e valoro;si ritroverà in un mondo che,inconsciamente,ha sempre sognato. Da prigioniero di guerra diverrà l'unica speranza per questi samurai,per questo antico popolo,di sopravvivere!
La storia commovente e unica,la regia e la recitazione impeccabili,una colonna sonora (Hans Zimmer) da brividi rendono questo film un capovaloro del suo genere e del cinema americano.
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tony montana96
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martedì 5 luglio 2011
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l'ultimo samurai
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Il capitano americano Nathan Algren, dopo aver combattuto nella Guerra Civile, viene incaricato dal giovane imperatore del Giappone di addestrare un nuovo esercito di leva con il compito di eliminare i Samurai per aprire la strada ad un governo più occidentale e favorevole al commercio. Ma Algren rimane inaspettatamente influenzato e affascinato dalla forza delle convinzioni, dai valori e i codici per i quali i Samurai si sono sacrificati per secoli. Algren si troverà al centro di una violenta ed epica lotta tra due epoche e due mondi.
Forse il film più bello di Edward Zwick e forse il film dove Tom Cruise ha dato veramente il meglio di sé.
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Il capitano americano Nathan Algren, dopo aver combattuto nella Guerra Civile, viene incaricato dal giovane imperatore del Giappone di addestrare un nuovo esercito di leva con il compito di eliminare i Samurai per aprire la strada ad un governo più occidentale e favorevole al commercio. Ma Algren rimane inaspettatamente influenzato e affascinato dalla forza delle convinzioni, dai valori e i codici per i quali i Samurai si sono sacrificati per secoli. Algren si troverà al centro di una violenta ed epica lotta tra due epoche e due mondi.
Forse il film più bello di Edward Zwick e forse il film dove Tom Cruise ha dato veramente il meglio di sé. L’ultimo samurai è la storia di un criminale di guerra che, sopraffatto dal rimorso per aver sterminato donne e bambini di un villaggio di pellerossa innocenti, diventa alcolista a furia di usare il whisky per obliare e finisce col diventare comandante di un contingente di mitragliatori inviati a sterminare gli ultimi samurai rimasti al comando di Katzumoto, in una missione suicida. Il nostro eroe sarà l’ultimo superstite dello scontro e verrà a contatto con un mondo che conosceva appena.
Il film "L'ultimo samurai", diretto da Edward Zwick, parte con un ritmo lento e riflessivo ma non risulta mai noioso, grazie soprattutto al fascino esercitato dall'antica casta dei samurai, protagonista insieme a Tom Cruise per gran parte della durata della pellicola. Ci si trova immersi in un mondo lontano anni luce dal nostro, soprattutto per il modo di vivere e convivere che si basa su valori fondamentali come l'amicizia, la lealtà, l’onore ed il rispetto, tutti temi che Zwick fonde in maniera magistrale con sequenze a dir poco straordinarie.
Nella seconda parte, quando la sopravvivenza dei samurai è messa in pericolo dall'industrializzazione vorace del Giappone, le sequenze d'azione prendono il sopravvento e scene dal sapore epico si mischiano con momenti molto intensi fino al commovente finale. Il risultato globale è un film molto bello con un ottimo cast d'attori, su cui spicca Tom Cruise nella (secondo me) sua miglior interpretazione assieme a Nato il 4 di luglio e soprattutto quelli orientali con un Ken Watanabe che in più di qualche occasione, si mangia Cruise a colazione. Eccellenti scenografie (ancora la Nuova Zelanda, scoperta con "Il signore degli anelli", sempre bellissima) e costumi ben curati. Sceneggiatura di John Logan che quattro anni prima ci aveva regalato Il Gladiatore, musiche come sempre ottime, di Hans Zimmer. Sicuramente non un "polpettone", come molti lo hanno additato.
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