
Anno | 2003 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 35 minuti |
Regia di | Tatti Sanguineti |
Tag | Da vedere 2003 |
MYmonetro | 2,97 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 7 ottobre 2013
Un documentario che racconta allo spettatore l'idea che il maestro riminese aveva della televisione degli anni Ottanta.
CONSIGLIATO SÌ
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Nei primi anni Novanta Tatti Sanguineti trova numerose scene che Federico Fellini aveva girato per Ginger e Fred e che non aveva poi utilizzato. Fellini, paragonandosi a una tomba etrusca in cui si rinvengano reperti, autorizza l'utilizzo. Si tratta di brevi spot che dovevano essere inseriti nel film per ridicolizzare la televisione dell'epoca.
Tatti Sanguineti è dotato di una straordinaria abilità nel ricercare e ritrovare materiali dimenticati (dagli altri) relativi al cinema e al costume del Belpaese. Come un rabdomante riesce a individuarli e a disseppellirli. In questo caso ha offerto agli studiosi (ma anche agli spettatori che amano il cinema del Maestro) un'occasione unica. Senza dover sostenere l'idealizzazione di un'estetica del frammento va detto che in queste brevi sequenze, a cui Sanguineti ha dato un titolo utilizzando una grafica che ricorda le comiche del muto, si trova la conferma del genio corrosivo di Fellini. Nicola Piovani le accarezza con la sua musica evocativa e ne fa emergere l' ironia. Perché qui non si risparmia niente e nessuno. A partire dalla pubblicità che inBoccaccio '70 nell'episodio "Le tentazioni del dottor Antonio" manifestava il suo potere ammaliante e che ora si riduce per lui nella sagra della stupidità più becera e talvolta volgare. Anche l'intrattenimento a base di quiz o di prove di abilità, come il riempimento di un tubetto di dentifricio, vengono sottoposti all'abrasiva rivisitazione felliniana. Dove però il Federico che tutto il mondo conosce offre il suo meglio è nella derisione degli opinionisti, in gran parte donne, chiamati a commentare una decapitazione nel mondo islamico. Fellini morì 20 anni fa e c'è da chiedersi, vedendo questa scena, cosa avrebbe pensato degli innumerevoli talk show attuali dove spesso si sentenzia su ciò che non si conosce.
Questo breve documentario offre però anche l'occasione per capire come il 'fare cinema' di Fellini richiedesse un notevole ammontare di risorse economiche. Si guardino questi 35 minuti di materiale non montato e 'dimenticato' dal regista osservando le scenografie e ci si renderà conto di quanta attenzione viene data loro (con i relativi costi). Su tutto poi domina fuori campo (con una sola eccezione nel finale) la voce del Maestro che chiede espressioni del volto, suggerisce battute o movimenti. Quelle richieste, quei suggerimenti diventano immediatamente cinema davanti ai nostri occhi mostrandoci una 'bottega' che Fellini riempiva di creatività con una voce che sapeva essere autorevole e suadente al contempo.