S1mOne |
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Un film di Andrew Niccol.
Con Al Pacino, Winona Ryder, Catherine Keener, Evan Rachel Wood, Jason Schwartzman.
continua»
Titolo originale S1m0ne.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 102 min.
- USA 2002.
MYMONETRO
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Chi ha paura del digitale?.
di marzioFeedback: 0 |
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mercoledì 20 novembre 2002 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A tratti mediocre, irritante per un macchiettismo di maniera con cui presenta certi personaggi (vedi i giornalisti in cerca dello scoop), S1møne sembrerebbe la classica opera tanto voluta ma non riuscita. E poi che fastidioso quel nascondere, da parte della casa di produzione, la verità e cioè che il personaggio di S1møne è interpretato da una fotomodella; lo stucchevole giochino continua anche nei titoli di coda dove si fa capire che S1møne è interprete di se stessa, completamente creata in digitale ed ingegnosamente formata da una serie di pixel. Una bufala solenne, confessata nella conferenza stampa organizzata per la presentazione del film e che ha forse contribuito a provocarne la non felice accoglienza presso il pubblico americano. Si potrebbe classificarlo come un film non riuscito, quindi, nonostante la regia di quel Andrew Niccol, già acclamato sceneggiatore di The Truman Show e la presenza di un principe della recitazione come Al Pacino, nella parte di Taransky. Eppure, per una sorta di atmosfera magica, quasi da fiaba che sembra aleggiare in tutto il film, S1møne diventa, scena dopo scena, sempre più interessante ed intrigante, fornendo spunti di riflessioni agli spettatori che magari tanti capolavori non riescono a dare. La facilità, per esempio, con cui si costruiscono i miti a tavolino e come il pubblico sia pronto ad accettarli, senza porsi un minimo dubbio sulla liceità dell'operazione e su cosa si nasconda dietro di essa. S1møne, nuova diva del cinema, schiva come il regista dei suoi film, è politicamente corretta, buonista sino all'esagerazione, sin troppo sensibile alle nobili cause, come la fame nel terzo mondo e con le lacrime sempre pronte a rigare il suo bel viso. Piace agli uomini per la sua bellezza che è in continua evoluzione (grazie agli abili ritocchi in digitale del regista ingannatore), alle donne per la sua semplicità e schiettezza ed ai giovani perché si sforza di capire i teen-agers, trasformandosi, addirittura, in una nuova stella della pop music. Certo la sua popolarità in continua ascesa susciterà, inevitabilmente, le invidie delle colleghe e la gelosia dell'ex moglie di Taransky ma quel che più sconcerta è il rifiuto di accettare la verità, anche quando sarà rivelata dal povero regista, della sua inesistenza da parte di un pubblico credulone che preferisce rifugiarsi in un personaggio inafferrabile, irraggiungibile, pur di dimenticare i mille problemi che affliggono la fragile esistenza quotidiana.
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