carloalberto
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sabato 23 ottobre 2021
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povera mamma roma
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Aurelio Grimaldi appare indeciso se realizzare semplicemente, si fa per dire, il remake di Mamma Roma o un’opera con un soggetto originale e che, tuttavia, in parte ricalchi uno dei capolavori assoluti della cinematografia di tutti i tempi.
Il risultato, a prescindere dal paragone con l’originale, che neppure è immaginabile, è un film non catalogabile e non giudicabile.
Si salva il cast, formato da ottimi professionisti, in primis dalla protagonista, Ida Di Benedetto, ben calata nella parte, sebbene la Magnani, nello stesso ruolo, sia inarrivabile, da due grandi attori italiani, purtroppo scomparsi, Aldo Giuffrè ed Ennio Fantastichini, e da giovani leve e da vecchi caratteristi, tutti bravissimi.
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Aurelio Grimaldi appare indeciso se realizzare semplicemente, si fa per dire, il remake di Mamma Roma o un’opera con un soggetto originale e che, tuttavia, in parte ricalchi uno dei capolavori assoluti della cinematografia di tutti i tempi.
Il risultato, a prescindere dal paragone con l’originale, che neppure è immaginabile, è un film non catalogabile e non giudicabile.
Si salva il cast, formato da ottimi professionisti, in primis dalla protagonista, Ida Di Benedetto, ben calata nella parte, sebbene la Magnani, nello stesso ruolo, sia inarrivabile, da due grandi attori italiani, purtroppo scomparsi, Aldo Giuffrè ed Ennio Fantastichini, e da giovani leve e da vecchi caratteristi, tutti bravissimi.
Il bianco e nero, volutamente a forte contrasto, come l’assenza quasi totale, nella tonalità delle immagini, della scala dei grigi, rendono icasticamente la drammaticità della situazione, lo stato d’animo dei due sventurati ed il cupo destino cui va incontro l’eroina.
Purtroppo, nella sequenza clou, nella scena madre finale, proprio a causa di quella scelta artistica, l’impermeabile lucido nero indossato dalla Di Benedetto richiama, inopportunamente, alla mente, per un’associazione di immagini, il trench attillato, nero brillante, di uno dei tanti serial killer di Dario Argento.
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mariadragoni
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mercoledì 21 settembre 2011
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rosa funzeca un film commovente
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Finalmente ho visto il film "Rosa Funzeca",che uscì nelle sale ben 9 anni fa,ma meglio tardi che mai...ricordo le tante polemiche che nulla avevano a che fare con il film,che invece reputo di alto valore intanto mi piace la scelta del bianco e nero che ha il suo grande fascino sia in foto che al cinema,la storia è molto interessante e mette in risalto una realtà che era di una volta e di adesso,la sopravvivenza poi in un ambito napoletano diventa pura poesia loro hanno veramente l'arte di sopravvivere con una filosofia ed una perspicacia veramente inimitabile!Motlo commovente un film che fa riflettere.
Ida di Benedetto è molto brava e molto bella e sono bravi anche gli altri attori,su tutti spicca il bellissimo e bravissimo Primo Reggiani,un vero attore in grado di interpretare tutti i ge
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Finalmente ho visto il film "Rosa Funzeca",che uscì nelle sale ben 9 anni fa,ma meglio tardi che mai...ricordo le tante polemiche che nulla avevano a che fare con il film,che invece reputo di alto valore intanto mi piace la scelta del bianco e nero che ha il suo grande fascino sia in foto che al cinema,la storia è molto interessante e mette in risalto una realtà che era di una volta e di adesso,la sopravvivenza poi in un ambito napoletano diventa pura poesia loro hanno veramente l'arte di sopravvivere con una filosofia ed una perspicacia veramente inimitabile!Motlo commovente un film che fa riflettere.
Ida di Benedetto è molto brava e molto bella e sono bravi anche gli altri attori,su tutti spicca il bellissimo e bravissimo Primo Reggiani,un vero attore in grado di interpretare tutti i generi;
alla fine questo film è un classico che si può vedere e rivedere con molta soddisfazione,mi è piaciuto davvero molto e voto 5 stelle!!!
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mikki
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venerdì 17 aprile 2009
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domanda
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in che mercato di Napoli si svolge Rosa Funzeca?
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beppe albeggiani
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giovedì 20 gennaio 2005
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sentire per pensare
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Ho trovato il film semplicemente fantastico la apparente lentezza che sottolinava la fatica e la lentezza della condanna all'inerzia dello statu quo la fatica del riscatto veviva avidenziata dalla storia nella storia, quella raccontata dalla macchina da presa. Una storia tutta sua di assoluto degrado visualizzato nella scena d'amore dei due giovani che amavano soli pur stando assieme con l'unica conplicita' "se mi lasci ti ammazzo". Rosa prigioniera della sua vita imprigionata nelle sue calze a rete viste dalla macchina prina che lasciasse la sua vita . vorrei vederlo ancora gustarlo riflettere. Grazie al regista ed all'attrice
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fiora
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la morte che fa vivere il buon cinema italiano
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trovo il film nel suo complesso molto interessante é un omaggio al grande pasolini molto educato e ben costruito.la regia é interessante anche se a tratti un pò lenta ma una cosa va riconosciuta al grande grimaldi: il finale. con Grimaldi ci stiamo abituando ad abbandonare i patetismi da spot pubblicitario dei vari ozpetk (?) e muccini. il cinema italiano dovrebbe considerare molto di più registi di questo genere.
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