tiziana
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giovedì 3 gennaio 2002
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poco coerente ma utile
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Nel complesso è una commedia divertente e scorrevole, talvolta lenta, tal altra brillante, eppure così struggentemente necessaria. Troppo graziosa e ottimista, Bridget Jones è una trentenne sproporzionatamente impacciata e insicura per esser definita una vera single, e troppo poco acida e depressa per esser definita una autentica zitella; Bridget si sforza (con eccessive e neonatiche smorfie) di essere accettata, ma non fa alcuno sforzo interiore – tranne forse scrivere la cronaca dei fatti – per mettersi in discussione e cambiare il suo atteggiamento al fine di attirare a sé l’anelato principe azzurro. È assolutamente improbabile – o piuttosto poco credibile – che con queste premesse si innamori davvero di un uomo “sano”.
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Nel complesso è una commedia divertente e scorrevole, talvolta lenta, tal altra brillante, eppure così struggentemente necessaria. Troppo graziosa e ottimista, Bridget Jones è una trentenne sproporzionatamente impacciata e insicura per esser definita una vera single, e troppo poco acida e depressa per esser definita una autentica zitella; Bridget si sforza (con eccessive e neonatiche smorfie) di essere accettata, ma non fa alcuno sforzo interiore – tranne forse scrivere la cronaca dei fatti – per mettersi in discussione e cambiare il suo atteggiamento al fine di attirare a sé l’anelato principe azzurro. È assolutamente improbabile – o piuttosto poco credibile – che con queste premesse si innamori davvero di un uomo “sano”. Eppure accade: Cenerentola ha un colpo di fortuna: subito immaginiamo che presto ingrasserà e berrà ancor più, come una perfetta mogliettina frustrata che, in fondo in fondo, avrebbe preferito il bel bastardone ipocrita che non le avrebbe –- con gli anni – procurato rimpianti, ma rimorsi.
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jonnylogan
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lunedì 12 maggio 2025
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quanti problemi bridget jones
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Risale all’inizio degli anni 2000 la prima fortunata incursione nel mondo, non troppo, dorato della single più famosa del Regno Unito, portata in scena dalla regista Britannica Sharon Maguire, che in seguito dirigerà anche Bridget Jones's Baby (id.; 2016) ovvero uno dei tre sequel.
Personaggio nato dalla penna della scrittrice Helen Fielding, presente anche nella stesura della sceneggiatura. Bridget Jones era stata inizialmente concepita a metà degli anni ‘90 come protagonista di una rubrica fissa dei quotidiani Indipendent e The Daily Telegraph, le cui gesta sono state successivamente raccolte sotto forma di romanzo – diario edito nel 1996 e che diede letteralmente il via al Chick lit; neologismo che indica un genere letterario destinato a un pubblico di donne single e in carriera.
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Risale all’inizio degli anni 2000 la prima fortunata incursione nel mondo, non troppo, dorato della single più famosa del Regno Unito, portata in scena dalla regista Britannica Sharon Maguire, che in seguito dirigerà anche Bridget Jones's Baby (id.; 2016) ovvero uno dei tre sequel.
Personaggio nato dalla penna della scrittrice Helen Fielding, presente anche nella stesura della sceneggiatura. Bridget Jones era stata inizialmente concepita a metà degli anni ‘90 come protagonista di una rubrica fissa dei quotidiani Indipendent e The Daily Telegraph, le cui gesta sono state successivamente raccolte sotto forma di romanzo – diario edito nel 1996 e che diede letteralmente il via al Chick lit; neologismo che indica un genere letterario destinato a un pubblico di donne single e in carriera.
Ma Bridget Jones è stata, ed è, anche molto altro. Ovvero un modo comico per esplorare le difficoltà che ogni donna, ma anche ogni uomo, ha di approcciarsi al mondo che la circonda. E non importa che i problemi che le si parano davanti siano il sesso o il lavoro. Le soddisfazioni famigliari che non arrivano, o la carriera che latita. Ma la certezza che ogni persona deve avere dei propri mezzi personali per cercare di dare un senso alla sua esistenza.
Ben assortito il cast: a iniziare da Renée Zellweger che per impersonare la protagonista, grazie alla quale ottenne una candidatura agli Oscar come miglior attrice protagonista, si trovò a lavorare in incognito come impiegata per conoscere al meglio le dinamiche di un’azienda. Con il “noiosissimo” avvocato Mark Darcy, impersonato da Colin Firth e lo “scavezzacollo” Hugh Grant nei panni di Daniel Cleaver, capo ufficio dalla doppia personalità, che si contenderanno proprio Miss Jones. Uno spaccato in salsa british di un genere sentimentale al quale spesso il mondo anglosassone ci ha abituato, basti ricordarsi di Quattro matrimoni e un funerale (Four weddings and a funeral; 1994) o di Notting Hill (id.; 1999). Errore forse imperdonabile aver pensato di reiterare per ben tre sequel il medesimo canovaccio alternando le varie fasi della vita della protagonista.
Ciò nonostante questo primo capitolo funziona in maniera eccellente sia per la novità che rappresentò all’epoca, sia grazie alla capacità di esplorare con leggerezza la vita dei trentenni dei primi anni di questo millennio. Un’epoca che era ancora immersa nel centro delle evoluzioni dei protagonisti di Friends (id.; 1994 – 2004) di cui Bridget Jones rappresentava il logico continuum narrativo, a causa della scelta di vivere in una grande metropoli, nella quale dover trovare la propria collocazione lavorativa e affettiva, e grazie alla presenza di un gruppo di amici altrettanto solido e ben caratterizzato.
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[+] orgoglio e pregiudizio
(di elena)
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maria ricca
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mercoledì 7 novembre 2001
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zitella, sì, ma con stile!
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Chi ha letto il libro si aspetta forse troppo da questo film. Fatta salva qualche concessione alla fiaba di Cenerentola e gli infiniti riferimenti al "Pride and Prejudices" di Jane Austen, Bridget Jones resta una "zitella con stile", troppo simile a tutte noi, per esserci davvero simpatica.
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chiara
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sabato 17 novembre 2001
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ma perchè non potevi scegliere hugh grant?
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Bridget Jones: l'eroina eponima delle single del nuovo millennio? probabilmente si se essere single significa distruggersi l'anima per un capo che non ci considera, collezionare figuracce e sognare il principe azzurro. nel mondo reale ci sono molte single non contente della loro condizione e che tanto ridere non fanno, ma ciò non toglie che il film sia estremamente divertente e aiuti le "zitelle" a ridere di sè stesse! una fine un pò asciutta, sicuramente sarebbe stata più brillante se il tipico lieto fine fosse stato sostituito dall'immancabile scelta del bello e dannato, che per lo meno non ci avrebbe lasciato con il pensiero che Bridget finirà col diventare una tipica mogliettina bloccata in una relazione monotona, che è ancora peggio di essere single!
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giuliana
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martedì 22 febbraio 2005
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degno di essere visto ( dalle donne )
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Simpatica commedia che val la pena di vedere, esilarante, spassosa quanto basta, non i soliti film che ci propongono, ideale per una serata scacciapensieri. Inoltre realistica: lei sfigata ed un pò ingenua, lui il tipico delinquente approfittatore di turno, l'altro compare quando lei ci ha rinunciato, gli amici ... meno meno che ci sono.. Infine ho notato che i "contro"sono uomini... questo significa che la "Bridget's situation" è tipicamente femminile e la "Daniel's situation", al contrario, tipicamente maschile.....
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(di satyriconissimo)
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snuf
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lunedì 21 gennaio 2002
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filmacchiune
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Di questo film si può dire solo una cosa che è un film
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revenant44
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venerdì 11 settembre 2009
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un rilassante film ma dal finale molto prevedibile
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Comicità:7 1/2, bè se non ci fosse Bridget di umorismo ce ne sarebbe ben poco, come gia detto il film è una semplice commedia un film rilassante da vedere il sabato sera con la famiglia.
Trama:6, sicuramente non ti puoi aspettare un film insolito e favoloso un filmotto banale e stupido e si sa gia che nel fil ci saranno alcune scene un po noiose e lente, infatti...
Leggerezza:9, sicuramente il film non è complicato puoi anche permetterti di vedere nel frattempo un altro film, il film della durata di 97 minuti in effetti sembra un film da 97 minuti, visto che le scene sono molto agili.
Volgarità:6, 1 o 2 scene di sesso e qualche parola che scivola dalla bocca di Hugh Grant, a parte questo il film non presenta scene da vietare.
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Comicità:7 1/2, bè se non ci fosse Bridget di umorismo ce ne sarebbe ben poco, come gia detto il film è una semplice commedia un film rilassante da vedere il sabato sera con la famiglia.
Trama:6, sicuramente non ti puoi aspettare un film insolito e favoloso un filmotto banale e stupido e si sa gia che nel fil ci saranno alcune scene un po noiose e lente, infatti...
Leggerezza:9, sicuramente il film non è complicato puoi anche permetterti di vedere nel frattempo un altro film, il film della durata di 97 minuti in effetti sembra un film da 97 minuti, visto che le scene sono molto agili.
Volgarità:6, 1 o 2 scene di sesso e qualche parola che scivola dalla bocca di Hugh Grant, a parte questo il film non presenta scene da vietare.
Scena finale:8,ahahah sicuramente molto particolare la corsa disperata di Bridget nella neve, in effetti un modo allegro per concludere un film dal finale molto ma molto prevedibile
VOTO TOTALE DEL FILM:7,Un trio effettivamente poco "particolare", un classico triangolo composta dalla ragazza (Renée Zellweger) che rappresenta in molti punti la donna moderna che ha molti difetti:Perdere eso, smettere di fumare, smettere di bere...il personaggio comunque è molto divertente e simpatico,poi c'è il "bastardo" del trio (Hugh Grant) un vero e proprio bastrdo personaggio davvero insopportabile anche se in alcune scene, soprattutto nei primi incontri con Bridget, fa davvero ridere e infine c'è l'altro uomo quello dal carattere completamente diverso (Colin Firth) rappresenta un uomo molto poco spiritoso, abbastanza fedele e poco incline alla comunicazione...come ci si poteva aspettare alla fine Bridget si mette proprio con quest'ultimo.Sicuramente questo film non è tra le migliori commedie per quanto, non capisco il perchè, molta gente lo reputi un ottimo prodotto.
(revenant44)
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marco
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domenica 25 novembre 2001
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il romanzo è molto meglio
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Il film è deludente. Mentre nel romanzo Bridget ha tutto il diritto di essere zitello-depressa e ce la immaginiamo veramente senza speranze (0 quasi), il film ce la fa vedere:carina,un pò sovrappeso ma neanche tanto, con un lavoro decente, così che alla fine ti domandi:"ma che cazzo avrà poi 'sta qui da lamentarsi!".
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riccardo ame
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mercoledì 24 ottobre 2001
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esilerante ma non gradevole
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Un capolavoro per sott'acculturati. E' veramente divertente pensare che qualcuno produca questa immondizia.
L' unica cosa esilerante sono le recensioni a favore..…
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bullythekid
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domenica 6 gennaio 2002
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stronzata!
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Oh certo, ha fatto miliardi in tutto il mondo. certo, ha permesso ha molte donne di identificarsi e tenta di far crollare il mito della top model anoressica e divazza (siamo stufi dei musoni in passerella, vogliamo un sorriso), che non è male come presupposto. il problema sta nel film. volgare, pecoreccio (quasi ci fa rimpiangere Alvarone Vitali...) e soprattutto diretto in maniera impersonale, che per una commedia di questo genere è già tanto. La protagonista improsciuttita fa veramente venire voglia di afferrare un coltello e sfregiarle in più punti la faccia mentre Hugh Grant è la quintessenza della mediocrità (recitativa e descrittiva), nonchè un attore odioso e idiota come non se ne vedavano da tempo.
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