petercinefilodoc
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giovedì 19 giugno 2014
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il piu' umano dei film sulla guerra!
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La guerra è sempre stata un soggetto importante per il cinema. Criticata, esaltata, sfruttata per mostrare l’oscurità del genere umano. Spielberg, in “Salvate il soldato Ryan”, ci racconta un momento cruciale della seconda guerra mondiale, probabilmente il più importante del conflitto e del secolo scorso: lo sbarco in Normandia degli alleati americani sulla spiaggia di Omaha Beach. Quello che, secondo il mitico regista, è stato l’avvenimento che ha determinato il futuro del mondo.
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La guerra è sempre stata un soggetto importante per il cinema. Criticata, esaltata, sfruttata per mostrare l’oscurità del genere umano. Spielberg, in “Salvate il soldato Ryan”, ci racconta un momento cruciale della seconda guerra mondiale, probabilmente il più importante del conflitto e del secolo scorso: lo sbarco in Normandia degli alleati americani sulla spiaggia di Omaha Beach. Quello che, secondo il mitico regista, è stato l’avvenimento che ha determinato il futuro del mondo. La sequenza iniziale del film, rappresentante proprio questo sbarco, è cinema con la C maiuscola. Un momento di esaltante realismo, una delle più maestose, potenti e grandiose scene della storia del cinema. Una carneficina abnorme, ma che permise agli alleati di intrufolarsi in Europa, tutto il resto è storia.
Ma ecco che Spielberg devia su qualcosa di, permettetemi di dire in senso buono, "stupido" rispetto alle operazioni a cui le truppe erano abituate. 8 uomini, affidati al capitano John H. Miller (Tom Hanks), sono incaricati di trovare il soldato James Ryan. I suoi 3 fratelli sono morti in guerra e ai piani alti hanno deciso di farlo tornare a casa, come consolazione per la madre. 8 persone, sottoposte ad un rischioso viaggio, per salvarne una. Ben presto capiranno che salvare Ryan potrebbe rappresentare una consolazione anche per loro, un modo per tornare a guardarsi in faccia. Ed in questa valle di lacrime e sangue, riusciamo a percepire la paura, il divagante terrore sul loro volto, i brividi pre-conflitto. E sebbene ci siano tantissimi maestosi conflitti realizzati magistralmente, Spielberg vuole parlare di uomini. Perchè dietro a quelle divise, alle persona alle quali pian piano ci affezioniamo, ci sono prima di tutto delle persone, molto spesso giovani sognatori che hanno dovuto rinunciare a tutto ciò che erano le loro vite e combattere per un bene superiore di cui ancora oggi stiamo beneficiando. Quello che viene a crearsi tra le truppe è più che un semplice rapporto di amicizia, diventano dei veri e propri fratelli, pronti a sacrificarsi e a proteggersi a vicenda. Questo aspetto, che è il cuore del film, rende Salvate il soldato Ryan il più umano dei film dedicati alla guerra. Grazie ai momenti di leggerezza, come quando pensano di aver trovato Ryan e poi si rendono conto di aver sbagliato persona o la sequenza in cui sentono una canzone depressa e cercano di tradurla, ci portano a vivere il conflitto finale in prima persona, per poi purtoppo essere riempiti di pugnalate al cuore. La cosa più sorprendente è la realisticità delle scene, Spielberg (secondo oscar alla regia) ha deciso giustamente di riprendere il tutto con telecamera a mano, non progettando nulla e anzi, immortalando le sequenze come se fosse un reporter presente all'epoca sulla spiaggia. Il direttore della fotografia Janusz Kaminski (secondo oscar per lui) ha modificato la telecamera per ottenere delle immagini meno sature possibili, ovvero più grigie e fredde, come se girate con i mezzi di bassa tecnologia disponibili nel lontano 44. Sonoro magistrale (2 oscar per questo settore). La colonna sonora di Williams non può contare su un iconico motivetto come quella de Lo Squalo e di E.T., ma alcune tracce sono di notevole profondità, sempre perfettamente in linea con le scene. I grandiosi momenti di guerra non si limitano ad essere visti, il pubblico ha la possibilità di viverli, di sentire il suolo tremare sotto i propri piedi, di gioire e di soffrire. "In questo film ho voluto riprodurre le immagini, i suoni e perfino l'odore di una vera battaglia" Caro Steven, ci sei riuscito alla grande. Altro capolavoro da aggiungere alla tua personale collezione.
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eugenio98
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giovedì 2 luglio 2015
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una guerra che accompagna
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Dopo lo sbarco ad Omaha, in Francia, uno squadrone di soldati americani viene incaricato di trovare e salvare il giovane Ryan. Con immagini dure e fredde, il regista Steven Spielberg dipinge un crudo, ma allo stesso tempo emozionante, affresco della seconda guerra mondiale. Fonte di ispirazione per molti registi, come ad esempio David Ayer con il suo Fury, in Salvate il soldato Ryan si può vedere come dei semplici uomini possano risalire dall’inferno alla pace del paradiso.
A differenza di altri, Spielberg riesce a trovare l’elemento giusto per unire dei soldati molto diversi tra loro e ad accompagnarli nella missione; insomma, riesce a scavare nel cuore di ognuno facendoli fidare l’uno dell’altro, senza rinunciare all’azione.
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Dopo lo sbarco ad Omaha, in Francia, uno squadrone di soldati americani viene incaricato di trovare e salvare il giovane Ryan. Con immagini dure e fredde, il regista Steven Spielberg dipinge un crudo, ma allo stesso tempo emozionante, affresco della seconda guerra mondiale. Fonte di ispirazione per molti registi, come ad esempio David Ayer con il suo Fury, in Salvate il soldato Ryan si può vedere come dei semplici uomini possano risalire dall’inferno alla pace del paradiso.
A differenza di altri, Spielberg riesce a trovare l’elemento giusto per unire dei soldati molto diversi tra loro e ad accompagnarli nella missione; insomma, riesce a scavare nel cuore di ognuno facendoli fidare l’uno dell’altro, senza rinunciare all’azione. C’è comunque chi, tra i personaggi, matura solo al termine della vicenda, ma c’è anche chi è già maturato, come lo stesso Ryan, il quale non abbandonerà i suoi compagni nel pericolo. Il giovane soldato dovrebbe essere quello ingenuo, invece è ben altro: è lui da prendere come modello, è lui che insegna agli altri. Nei momenti di pace i militari parlano tra loro, rivelandosi anche cose personali, e sarà proprio ciò che farà prendere a ciascuno le opportune decisioni.
Poetica è la figura di Tom Hanks, paragonabile ad un angelo che veglia sui suoi figli. Salvate il soldato Ryan è un monumento al cinema senza tempo che rivela la sua potenza e guarda in ognuno di noi.
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robertone65
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mercoledì 13 aprile 2011
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il miglior film sulla seconda guerra mondiale
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Uno dei migliori film che abbia mai visto è questo, del 1998, che inizia con uno sbarco sulle coste francesi che presto si risolve in una strage di Americani per mano dei nazisti.
Il Capitano John Miller (Tom Hanks, straordinario in questo film), dopo la battaglia sulla spiaggia francese, riceve l'ordine dal Generale Marshall di recuperare un paracadutista della 101ma divisione aviotrasportata, rimasto disperso nell'entroterra normanno con tre fratelli morti in combattimento. Il suo nome è James Francis Ryan. Il suo Stato di provenienza è l'Iowa.
Dopo aver scambiato il disperso con un altro militare i cui fratelli sono ancora alle scuole elementari, il Capitano perde un punto di riferimento per la squadra di otto soldati: il Medico Irwin Wade (Giovanni Ribisi), che viene ferito letalmente al busto ed alla spina dorsale e muore con la morfina.
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Uno dei migliori film che abbia mai visto è questo, del 1998, che inizia con uno sbarco sulle coste francesi che presto si risolve in una strage di Americani per mano dei nazisti.
Il Capitano John Miller (Tom Hanks, straordinario in questo film), dopo la battaglia sulla spiaggia francese, riceve l'ordine dal Generale Marshall di recuperare un paracadutista della 101ma divisione aviotrasportata, rimasto disperso nell'entroterra normanno con tre fratelli morti in combattimento. Il suo nome è James Francis Ryan. Il suo Stato di provenienza è l'Iowa.
Dopo aver scambiato il disperso con un altro militare i cui fratelli sono ancora alle scuole elementari, il Capitano perde un punto di riferimento per la squadra di otto soldati: il Medico Irwin Wade (Giovanni Ribisi), che viene ferito letalmente al busto ed alla spina dorsale e muore con la morfina. Tra le proteste del soldato Richard Reiben (interpretato da Edward Burns) e l'opposizione dei suoi subalterni, il capitano riuscirà a salvare Ryan, nonostante sia lui stesso, sia altri soldati, moriranno nel tentativo di rimpatriarlo.
Un film cruento ma significativo, adrenalinico e commovente, che spiega ciò che la follia della guerra rischia di provocare in ciascuno di noi.
Tom Hanks ha lavorato molto bene in questo film, come quasi tutti gli attori di Hollywood.
Steven Spielberg ha diretto magistralmente questo capolavoro di guerra nonché classico della storia del cinema.
FORZA SPIELBERG!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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brando fioravanti
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giovedì 5 aprile 2012
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guerra pura
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Un gruppo di soldati parte in un improbabile impresa per salvarne uno. Il soldato da salvare è l'unico supertite di quattro fratelli morti in guerra. Si onorerà la famiglia riportandogli l'unico figlio rimasto.Da questo punto di vista la guerra non è più una necessita nella sua riuscita, ma serve a dare un senso alla nazione che necessità di patriottismo. Questa è la vera mentalità americana giustamente mostrata nella seconda guerra mondiale. Se da un lato si apprezza il senso di colletività è giusto illustrare le conseguenze che può portare il patriottismo. Questo giustifica il realismo delle immagini che rende veramente l'idea dell'orrore.
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Un gruppo di soldati parte in un improbabile impresa per salvarne uno. Il soldato da salvare è l'unico supertite di quattro fratelli morti in guerra. Si onorerà la famiglia riportandogli l'unico figlio rimasto.Da questo punto di vista la guerra non è più una necessita nella sua riuscita, ma serve a dare un senso alla nazione che necessità di patriottismo. Questa è la vera mentalità americana giustamente mostrata nella seconda guerra mondiale. Se da un lato si apprezza il senso di colletività è giusto illustrare le conseguenze che può portare il patriottismo. Questo giustifica il realismo delle immagini che rende veramente l'idea dell'orrore.Bisogna passare dall'inferno per arrivare in paradiso? La bandiera dell'America rappresenta il giusto compenso di questo massacro? Sono molto discutibili e soggetive le conclusioni a cui si può giungere. Rimane un epico film sulla guerra, vista in tutti i suoi aspetti. Fotografia bellissima e attori sempre convincenti.
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stefano
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un film brutto, soldi buttati
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Un film decisamente brutto, pieno di stereotipi inaccettabili e di una visione parziale della guerra. Mi hanno dato fastidio diverse cose e vi assicuro che la carneficina della scena iniziale è quella che mi ha turbato di meno perché in fondo era quella meno stereotipata e più sincera. Ma per il resto, il film è assolutamente inaccettabile per un pubblico non americano. Spielberg infarcisce il suo film di “buoni” apparentemente incattiviti dal ruolo di eroi difensori della libertà, di vigliacchi che si redimono in extremis, di duri dal cuore tenero e cade nel vecchio ed irrealistico stereotipo del tedesco cattivo a tutti i costi. Un vero film di guerra onesto e non di parte avrebbe dovuto evidenziare anche uno spessore psicologico del nemico, non solo dei “buoni” americani.
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Un film decisamente brutto, pieno di stereotipi inaccettabili e di una visione parziale della guerra. Mi hanno dato fastidio diverse cose e vi assicuro che la carneficina della scena iniziale è quella che mi ha turbato di meno perché in fondo era quella meno stereotipata e più sincera. Ma per il resto, il film è assolutamente inaccettabile per un pubblico non americano. Spielberg infarcisce il suo film di “buoni” apparentemente incattiviti dal ruolo di eroi difensori della libertà, di vigliacchi che si redimono in extremis, di duri dal cuore tenero e cade nel vecchio ed irrealistico stereotipo del tedesco cattivo a tutti i costi. Un vero film di guerra onesto e non di parte avrebbe dovuto evidenziare anche uno spessore psicologico del nemico, non solo dei “buoni” americani. Non è neppure un vero film di pace perché l’orrore per la guerra si deve leggere anche negli occhi dei “cattivi” e non solo dei “buoni”. Ma poi ha senso parlare di "buoni" o "cattivi"? Sono tutti vittime inebetite di odio e terrore. Spielberg usa i ragazzi tedeschi solo come carne da macello, poco furbi, abbattibili come allodole, appaiono e muoiono subito per permettere agli americani di mettere in evidenza le proprie capacità, il proprio eroismo, oppure la propria fragilità umana tipica dei “buoni” nei film di guerra di recente produzione. Talvolta rappresenta gli americani come fragili o moralmente criticabili ma è evidente l’ipocrisia di tale rappresentazione. In Spielberg c’è compiacimento per i suoi yankees, non un vero distacco imparziale. Il personaggio che ho odiato di più? Il cecchino yankee che prega Dio di stare dalla sua parte e di aiutarlo ad uccidere di più e più in fretta. Blasfemo ed offensivo per chi è convinto che Dio stà dalla parte di tutti, tedeschi e americani, in quanto essere umani. Che soddisfazione vederlo crepare nella propria presunzione. Non è un personaggio vero, mi sbaglierò, ma credo che sia una scelta personale di uno Spielberg anti-germanico come mai. E’ meglio che ritorni ai suoi lucertoloni e lasci stare il dolore della Storia. P.S. sapete quando ho provato orrore in questo film? Dopo la sua fine, ascoltando i commenti degli spettatori di un cinismo allucinante.
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nathan
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domenica 4 marzo 2007
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gli altarini sono stati scoperti
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Per quanto riguarda la prima parte,ritengo che la crudezza delle immagini non comporti affatto la riflessione emotiva sulla tragedia umana della guerra,al limite o disgusta o piace sadicamente.Ci sono altri modi per esprimere un messaggio di tal genere,e la carne al macello non stimola alcuna riflessione.Certo,se prendiamo le cose dal punto di vista oggettivo,la prima parte è ottima per quanto riguarda la ricostruzione storica,ma che non mi si parli di film che invita alla riflessione (e per quanto riguarda la ricostruzione storica ci aveva già pensto,molti anni prima,Il giorno più lungo)...Per quanto riguarda invece la seconda parte,sono d'accordo con tutte le critiche che le sono piovute addosso circa il suo essere un prodotto blockbuster tipicamente americano,ma tutto sommato questa parte conserva la sua onestà,in quanto gli altarini finalmente sono stati scoperti.
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Per quanto riguarda la prima parte,ritengo che la crudezza delle immagini non comporti affatto la riflessione emotiva sulla tragedia umana della guerra,al limite o disgusta o piace sadicamente.Ci sono altri modi per esprimere un messaggio di tal genere,e la carne al macello non stimola alcuna riflessione.Certo,se prendiamo le cose dal punto di vista oggettivo,la prima parte è ottima per quanto riguarda la ricostruzione storica,ma che non mi si parli di film che invita alla riflessione (e per quanto riguarda la ricostruzione storica ci aveva già pensto,molti anni prima,Il giorno più lungo)...Per quanto riguarda invece la seconda parte,sono d'accordo con tutte le critiche che le sono piovute addosso circa il suo essere un prodotto blockbuster tipicamente americano,ma tutto sommato questa parte conserva la sua onestà,in quanto gli altarini finalmente sono stati scoperti.E allora godiamoci (se ci riusciamo) questo film come un film d'azione alla Rambo,o come un film di guerra con propaganda militaristica reganiana.In fondo questo è ciò che traspare dal film,e l'inserimento di alcune scene che vogliono essere riflessive ed emozionanti sono di un patriottismo veramente patetico.Da quando Spielberg si è dato al film d'impegno (vedi anche Shindler's list) è diventato veramente insopportabile.Spielberg non è un regista d'impegno...rivoglio Indiana Jones e Lo squalo
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mattbaker
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lunedì 15 ottobre 2012
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capolavoro
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Quando si guarda Salvate il soldato Ryan, bisogna abbandonare l'idea di vedere un film-condanna. Salvate il soldato Ryan è la guerra, dura e cruda, e la condanna non viene dai personaggi ma nasce nello spettatore, che assiste impotente allo scontro.
Il film si apre sul giorno 6 giugno 1944, con lo sbarco in Normandia. 24 minuti di puro massacro, con scene che non eccedono nel mostrare sangue e viscere ma che fanno ciò che devono, mostrando la realtà della guerra. La ricostruzione storica è eccellente e nei momenti concitati dello sbarco abbiamo il tempo per assistere alle azioni della squadra del Capitano Miller, che da la scalata alle scogliere della spiaggia.
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Quando si guarda Salvate il soldato Ryan, bisogna abbandonare l'idea di vedere un film-condanna. Salvate il soldato Ryan è la guerra, dura e cruda, e la condanna non viene dai personaggi ma nasce nello spettatore, che assiste impotente allo scontro.
Il film si apre sul giorno 6 giugno 1944, con lo sbarco in Normandia. 24 minuti di puro massacro, con scene che non eccedono nel mostrare sangue e viscere ma che fanno ciò che devono, mostrando la realtà della guerra. La ricostruzione storica è eccellente e nei momenti concitati dello sbarco abbiamo il tempo per assistere alle azioni della squadra del Capitano Miller, che da la scalata alle scogliere della spiaggia. Dopo l'apertura, scenografica e da gustare tutta d'un fiato, segue la vicenda riguardante Ryan, ultimo sopravvissuto di quattro fratelli, che va necessariamente trovato e portato a casa dalla madre. La vicenda si incentra dunque sulle ricerche del soldato Ryan, inserendosi perfettamente nel quadro generale dell'avanzata americana attraverso la Francia devastata. Si alternano momenti di calma con sessioni di furiosi scontri e in tutto ciò si ha il tempo per conoscere i personaggi ed imparare ad amarli o odiarli. Molti sono i racconti di vita che vengono narrati durante il film, senza nulla togliere alla tensione della guerra, anche grazie alla suggestiva e funzionale colonna sonora che riempie magistralmente i vuoti ed i momenti di teso silenzio.
Gli effetti speciali non brillano per scenografia, non assistiamo a spettacolari esplosioni di serie B con fuoco e gente che si butta a terra per sfuggirvi, ma tutto è riproposto con estremo realismo, con molto più fumo che fuoco, con meno sangue e più fango.
Le inquadrature svolgono una funzione importante durante le sessioni più frenetiche, con la telecamera posizionata spesso alle spalle dei combattenti, come a simulare un soldato che assiste allo scontro.
Infine, si può gustare qualche pezzo di musica dell'epoca nelle scene finali del film, note che creano una brutale contrapposizione tra la città distrutta dai bombardamenti e la dolcezza della voce della cantante francese.
Salvate il soldato Ryan è certamente un film da vedere, non soltanto per gli appassionati del genere, che troveranno guerra a volontà, ma anche per chi cerca storie di vita, per chi vuole assistere a scene ben fatte e per chi condanna la guerra e può quasi toccarne con mano la realtà, grazie alla maestria ormai conclamata di Steven Spielberg.
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rambo
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giovedì 31 maggio 2001
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buona ma non fenomenale ripresa dei war-film
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1944. Sopravvissuto al terrificante sbarco di Omaha Beach, il capitano americano John Miller (Hanks) si vede asseganre una strana missione: ritrovare un tale soldato Ryan che lo Stato Maggiore vuole riportare a casa dopo la morte dei tre fratelli di questo, tutti nell’ esercito.
Realistico e molto crudo, un racconto di guerra di indubbia presa emotiva che evita inutili eroismi e discorsi retorici ed è girato con un’ abilità tecnica straordinaria. C’è comunque da fare i conti con le troppe, discutibili concessioni alla violenza, specie nei primi 20 minuti dove si assiste ad una carneficina maledettamente difficile da digerire.
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sergente hartman
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mercoledì 8 agosto 2007
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spielberg ha creato solo propaganda in questo film
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questo è un film per menti ottuse che cadono nelle grinfie della propaganda americana dato che si credono loro di essere i migliori e i piu buoni del mondo da come si ritraggono i soldati americani.certo la maggioranza dell'esercito tedesco era composto da criminali e pazzi carnefici o da uomini di famiglia usciti di testa dopo le stragi della guerra che compievano atrocità senza motivo,ma non per questo spielberg doveva\ ritrarli come degli stupidi che si fanno massacrare.inoltre ho odiato parecchio il SOLDATO AMERICANO CHE FACEVA L'INTERPRETE CON I TEDESCHI e dapprima cerca di salvare il nazista che al mulino a vento con la mitragliatrice ha ucciso uno dei suoi compagni.mentre gli altri suoi commilitoni del gruppo tranne tom hanks volevano trucidarlo.
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questo è un film per menti ottuse che cadono nelle grinfie della propaganda americana dato che si credono loro di essere i migliori e i piu buoni del mondo da come si ritraggono i soldati americani.certo la maggioranza dell'esercito tedesco era composto da criminali e pazzi carnefici o da uomini di famiglia usciti di testa dopo le stragi della guerra che compievano atrocità senza motivo,ma non per questo spielberg doveva\ ritrarli come degli stupidi che si fanno massacrare.inoltre ho odiato parecchio il SOLDATO AMERICANO CHE FACEVA L'INTERPRETE CON I TEDESCHI e dapprima cerca di salvare il nazista che al mulino a vento con la mitragliatrice ha ucciso uno dei suoi compagni.mentre gli altri suoi commilitoni del gruppo tranne tom hanks volevano trucidarlo.poi lo rincontra per caso nella battaglia finale dove non ha il coraggio di proseguireri il combattimento e lascia uccidere un suo amico proprio dallo stesso tedesco dl mulino a vento .cosi pensa bene di sparargli quando ormai si è arreso alla fine del film e lo ha fatto mettere in fila a mani alzate insieme agli altri tedeschi.HO TROVATO QUESTO SOLDATO DECISAMENTE UN CODARDO E UNO STUPIDO DATO CHE DAPPRIMA FA LA FEMMINUCCIAA E POI HA IL CORAGGIO DI SPARARGLI A SANGUE FREDDO
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[+] al sergente
(di nico)
[ - ] al sergente
[+] una diversa interpretazione
(di liesl<89>)
[ - ] una diversa interpretazione
[+] hanno ragione
(di klaus von rommel)
[ - ] hanno ragione
[+] ma che dici???
(di il naufrago)
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patt
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lunedì 29 gennaio 2007
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patetico
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A parte Il pezzo che riguarda lo sbarco, che è molto realistico, il resto del film è "una boiata pazzesca", è il solito demente film americano dove una squadra vince la guerra da sola, con il classico finale da "arrivano i nostri".
I tedeschi sono dipinti come stupidi, incapaci, brutti e malvagi, mentre i soldati americani sono belli, hanno gli occhi azzurri e pregano Dio. Quando assaltano una collinetta dove c'è una MG con 3 tedeschi, subiscono una perdita ed espugnano la postazione, nella realtà anche il più scalcinato soldato li avrebbe segati tutti senza problemi. Patetico quando il cecchino colpisce il tedesco nel canocchiale, per non dire quando assaltano il semicingolato con un razzo da spalla visto che era un mezzo scoperto.
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A parte Il pezzo che riguarda lo sbarco, che è molto realistico, il resto del film è "una boiata pazzesca", è il solito demente film americano dove una squadra vince la guerra da sola, con il classico finale da "arrivano i nostri".
I tedeschi sono dipinti come stupidi, incapaci, brutti e malvagi, mentre i soldati americani sono belli, hanno gli occhi azzurri e pregano Dio. Quando assaltano una collinetta dove c'è una MG con 3 tedeschi, subiscono una perdita ed espugnano la postazione, nella realtà anche il più scalcinato soldato li avrebbe segati tutti senza problemi. Patetico quando il cecchino colpisce il tedesco nel canocchiale, per non dire quando assaltano il semicingolato con un razzo da spalla visto che era un mezzo scoperto. Una cosa realistica è quando tirano con il bazooka contro il fronte del Tigre ma non lo bucano, ma i Tigre erano forniti SOLO alle migliori truppe d'elite, che non farebbero MAI entrare dei carri in un paese senza prima avere mandato squadre di fanteria in ricognizione o comunque non avanzerebbero senza copertura ai fianchi. Inoltre anche un caporale, entrando in un paese presidiato dal nemico, come prima cosa tirerebbe giù il campanile.
In poche parole, questo film è un pacco patetico.
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[+] ...
(di alex)
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[+] hai ragione anche se è sempre un ottimo film
(di novoli 1986)
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