adriana franca
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martedì 28 novembre 2023
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molto bello
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Bellissimo film, ottimamente interpretato da grandi attori.. ogni volta che lo rivedo ..un' emozione..
L'ho visto anche in lingua originale, devo dire anche meglio rispetto al doppiaggio in italiano.
Sara' che mi piacciono i film d'epoca...
Anche i costumi sono meravigliosi.. bello bellissimo..👏👏👏👏
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solvsrf
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martedì 11 dicembre 2018
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revisione...della impercettibile storiella e film.
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questo sembra un classicone, un film sogno
tipo fiaba, sembra esserci un re
sottosviluppato e di rimpiatto nelle mura del regno,
e uno maldestro e villanone, tutte le genti a
corte non sanno del re di soppiatto, che
per volere del regno ha addosso una maschera d'acciao,
il villanone sembra deambulare con maleintezione nonchè
autoritarismo deprecabile, e le genti
non sanno del re di più manierismo,
quando loro si trovavano chissàdove e a fare
chissàcchè, il re sbalordendo il
fregolio e metodismo superficiale e di
corte, e di sua iniziativa e inventiva ha lanciato
il benessere del regno, nel modo migliore che si
fosse visto, poi, per cause surreali e assurde, il re
si trovò un pò perseguitato e con la maschera, però i
moschettieri non accettando come
se niente fosse la cosa.
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questo sembra un classicone, un film sogno
tipo fiaba, sembra esserci un re
sottosviluppato e di rimpiatto nelle mura del regno,
e uno maldestro e villanone, tutte le genti a
corte non sanno del re di soppiatto, che
per volere del regno ha addosso una maschera d'acciao,
il villanone sembra deambulare con maleintezione nonchè
autoritarismo deprecabile, e le genti
non sanno del re di più manierismo,
quando loro si trovavano chissàdove e a fare
chissàcchè, il re sbalordendo il
fregolio e metodismo superficiale e di
corte, e di sua iniziativa e inventiva ha lanciato
il benessere del regno, nel modo migliore che si
fosse visto, poi, per cause surreali e assurde, il re
si trovò un pò perseguitato e con la maschera, però i
moschettieri non accettando come
se niente fosse la cosa... prima lo liberano
poi disinnescano il villano malfattore e i suoi
seguaci, e ridonano al re mascherato il suo regno, la storia
sembra di gran divertimento assoluto,
e la colpevolezza o specie di crudeltà del re di manierismo è
se vogliamo il presentarsi senza saper far
nulla alla dama del re, che lo guarda condonandogli tutte
le caxxate che fa e che ha fatto... ha comunque molte
scenette action con huomor costumi del caso
sembrano rendere valore assoluto al film di piacimento classico.
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costanza
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giovedì 26 aprile 2018
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uno per tutti tutti per uno
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all' inizio edel fim si vede portos entrare nella cattedrale del suo amico prete ed ex moschettiere aramis. subito dopo etra d'artagnan che dice all' amico aramis che il re lo vuole vedere. andando via portos chiama d'artagnan dicendo tuuti per uno e uno per tutti. raoul figlio di hatos vuole diventare un moschettiere,come il padre. ma viene messo in prima linea in guerra e viene ucciso durante un assedio. hos dopo aver saputo la notizia della morte del figlio da per traditore al suo amico d'artagnan. alla fine d' artagnan nel tentativo di prottegere filippo, viene pugnalato a morte dal figlio di luigi. e cosi d'artagnan muore tra le braccia del sua migliore amico hatos.
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all' inizio edel fim si vede portos entrare nella cattedrale del suo amico prete ed ex moschettiere aramis. subito dopo etra d'artagnan che dice all' amico aramis che il re lo vuole vedere. andando via portos chiama d'artagnan dicendo tuuti per uno e uno per tutti. raoul figlio di hatos vuole diventare un moschettiere,come il padre. ma viene messo in prima linea in guerra e viene ucciso durante un assedio. hos dopo aver saputo la notizia della morte del figlio da per traditore al suo amico d'artagnan. alla fine d' artagnan nel tentativo di prottegere filippo, viene pugnalato a morte dal figlio di luigi. e cosi d'artagnan muore tra le braccia del sua migliore amico hatos. filippo si si mette a piangere sopra il corpo del padre morto. in ricordo del grande d'artagnan UNO PER TUTTI TUTTI PER UNO!!!!
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shingo tamai
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giovedì 3 novembre 2016
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moschettieri per sempre
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Ricordo sempre con piacere questa pellicola anche se non la considero come un capolavoro intramontabile.
Di certo aiutano la visione un cast di altissimo livello e la figura mitologica dei quattro moschettieri ,da sempre nei cuori di ognuno di noi.
Ottimi costumi, ritmo frenetico e pochissimi momenti di noia.
Il punto debole risiede,a mio avviso,in una trama davvero vicina ad una soap opera di medio livello,con amori e figli segreti,eccessivi colpi di scena ed improbabili e repentini ribaltamenti di situazioni.
Anche i due gemelli non convincono pienamente, uno è troppo crudele,l'altro troppo innocente.
Fortunatamente l'azione pura ed oserei dire la simpatia prendono il sopravvento sui limiti da me accennati,basterebbe ad esempio concentrarsi sull'interpretazione del mitico Depardieu per sentirsi gratificati emotivamente.
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Ricordo sempre con piacere questa pellicola anche se non la considero come un capolavoro intramontabile.
Di certo aiutano la visione un cast di altissimo livello e la figura mitologica dei quattro moschettieri ,da sempre nei cuori di ognuno di noi.
Ottimi costumi, ritmo frenetico e pochissimi momenti di noia.
Il punto debole risiede,a mio avviso,in una trama davvero vicina ad una soap opera di medio livello,con amori e figli segreti,eccessivi colpi di scena ed improbabili e repentini ribaltamenti di situazioni.
Anche i due gemelli non convincono pienamente, uno è troppo crudele,l'altro troppo innocente.
Fortunatamente l'azione pura ed oserei dire la simpatia prendono il sopravvento sui limiti da me accennati,basterebbe ad esempio concentrarsi sull'interpretazione del mitico Depardieu per sentirsi gratificati emotivamente.
Dunque anche se in maniera molto originale, i "nostri" quattro moschettieri sono sempre forieri di una nobiltà interiore che va sempre sottolineata e non mi resta che consigliarne la visione nell'ennesimo rifacimento.
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solversrf
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domenica 3 aprile 2016
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ferro e tante avventure divertimento e spettacolo.
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così narrandosi abbiamo una specie di proiezione anche se parzale
della trama, un re beniamino delle genti, censurato nel
territorio popolare, e in molte tenute di cui il popolo
si fregiava, con stendardi giallarancidi ecc ecc, più
dunque di un filmi tv, ecc ecc, con lo pseudoprofittando degli
improbi maldicenti nonchè tentando con
e per quell'inerzia surrogata di non natura
e frutti del loro folle piano; tanto da costringere così
i moschettieri alle rappresaglie per difendersi da
vili delle guardie non al servizio del re, che per qualche momento
si vede costretto a imbarazzanti balli e piroette con altrettanto
deplore dell'incoronata, non conoscendo le rispettive abitudini,
oltre a considerare qualche seppur spiacevole discorso del re,
riflettendo.
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così narrandosi abbiamo una specie di proiezione anche se parzale
della trama, un re beniamino delle genti, censurato nel
territorio popolare, e in molte tenute di cui il popolo
si fregiava, con stendardi giallarancidi ecc ecc, più
dunque di un filmi tv, ecc ecc, con lo pseudoprofittando degli
improbi maldicenti nonchè tentando con
e per quell'inerzia surrogata di non natura
e frutti del loro folle piano; tanto da costringere così
i moschettieri alle rappresaglie per difendersi da
vili delle guardie non al servizio del re, che per qualche momento
si vede costretto a imbarazzanti balli e piroette con altrettanto
deplore dell'incoronata, non conoscendo le rispettive abitudini,
oltre a considerare qualche seppur spiacevole discorso del re,
riflettendo... però sul perpetrare e riperpetrare di
tale discorso, non più amichevole
e di quel nemico amichevole forse e che allora non ha
niente a che pretendere per cui e neanche il
farsi scalare per quei proletariati che
non danno qualsiasi diritto, specie
per disperdere sè senza responsabilità nei
confronti del popolo della nazione e di un regno qualsivoglia, però
poi e per fotuna il talento migliore e il buon senno svelano in parte
quell'arcano con qualche arresto loro malgrado e alcune
condanne popolane per due figure se non di più le quali
praticavano finte iniezioni di fiducia dimostrando che tante
imprecazioni forse non sembravano del tutto sbagliate, altresì il
senso del più corretto e possibile sistema coadiuvato dal conoscere
e da ambedue le parti quel popolo che ne vuole essere parte ridonano splendore
rendendo invisibile quelle banalità e superficialità
per le quali la fantasia è spesso in grado di fornire
e per tali motivi, ciascuno pensa d'essere altrettanto chissàchi, ottimo,
con quel ending happy di divertimento e un film plorevole e al
passo con holliwood e più di favolette di non molto cospicuo spettacolo.
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toty bottalla
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sabato 6 febbraio 2016
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leggenda, fantasia e sospetto in un bel film!
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Una storia dal fascino contagioso ambientata durante il regno di Luigi XIV fantasia, sentimento e azione sotto l'ottima direzione di Randall Wallace che può contare su ottimi attori come: Irons, Byrne, Malkovich e Depardieu, c'è anche Di Caprio che è molto espressivo specialmente dietro la maschera, beh! una lacuna non da poco tuttavia, il film è godibile e spettacolare anche quando risulta poco credibile in alcuni frangenti, ottime sono la colonna sonora e la fotografia, importantissimo anche il doppiaggio italiano, voci e interpretazioni straordinarie Gammino su tutti, un film che rivedi volentieri nel tempo. Saluti.
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cinemalove
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martedì 24 marzo 2015
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robusto
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Si potrebbero trarre almeno 3 storie diverse da questo film e solitamente, quando uno ne presenta così tante, difficilmente esce un bel prodotto. Non è questo il caso, Wallace è abile a non intrecciare su di loro le vicessitudini dei protagonisti portando la storia al suo finale senza problemi. Godibile e ben realizzato, un ottimo Di Caprio
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great steven
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giovedì 25 dicembre 2014
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2 fratelli separati, 4 moschettieri & una regina.
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LA MASCHERA DI FERRO (USA, 1998) diretto da RANDALL WALLACE. Interpretato da LEONARDO DICAPRIO, GABRIEL BYRNE, GERARD DEPARDIEU, JOHN MALKOVICH, JEREMY IRONS, ANNE PARILLAUD, JUDITH GODRECHE
Le vicende della Maschera di ferro attingono le proprie radici da Il visconte di Bragelonne (1850), il quale, con Vent’anni dopo (1845), chiude la trilogia romanzesca di Alexandre Dumas padre. Questa storia è stata già portata sullo schermo per quattro volte (1929, 1939, 1976 a Hollywood e 1978 in Austria). L’azione prende il suo avvio nel 1662: morto il cardinale italiano Giulio Mazzarino, il Re Luigi XIV ha da un anno assunto il regno della Francia in prima persona, e governa, pur nell’interesse della nazione, da autentico despota, emanando leggi che favoriscono esclusivamente i governanti e danneggiando il numeroso popolo, che vive a forza di stenti e soffre la fame.
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LA MASCHERA DI FERRO (USA, 1998) diretto da RANDALL WALLACE. Interpretato da LEONARDO DICAPRIO, GABRIEL BYRNE, GERARD DEPARDIEU, JOHN MALKOVICH, JEREMY IRONS, ANNE PARILLAUD, JUDITH GODRECHE
Le vicende della Maschera di ferro attingono le proprie radici da Il visconte di Bragelonne (1850), il quale, con Vent’anni dopo (1845), chiude la trilogia romanzesca di Alexandre Dumas padre. Questa storia è stata già portata sullo schermo per quattro volte (1929, 1939, 1976 a Hollywood e 1978 in Austria). L’azione prende il suo avvio nel 1662: morto il cardinale italiano Giulio Mazzarino, il Re Luigi XIV ha da un anno assunto il regno della Francia in prima persona, e governa, pur nell’interesse della nazione, da autentico despota, emanando leggi che favoriscono esclusivamente i governanti e danneggiando il numeroso popolo, che vive a forza di stenti e soffre la fame. Al suo servizio non ci sono più i tre moschettieri Aramis, Portos e Athos (il primo dei tre si è fatto abate, il secondo è visibilmente invecchiato e ingrassato e ha appetiti sessuali molto gaudenti, mentre il terzo ha un figlio soldato, Raoul, che spera di rivedere presto), ma D’Artagnan non demorde e continua a servire il sovrano. Il trio però è a conoscenza dell’esistenza di un fratello segreto del Re Sole, imprigionato fin dalla nascita nei bassifondi fognari di Versailles con una maschera metallica che gli copre interamente la faccia, permettendogli solo di vedere e respirare. Decidono dunque di liberarlo e di rimpiazzarlo al feroce e tirannico fratello gemello, insegnandogli le sue maniere e i suoi modi altezzosi di comportarsi. Le cose prenderanno una cattiva piega quando il sovrano scoprirà la tresca ai suoi danni, ma la sostituzione avrà comunque successo, dopo una serie di battaglie, sia imperiali che militaresche. Come regista, Wallace non fa molto di più che dirigere il traffico di un film in cappa e spada come molti altri, ma da sceneggiatore sfodera un’impudenza capace di rivaleggiare con quella di Dumas, indimenticato scrittore francese di capolavori immortali. L. DiCaprio, il buono e il cattivo della favola, gioca con soffice disinvoltura le sue carte gemellari. Ma il merito principale e determinante va al trio dei moschettieri in pensione, invecchiati ma sempre in gamba: Malkovich si distingue per tranquillità, flemma e carisma indistruttibile; Depardieu, grazie anche alla sua fisicità goffa e simpatica, risulta istrionico e buffo oltre ogni dire (specialmente nella scena in cui tenta maldestramente di impiccarsi); Irons, infine, è il più pacato e introverso del terzetto, che però sa dimostrare un coraggio fuori dal comune nei momenti critici. Byrne (un D’Artagnan relativamente sottotono ma comunque efficace finché il copione glielo consente) se la cava con egregia spavalderia, pur senza dimenticare il suo attaccamento ligio e oneroso ai doveri di guardia del corpo. Oltre a raccontare le vicende del gemello sconosciuto e segregato del re, i generosi intrighi del neo-religioso Aramis per liberarlo dal carcere e dalla maschera di ferro, i conflitti fra D’Artagnan e i suoi amici (per cui il tempo non sembra essere passato, considerando la loro immutata esperienza e dimestichezza con le armi), le patetiche peripezie di Athos e dell’amato figlio partito per la guerra, Wallace centra il bersaglio con un’idea decisiva e sorprendente: Luigi XIV non è figlio del defunto Luigi XIII, ma di D’Artagnan, che da sempre ama, contraccambiato, la regina Anna. Si avverte purtroppo la mancanza della lasciva Milady, giustiziata molti anni prima (come si viene a sapere dai dialoghi) dai prodi eroi. Non ha i numeri per decretare un capolavoro, questo film d’azione e storico contemporaneamente, ma sa mescolare i generi con un gusto della contaminazione abbastanza inusuale e per questo anche originale e spiazzante, per certi versi. Lode anche al montaggio, alla fotografia e soprattutto ai sontuosi costumi, che riproducono molto fedelmente gli abiti in uso alla sfarzosa reggia di Versailles. L’impudenza, l’arroganza e gli atteggiamenti prepotenti del Re Sole sono evidenziati con un autocompiacimento in parte egoistico ma che funziona a dovere nei panni della fucina di un carattere malvagio, sadico e prepotente. Consigliabile agli studenti che stanno affrontando la storia francese del XVII secolo e agli appassionati dei romanzi ottocenteschi che raccontano le avventure un po’ picaresche e magniloquenti accadute due secoli prima.
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trammina93
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sabato 9 agosto 2014
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spettacolare e sempre bello da rivedere
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Avrò visto questo film almeno cinque volte, eppure ancora a distanza di anni mi piace riguardarlo. La trama è molto interessante. Ben fatta l'ambientazione regale nella Francia seicentesca con Luigi XIV interpretato da un perfido e ben calato nella parte Leonardo Di Caprio. Bello l'affiancamento dei moschettieri. Vari sono i colpi di scena: scoprire chi è il capo dei Gesuiti, vedere come i moschettieri non siano uniti perchè D'Artagnan la pensa diversamente dagli altri giurando eterna fedeltà al re per quanto dispotico e poi sul finire si scoprirà perchè gli porta così tanta fedeltà e sarà molto stupefacente. Ovviamente ciò che desta stupore per quasi metà film sono le scene in cui si vede un prigioniero in carcere con una maschera di ferro.
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Avrò visto questo film almeno cinque volte, eppure ancora a distanza di anni mi piace riguardarlo. La trama è molto interessante. Ben fatta l'ambientazione regale nella Francia seicentesca con Luigi XIV interpretato da un perfido e ben calato nella parte Leonardo Di Caprio. Bello l'affiancamento dei moschettieri. Vari sono i colpi di scena: scoprire chi è il capo dei Gesuiti, vedere come i moschettieri non siano uniti perchè D'Artagnan la pensa diversamente dagli altri giurando eterna fedeltà al re per quanto dispotico e poi sul finire si scoprirà perchè gli porta così tanta fedeltà e sarà molto stupefacente. Ovviamente ciò che desta stupore per quasi metà film sono le scene in cui si vede un prigioniero in carcere con una maschera di ferro. Quando si scoprirà che il prigioniero è un gemello del re il film aumenta di più col suo ritmo incalzante e si fa sempre più interessante. Il film dura parecchio, 129 minuti ma scorrono via veloci. Ti interessa vedere in atto il piano ideato dai moschettieri di sostituire il re. Vari fronti sono stati affrontati nel film, non solo politico ma c'è anche il versante amoroso con Luigi che col potere tenta di accalappiarsi Christine e D'Artagnan che ama la regina Anna, madre di Luigi. Il piano verrà attuato nonostante qualche difficoltà per poi arrivare ad un finale in parte tragico ma anche giusto. Punto di forza enorme del film è ovviamente il cast. Non si può dire nulla di negativo su Leonardo Di Caprio. E' stato bravissimo, nonostante la sua giovinezza ha dimostrato tanto talento nel calarsi in due ruoli molto diversi l'uno dall'altro, l'uno dispotico, crudele, egoista, violento, avido e l'altro selvaggio ma buono di cuore, debole. I moschettieri sono stati tutti eccezionali, sia Porthos (Gerard Depardieu) nel suo essere bizzarro e molto carnale, sia Athos (Malkovich) nel suo essere buono ma allo stesso tempo vendicativo dopo la morte del figlio, lo spirituale Aramis (Jeremy Irons) ed anche D'Artagnan (Gabriel Byrne) che odi per il suo servilismo ma sul finire arrivi ad apprezzare persino lui. Magati tutti i film storici o comunque di costume fossero così interessanti, invece ti tocca spesso subire film lenti e noiosissimi intrisi di ore ed ore di dialoghi politici!
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mati :d
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martedì 22 luglio 2014
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voi avete il cuore di un re
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La maschera di ferro si tratta di un ottimo film, diretto da Randall Wallace, che vede riuniti attori del calibro di Irons, Depardieu, Malkovich, e non ultimo per talento, DiCaprio. Anzi è proprio quest'ultimo, a mio avviso, a fornire l'interpretazione migliore, dovendo recitare in ben due ruoli contemporaneamente. La forza, il senso dell'onore e della lealtà vengono sprigionati continuamente da questo film, che unisce in se amore e battaglia, riportandoci indietro nel tempo, in un'epoca e una terra diverse. I numerosi intrighi e le verità nascoste che vengono a galla una alla volta, tengono lo spettatore incollato allo schermo, incantato anche dai sontuosi costumi della corte francese.
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La maschera di ferro si tratta di un ottimo film, diretto da Randall Wallace, che vede riuniti attori del calibro di Irons, Depardieu, Malkovich, e non ultimo per talento, DiCaprio. Anzi è proprio quest'ultimo, a mio avviso, a fornire l'interpretazione migliore, dovendo recitare in ben due ruoli contemporaneamente. La forza, il senso dell'onore e della lealtà vengono sprigionati continuamente da questo film, che unisce in se amore e battaglia, riportandoci indietro nel tempo, in un'epoca e una terra diverse. I numerosi intrighi e le verità nascoste che vengono a galla una alla volta, tengono lo spettatore incollato allo schermo, incantato anche dai sontuosi costumi della corte francese. Il giovane DiCaprio mostra qui tutta la sua bravura, nel freddo e spietato Luigi sfodera uno sguardo di ghiaccio e un'espressione altera e a volte quasi spaventata dal suo stesso ruolo di re. Ma nell'interpretare il gemello Filippo ecco che ci svela uno sguardo colmo di gentilezza e "il cuore di un re", per citare ciò che gli dice Athos. In ultimo, la conclusione è davvero emozionante, con la rivelazione della paternità di D'Artagnan e la caduta della sua maschera, non quella di ferro, ma una ben più profonda nell'animo.
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