Elisabetta Viti
Sentieri Selvaggi
Un po' brutto anatroccolo, un po' gabbiano Jonathan Livingston: la crescita come scoperta dell'alterità (la propria, l'altrui) e coraggio di essere questo sé scoperto attraverso e malgrado l'altro. Catapultando le avventure pennute di Andersen e Bach sulla scena di un mondo immondezzaio che solo i ragazzini potranno, ancora una volta (dopo Elsa Morante, ma anche dopo Francesco de La freccia azzurra e prima di Momo), salvare. Per l'esattezza una ragazzina: unica tra gli umani in grado di comunicare con gli animali - ossia sentire e rispondere al grido di aiuto della natura - con buona pace per tutti i detrattori di Greta Thunberg e compagni. [...]
di Elisabetta Viti, articolo completo (5715 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 21 marzo 2019