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domenica 27 febbraio 2022
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vecchia idea, nuovo adattamento … così così
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La pellicola prende ispirazione da una serie di racconti per bambini che era stata portata sul grande schermo già negli anni sessanta da Richard Fleischer, con il grande Rex Harrison nella parte del protagonista. Questa nuova versione, diretta dalla modesta Betty Thomas, ha ben poco in comune sia con il film precedente, che con le opere letterarie: si può dire in sostanza che ne conservi solo il nome del protagonista e la straordinaria prerogativa di quest’ultimo che è quella di saper parlare con gli animali; idea intorno alla quale si sviluppa tutta la storia.
Per mettere in scena in modo innovativo questa vecchia idea, viene scelto Eddie Murphy che dopo lo straripante successo riscosso negli anni ’80, nel decennio successivo era riuscito a rimanere ancora sulla breccia partecipando ad alcune pellicole a metà tra la commedia ed il comico, incentrate sulla verve del simpatico attore di colore.
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La pellicola prende ispirazione da una serie di racconti per bambini che era stata portata sul grande schermo già negli anni sessanta da Richard Fleischer, con il grande Rex Harrison nella parte del protagonista. Questa nuova versione, diretta dalla modesta Betty Thomas, ha ben poco in comune sia con il film precedente, che con le opere letterarie: si può dire in sostanza che ne conservi solo il nome del protagonista e la straordinaria prerogativa di quest’ultimo che è quella di saper parlare con gli animali; idea intorno alla quale si sviluppa tutta la storia.
Per mettere in scena in modo innovativo questa vecchia idea, viene scelto Eddie Murphy che dopo lo straripante successo riscosso negli anni ’80, nel decennio successivo era riuscito a rimanere ancora sulla breccia partecipando ad alcune pellicole a metà tra la commedia ed il comico, incentrate sulla verve del simpatico attore di colore. Murphy, da beniamino molto apprezzato del grande pubblico, garantisce il successo della pellicola (che avrà anche un numero due con lo stesso protagonista e ulteriori seguiti con nuovi interpreti), ma pare anche sacrificato in una parte che non gli consente di esprimere tutta la sua straripante comicità, come invece aveva fatto in pellicole quali “Il professore matto” di soli due anni prima.
La differenza con film come il già citato “Il professore matto”, è che se in quel caso il protagonista era Murphy con le sue capacità di trasformista e la sua comicità travolgente, qui invece la principale attrazione sono gli animali parlanti, il cui utilizzo consente di mettere in scena uno spettacolo sicuramente molto gradevole, ma anche molto bambinesco ed edulcorato, che non strappa grasse risate al pubblico più adulto.
Azzeccata l’idea di assegnare il doppiaggio di alcuni animali a personaggi famosi, sia nella versione italiana che in quella originale, come anche quella di adoperare inflessioni particolari che si riferiscono a dialetti regionali o locali.
Si ricorda la partecipazione al film del vecchio Ossie Davis, dell’ancora poco affermato Paul Giamatti e di alcuni simpatici e famosi caratteristi come Oliver Platt, Peter Boyle e Jeffrey Tambor.
Il film nel complesso è piacevole ma non irresistibile: si ha l’impressione che dall’idea degli animali parlanti si potesse ricavare qualcosa di più.
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