paleutta
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venerdì 16 novembre 2007
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via d'uscita
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il film è originalissimo per l'ambientazione claustrofobica, lo sviluppo della vicenda e la situazione. Se si pensa che il set nel quale è stato girato era composto da un unica stanza e da un unico passaggio si apprezza ancor di più il lavoro del regista. Forse la cosa che fà un pò acqua è proprio la morale del film, quasi banale. Tutti i personaggi coinvolti avevano degli scheletri nell'armadio, delle cattiverie più o meno celate nelle loro coscienze.Tutti meno uno: lo scemo del gruppo. L'unico "puro" anche perchè non essendo in grado di intendere e volere era l'unico a non aver mai fatto del male a qualcuno in modo consapevole.Ed è l'unico ad uscire indenne dal mortale labirinto. Beh un pò scontato.
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il film è originalissimo per l'ambientazione claustrofobica, lo sviluppo della vicenda e la situazione. Se si pensa che il set nel quale è stato girato era composto da un unica stanza e da un unico passaggio si apprezza ancor di più il lavoro del regista. Forse la cosa che fà un pò acqua è proprio la morale del film, quasi banale. Tutti i personaggi coinvolti avevano degli scheletri nell'armadio, delle cattiverie più o meno celate nelle loro coscienze.Tutti meno uno: lo scemo del gruppo. L'unico "puro" anche perchè non essendo in grado di intendere e volere era l'unico a non aver mai fatto del male a qualcuno in modo consapevole.Ed è l'unico ad uscire indenne dal mortale labirinto. Beh un pò scontato...cmq un film notevole nel suo genere.
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shining
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mercoledì 14 luglio 2010
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ansia per tutto il film!
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Magnifico thriller psicologico canadese. Una trama originale e avvincente, un costante sprofondare verso la pura pazzia, vedremo ogni protagonista trasformare in quello che è veramente: un animale che risponde unicamente alle leggi della sopravvivenza. Un enorme cubo di rubik che periodicamente si muove, ansia e tensioni costanti, interpretazioni discrete.. Bel lavoro!!
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giugy3000
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mercoledì 27 ottobre 2010
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dentro o fuori e' lo stesso
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Soli 350.000 dollari, un'idea geniale e raffinata, una regia corposa e ben salda retta da attori semi-sconosciuti di una bravura immensa, formano un piccolo grande capolavoro della cinematografia che non ha nulla da invidiare al ben più celebre e fortunato (purtroppo)universo di Matrix o al terrore adrenalinico della saga di SaW-L'enigmista.
Rcordando un po' la trama della "Metamorfosi" di Franz Kafka, sei anime perdute e spogliate di ogni avere si ritrovano catapultate in una stanza cubica senza sapere il come e il perchè vi sono entrate, .Uniche "certezze"esperibili: lo spazio che li racchiude è un susseguirsi di altrettante stanze a forma cubica che possono o meno racchiudere sofisticatissime trappole mortali.
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Soli 350.000 dollari, un'idea geniale e raffinata, una regia corposa e ben salda retta da attori semi-sconosciuti di una bravura immensa, formano un piccolo grande capolavoro della cinematografia che non ha nulla da invidiare al ben più celebre e fortunato (purtroppo)universo di Matrix o al terrore adrenalinico della saga di SaW-L'enigmista.
Rcordando un po' la trama della "Metamorfosi" di Franz Kafka, sei anime perdute e spogliate di ogni avere si ritrovano catapultate in una stanza cubica senza sapere il come e il perchè vi sono entrate, .Uniche "certezze"esperibili: lo spazio che li racchiude è un susseguirsi di altrettante stanze a forma cubica che possono o meno racchiudere sofisticatissime trappole mortali.
Ogni personaggio sembra essere una pedina indispensabile al gioco malefico di lotta alla sopravvivenza in cui sono paralizzati: una dottoressa nubile, una studentessa modello di matematica, un poliziotto dalle maniere pesanti, un ritardato mentale, un ladro specializzato in evasioni e...uno dei partecipanti alla costruzione dell'involucro esterno del cubo. Tutti protagonisti travagliati da un psiche tutt'altro che serena e tutti convinti, chi per un modo chi per un altro, che alla fonte del loro incubo vi sia qualcosa o qualcuno di terribilmente potente: il governo, un Dio tutt'altro che misericordioso, gli alieni, i dilemmi della matematica o semplicemente un altro uomo comune e mortale come loro. La vicenda parrebbe una testimonianza vivace del detto hobbesiano <<Homo homini lupus>> dove la lotta per la vita supera egosticamente quella della dignità umana, ma non deve e non può essere tutto qui. Se da un lato il misterioso cubo risponde perfettamente ai dettami delle leggi matematiche dei numeri primi, delle potenze e della legge di Cartesio, dall'altro lato è la costruzione più indefinita, incerta e paradossale dell'intera storia dell'umanità. Guardare avanti, dritto con i propri occhi e smettere di cercare un'uscita che non c'è o perpetrare nello scopo di vedere nuovamente la luce del sole? La chiave sta in noi stessi, noi e solo noi siamo il nostro nemico, la prospettiva con il quale guardiamo le cose sarà la risposta a quest'avventura proibitiva per ogni tipo di intelletto sano. E difatti sarà l'unica mente per certi aspetti "malata" a trovare la soluzione all'intrigo a quattro lati e quattro angoli: Kazan non perde tempo in speculazioni, supposizioni o lotte interno con il resto del "branco": egli si comporta come sempre nella sua natura limitata e finita...gli scappa la pipì per la paura, ha bisogno di una carezza di conforto, vorrebbe le sue caramelle e prova piacere a fare "il gioco del silenzio".
Mentre c'è chi quel mondo là fuori ha ancora voglia di azzannarlo in quanto pieno di voglia di vivere, c'è anche chi non vede motivo di esistenza fuori da quel labirinto di trappole e non vede differenza tra la stupidità umana che regna dentro il cubo e l'orizzonte esterno. Penso che nessuna battuta sia però più azzeccata e significativa di quella finale di Leaven : "anche se pure là fuori è un incubo vale la pena di saperci convivere".
Un esempio commovente, strabiliante e ingegnosamente pensato (ottima tutta la parte ingegnieristica delle "leggi interne" del cubo) che sfiora e supera la vetta della perfezione su ogni livello semantico, seppur solo e sempre accennato. Sarà stato solo un sogno?La luce che si vede fuori dal Cubo è la testimoniaza di essere tornati alla realtà mondana?Un dubbio iperbolico attanagliante ci divora e ci ricorda solo che l'unica certezza è quella del nostro esistere.
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loryjjj
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giovedì 7 agosto 2014
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la solita storia ..
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Tra i registi con poco budget va di moda rinchiudere 6 persone in un labirinto. Fa sempre effetto come storia. Poi c'è chi ci riesce, vedi saw e chi, invece, non capisce neanche quello che ha appena scritto. Questa è la storia del nostro regista. 6 persone si svegliano in un labirinto di stanze cubiche, e cercano di scappare, ma attenzione, perchè in molto stanze ci sono trappole mortali, così mortali che solo 1 di loro morirà per queste...quindi se volete vedere uno splatter, cambiate film. I 6, che ormai sono 5, cercano di capire una soluzione all'enigma, c'è chi lo va stando sdraiato, chi lo fa urlando contro quello sdraiato, c'è una dottoressa veramente brava, così brava da diagnosticare down un ragazzo che urla a caso dicendo "credo sia un ritardo mentale" .
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Tra i registi con poco budget va di moda rinchiudere 6 persone in un labirinto. Fa sempre effetto come storia. Poi c'è chi ci riesce, vedi saw e chi, invece, non capisce neanche quello che ha appena scritto. Questa è la storia del nostro regista. 6 persone si svegliano in un labirinto di stanze cubiche, e cercano di scappare, ma attenzione, perchè in molto stanze ci sono trappole mortali, così mortali che solo 1 di loro morirà per queste...quindi se volete vedere uno splatter, cambiate film. I 6, che ormai sono 5, cercano di capire una soluzione all'enigma, c'è chi lo va stando sdraiato, chi lo fa urlando contro quello sdraiato, c'è una dottoressa veramente brava, così brava da diagnosticare down un ragazzo che urla a caso dicendo "credo sia un ritardo mentale" . aah brava dottoressa! non l'avrei mai detto ! Per ultima, ma forse l'unica utile, c'è una ragazza che inizialmente ripete "eh io ho una vita senza senso" , per poi accorgersi di essere una secchiona matematica che riesce a fare calcoli assurdi, riesce a ricordarsi tutto, ma non riesce a farmi capire che cavolo sta facendo..!
Il gruppo riesce a non uccidere il down che crea solo fastidio per un'ora, per poi scoprire che è un genio e li riesce a portare fuori. Ovviamente mentre cercano di uscire, litigano e si ammazzano a vicenda, lasciando in vita solo il down che si salva.... si salva? Booh! esce da una porta e finisce nel bianco, era tutto bianco..non si sa cos'è.
Il film può anche essere una metafora della vita, delle difficoltà.. ma il messaggio non arriva cavolo! Non si può vedere un film due volte, la prima per vederlo, e la seconda per capire il messaggio! Se non arriva subito, è un tentativo fallito! Cito con l'occasione un film, anche questo italiano, True love , che parla sempre di persone chiuse in un cubo, ma lì il messaggio arriva, e a fine film si continua a pensare alla malinconia che ha creato. Con The Cube ho passato la serata a cercare di capire dove fosse finito il down.
Devo dire però che il film scorre bene, perchè tra un' idiozia e un'altra , la voglia di sapere dove finisce il cubo e se c'è un'uscita c'è sempre.
Film che merita di essere visto, in streaming, o gratis.. Al cinema sarebbero soldi buttati probabilmente , ora vedrò il seguito, sperando che non sia la copia del primo con personaggi diversi.
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(di paolo salvaro)
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nick castle
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martedì 16 giugno 2009
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buon film, lasciate stare le critiche e recensite!
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In bilicop tra il fantastico e i thriller, Cube spiazzo il pubblico nel 1998, sicuramente non si era abituati a un film così. Anche se ben utilizzati gli effetti visivi digitali ci sono e si vedono(ma non così tanto...), la storia è totalmente originale e per questo il film si merita subito la sufficienza. Sicuramente più che sull'efferatezza delle scene, in cui i congegni mortali sono in atto(aspetto più grafico che narrativo), gli sceneggiatori volevano puntare sull'approfondimento psicologico, ma non riuscendoci pienamente a mio parere. Motivo la mia affermazione dicendo che i personaggi patiscono molto l'isolamento, la frustrazione, la paura e la rabbia, ma sembrano macchine(pur dicendo che non mangiano da ore sembrano non lamentarsene, pur dicendo di non riposare da ore sembrano non essere stanchi, in tutte quelle ore solo uno di loro ha bisogno di urinare).
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In bilicop tra il fantastico e i thriller, Cube spiazzo il pubblico nel 1998, sicuramente non si era abituati a un film così. Anche se ben utilizzati gli effetti visivi digitali ci sono e si vedono(ma non così tanto...), la storia è totalmente originale e per questo il film si merita subito la sufficienza. Sicuramente più che sull'efferatezza delle scene, in cui i congegni mortali sono in atto(aspetto più grafico che narrativo), gli sceneggiatori volevano puntare sull'approfondimento psicologico, ma non riuscendoci pienamente a mio parere. Motivo la mia affermazione dicendo che i personaggi patiscono molto l'isolamento, la frustrazione, la paura e la rabbia, ma sembrano macchine(pur dicendo che non mangiano da ore sembrano non lamentarsene, pur dicendo di non riposare da ore sembrano non essere stanchi, in tutte quelle ore solo uno di loro ha bisogno di urinare). Per giunta sembrano tutti in una forma fisica smagliante, in più un ragazzo ritardato(a me però è sembrato più autistico che ritardato, diversamente da quelo che affermano i protagonisti, comunque...), da che mondo e mondo non va in palestra, perciò mi risulta difficile credere che riesca a mantenersi sospeso solo usando le braccia, per di più per un bel po' di tempo. Infine, il film ha poco approfondimento della psicologia dei personaggi, non spiega realmente come sono fatti, come non spiega niente sull'origine e su chi ci sia dietro la struttura e il funzionamento del cubo, i personaggi usano "amorevoli passi di danza per strappare brandelli d'informazioni, senza doverle chiedere"(Michael Connelly).
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