alvaronefan87
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venerdì 28 dicembre 2007
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bellissimo!
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Bellissimo! Non capisco come la critica l'abbia definito "inguardabile" insieme a "Il Fantasma Dell'Opera". Asia Argento mette i brividi solo a guardarla, le sue urla nel film sono un po' troppo forti ma si sopporta comunque (già questo lo si notava in "Trauma"), le pallottole che traforano le guance delle donne strupate dal killer dovrebbero essere una citazione di "Opera" (1987). Ve lo consiglio!
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laser
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mercoledì 5 dicembre 2007
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film inconsistente
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Un pasticcio senza una trama con qualche facile (e scadente) effettaccio da macelleria. Attori risibili e sopra le righe (Asia fa proprio pena!!ma con che coraggio la mettono davanti a una telecamera mi chiedo!!), musiche soporifere, situazioni imbarazzanti e senza senso...ma dov'è l'horror? non c'è! che noia! adesso capisco perchè il film è piaciuto tanto in Francia: trattandosi quasi di una storiaccia erotica da fumettaccio di serie c i francesi ci sono andati a nozze abituati come sono ai pornazzi!!
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fausto
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domenica 25 novembre 2007
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grande dario
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un gran bel film pieno di colpi di scena... mitico !!Argento!
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leoxx
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sabato 17 novembre 2007
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triste pasticcio privo di regia
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Ma si possono dare 5 stelle a un film del genere?? Ma chi se ne frega se il film è applaudito in Francia! Va valutato nella sua struttura in sè e alla luce dell'esperienza argentiana nel suo complesso. E allora sì che vengono fuori tutti i problemi! Qui manca un'idea benchè minima di regia o di virtuosismo registico: è tutto un insieme di effettacci imbarazzanti fini a se stessi! Thriller psicologico? Come dice giustamente il caro Mereghetti si tratta di un triste e sconclusionato Psyco trasteverino!!Sveglia!!i veri film di Argento sono altri!!
[+] giusto
(di alberto s)
[ - ] giusto
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duff
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mercoledì 4 luglio 2007
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ommiodio!!!
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Credo sia possibile dire che il film non merita neanche citazione..
Recitato e diretto a dir poco scandalosamente ti pone davanti a due sole alternative: dormire o scappare.
OSCENO!!!!
Non ho più guardato film successivi (cronologicamente parlando)di Argento dopo aver avuto la sfortuna di incappare nella sindrome da terrore cinefilo.
Un insulto a tutto ciò che di buono potrebbe tirar fuori il cinema italiano se solo gli stessi soldi fossero dati a potenziali esordienti.
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alessandro agretti
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martedì 5 giugno 2007
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bellissimo.
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Un thriller psicologico ad altissima tensione.
Dario Argento torna con "La sindrome di Stendhal" un'altro capolavoro.
Soprattutto un super applauso Ad Asia Argento, che è stata bravissima ad interpretare Anna Manni un vice-ispettore di polizia.
Nel cast anche Alfedo(Thomas Kretschmann), che veste i panni di uno stupratore di donne ricercato dalla polizia.
Micische firmate da Ennio Morricone.
Complimenti a Dario Argento.
[+] assurdo!!
(di duff)
[ - ] assurdo!!
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charlusjackson
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venerdì 25 maggio 2007
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l'io, l'inconscio, l'arte
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In Francia questo film è considerato modello assoluto di thriller psicologico. Ma qui, si sa, siamo in Italia, dominati dal morettismo, dalla poesia (?) impegnata, dal materialismo più crudo, e un film di Argento (un autore che, udite udite, in pieni fermenti anni Ottanta-Novanta, i "Cahiers du Cinema" hanno proclamato il più grande cineasta al mondo) per essere apprezzato deve aspettare da un minimo di 10 a un massimo di x anni. Il film nasce dalla volontà del regista di rappresentare il valore perturbante dell'arte. Lo stesso autore invita a prestare seria attenzione ai dialoghi, specie con lo psicologo. L'apertura visionaria è sfolgorante, una sublime rappresentazione della perdizione dinanzi al potere magnetico e allo squassamento interiore indotto dall'arte che esiste come anarchica espressione delle tensioni dell'Io e il suo rapporto col metafisico.
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In Francia questo film è considerato modello assoluto di thriller psicologico. Ma qui, si sa, siamo in Italia, dominati dal morettismo, dalla poesia (?) impegnata, dal materialismo più crudo, e un film di Argento (un autore che, udite udite, in pieni fermenti anni Ottanta-Novanta, i "Cahiers du Cinema" hanno proclamato il più grande cineasta al mondo) per essere apprezzato deve aspettare da un minimo di 10 a un massimo di x anni. Il film nasce dalla volontà del regista di rappresentare il valore perturbante dell'arte. Lo stesso autore invita a prestare seria attenzione ai dialoghi, specie con lo psicologo. L'apertura visionaria è sfolgorante, una sublime rappresentazione della perdizione dinanzi al potere magnetico e allo squassamento interiore indotto dall'arte che esiste come anarchica espressione delle tensioni dell'Io e il suo rapporto col metafisico. La protagonista, vittima del suo stato di devolezza, subisce le violenze di uno stupratore (la bruta realtà?)... ma dopo qualcosa in lei prende una strana direzione. Afferma che il maniaco, che lei ha ucciso, non è morto perchè è dentro di lei. In un dialogo con lo psicologo racconta una storia: un viandante chiede a un giudice se può usare la sua barca. Ma la barca era rotta e il viandante affonda. Il giudice si difende "la questione delle condizioni della barca non mi era stata posta". La protagonista sentiva di essere diventata "una persona della massa, mediocre, amorfa", ma ora si sente rinnovata. Ma porta avanti una serie di assassinii in quanto guidata dal maniaco oramai "dentro di lei". Poco prima di venire arrestata riepiloga i "doveri quotidiani" cui dovrà ottemperare. Di fronte allo slancio selvaggio dell'arte verso una dimensione assoluta, o come emersione di pulsioni mai sopite ("Il perturbante" di Freud, è la citazione più banale che si può fare) la protagonista sente su di sè il potere violentante della società come induttrice di classificazioni che imbalsamano l'Io e danno luogo all'incomunicabilità. Che si tratti di un discorso sociale (la società come impositrice) o già filosofico (il senso comune come restrittore dell'individuo entro principi di corporeità e spazio-temporalità che mentre pretendono di definire la sua identità la alterano), è lasciato all'interpretazione dello spettatore. Di fronte a tensioni di tale violenza, alla tensione - eterna - di andare oltre il proprio corpo, l'individuo rimane schiacciato (e qui il richiamo alla sequenza visionaria iniziale, dove il soffitto artisticamente decorato sembra crollare sulla protagonista).
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xxx
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giovedì 24 maggio 2007
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fuori quota
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Scusate, il film è un po' bruttino... però gli dò cinque stelle perchè non sta nè in cielo nè in terra che ha un voto complessivo peggiore di quello del Cartaio e del Fantasma dell'Opera. Questo, anche se non piace, è un film che vale la pena vedere!
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simone
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giovedì 24 maggio 2007
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peripezie dello sguardo
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Fondamentale snodo del cinema argentiano. Manifesto estetico incompiuto. Amato dalla critica estera, che lo considera uno dei massimi capolavori di Argento, disprezzato e beffeggiato dal pubblico, detestato dallo zoccolo duro degli appassionati (che salvano solo qualche eccesso di sangue). Suggestiva e originale la prima mezzora, magmatica e disturbante la parte centrale, inatteso e a tratti emozionante il finale.
Nel complesso, alto e basso si mescolano turbinosamente, in un tentativo programmatico di distruggere il cinema classico argentiano. La sindrome si perde nella trama (è solo un pretesto), ma domina la superfice sensoriale del film, languida e disturbante. Nel bene e nel male, un film unico e da vedere per curiosità.
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Fondamentale snodo del cinema argentiano. Manifesto estetico incompiuto. Amato dalla critica estera, che lo considera uno dei massimi capolavori di Argento, disprezzato e beffeggiato dal pubblico, detestato dallo zoccolo duro degli appassionati (che salvano solo qualche eccesso di sangue). Suggestiva e originale la prima mezzora, magmatica e disturbante la parte centrale, inatteso e a tratti emozionante il finale.
Nel complesso, alto e basso si mescolano turbinosamente, in un tentativo programmatico di distruggere il cinema classico argentiano. La sindrome si perde nella trama (è solo un pretesto), ma domina la superfice sensoriale del film, languida e disturbante. Nel bene e nel male, un film unico e da vedere per curiosità. Non è peggio di tanto strombazzato cinema surreale.
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(di sickboy)
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henry
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martedì 22 maggio 2007
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il peggiore film di argento
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Dopo una pessima e ridicola partenza sprezzante della verosimiglianza, questo sciocco, morboso e ambizioso thriller di Argento si trasforma in una sorta di horror semi-surreale che cambia le carte in tavola con totale disprezzo per l'intelligenza dello spettatore. Attori storditi, interpretazioni cretine (il maniaco stupratore è l'emblema dell'idiozia, mentre Asia suscita davvero impulsi omicidi a chi la guarda), banali effetti digitali appiccicati sullo schermo alla bella e meglio e musiche soporifere di Morricone (incredibile!): la noia e lo sbadiglio tengono saldamente in mano lo scettro del potere e a nulla servono le poche sequenze splatter a ravvivare l'attenzione. Sicuramente il punto più basso e sfigato del cinema argentiano che ha inaugurato il periodo buio del regista.
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Dopo una pessima e ridicola partenza sprezzante della verosimiglianza, questo sciocco, morboso e ambizioso thriller di Argento si trasforma in una sorta di horror semi-surreale che cambia le carte in tavola con totale disprezzo per l'intelligenza dello spettatore. Attori storditi, interpretazioni cretine (il maniaco stupratore è l'emblema dell'idiozia, mentre Asia suscita davvero impulsi omicidi a chi la guarda), banali effetti digitali appiccicati sullo schermo alla bella e meglio e musiche soporifere di Morricone (incredibile!): la noia e lo sbadiglio tengono saldamente in mano lo scettro del potere e a nulla servono le poche sequenze splatter a ravvivare l'attenzione. Sicuramente il punto più basso e sfigato del cinema argentiano che ha inaugurato il periodo buio del regista.
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(di joe)
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