corazzatakotiomkin
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giovedì 31 gennaio 2013
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teso, adrenalinico, intenso, esagerato.
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Il film è veramente avvincente. Tuttavia, secondo me, il finale sminuisce l'intero lavoro; mi aspettavo cinque minuti conclusivi estremamente mozzafiato, invece mi sono sembrati poco convincenti.
A mio parere con un finale differente sarebbe stato un autentico capolavoro.
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vannysax
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domenica 2 dicembre 2012
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davvero bello
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Da vedere ottima interpretazione di De Niro e Al Pacino e anche ottima regia bello non stanca anche se dura più di 2 ore.
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paride86
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domenica 21 ottobre 2012
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un cult
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Poliziesco di alta classe con un supercast e una splendida colonna sonora.
Per quello che mi riguarda non è il miglior film di Mann: sul versante del gangster-movie è perfetto, ma il filone sentimentale è un po' spoglio rispetto al resto; Diane Venora non è esattamente nella parte, mentre il personaggio di Natalie Portman avrebbe meritato più spazio.
Nel complesso è comunque un cult.
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Poliziesco di alta classe con un supercast e una splendida colonna sonora.
Per quello che mi riguarda non è il miglior film di Mann: sul versante del gangster-movie è perfetto, ma il filone sentimentale è un po' spoglio rispetto al resto; Diane Venora non è esattamente nella parte, mentre il personaggio di Natalie Portman avrebbe meritato più spazio.
Nel complesso è comunque un cult.
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osteriacinematografo
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sabato 20 ottobre 2012
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due facce della stessa medaglia
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Michael Mann è l’autore di un bel film del 1995, intitolato “Heat – La sfida”, in cui il cacciatore Pacino insegue la preda De Niro in un duello che è psicologico prima ancora che fisico, nonostante i risvolti estremamente tangibili della disputa, fatta di inseguimenti, pedinamenti e drammatiche sparatorie. E’ una caccia lunga e sfiancante, che si sviluppa senza soluzione di continuità lungo un percorso cinematografico lungo quasi tre ore..
A un certo punto della storia, il cacciatore sembra aver mollato la presa, non crederci più, e gradualmente affievolisce l’intensità del suo inseguimento, fino a dare la sensazione di arrendersi. Inoltre un dramma personale e improvviso lo travolge e allontana ulteriormente dalla sua personale ossessione.
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Michael Mann è l’autore di un bel film del 1995, intitolato “Heat – La sfida”, in cui il cacciatore Pacino insegue la preda De Niro in un duello che è psicologico prima ancora che fisico, nonostante i risvolti estremamente tangibili della disputa, fatta di inseguimenti, pedinamenti e drammatiche sparatorie. E’ una caccia lunga e sfiancante, che si sviluppa senza soluzione di continuità lungo un percorso cinematografico lungo quasi tre ore..
A un certo punto della storia, il cacciatore sembra aver mollato la presa, non crederci più, e gradualmente affievolisce l’intensità del suo inseguimento, fino a dare la sensazione di arrendersi. Inoltre un dramma personale e improvviso lo travolge e allontana ulteriormente dalla sua personale ossessione.La preda pare salva, al sicuro. E’ in auto con la donna che ha deciso improvvisamente di amare, e un aereo lo attende per la fuga definitiva in Nuova Zelanda. Ma sono sufficienti un nome e un indirizzo, suggeriti da un amico sotto forma di spietato e gratuito assist telefonico, a minare le nuove sicurezze che l’uomo ha maturato: c’è un cerchio da chiudere, una vendetta da compiere, una missione da terminare.
L’inevitabile deviazione verso l’abisso fornisce l’ultima occasione ai duellanti, il passo finale di un balletto d’ombre fra gli altalenanti e mortali bagliori dell’aeroporto di Los Angeles
Il poliziotto e il malvivente sono identici in questa rappresentazione cinematografica, tanto che il primo par inseguire se stesso, così come, simmetricamente, la preda sembra scappare dalla sua proiezione: il loro destino è quella strada che percorrono in parallelo, separati soltanto da un guardrail impercettibile, lungo il quale giustizia e ingiustizia si mescolano fino a smarrire le rispettive connotazioni. I loro interlocutori e l’ambiente in cui si muovono sono gli stessi, e la sfida si produce sullo stesso terreno, con le stesse armi e metodologie d’azione, perché il loro è un gioco al massacro in compartecipazione, i cui contendenti sono forze uguali ma di segno opposto, che si avvicendano sulla scena come le facce di una monetina in eterna ed irrefrenabile oscillazione.
Cacciatore e preda non riescono, pur volendo, ad allontanarsi dalle proprie inclinazioni naturali: curano ogni dettaglio dei rispettivi mestieri in modo maniacale, aderendo scrupolosamente ai rispettivi ruoli, indossando con disinvoltura le maschere dello sbirro e del criminale, come se queste rappresentassero la loro essenza più intima; entrambi antepongono il lavoro a tutto il resto, entrambi studiano con perizia ogni particolare, entrambi agiscono con lungimiranza e cautela, e si muovono con passo leggero su una scacchiera che è la vita stessa, in fremente attesa di una nuova mossa, e dell’ennesima contromisura da adottare.
I duellanti si somigliano, si riconoscono, si rivedono l’uno nell’altro, tanto da instaurare un rapporto di profonda e reciproca ammirazione, ma il gioco è spietato, ed esige un vincitore e un vinto. Qualcuno deve perdere, ma la vittoria è dolorosa quanto la sconfitta, e nel finale le mani dei protagonisti si stringono a testimoniare il rispetto e la lealtà di un duello estremo ma cavalleresco.
www.osteriacinematografo.com
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dario
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martedì 16 ottobre 2012
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smisurato
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L'ultimo colpo è inverosimile e il finale, lunghissimo, scontato. Ottima regia, ma scene diseguali: il regista non riesce a tenere insieme il tutto con la medesima energia e con la stessa lucidità. Il film è troppo lungo e traballa non poco (la sceneggiatura è fondamentalmente povera). Bella la tensione e molto buona l'interpretazione in genere, specie quella di De Niro, qui forse al meglio. Visivamente molto godibile. Troppa violenza.
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chiccha10
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domenica 16 settembre 2012
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da vedere però...
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Bel film pur essendo lungo si guarda bene, non ho capito molto la sua decisione finale di volere a tutti i costi ammazzare la spia in quell'albergo mentre sarebbe potuto scappare tranquillamente con la sua ragazza...
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lollixo
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venerdì 27 aprile 2012
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film penoso sopravvalutatissimo
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ATTENZIONE CONTIENE SPOILER, LETTURA SCONSIGLIATA A CHI NON HA VISIONATO IL FILM
ho cercato moltissimo questo prodoto che molti osannano come capolavoro e finalmente l'ho visto. bhè che dire, la prima parte è stupenda con i due titani del cinema che si studiano e si conoscono per non parlare della splendida scena cult della tavola calda, quindi fin qui tutto ok ma c'è un problema, il film continua e nella seconda parte tira fuori il peggio di se. andando per ordine: de niro viene dipinto come un grande pianificatore di rapine e calcolator, ecco ora secondo voi quell'obbrobrio stile B movie anni 70 che combina nella banca (per non parlare dell'improponibile sparatoria con tutto il dipartimento, in allegria) vi sembra un piano calcolato studiato e approfondito? se volete "realismo" su questo fronte guardatevi "the town"; ma va bene quella scena va così.
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ATTENZIONE CONTIENE SPOILER, LETTURA SCONSIGLIATA A CHI NON HA VISIONATO IL FILM
ho cercato moltissimo questo prodoto che molti osannano come capolavoro e finalmente l'ho visto. bhè che dire, la prima parte è stupenda con i due titani del cinema che si studiano e si conoscono per non parlare della splendida scena cult della tavola calda, quindi fin qui tutto ok ma c'è un problema, il film continua e nella seconda parte tira fuori il peggio di se. andando per ordine: de niro viene dipinto come un grande pianificatore di rapine e calcolator, ecco ora secondo voi quell'obbrobrio stile B movie anni 70 che combina nella banca (per non parlare dell'improponibile sparatoria con tutto il dipartimento, in allegria) vi sembra un piano calcolato studiato e approfondito? se volete "realismo" su questo fronte guardatevi "the town"; ma va bene quella scena va così. poi parliamo del "fantastico" scontro finale nei campi dell'aereoporto, anche qui improponibile la "finale", spiego: ci viene mostrata una scena di de niro che sta uscendo dal "nascondiglio" apprestandosi a cogliere di sorpresa al pacino, fin qui ok, quest'ultimo si accorge grazie un sapiente "sfruttamento" delle luci aeroportuali dell' attentato grazie all'ombra quindi si gira e spara, e qui la regia, sceneggiatura, fotografia compiono una castroneria assurda: de niro accusa i colpi e magicamente signori si trovava come nel mezzo del "fortino" e nell'inquadratura non vi era traccia neppure minuscola del suo nascondiglio; per chi no navesse capito spiego: ma se de niro è un grande calcolatore ecc, avrebbe senso per lui uscire così allo scoperto tanto da lasciare il nascondiglio (per giunta stava rivolto verso pacino) e non aver sparato nemmeno un colpo?? qui si conclude il mio punto di vista, maturato dalal visione di centinaia di film di tutti i generi tra i più disparati: dalle ciofeche (avatar) ai capolavori (lebowsky,pulp fiction ecc). buona visione!
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denzel for ever
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martedì 15 novembre 2011
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nn un capolavoro
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per me nn è un capolavoro...de niro e al pacino secondo me hanno fatto film migliori...pero nn si puo dire che è brutto anzi......per me è un film da tre stelle e mezza.....e visto che ha un rating di 4 gli do 3 stelle....cmq apparte le steline....ha una parte finale bella....ma ci sn state troppe scene lunghe e a mio parere inutili
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bella earl!
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lunedì 7 novembre 2011
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al pacino e bob de niro: la caccia è aperta.
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- Devo tenermi la mia angoscia. La devo proteggere. Perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo come devo essere. -
Vincent Hanna è un marine pluridecorato ritiratosi per diventare un tenente della Divisione Rapine/Omicidi di Los Angeles, la città degli angeli. La sua carriera piena di successi viene a intralciarsi bruscamente con la strada di un grandissimo ideatore di piani di rapina sottoforma d'arte che di nome fa Neil McCauley. L'abile ladro sta progettando il colpo della vita per potersi mettere a proprio agio economicamente e poter fuggire insieme alla sua ragazza. Altri tre abili ladri lo seguiranno in questa "impresa" per vivere una nuova vita.
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- Devo tenermi la mia angoscia. La devo proteggere. Perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo come devo essere. -
Vincent Hanna è un marine pluridecorato ritiratosi per diventare un tenente della Divisione Rapine/Omicidi di Los Angeles, la città degli angeli. La sua carriera piena di successi viene a intralciarsi bruscamente con la strada di un grandissimo ideatore di piani di rapina sottoforma d'arte che di nome fa Neil McCauley. L'abile ladro sta progettando il colpo della vita per potersi mettere a proprio agio economicamente e poter fuggire insieme alla sua ragazza. Altri tre abili ladri lo seguiranno in questa "impresa" per vivere una nuova vita. Hanna dovrà fermarli ad ogni costo.
E' Michael Mann a dirigere il poliziesco definitivo, un film a cui tutti i seguenti Thriller s'ispireranno. Mann è puntiglioso, lavora bene e dimostra la sua esperienza.con un'ottima regia. Gli interpreti sono ciò che sul mercato c'è di meglio: Val Kilmer, Jon Voight, Natalie Portman e Tom Sizemore accompagnati ovviamente dagli spettacolari Al Pacino e Bob De Niro. Le interpretazioni sono esperte Pacino è esuberante e traborda grandezza da tutti i pori, mentre De Niro è più razionale e trasmette aria di sicurezza e di "sapere il fatto suo". Poliziesco finale.
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ultimoboyscout
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sabato 24 settembre 2011
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la regola dei 30 secondi netti.
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Film strepitoso, con due attori magnifici in forma smagliante ed un regista in stato di grazia. I personaggi interpretati da Pacino e DeNiro sono il fiore all'occhiello della pellicola, così diversi se non all'opposto ma accomunati da diverse cose, prima fra tutte che nessuno dei due è un eroe e che nessuno dei due resta troppo simpatico. Il poliziotto Vincent Hanna, interpretato da Pacino è un vero cacciatore, punta la sua preda e non la molla fino alla fine. Il criminale Neil McCauley è un gelido e calcolatore DeNiro: per entrambi il proprio lavoro è più di una vocazione, un'ossessione, sono due maniaci che raramente appaiono contemporaneamente nella stessa inquadratura e nonostante il loro carisma lasciano spesso spazio al resto del cast, notevolissimo nei personaggi secondari.
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Film strepitoso, con due attori magnifici in forma smagliante ed un regista in stato di grazia. I personaggi interpretati da Pacino e DeNiro sono il fiore all'occhiello della pellicola, così diversi se non all'opposto ma accomunati da diverse cose, prima fra tutte che nessuno dei due è un eroe e che nessuno dei due resta troppo simpatico. Il poliziotto Vincent Hanna, interpretato da Pacino è un vero cacciatore, punta la sua preda e non la molla fino alla fine. Il criminale Neil McCauley è un gelido e calcolatore DeNiro: per entrambi il proprio lavoro è più di una vocazione, un'ossessione, sono due maniaci che raramente appaiono contemporaneamente nella stessa inquadratura e nonostante il loro carisma lasciano spesso spazio al resto del cast, notevolissimo nei personaggi secondari. Più asciutta e contenuta l'interpretazione di DeNiro, teatrale e chiassosa quella di Pacino. Il film è divisibile in due parti abbastanza distinte: la prima è intensa e descrittiva, la seconda più veloce e ricca d'azione e i 159 minuti di durata non annoiano mai nonostante s'ingarbugli parecchio. Pellicola molto densa e senza pause, tanta azione ma anche forti risvolti psicologici, non solo nei personaggi ma più nello specifico nello scontro tra il poliziotto ed il rapinatore. Perchè il loro prima di essere uno scontro sul campo è soprattutto una sfida a scacchi di testa. In questo affresco stranamente romantico (in questo Mann è stato clamoroso!) possiamo poi trovare elementi minori ma pur sempre necessari allo svolgimento della storia, ovvero ironia della sorte, casualità, scelte e coincidenze. L'accettazione dell'ultima missione suicida ricorda parecchio quella de "Il mucchio selvaggio". Due le scene clou: l'incontro nel bar tra i due protagonisti e la fantastica sparatoria dopo la rapina in banca. Metto questo film tra i primi cinque della mia personalissima classifica all-time, credo sia il poliziesco per antonomasia e dico meno male che c'è chi crede ancora nel cinema come Michael Mann!
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