Alessandra Levantesi
La Stampa
Viso pensoso e un paio di occhiali da vista, mentre colloquia al computer con un misterioso mandante Sylvester Stallone sembra più un intellettuale che un «assassin»: ovvero un killer su commissione, che arriva dal nulla e nel nulla svanisce dopo aver abbattuto con precisione scientifica il suo bersaglio. In verità Sly è un sicario dallo stato d’animo crepuscolare che, stanco dello sporco mestiere, medita di smettere; ma durante una missione che dovrebbe essere l’ultima qualcuno gli lancia una sfida giocando d’anticipo e colpendo un attimo prima di lui la vittima. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2148 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 6 gennaio 1998