riccardo-87
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domenica 21 marzo 2010
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il mondo è la metafora di qualcosa?
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“il mondo intero con il mare, il cielo, con la pioggia, le nuvole ecc.. il mondo intero è la metafora di qualcosa?” con questa domanda il postino Mario Ruoppolo (un a dir poco perfetto Massimo Troisi) riesce a toccare nel profondo il poeta Pablo Neruda (uno spettacoloso Philip Noiret) “solleticando” la sua sensibilità. “il postino” accosta animi nobili di differente forgia: Mario è un isolano ignorante – anche se tra gli abitanti del luogo si distingue per saper quantomeno leggere e scrivere, seppure “senza correre”; figlio di pescatori, Mario non si adatta al lavoro paterno, ed accetta così di lavorare come postino per il solo destinatario di lettere, il poeta Pablo Neruda che viene ad abitare sull’isola italiana di Capri in seguito all’esilio per motivi politici dal Cile; questi, al contrario di Mario, è un uomo acculturato ed affermato, un poeta “amato dalle donne”, come dice Mario, e “amato dal popolo” per la sua vena comunista, come dice il capo telegrafista Giorgio Serafini (Renato Scarpa).
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“il mondo intero con il mare, il cielo, con la pioggia, le nuvole ecc.. il mondo intero è la metafora di qualcosa?” con questa domanda il postino Mario Ruoppolo (un a dir poco perfetto Massimo Troisi) riesce a toccare nel profondo il poeta Pablo Neruda (uno spettacoloso Philip Noiret) “solleticando” la sua sensibilità. “il postino” accosta animi nobili di differente forgia: Mario è un isolano ignorante – anche se tra gli abitanti del luogo si distingue per saper quantomeno leggere e scrivere, seppure “senza correre”; figlio di pescatori, Mario non si adatta al lavoro paterno, ed accetta così di lavorare come postino per il solo destinatario di lettere, il poeta Pablo Neruda che viene ad abitare sull’isola italiana di Capri in seguito all’esilio per motivi politici dal Cile; questi, al contrario di Mario, è un uomo acculturato ed affermato, un poeta “amato dalle donne”, come dice Mario, e “amato dal popolo” per la sua vena comunista, come dice il capo telegrafista Giorgio Serafini (Renato Scarpa). Il film narra dell’incontro tra i due, di come il poeta insegna al postino ad usare la lingua “non solo per attaccare francobolli”; parla di un’amicizia delicata e del progressivo avvicinamento tra un dotto e un isolano. Nel trascorrere dei minuti la sensibilità del film si fa più fine, mostrando il mondo racchiuso in un isola italiana, che si esprime tanto nell’analfabetismo quanto nell’ignoranza di un parroco il quale crede che i comunisti mangino i bambini, eppure il tutto avvolto da una semplicità toccante che, a poco a poco, non può non coinvolgere anche l’illustre ospite. Dopo il matrimonio tra Mario e Beatrice Russo (Maria Grazia Cucinotta), il poeta riceve la revoca dell’esilio e lascia l’isola. La sensazione prima è proprio quella che descrive Troisi quando incide la sua voce su un registratore lasciato dal poeta - “Don Pablo.. spero non vi siete scordato di me.. quando siete andato via, ho pensato che vi eravate portato tutto insieme a voi.. invece qualcosa me lo avete lasciato” – questo “qualcosa” viene svelato da Mario proprio nella stessa registrazione, quando elenca tutte le “cose belle” dell’isola e, guardando il cielo stellato, dice “bello però.. non me n’ero mai accorto che era così bello”: è la bellezza della semplicità, “dell’innocenza”, se così si può dire, che conservano la natura, gli abitanti e la vita stessa dell’isola; e la bellezza di un mondo non costruito, non ipocrita – fatta eccezione per il dottor Di Cosimo, unica figura veramente negativa del film –; un mondo ingenuo ma vero; le meraviglie dell’isola elencate da Mario sono meraviglie naturali – dal cielo stellato al “vento dei cespugli” sino alle “reti tristi di mio padre”. Il film si conclude con il ritorno sull’isola – insperato dopo tanto tempo – di Neruda che trova Beatrice assieme al piccolo figlio di Mario, Pablito. Tale ritorno è però tardivo: l’amico è infatti ormai morto, ucciso nella soppressione di una manifestazione comunista da parte della polizia; qui Mario avrebbe dovuto leggere una sua poesia intitolata “canto per Pablo Neruda”, dedicata al poeta anche se “parla del mare” perché “senza di voi non l’avrei mai scritta”. Così il film si conclude in una poesia mai letta, in un ringraziamento mai esternato, ma con un senso di sincero affetto ed una lacrima di ringraziamento che scende spontanea dagli occhi dello spettatore per due tra i più grandi interpreti del cinema italiano e mondiale, Massimo Troisi e Philip Noiret.
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blacky
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venerdì 15 ottobre 2010
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l'oscar mancato
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Un film commovente, una summa di quello che era il cinema di Massimo Troisi, grandissimo artista italiano, non un semplice regista o attore, ma un grandissimo artista la cui anima è rimasta reincarnata nelle immagini di questo assoluto capolavoro poetico, diretto da anche da un eccellente Michael Radford. L'Oscar mancato, una grandissima vergogna non averglielo riconosciuto, certo veniva più spontaneo darlo al film di Benigni "La vita è bella" nel cui finale si inneggiava all'America, che a questo dove vediamo l'intramontabile protagonista venire ucciso proprio dai soldati americani. Qui vi è proprio la profonda differenza fra Benigni e Troisi, l'uno professionista di alto livello, l'altro poeta immortale e comprendiamo subito questo concetto quando con occhi bagnati di commozione osserviamo gli ultimi momenti del film, "l'enorme" scena in cui Pablo Neruda (per usare un eufemismo dirò bravissimo Philippe Noiret) passeggia per la spiaggia ripensando all'amico postino-poeta, il quale alla fine è riuscito a superare di gran lunga il maestro nella sua arte e nella sensibilità.
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Un film commovente, una summa di quello che era il cinema di Massimo Troisi, grandissimo artista italiano, non un semplice regista o attore, ma un grandissimo artista la cui anima è rimasta reincarnata nelle immagini di questo assoluto capolavoro poetico, diretto da anche da un eccellente Michael Radford. L'Oscar mancato, una grandissima vergogna non averglielo riconosciuto, certo veniva più spontaneo darlo al film di Benigni "La vita è bella" nel cui finale si inneggiava all'America, che a questo dove vediamo l'intramontabile protagonista venire ucciso proprio dai soldati americani. Qui vi è proprio la profonda differenza fra Benigni e Troisi, l'uno professionista di alto livello, l'altro poeta immortale e comprendiamo subito questo concetto quando con occhi bagnati di commozione osserviamo gli ultimi momenti del film, "l'enorme" scena in cui Pablo Neruda (per usare un eufemismo dirò bravissimo Philippe Noiret) passeggia per la spiaggia ripensando all'amico postino-poeta, il quale alla fine è riuscito a superare di gran lunga il maestro nella sua arte e nella sensibilità. Il cuore del pubblico esplode e si ricompone con una piccola parte di Troisi inclusa e ben conservata dopo Il postino! Grazie Massimo di ciò che sei stato..
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nino p.
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venerdì 6 marzo 2009
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l'ultimo saluto di massimo
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La storia commovente di Mario Ruoppolo, postino di una piccola isola del Tirreno che riesce a stringere una grande amicizia col poeta Pablo Neruda. Quest'ultimo lascerà l'isola per seguire il suo ideale politico in patria ed una volta ritornato, scoprirà che il caro postino gli ha lasciato, attraverso un gesto semplice, un suo toccante ricordo che il poeta apprezzerà e capirà. Il destino vorrà che il malinconico finale del protagonista coinciderà con quello dell'attore lasciando in tutti noi un vuoto profondo. E così, dunque, il caro Massimo Troisi con la sua essenza di persona semplice e sensibile ci ha dato il suo ultimo saluto regalandoci il suo conclusivo gesto d'affetto: questo film che rimane il suo capolavoro-testamento.
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La storia commovente di Mario Ruoppolo, postino di una piccola isola del Tirreno che riesce a stringere una grande amicizia col poeta Pablo Neruda. Quest'ultimo lascerà l'isola per seguire il suo ideale politico in patria ed una volta ritornato, scoprirà che il caro postino gli ha lasciato, attraverso un gesto semplice, un suo toccante ricordo che il poeta apprezzerà e capirà. Il destino vorrà che il malinconico finale del protagonista coinciderà con quello dell'attore lasciando in tutti noi un vuoto profondo. E così, dunque, il caro Massimo Troisi con la sua essenza di persona semplice e sensibile ci ha dato il suo ultimo saluto regalandoci il suo conclusivo gesto d'affetto: questo film che rimane il suo capolavoro-testamento.
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dorieux
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mercoledì 27 luglio 2011
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troisi ci lascia un regalo
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Durante le riprese ,Troisi ha insistito più di una volta affinchè i medici non gli impedissero di continuare a girare nonostante le sue gravi condizioni di salute. L'attore aveva capito che questo film rappresentava una pietra miliare nella storia della cinematografia e voleva terminare questo capolavoro. Il tempo gli ha dato ragione.Tratto dal famoso libro di Skarmeta, il regista ha voluto dare un volto al postino di Neruda descritto nel libro, e ha scelto proprio quello dell'attore napoletano. E come dargli torto? Già dai tempi di 'Ricomincio da tre', Troisi aveva incarnato l'immagine del ragazzo semplice e un pò introverso,dalle radici popolari, innamorato della vita benchè sufficientemente disincantato.
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Durante le riprese ,Troisi ha insistito più di una volta affinchè i medici non gli impedissero di continuare a girare nonostante le sue gravi condizioni di salute. L'attore aveva capito che questo film rappresentava una pietra miliare nella storia della cinematografia e voleva terminare questo capolavoro. Il tempo gli ha dato ragione.Tratto dal famoso libro di Skarmeta, il regista ha voluto dare un volto al postino di Neruda descritto nel libro, e ha scelto proprio quello dell'attore napoletano. E come dargli torto? Già dai tempi di 'Ricomincio da tre', Troisi aveva incarnato l'immagine del ragazzo semplice e un pò introverso,dalle radici popolari, innamorato della vita benchè sufficientemente disincantato.E quindi chi altro poteva incarnare la figura di un postino di un' isoletta popolata da pescatori,che nella metà del novecento, incuriosita e dolcemente sospettosa, si trova ad ospitare l'esiliato compagno comunista e poeta Pablo Neruda. La dolcezza è il punto di forza dell'intero racconto. Dolcezza che non cade mai nel melenso nè nel banale. Radford ha saputo dosare bene la giusta quantità di tenerezza, che regala al film un'atmosfera di altri tempi, catapultando lo spettatore nel mondo romantico e poetico di Neruda senza mai dimenticare la realtà di un Italia con le sue controversie politiche e sociali. I ritmi del film non sono velocissimi, ma è così che deve essere, anche i tempi di questo racconto sembrano essersi sottomessi alla calma, alla delicatezza e alla poesia della vita su questa isola. Ben poche parole si possono spendere sull'interpretazione di Massimo Troisi, a dir poco eccezionale, una delle rare volte in cui sembra di assistere alla fusione totale dell'attore con il suo personaggio.
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michela papavassiliou
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sabato 18 febbraio 2012
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il postino poeta
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Tre pescherecci stanno rientrando dopo una battuta di pesca. All'orizzonte uno scoglio solitario, sembra un quadro di Monet. Sulla riva ad attenderli un uomo ed un bambino che aiutano lo sbarco "e'tutto qui" ripetono. Il mare non e'stato cosi' generoso. Troisi, Mario incarna lo spazio mediterraneo che abita, lento, segnato dalla fatica di vivere, dalla durezza di una terra che non offre grandi opportunita'. A tavola col padre parla a monosillabi, pescare gli fa venire il raffreddore e fantastica di quel mondo oltre il mare. Mario non ha mai amato fare il pescatore e a cavallo della sua bicicletta cerchera'' presto un altro lavoro.
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Tre pescherecci stanno rientrando dopo una battuta di pesca. All'orizzonte uno scoglio solitario, sembra un quadro di Monet. Sulla riva ad attenderli un uomo ed un bambino che aiutano lo sbarco "e'tutto qui" ripetono. Il mare non e'stato cosi' generoso. Troisi, Mario incarna lo spazio mediterraneo che abita, lento, segnato dalla fatica di vivere, dalla durezza di una terra che non offre grandi opportunita'. A tavola col padre parla a monosillabi, pescare gli fa venire il raffreddore e fantastica di quel mondo oltre il mare. Mario non ha mai amato fare il pescatore e a cavallo della sua bicicletta cerchera'' presto un altro lavoro. Sara' postino e lo avvisa da subito il capo Giorgio, con una settimana di lavoro potra' pagarsi solo un' entrata al cinema, ma poco importa. Dovra' consegnare la posta tutti i giorni al nuovo arrivato sull'isola, il celebre poeta Pablo Neruda mandato li' in esilio.Sfondo perfetto una Procida dai paesaggi brulli, dalle infinite strade sterrate e una tacita e rassicurante montagna. Dicono sia comunista Neruda e in paese l'arrivo dell'inatteso ospite e' guardato con sospetto. Comincia la consegna della posta e con essa un avvicinamento per Mario ad un mondo fatto di parole e metafore, poesia e amore, colore e vita. Ogni sillaba ed anche pausa del Maestro e' per lui fonte di un nuovo modo di esistere. Il cambiamento interiore sara' profondo, inesorabile e senza possibilita' di ritorno. Un grande Troisi impacciato e dolce, tirato e sofferente, combattivo e debole e un Philippe Noiret poeta assoluto. Mario incontra Beatrice,la Cuccinotta, bellezza locale di cui si innamora all'istante e chiede l'aiuto di Neruda per conquistarla.Riuscira' infine e portera' la ragazza all'altare. Il poeta puo' ripartire, il Cile lo lascia rientrare e sparira' per cinque lunghi anni non dando piu' notizie di se'. Tornera' nell'isola alla ricerca dei ricordi perduti scoprendo che Mario non c'e' piu' e trovera' al suo posto un vispo bimbo di nome Pablito che lo guarda con aria interrogativa. In eredita' dall'amico scomparso una cassetta registrata con i suoni di quel piccolo mondo che attraverso gli occhi del poeta Mario aveva cominciato a decifrare ed amare. Un film dalle atmosfere magiche, indimenticabile. MP
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fedebiga
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martedì 31 gennaio 2012
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commovente nella semplicita'
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In realtà il mio voto in decimi sarebbe stato nove, per il finale forse un po' affrettato, ma visto che 4 stelle mi sembrano poche per spiegare la profondità di questo capolovoro, ne assegno 5.
Detto questo, rimane da dire solo della poesia, della "disincantata ingenuità", lasciateci da Troisi e dalla sua intimità, più che amicizia, con un Poeta (con la P maiuscola) che insegna a tutti noi che la poesia può nascere da chiunque.
Il senso del film è la scena della spiaggia, in cui il maestro spiega all'"allievo" che ha appena creato una metafora, e Troisi si schermisce quasi, perchè sa di non averlo fatto volontariamente (ma non è quello l'importante...)
FAVOLOSO
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giannuzzo1984
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venerdì 2 settembre 2011
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quando l'anima è cinema!
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Esiste un rapporto diretto tra l'anima ed il cinema, che non è altro che una metafora e un palcoscenico in cui si porta in scena la vita stessa. Basti guardare negli occhi del grande Troisi per catapultarsi nella magia del film, della storia e delle emozioni sempre in crescendo. L'uomo è una creatura fragile, che non ha bisogno di essere in possesso di grandi aforismi per stupire e per aprirsi al meglio.
Cast di ottima fattura con il grande Noiret nei panni di Neruda che incanta con il suo sguardo sempre vivo e la tenerezza di Troisi portata sul grande schermo, come soltanto lui saprebbe fare. Colonna sonora da brividi che ti fa entrare in pieno in ogni scena.
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Esiste un rapporto diretto tra l'anima ed il cinema, che non è altro che una metafora e un palcoscenico in cui si porta in scena la vita stessa. Basti guardare negli occhi del grande Troisi per catapultarsi nella magia del film, della storia e delle emozioni sempre in crescendo. L'uomo è una creatura fragile, che non ha bisogno di essere in possesso di grandi aforismi per stupire e per aprirsi al meglio.
Cast di ottima fattura con il grande Noiret nei panni di Neruda che incanta con il suo sguardo sempre vivo e la tenerezza di Troisi portata sul grande schermo, come soltanto lui saprebbe fare. Colonna sonora da brividi che ti fa entrare in pieno in ogni scena.
Capolavoro del cinema italiano.
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g. romagna
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venerdì 26 marzo 2010
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il postino
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Isola delle Eolie, 1952. Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), pescatore figlio di pescatori, non ama il suo lavoro. Un giorno viene annunciato che il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret), esiliato dal suo paese a causa delle sue idee comuniste, troverà rifugio politico nell'isola in cui vive Mario. Il capotelegrafista locale necessita di un postino incaricato di consegnare la corrispondenza al poeta. Mario si offre e viene assunto. Neruda si mostra inizialmente schivo, poi, man mano, il ghiaccio si rompe e tra due nasce un rapporto di amicizia. Quando Mario si innamora della locandiera Beatrice Russo (Maria Grazia Cucinotta), trova nel poeta un valido supporto. I due si sposano, e Neruda fa da testimone a Mario.
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Isola delle Eolie, 1952. Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), pescatore figlio di pescatori, non ama il suo lavoro. Un giorno viene annunciato che il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret), esiliato dal suo paese a causa delle sue idee comuniste, troverà rifugio politico nell'isola in cui vive Mario. Il capotelegrafista locale necessita di un postino incaricato di consegnare la corrispondenza al poeta. Mario si offre e viene assunto. Neruda si mostra inizialmente schivo, poi, man mano, il ghiaccio si rompe e tra due nasce un rapporto di amicizia. Quando Mario si innamora della locandiera Beatrice Russo (Maria Grazia Cucinotta), trova nel poeta un valido supporto. I due si sposano, e Neruda fa da testimone a Mario. Nello stesso giorno al poeta cileno giunge la lieta notizia: potrà tornare in Cile. Per Mario inizia un periodo di tristezza: Neruda non gli scrive mai, non lo cita nelle interviste, pare essersi dimenticato completamente di lui. Beatrice resta incinta, e Mario decide, nonostante tutto, ancora colmo di ammirazione verso il suo "maestro", di chiamare il figlio Pablito. Dopo cinque anni di silenzio, Neruda torna sull'isola... Dal romanzo "Il Postino di Neruda" di Antonio Skàrmeta. Semplice, commovente, amaro, Il Postino è un inno quasi pasoliniano alla povera gente ed alla purezza di un'ideale di riscatto. Se Philippe Noiret si conferma attore di grande qualità, Massimo Troisi è semplicemente superlativo, capace di offrire un'interpretazione che rimane nel cuore e che si rivela anche, purtroppo, alla luce della sua improvvisa e tragica scomparsa (avvenuta circa dodici ore dopo il termine delle riprese), un suo ultimo, magnifico testamento. Un solo Oscar, per la migliore colonna sonora (meritato), ma, vista e considerata la sua bellezza, ne avrebbe meritati certamente di più.
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iasc085
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sabato 10 settembre 2011
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il postino - immenso troisi
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In una Capri povera analfabeta e prevalentemente ricca di pescatori... Mario Ruoppolo, che non vuole seguire le orme del padre, ha l'opportunità di essere il postino personale dell'esiliato poeta, cileno, Pablo Neruda. Seppur con una paga misera, Mario (Troisi) accetta volentieri il posto, comprendendo a pieno il grande onore che gli viene concesso. Tra tentennamenti iniziali, per il timore di Mario di non essere all'altezza del grande poeta, i due diventano grandi amici...Neruda (Un bravissimo Noiret) lo aiuta nel corteggiamento di Beatrice, (Cucinotta) gli trasmette l'amore per la poesia, spiegandogli il significato di cose semplici come "la metafora", praticamente per Mario il poeta diventa come un padre, la figura paterna che tanto gli è mancata come si può ben capire dall'inizio del film.
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In una Capri povera analfabeta e prevalentemente ricca di pescatori... Mario Ruoppolo, che non vuole seguire le orme del padre, ha l'opportunità di essere il postino personale dell'esiliato poeta, cileno, Pablo Neruda. Seppur con una paga misera, Mario (Troisi) accetta volentieri il posto, comprendendo a pieno il grande onore che gli viene concesso. Tra tentennamenti iniziali, per il timore di Mario di non essere all'altezza del grande poeta, i due diventano grandi amici...Neruda (Un bravissimo Noiret) lo aiuta nel corteggiamento di Beatrice, (Cucinotta) gli trasmette l'amore per la poesia, spiegandogli il significato di cose semplici come "la metafora", praticamente per Mario il poeta diventa come un padre, la figura paterna che tanto gli è mancata come si può ben capire dall'inizio del film. Solo che, con la fine dell'esilio, Neruda torna nel suo paese e palese è la sofferenza di Mario nell'aver perso più di un amico... Bellissimo e toccante il finale, con il ritorno del poeta dopo 5 anni quando oramai il suo caro amico non c'è più... Un grande Troisi, il suo volto sprigiona tutte le emozioni che sta vivendo il protagonista minuto dopo minuto, con la sua grande semplicità si nota la timidezza, la tristezza, le difficoltà di un umile uomo dal cuore grande a interagire dinanzi ad un uomo di alto spessore culturale e politico, recitazione sublime. Momenti di alto cinema nei numerosi duetti tra Troisi e Noiret... Il Postino di M. Radford è l'ultimo film di Massimo, (forse il migliore) che trasuda una umanità eccelsa, che solo i grandi attori riescono a tramsettere, il pubblico non può non accorgersene, come d'altronde anche l'Academy che lo premia con una nomination postuma come migliore attore e sceneggiatore, oltre alle nomination come miglior Film e miglior Regia... Oscar per le musiche di Bacalov!
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jacopo b98
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mercoledì 9 aprile 2014
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grande interpretazione di massimo troisi!
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Nel 1952 a Salina arriva, esiliato dal suo paese, il poeta cileno Pablo Neruda (Noiret), assieme alla moglie (Bonaiuto). Lì il poeta del popolo o dell’amore, a seconda dei punti di vista, si ritira a vivere in una grande villa. Mario (Troisi), un postino, viene incaricato di portargli la posta tutti i giorni. Tra i due nasce un bel rapporto. Ma, dopo aver aiutato Mario a sposarsi con la donna dei suoi sogni, Neruda ripartirà per il Cile, dove le accuse contro di lui sono state ritirate. Quando tornerà a Salina per vedere Mario scoprirà che è morto. Più che un film dello scozzese Radford, è un film di Massimo Troisi, che, innamoratosi del romanzo del cileno Antonio Skàrmeta, ne acquistò i diritti per interpretare il ruolo del protagonista.
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Nel 1952 a Salina arriva, esiliato dal suo paese, il poeta cileno Pablo Neruda (Noiret), assieme alla moglie (Bonaiuto). Lì il poeta del popolo o dell’amore, a seconda dei punti di vista, si ritira a vivere in una grande villa. Mario (Troisi), un postino, viene incaricato di portargli la posta tutti i giorni. Tra i due nasce un bel rapporto. Ma, dopo aver aiutato Mario a sposarsi con la donna dei suoi sogni, Neruda ripartirà per il Cile, dove le accuse contro di lui sono state ritirate. Quando tornerà a Salina per vedere Mario scoprirà che è morto. Più che un film dello scozzese Radford, è un film di Massimo Troisi, che, innamoratosi del romanzo del cileno Antonio Skàrmeta, ne acquistò i diritti per interpretare il ruolo del protagonista. Ed è proprio Troisi la vera forza del film, che con la sua interpretazione magistrale consegna alla storia un personaggio indimenticabile. Peccato che non poté godere della fama che il ruolo di Mario gli diede: Troisi morì infatti 12 ore dopo la fine delle riprese. Proprio come Mario. E così la sua interpretazione è entrata nella leggenda. Per il resto il film fa affidamento in particolare sul rapporto tra Mario e Neruda, interpretato da un ottimo Noiret. Ma non sempre si rivela convincente e, a tratti, i sentimentalismi non mancano. Ma senz’ombra di dubbio Il postino è e resta un film affascinante, coinvolgente e, nei suoi scopi, riuscito. Contribuiscono molto al tutto la fotografia di Franco Di Giacomo, le musiche di Luis Bacalov (premiate con l’Oscar) e l’ambientazione eoliana. Grande successo.
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