alex41
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sabato 27 ottobre 2012
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adrenalinico
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Non mi piacciono molti i film di Joel Schumacher, ma questo in particolare mi ha colpito parecchio. Una storia geniale, che alterna violenza psicologica a momenti di pura pazzia, man nasconde significati molto fondamentali e profondi. Bill Forster rappresenta l'alter ego di ognuno di noi, la rabbia che si scatena e che distrugge tutto quello che ha intorno, ma con assoluta intelligenza: ottiene il tutto con la forza ma senza fare del male a nessuno, ma in realtà la sua storia va oltre tutto questo, e la valigia a mio parere rappresenta invece una vera e propria metafora. Il personaggio è interpretato perfettamente da Michael Douglas, ed è perfetto, pazzesco, fa letteralmente venire i brividi solo a guardarlo, mentre nel ruolo secondario abbiamo Robert Duvall, anche lui molto bravo anche se mi aspettavo un po' di più da un mostro della recitazione come lui.
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Non mi piacciono molti i film di Joel Schumacher, ma questo in particolare mi ha colpito parecchio. Una storia geniale, che alterna violenza psicologica a momenti di pura pazzia, man nasconde significati molto fondamentali e profondi. Bill Forster rappresenta l'alter ego di ognuno di noi, la rabbia che si scatena e che distrugge tutto quello che ha intorno, ma con assoluta intelligenza: ottiene il tutto con la forza ma senza fare del male a nessuno, ma in realtà la sua storia va oltre tutto questo, e la valigia a mio parere rappresenta invece una vera e propria metafora. Il personaggio è interpretato perfettamente da Michael Douglas, ed è perfetto, pazzesco, fa letteralmente venire i brividi solo a guardarlo, mentre nel ruolo secondario abbiamo Robert Duvall, anche lui molto bravo anche se mi aspettavo un po' di più da un mostro della recitazione come lui. Un finale poi che fa letteralmente rimanere a bocca aperta. Consigliato a tutti, una pellicola assolutamente fondamentale da vedere.
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evildevin87
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giovedì 21 novembre 2013
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un titolo, un programma
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Da una parte Martin Prendergast (Robert Duvall) e dall'altra il detective William Foster (Michael Douglas) in una caldissima gionata soleggiata di luglio a Los Angeles: entrambi vittime delle tante e varie piccole ingiustizie quotidiane. Solo che mentre il primo pare fin troppo passivo e paziente, il secondo arriva al suo punto di non ritorno fino a diventare un potenziale pericolo pubblico. E sarà compito del detective Prendergast rintracciarlo e fermarlo prima che possa compiere un massacro. Un film dannatamente folle e allo stesso tempo molto realistico e attuale, e che mostra come anche il più tranquillo degli esseri umani possa diventare pericoloso soltanto affrontando tutti i piccoli problemi coi quali più o meno tutti facciamo i conti.
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Da una parte Martin Prendergast (Robert Duvall) e dall'altra il detective William Foster (Michael Douglas) in una caldissima gionata soleggiata di luglio a Los Angeles: entrambi vittime delle tante e varie piccole ingiustizie quotidiane. Solo che mentre il primo pare fin troppo passivo e paziente, il secondo arriva al suo punto di non ritorno fino a diventare un potenziale pericolo pubblico. E sarà compito del detective Prendergast rintracciarlo e fermarlo prima che possa compiere un massacro. Un film dannatamente folle e allo stesso tempo molto realistico e attuale, e che mostra come anche il più tranquillo degli esseri umani possa diventare pericoloso soltanto affrontando tutti i piccoli problemi coi quali più o meno tutti facciamo i conti. Il tutto valorizzato dall'ottima e incalzante regia di Joel Schumacher. Probabilmente il suo il film più riuscito. Piccolo appunto: solitamente non siamo molto bravi in Italia a tradurre i titoli, ma stavolta ci abbiamo azzeccato alla grande. Titolo più azzeccato dell'originale a mio parere.
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yurigami
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giovedì 30 ottobre 2014
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attuale dopo 21 anni
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Un film che dopo 21 anni è ancora molto attuale,la cosa che ho apprezzato di più di questo film è il confronto tra i due protagonisti, uguali nelle pressioni ma diversi nel modo di reagire a codeste, essere passivi come Duvall è stressante e frustrante, però ti fa arrivare alla sua età, la risposta violenta di Douglas non ti fa arrivare da nessuna parte, ma secondo egli non ne varrebbe nemmeno la pena andare avanti a vivere quando non puoi vedere tua figlia per colpa di tua moglie e quando vieni licenziato in quel modo, allora perché non andarsene senza prima aver lasciato un messaggio al mondo di come la società sia marcia? In ogni caso la cosa certa è che D-fens in questo film riflette gli effetti del lato oscuro della società, perché lui che creava sistemi di difesa per il suo paese veniva mobbato in quel modo e il chirurgo plastico aveva un enorme villa tutta sua per giocare a golf? E comunque se la società è marcia è colpa del fatto che nel mondo esistano persone come quell'armaiolo, ignoranti e xenofobe, alla fine è il popolo che elegge i presidenti del consiglio ecc.
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Un film che dopo 21 anni è ancora molto attuale,la cosa che ho apprezzato di più di questo film è il confronto tra i due protagonisti, uguali nelle pressioni ma diversi nel modo di reagire a codeste, essere passivi come Duvall è stressante e frustrante, però ti fa arrivare alla sua età, la risposta violenta di Douglas non ti fa arrivare da nessuna parte, ma secondo egli non ne varrebbe nemmeno la pena andare avanti a vivere quando non puoi vedere tua figlia per colpa di tua moglie e quando vieni licenziato in quel modo, allora perché non andarsene senza prima aver lasciato un messaggio al mondo di come la società sia marcia? In ogni caso la cosa certa è che D-fens in questo film riflette gli effetti del lato oscuro della società, perché lui che creava sistemi di difesa per il suo paese veniva mobbato in quel modo e il chirurgo plastico aveva un enorme villa tutta sua per giocare a golf? E comunque se la società è marcia è colpa del fatto che nel mondo esistano persone come quell'armaiolo, ignoranti e xenofobe, alla fine è il popolo che elegge i presidenti del consiglio ecc. (a parte Monti, Letta e Renzi) o comunque sono sempre altre persone che magari sono così, quindi il problema è alla sorgente. Film su cui bisognerebbe riflettere, fatto molto bene sia nella sceneggiatura che nella recitazione, ottimo il filtro caldo della cinepresa, per trasmetterti quella sensazione del sole che ti cuoce il cervello a ferragosto!
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filippo catani
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martedì 27 gennaio 2015
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un uomo in caduta libera
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Los Angeles. Un uomo abbandona la sua macchina in mezzo altraffico infuocato della città e, in preda a un crollo psicotico, inizia un folle percorso per arrivare a casa della moglie. A dargli la caccia un detective della polizia al suo ultimo giorno di servizio.
Joel Schumacher in un film adrenalinico, drammatico ma con qualche venatura ironica, traccia il ritratto di un uomo anonimo come tanti altri che improvvisamente decide di non accettare più le convenzioni della civiltà abbandonandosi alla follia e alla caduta libera. Douglas interpreta alla perfezione un personaggio deciso in tutti i modi a raggiungere la casa della ex moglie, a cui non potrebbe avvicinarsi, per trascorrere il compleanno della figlia.
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Los Angeles. Un uomo abbandona la sua macchina in mezzo altraffico infuocato della città e, in preda a un crollo psicotico, inizia un folle percorso per arrivare a casa della moglie. A dargli la caccia un detective della polizia al suo ultimo giorno di servizio.
Joel Schumacher in un film adrenalinico, drammatico ma con qualche venatura ironica, traccia il ritratto di un uomo anonimo come tanti altri che improvvisamente decide di non accettare più le convenzioni della civiltà abbandonandosi alla follia e alla caduta libera. Douglas interpreta alla perfezione un personaggio deciso in tutti i modi a raggiungere la casa della ex moglie, a cui non potrebbe avvicinarsi, per trascorrere il compleanno della figlia. Nel suo folle percorso incontrerà una miriade di personaggi che affollano la metropoli dalle gang di quartiere fino all'esaltato nostalgico nazista. A dargli la caccia un detective a sua volta messo a dura prova dall'esaurimento nervoso della moglie per la quale ha deciso di lasciare tutto per trasferirsi nel nulla. Incentivato da una collega, l'uomo cercherà di risolvere quest'ultimo caso (molto bravo Duvall). Insomma un film adrenalinico e schizzofrenico con un personaggio che in parte verrà ripreso in futuro da Schumacher nel killer-giustiziere de In linea con l'assassino.
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gianmaria s
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lunedì 28 aprile 2008
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tollerante di nome, xenofoba di fatto
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Un impiegato della classe media americana, con camicia e cravatta (particolare su cui il film isisterà molto) viene colto da raptus omicida e non solo, in mezzo all'afoso traffico di Los Angeles. Si scopriranno durante il film, tutte le disavventure di quest'uomo che sembrano poter dare un'ombra di giustificazione per tutta la violenza che ha scatenato.
L'idea è molto interessante, un uomo qualsiasi che gira armato di diversi tipi d'arma per Los Angeles e che cerca, non riuscendo a trattenere la violenza, di sanare i problemi che incontra lungo la sua strada. Inizialmente se la prende per i prezzi troppo elevati e poi per qualsiasi altra cosa.
Shumacher riesce a rendere l'idea di come il classico uomo della classe media, sia razzista (insulta il venditore coreano, fa una strage al quartiere spagnolo ecc.
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Un impiegato della classe media americana, con camicia e cravatta (particolare su cui il film isisterà molto) viene colto da raptus omicida e non solo, in mezzo all'afoso traffico di Los Angeles. Si scopriranno durante il film, tutte le disavventure di quest'uomo che sembrano poter dare un'ombra di giustificazione per tutta la violenza che ha scatenato.
L'idea è molto interessante, un uomo qualsiasi che gira armato di diversi tipi d'arma per Los Angeles e che cerca, non riuscendo a trattenere la violenza, di sanare i problemi che incontra lungo la sua strada. Inizialmente se la prende per i prezzi troppo elevati e poi per qualsiasi altra cosa.
Shumacher riesce a rendere l'idea di come il classico uomo della classe media, sia razzista (insulta il venditore coreano, fa una strage al quartiere spagnolo ecc.) e allo stesso tempo dica, a quelli molto più razzisti di lui, di voler difendere la libertà garantita dagli stati Uniti (lo dice ad un americano nazista). Non ci si riesce a schierare completamente, almeno fino a metà film, da una parte o dall'altra, perchè qualche piccola giustificazione la si riesce sempre a trovare. Permette di riflettere sull'ipocrisia della società o meglio della classe media americana (che ormai è quella italiana), tollerante di nome ma xenofoba di fatto.
E' un buon thriller dal ritmo sostenuto, con un ottimo M. Douglas (nella parte che gli riesce meglio) e un grande Robert Duvall.
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