keg
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venerdì 8 febbraio 2002
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hollywood, il manierismo e l'ingegno incatenato.
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Il manierismo di hollywood, "l'industria del cinema", non riesce ad entusiasmarmi. Tutto e' impeccabile, tutto e' scandito e preciso nei minimi dettagli, tutto e' scientificamente funzionale all'effetto che deve provocare... La trama di questo film si discosta dall'intrigo trito e ritrito per la presenza di personaggi "innovativi" come hannibal lecter che si discosta dall'abituale intrigo "protagonista-antagonista" e si pone in un area tutta sua, ma questa più che un innovazione mi sembra una variazione sul tema. Elementi come il necessario lieto fine mi causano fastidio e non mi fanno "gustare" le tipiche situazioni di tensione in cui la protagonista viene ovviamente a trovarsi. Un film che non riesce ad uscire dalle tonnellate di stereotipi della nostra epoca come la "psicologia", il "serial killer tremendamente folle e malvagio".
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Il manierismo di hollywood, "l'industria del cinema", non riesce ad entusiasmarmi. Tutto e' impeccabile, tutto e' scandito e preciso nei minimi dettagli, tutto e' scientificamente funzionale all'effetto che deve provocare... La trama di questo film si discosta dall'intrigo trito e ritrito per la presenza di personaggi "innovativi" come hannibal lecter che si discosta dall'abituale intrigo "protagonista-antagonista" e si pone in un area tutta sua, ma questa più che un innovazione mi sembra una variazione sul tema. Elementi come il necessario lieto fine mi causano fastidio e non mi fanno "gustare" le tipiche situazioni di tensione in cui la protagonista viene ovviamente a trovarsi. Un film che non riesce ad uscire dalle tonnellate di stereotipi della nostra epoca come la "psicologia", il "serial killer tremendamente folle e malvagio". Perchè tanta attenzione e tanti oscar? (quanto vale ormai un oscar quindi?).
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alessio
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mercoledì 12 settembre 2001
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capolavoro
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Tratto dal psicho-thriller di Thomas Harris, il film di Demme possiede una eccezionale forza espressiva, tutto giocato sui primi piani ravvicinatissimi e su un sapiente uso della macchina da presa in soggettiva. Non a caso ha vinto 5 premi Oscar e Demme a Berlino il premio per la migliore regia. La più grande interpretazione di Hopkins, giustamente decorato con l'Oscar per un film che è da annoverare tra i migliori mai realizzati.
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anonimo
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domenica 6 maggio 2001
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viaggio nella psiche e nell'orrore per il miglior thriller dai tempi di hitchcock.
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Inutile perdersi in giri di parole: Silence of the lambs è un capolavoro. Attraverso uno stile glaciale, attento più all'orrore interiore dei protagonisti che a quello reale, con primissimi piani angosciosi e un rigore geometrico straordinario, Demme ci porta nei meandri più oscuri della psiche umana, e ci presenta un mondo in cui non c'è piu la semplice contrapposizione tra il Bene e il Male, se è vero che i due protagonisti, dei quali ognuno rappresenta l'antitesi dell'altro, sembrano quasi provare una morbosa attrazione reciproca. Un film di rara potenza espressiva, uno dei migliori thriller degli ultimi anni. Indimenticabile l'interpretazione dei due protagonisti.
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(di giorgio 85)
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anonimo
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domenica 29 aprile 2001
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saro' breve
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Saro' breve:
insignificante rispetto all'idolo originale:
Manhunter, frammenti di un omicidio, che non
per niente e' edificato da mostri sacri quali Michael Mann (regia) e Dante Spinotti (fotografia)
Senza parlare della colonna sonora che e' un GIOIELLO assoluto
La classe non e' acqua ma la gente e' volgare.
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ubik
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mercoledì 14 febbraio 2001
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ipnotico e terrifficante
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Trionfo a Berlino, trionfo agli Oscar, il film in questione si è guadagnato l'epiteto di cult-movie.
Thriller di poca azione e di molta verbosità, nonostante ciò riesce ad ipnotizzare e ad avvincere lo spettatore.
Grande prova sia da parte di Hopkins che di Foster; mentre la regia è ben salda co ripetuti primi piani ai due protagonisti. Da vedere
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