eugen
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giovedì 5 settembre 2024
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polansky sulle orme di sir alfred---
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"Frantic"di POlansky(1988)rimane un film hitchockiano, scritto con Gerard Brach ispirandosi alla storia hitchcockiana del rapimento inspiegabile, del coinvoglimento in una vicenda spionistica che vede contrpaposti servizi segreti arabi versus quelli israeliani, ma il riferimento probabile(non espresso, comunque)era alle superpotenze cui i due schieramenti si appoggiavano e da cui venivano"gestitit". Era il 1988, quando le piccole "aperture"delle superpotezne non facevano presagire ne'il crollo dell'URSS ne' la"fine del comunismo"(quale, si potrebbe domandare?), ne'quello della "guerra fredda",che in realta' non e'mai finita, ma oggi assune altre valenze ideologiche.
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"Frantic"di POlansky(1988)rimane un film hitchockiano, scritto con Gerard Brach ispirandosi alla storia hitchcockiana del rapimento inspiegabile, del coinvoglimento in una vicenda spionistica che vede contrpaposti servizi segreti arabi versus quelli israeliani, ma il riferimento probabile(non espresso, comunque)era alle superpotenze cui i due schieramenti si appoggiavano e da cui venivano"gestitit". Era il 1988, quando le piccole "aperture"delle superpotezne non facevano presagire ne'il crollo dell'URSS ne' la"fine del comunismo"(quale, si potrebbe domandare?), ne'quello della "guerra fredda",che in realta' non e'mai finita, ma oggi assune altre valenze ideologiche.Forse Harrison Ford e'stato imposto dai producers, certo il paragonee con l'archetipo"North by Northwest"del 1959 e'impetioso a livello di interpretazione, dato che Cary Grant era an other thing,,,, Emmannuelle Seigner, scoperta da Polansky e in seguito madame Plolansky, e'altrta cosa e interpreta benissimo la parte di una ragazza coinvolta malgre'soir nella vicenda, Da vedere e rivedere, come tutto Polansky. Eugen
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nick
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domenica 14 gennaio 2024
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b movie
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Di film di merda ce ne sono tanti. Questo è uno di quelli.
Una donna viene rapita. Il marito, nel tentativo di venirne a capo in maniera legale, rivolgendosi alla polizia viene trattato male, gli fanno fare la coda oppure viene messo in attesa al telefono. Di conseguenza deve pensarci da solo.
Pesante risvolto republicano riguardante la critica alla burocrazia,
Non era un capolavoro nel 1988, adesso l'utente medio tenta di dimenticarsene.
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felicity
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lunedì 31 gennaio 2022
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frantic è hitchcock, ma assorbito e re-immaginato
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In Frantic il debito verso il “maestro del brivido” è chiaro sin dalla sceneggiatura che si presenta come l’incipit del più classico thriller hitchcockiano.
Polanski, con il dr. Edwards, crea un doppione palese di Roger Thornhill (Cary Grant), protagonista di Intrigo internazionale. L’uomo medio, agiato ma non ricco, senza nessuna conoscenza importante, così anonimo da risultare quasi insignificante che si ritrova, fatalmente, invischiato in situazioni che trascendono la sua volontà. L’operazione di Polanski non si ferma all’ossatura narrativa, e il regista decide di rimettere in scena il genio di Hitchcock, ripercorrendo letteralmente e formalmente tutto il cinema del maestro: c’è la doccia di Psycho, il senso di vuoto e vertigine di (ancora una volta) Intrigo internazionale, la ricerca disperata di L’uomo che sapeva troppo, l’espediente narrativo del McGuffin, e ovviamente, l’immancabile cameo registico all’interno del proprio film.
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In Frantic il debito verso il “maestro del brivido” è chiaro sin dalla sceneggiatura che si presenta come l’incipit del più classico thriller hitchcockiano.
Polanski, con il dr. Edwards, crea un doppione palese di Roger Thornhill (Cary Grant), protagonista di Intrigo internazionale. L’uomo medio, agiato ma non ricco, senza nessuna conoscenza importante, così anonimo da risultare quasi insignificante che si ritrova, fatalmente, invischiato in situazioni che trascendono la sua volontà. L’operazione di Polanski non si ferma all’ossatura narrativa, e il regista decide di rimettere in scena il genio di Hitchcock, ripercorrendo letteralmente e formalmente tutto il cinema del maestro: c’è la doccia di Psycho, il senso di vuoto e vertigine di (ancora una volta) Intrigo internazionale, la ricerca disperata di L’uomo che sapeva troppo, l’espediente narrativo del McGuffin, e ovviamente, l’immancabile cameo registico all’interno del proprio film. Ben oltre il semplice vezzo citazionistico, l’esplicito rimando cinematografico crea un ulteriore livello di ossessività, che si somma incredibilmente a quello già presente nel film in sé.
Si potrebbe continuare a lungo esaminando scena per scena Frantic per capire fino a dove si proietti l’ombra del regista inglese, ma si perderebbe la vera essenza della pellicola. Perché l’incredibile lavoro di regia di Polanski si concretizza in un film che supera la somma delle sue parti e, al di là del rimando cinematografico, riesce a vivere di vita propria. Frantic è si Hitchcock, ma assorbito e re-immaginato completamente da Polanski.
Ed ecco che Parigi, nuova casa per l’esule Polanski, viene trasfigurata dallo sguardo del regista. Tramite una messa in scena perfetta e con l’aiuto delle musiche di Ennio Morricone, la città viene completamente avvolta in un’atmosfera così opprimente da perdere ogni punto di riferimento con l’immaginario classico: non è un caso che, una volta immerso totalmente nel thriller (sconfinando quasi nel noir), l’edificio simbolo della città, la Tour Eiffel, scompaia. Nella Parigi di Polanski, l’appuntamento è ai piedi della Statua della Libertà.
Nella continua commistione, sempre presente nella schizofrenica filmografia di Polanski, tra cinema vita e memoria, il film assume quindi un ruolo fondamentale nella riflessione del regista. Perché Frantic è, a conti fatti, una grandissima dichiarazione d’amore, lontananza e astinenza verso una casa in cui Polanski potrà fare ritorno solo ed esclusivamente attraverso il cinema.
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erika
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domenica 9 gennaio 2022
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a me provoca fastidio...
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Colonna sonora di Morricone a parte, (anche se ne ha scritte di migliori) e non quella lagna francese del locale notturno..a me questo film provoca fastidio. Ho provato a rivederlo, ma niente... Ford già visto, non so se prima o dopo questo film ma alla fine è sempre lo stesso personaggio. Michelle, bella gnocca, come si dice, ma fine. La storia è lunga e noiosa. Finale scontato ... boh? I capolavori sono altri.
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rmarci 05
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martedì 25 giugno 2019
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r. polanski ed il suo omaggio ad alfred hitchcock
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Roman Polanski omaggia Alfred Hithcock, di cui è studioso ed ammiratore, confezionando un thriller convincente che deve molto (forse quasi tutto) a film come Intrigo Internazionale, Vertigo e L'uomo che sapeva troppo. E' proprio qui che risiede il principale difetto del film: oltre ad utilizzare una struttura narrativa piuttosto convenzionale, Polanski prende spunto dai grandi classici sopracitati facendo vivere la pellicola essenzialmente di questo citazionismo limitandosi a realizzare un thriller quasi "nostalgico", senza che si distingua il suo inconfondibile stile.
Un'operazione indubbiamente svolta con sapienza ed accuratezza, elementi riscontrabili nella fotografia minuziosa, nella caratterizzazione del personaggio dell'ottimo H.
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Roman Polanski omaggia Alfred Hithcock, di cui è studioso ed ammiratore, confezionando un thriller convincente che deve molto (forse quasi tutto) a film come Intrigo Internazionale, Vertigo e L'uomo che sapeva troppo. E' proprio qui che risiede il principale difetto del film: oltre ad utilizzare una struttura narrativa piuttosto convenzionale, Polanski prende spunto dai grandi classici sopracitati facendo vivere la pellicola essenzialmente di questo citazionismo limitandosi a realizzare un thriller quasi "nostalgico", senza che si distingua il suo inconfondibile stile.
Un'operazione indubbiamente svolta con sapienza ed accuratezza, elementi riscontrabili nella fotografia minuziosa, nella caratterizzazione del personaggio dell'ottimo H. Ford e nello sviluppo della vicenda, raccontata dal punto di vista di un uomo comune schiacciato in un intrigo politico macchinoso e complesso che va al di là della sua conoscenza. Dunque un film che rimanda al "Maestro del Brivido" anche nelle tematiche, con l'aggiunta, data l'esperienza del regista in Francia, di una sottesa critica all'ostile società parigina, che causa al protagonista un senso di spaesamento. In conclusione, un buon film, notevole nella realizzazione e sicuramente ricco di suspense, ma eccessivamente citazionista e convenzionale.
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jayan
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mercoledì 9 maggio 2018
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thriller capolavoro di polanski
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Bellissimo e avvincente thriller di Roman Polanski, in stile Hitchcock ma con una sua personale espressione. Un dottore specialista arriva a Parigi con la moglie, alloggia in hotel, la moglie scompare e nessuno sa dire dove sia andata, neanche la polizia. Il dottore, interpretato da un grande Harrison Ford, indaga per conto suo. Sarà una ragazza un po' strana ad aiutarlo e a condurlo in un mondo di ladri, nella Parigi nascosta. Celebre il ballo con lei, con la musica di Liber Tango di Astor Piazzolla che fa da conduttore, insieme alla canzone Strange di Grace Jones e la musica di Morricone, non proprio il meglio. L'attrice che interpreta la ragazza è bella e conturbante.
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Bellissimo e avvincente thriller di Roman Polanski, in stile Hitchcock ma con una sua personale espressione. Un dottore specialista arriva a Parigi con la moglie, alloggia in hotel, la moglie scompare e nessuno sa dire dove sia andata, neanche la polizia. Il dottore, interpretato da un grande Harrison Ford, indaga per conto suo. Sarà una ragazza un po' strana ad aiutarlo e a condurlo in un mondo di ladri, nella Parigi nascosta. Celebre il ballo con lei, con la musica di Liber Tango di Astor Piazzolla che fa da conduttore, insieme alla canzone Strange di Grace Jones e la musica di Morricone, non proprio il meglio. L'attrice che interpreta la ragazza è bella e conturbante. Tutto è nato da uno scambio di valige all'aeroporto. Tutti vogliono il contenuto della valigia in possesso del dottore. Ci sarà un inseguimento finale e... non rivelo il finale. E' un film da vedere e rivedere, uno dei capolavori di questo grande regista. E' molto importante l'aspetto psicologico: il dottore che si vede coinvolto da un mondo che non conosceva, e si vede costretto all'azione, a volte anche rocambolesca.
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renatoc.
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martedì 6 febbraio 2018
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bravo polanski!
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L'ottimo regista Roman Polanski non vuole farci sentire la nostalgia del grande Alfred Hitchcock donanci un bel film fatto sul suo stile: inizio allegro stile commedia, poi si comincia a vadere qualche cosa di strano e, gradualmente mistero, suspence, azione fino all' happy-end che, salvo qualche eccezione come "La donna che visse due volte" è il modo in cui terminano i films di Hitchcock! Harrison Ford è ottimo in questi ruoli ed Emanuelle Seigner è una bellissima partner, peccato che finisca male! Forse è nella mentalità hollywoodiana che chiunque sia dalla parte sbagliata, anche se poi si ravvede la punizione non può mancare!
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vighi
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mercoledì 24 maggio 2017
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polanski in perfetta salsa hitchock
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Buona l'ambientazione parigina per questo avvincente giallo/thriller di stampo hitchock(ricorda vagamente "l'uomo che sapeva troppo"); Harrison Ford riempie perfettamente di se' questo tipo di film ed è un valore aggiunto; buona la storia; splendida la mogliettina del regista...E' uno dei miei preferiti con H.Ford protagonista.
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mtom83
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domenica 13 novembre 2016
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thriller riuscito a metà
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Una coppia appena giunta a Parigi si ritrova al centro di un intrigo internazionale, e il dottore americano Walker (H. Ford) si getta disperatamente alla ricerca della moglie misteriosamente scomparsa, provando a capire cosa le sia successo e perché. Polanski confeziona un film valido a mio avviso a metà. Ottima la prima parte, che lentamente immerge all'interno di un rebus che appare indecifrabile: il senso di straniamento del protagonista, rimasto improvvisamente solo in una città straniera di cui non conosce la lingua amplifica quello dello spettatore, mentre la ricerca della donna sparita si snoda in un sottobosco urbano e notturno che fa da contraltare alla fredda burocrazia a cui chiede aiuto Walker, senza ricevere aiuto.
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Una coppia appena giunta a Parigi si ritrova al centro di un intrigo internazionale, e il dottore americano Walker (H. Ford) si getta disperatamente alla ricerca della moglie misteriosamente scomparsa, provando a capire cosa le sia successo e perché. Polanski confeziona un film valido a mio avviso a metà. Ottima la prima parte, che lentamente immerge all'interno di un rebus che appare indecifrabile: il senso di straniamento del protagonista, rimasto improvvisamente solo in una città straniera di cui non conosce la lingua amplifica quello dello spettatore, mentre la ricerca della donna sparita si snoda in un sottobosco urbano e notturno che fa da contraltare alla fredda burocrazia a cui chiede aiuto Walker, senza ricevere aiuto. Nei panni del protagonista Ford offre una prova convincente, Walker - impacciato e spaventato in un paese straniero - si trova suo malgrado costretto al "fai da te" per risolvere il caso, e il profilo psicologico di un "eroe per caso" risulta convincente e ben studiato. Il dottore americano riceve il maggiore aiuto da Michelle (E. Seigner), giovane francese alla moda e piuttosto sfacciata, che si trova suo malgrado coinvolta nella vicenda; l'interazione tra due personaggi così differenti funziona più che bene. Per la prima ora la regia di Polanski è attenta e meticolosa, non tralasciando niente - neppure oggetti o azioni apparentemente insignificanti - e contribuisce ad aggiungere notevole suspense all'azione (davvero ottima la scena sui tetti di Parigi, forse il vertice di tutta la pellicola) prendendo pienamente spunto da Hitchcock. Purtroppo la seconda ora del film risulta molto meno convincente della prima: una volta svelato l'intrigo questo si trascina in maniera piuttosto scontata e deludente, l'intreccio si appiattisce così come la regia di Polanski perde in meticolosità ed efficacia, fino al punto che alcune scene finiscono per risultare poco credibili o addirittura grottesche (tra tutte l'inseguimento in macchina, davvero poco felice). Anche il finale si perde in maniera abbastanza scontata, senza nessun "colpo di coda" che possa renderlo più memorabile o avvincente.
In definitiva "Frantic" resta comunque un film discreto, un buon thriller basato su un soggetto iniziale molto accattivante e intenso oltre che realizzato con molta cura, che si perde un po' a lungo andare. Il film a mio avviso poteva essere chiuso decisamente prima, magari con un finale più studiato e meno banale.
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matteofreetime
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martedì 18 agosto 2015
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imperdibile
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Frantic è un film che ti lascia attaccato al video per tutto il tempo. Emozioni su emozioni colpi di scena. Inno all'amore muliebre raro da rinvenirsi nella cinematografia tradizionale. Da non perdere.
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