parsifal
|
mercoledì 7 novembre 2018
|
ricordi d'infanzia
|
|
|
|
Mr. Allen Stuart Konisberg, alias Woody Allen nel 1987 diede vita a questo film dal forte sapore nostalgico, impiantando l'intera narrazione su di una lunga e dettaglaita analessi della propria vita familiare ,Come tutti gli scittori e gli autori cinematografici, unisce il vero al verisimile di manzoniana memoria, dando vita a numerosi spunti per una gustosa e divertente commedia, con venature di sottile malinconia. Indubbiamente le analogie con AMARCORD di Fellini, suo idolo da sempre, sorgono spontanne sin dalla prima visione della pellicola. A Long Island abita la famiglia del piccolo Joe, di estrazione piccolo - borghese ed appartenente orgogliosamente alla comunità ebraica.
[+]
Mr. Allen Stuart Konisberg, alias Woody Allen nel 1987 diede vita a questo film dal forte sapore nostalgico, impiantando l'intera narrazione su di una lunga e dettaglaita analessi della propria vita familiare ,Come tutti gli scittori e gli autori cinematografici, unisce il vero al verisimile di manzoniana memoria, dando vita a numerosi spunti per una gustosa e divertente commedia, con venature di sottile malinconia. Indubbiamente le analogie con AMARCORD di Fellini, suo idolo da sempre, sorgono spontanne sin dalla prima visione della pellicola. A Long Island abita la famiglia del piccolo Joe, di estrazione piccolo - borghese ed appartenente orgogliosamente alla comunità ebraica. La famiglia è assai numerosa ed annovera dunque vari componenti, ognuno con le sue caratteristiche temperamentali, le varie psicopatologie della vita quotidiana ( magistralmente descitte dall'autore, propugnatore da sempre della psicanalisi freudiana) , in uno scenario metropolitano non del tutto felice, ma che per il piccolo protagonista costituisce un angolo di paradiso. Veniamo dunque a conoscenza della zia Bea ( M.West) sognatrice ed insoddisfatta, perennemente alla ricerca di un fidanzato che la porti via da quella vita familiare che ormai le va stretta e protagonista di aneddoti al limite del grottesco, come quello che vive in compagnia di un uomo apparentemente tutto di un pezzo , pronto a fuggire nella nebbia ,dopo aver ascoltato lo scherzo radiofonico di O.Welles sull'invasione dei Marziani. Ed ancora i genitori del piccolo Joe, continuamente in conflitto su tutti gli argomenti della quotidianità familiare in maniera talmente accesa da sembrare due attori su un palcoscenico. Sullo sfondo, le vicende storiche di una nazione pronta ad entrare in guerra, come viene puntualmente annunciato dalla radio, unico mezzo di comunicazione di massa dell'epoca non cartaceo. E proprio per questo , seguito da milioni di ascoltatori pronti ad emozionarsi, a gioire , a piangere ogni qualvolta l'occasione lo richieda. L'autore descrive minuziosamente le avventure e le disavventure delle star dell'epoca , adorate dal pubblico e descritte come personaggi da operetta, con le loro mancanze e le manie di grandezza. Osserviamo l'ascesa della gioane Sally White che da " piccola fiammiferaia" in un night club diventerà una delle presenze più richieste a livello nazionale , il tutto condito da episodi che mettono in risalto la goffaggine ed i limiti di ogni essere umano, troppo spesso dimentico della propria dimensione. E dunque , nel mondo della radio ed anche fuori, ancora una volta l'Illusione regna sovrana e d'altronde , cosa sarebbe il nostro cammino se abbandonassimo i sogni che accompagnano? Prova ottimamente riuscita, per l'ennesima volta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a parsifal »
[ - ] lascia un commento a parsifal »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
giovedì 30 agosto 2012
|
radio ricordi..
|
|
|
|
Negli anni trenta la popolazione americana si trovo' a vivere la grande invenzione della radio,ci si appassionava sia alle storie raccontate,alle musiche,ai documentari,alle telecronache,ed ora le cose sono cambiate e come dice Woody Allen sembra che alcune voci sentite in quegli anni stiano scomparendo gradualmente.Radio Days e' una pellicola per molti incomprensibile,non per quello che racconta,ma per quello che vorrebbe raccontare.In realta' Radio Days rappresenta un amarcord felliniano in salsa alleniana,dove il ricordo e' il tema centrale,infatti il piccolo Joe (alter ego di Allen) si ritrova a vivere il mondo della radio che rende protagonista tutta l'america di queli anni(dagli anni trenta agli anni 40) trasmettendo le avventure del cavaliere mascherato,i balli dell'epoca,le leggende sportive,e anche telecronache di cronache nera,ovvero la piccola Holly che cadde dentro un pozzo.
[+]
Negli anni trenta la popolazione americana si trovo' a vivere la grande invenzione della radio,ci si appassionava sia alle storie raccontate,alle musiche,ai documentari,alle telecronache,ed ora le cose sono cambiate e come dice Woody Allen sembra che alcune voci sentite in quegli anni stiano scomparendo gradualmente.Radio Days e' una pellicola per molti incomprensibile,non per quello che racconta,ma per quello che vorrebbe raccontare.In realta' Radio Days rappresenta un amarcord felliniano in salsa alleniana,dove il ricordo e' il tema centrale,infatti il piccolo Joe (alter ego di Allen) si ritrova a vivere il mondo della radio che rende protagonista tutta l'america di queli anni(dagli anni trenta agli anni 40) trasmettendo le avventure del cavaliere mascherato,i balli dell'epoca,le leggende sportive,e anche telecronache di cronache nera,ovvero la piccola Holly che cadde dentro un pozzo.La radio in pratica diventa il mezzo con il quale si entra nel mondo intero e non si e' messi da parte,in tutto questo si muove il personaggio di Sally(Mia Farrow) che da sigarettaia arriva a diventare intrattenitrice alla radio.Pertanto Allen oltre a dipingere un affresco sull'epoca e sull'innovazione della radio condisce il tutto in salsa autobiografica,ma per non annoiare lo spettatore aggiunge anche un po' di ironia(la scena dello zio ebreo che esce per andare dai vicini comunisti e lamentarsi del chiasso nel giorno di festa e torna comunista,la zia di Joe che e' sempre in ricerca di marito e rimane per strada quando alla radio trasmettono una finta invasione aliena(tratta dalla guerra dei mondi,tale pisodio suscito' in molti all'epoca una fuga collettiva),oppure il gangster,interpretato da un grande Danny Aiello,che deve uccidere Sally ma poi ci ripensa grazie alla madre),ad ogni modo anche il finale amaro dove Allen esprime la malinconia verso un passato che sta' scomparendo ma rimarra' nella pellicola indelebilmente.Carlo di Palma come sempre fa' un lavorone nella fotografia,piccole luci e grandi suoni,ed e' proprio quest'ultimo il perno centrale ,il suono della radio che ci portava all'immaginazione,e pertanto tale suono ora si affievolisce e diventa poco meno del ricordo,eppure e' incredibile come un suono potesse avere questo potere.Ottimo Allen che stavolta firma il suo amarcord.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
|