spalla
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giovedì 15 aprile 2010
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il giustiziere in versione infiltrato speciale
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Quarto episodio della saga del giustiziere della notte. Un film abbastanza inutile, dal momento che questa saga aveva già detto tutto da tempo. Si guadagna tuttavia almeno la seconda stelletta da parte mia poichè si presenta a mio parere almeno leggermente migliore del terzo episodio. C'è infatti qui un po' di violenza gratuita in meno (proprio un po', anzi, pochino pochino) e un minimo di trama. Stavolta il giustiziere, si ritrova a "lavorare" per conto di un altro, infiltrandosi in non una, ma ben due organizzazioni di narcotrafficanti con lo scopo di sbaragliarle. La parte migliore del film è probabilmente l'inizio: abbiamo infatti una buona sequenza iniziale quasi in stile horror e si rivede per qualche istante il pacifico architetto Paul Kersey dei primi film.
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Quarto episodio della saga del giustiziere della notte. Un film abbastanza inutile, dal momento che questa saga aveva già detto tutto da tempo. Si guadagna tuttavia almeno la seconda stelletta da parte mia poichè si presenta a mio parere almeno leggermente migliore del terzo episodio. C'è infatti qui un po' di violenza gratuita in meno (proprio un po', anzi, pochino pochino) e un minimo di trama. Stavolta il giustiziere, si ritrova a "lavorare" per conto di un altro, infiltrandosi in non una, ma ben due organizzazioni di narcotrafficanti con lo scopo di sbaragliarle. La parte migliore del film è probabilmente l'inizio: abbiamo infatti una buona sequenza iniziale quasi in stile horror e si rivede per qualche istante il pacifico architetto Paul Kersey dei primi film. Poi però il film degenera e nonostante il nuovo ruolo di infiltrato del giustiziere, la storia è la stessa di quella dei film precedenti, con Kersey che massacra uno alla volta tutti i suoi rivali. E non mancano purtroppo tutte quelle esagerazioni che assillavano il film precedente. Il giustiziere, interpretato da un sessantaseienne Charles Bronson ormai del tutto fuori parte, maneggia armi di ogni tipo, mena cazzotti, usa svariati travestimenti, si serve di bombe mascherate da bottiglie e altri marchingegni poco credibili(roba degna di 007) e spesso, come sempre, sottolinea i suoi massacri con sadiche battutine di compiacimento. Anche la trama, pur essendo leggermente migliore di quella del terzo film è abbastanza esile. Spesso addirittura le evoluzioni vengono affidate alla voce fuori campo di Nathan White, in modo di poter passare così direttamente da una scena di azione alla successiva, senza intermezzi. E' vero che poi la storia riserva almeno un clamoroso colpo di scena, che comunque a mio parere non è nemmeno troppo difficile da indovinare ed è stato anche un po' copiato da "Intrigo Internazionale". Il film quindi, nonostante si noti un minimo di sforzo da parte del regista di non cadere nella ripetitività e di cambiare un po' le cose fallisce in gran parte nel suo intento e finisce per rivelarsi la solita passerella di scene di violenza. Potrebbero dargli un occhiata solo i fan dei film tutta azione e a patto poi che chiudano un occhio sull'età del protagonista, ormai troppo vecchio per un film del genere.
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toty bottalla
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mercoledì 16 febbraio 2011
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ma chi ci crede!
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Beh!, rispetto al terzo ha una trama decente e una fase thriller niente male, vi dico la verità, a me piaceva molto BRONSON, mi piaceva la sua recitazione, la sua maschera inconfondibile di uomo "tutto d'un pezzo" e il film funziona anche per questo, ma pensare che un uomo ultra sessantenne riesca da solo a debellare un'organizzazione mafiosa ben organizzata e poi l'antagonista di essa e il suo traditore uscendone indenne, è cosa poco credibile, ma infondo quanti film sono fatti così!
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fedeleto
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giovedì 27 aprile 2017
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il giustiziere contro la droga
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Paul Karsey vive una vita tranquilla fino a quando uccidono la figlia della sua compagna con la droga. In mezzo alla tragedia farà giustizia e conoscerà un uomo misterioso che lo aiuterà a debellare tutta l'organizzazione, ma forse le sorprese non sono finite. Winner abbandona la regia, e J.Lee Thompson (anno 1999:la conquista della terra) prova a fare del suo meglio, ma la sceneggiatura di Hickman non può fare miracoli per un personaggio ormai troppo stanco e prevedibile. La storia nonostante tutto scorre, e i colpi di scena ci sono ( al contrario del terzo capitolo incentrato solo sull'azione), ma il giustiziere solitario ormai annoia, e anche se si può definire godibile, siamo lontani anni luce dal " mosaico delinquenziale che alberga nelle città di New York o Los Angeles".
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Paul Karsey vive una vita tranquilla fino a quando uccidono la figlia della sua compagna con la droga. In mezzo alla tragedia farà giustizia e conoscerà un uomo misterioso che lo aiuterà a debellare tutta l'organizzazione, ma forse le sorprese non sono finite. Winner abbandona la regia, e J.Lee Thompson (anno 1999:la conquista della terra) prova a fare del suo meglio, ma la sceneggiatura di Hickman non può fare miracoli per un personaggio ormai troppo stanco e prevedibile. La storia nonostante tutto scorre, e i colpi di scena ci sono ( al contrario del terzo capitolo incentrato solo sull'azione), ma il giustiziere solitario ormai annoia, e anche se si può definire godibile, siamo lontani anni luce dal " mosaico delinquenziale che alberga nelle città di New York o Los Angeles". Per una serata all'insegna del non pensare può andar bene, ma per chi vuole qualcosa di più originale farebbe meglio a starne alla larga.Bronson non demorde, ma l'età comincia a farsi sentire e vedere.
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elgatoloco
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sabato 30 gennaio 2021
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il marchio bronson
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Ancora una volta"Death Wish 4-The Crackdown"(J.Llee Thompson, dove il soggetto è di Brian Garfield, la sceneggiatura di Gal Morgan Hackman, 1987), dove stavolta PUal Kersey, che vive con una gionralista, vede la figlia di questa uccisa, intenzionalmnete, per run'overdose di cocaina e Paul, quasi per"riflesso condizionato", ri-entra in azione... Stavolta tuttto lo spazio d'azione è occupato dal mondo dello spaccio di droga come dimensione assolutamente"onnivora"e la vendetta nottruna(per parafrasare i titotli italiani del film)si ripete, anche se e quando il"vendicatore"incontra ostacoli di ogni tipo e boicottaggi legati a scambi di persone e di luoghi/amibenti.
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Ancora una volta"Death Wish 4-The Crackdown"(J.Llee Thompson, dove il soggetto è di Brian Garfield, la sceneggiatura di Gal Morgan Hackman, 1987), dove stavolta PUal Kersey, che vive con una gionralista, vede la figlia di questa uccisa, intenzionalmnete, per run'overdose di cocaina e Paul, quasi per"riflesso condizionato", ri-entra in azione... Stavolta tuttto lo spazio d'azione è occupato dal mondo dello spaccio di droga come dimensione assolutamente"onnivora"e la vendetta nottruna(per parafrasare i titotli italiani del film)si ripete, anche se e quando il"vendicatore"incontra ostacoli di ogni tipo e boicottaggi legati a scambi di persone e di luoghi/amibenti. In qualche modo, potremmo dire, lo schema di fondo rimane quello, le variazioni sul tema possono, invece, prendere pieghe inspeate o meglio inattese. Rispetto al"protopipo", bisogna pur dirlo, dove la regia era di Michael Winner, regista di forte personalità, i sequels(qui , appunto, siamo al number 4)sono più scialbi, anche se comunque tencicamente, la regia è curata di J.Lee Thompson ,specialista di film d'azione, spettacolari et similia, dunque l'azione e le suspense, quella relativa legata appunto ai film d'azione, è assicurata, anche quando sembra che tutto"debba volgere al già scritto.codificato", tanto che ,complessivamente, il risultato è positivo, sempre che si giudichi nOn in senso puramente"critico", ma guardando anche a quanto s'aspetta un pubbiico di fans. di "aficonados", C'è poi un altro fattore, ineliminabile: il problema della droga, già verso fine anni 1980, negli States (come rileva nel film il direttore di un gironale, commetnando la proposta della giornalista di dedicarsi in primis se non esclusivamente tale tema e in misura solo un po'minore anche in Europa(almeno nell'Europa occidentale, visto che la crotina di ferro c'era ancora...))era un tema "dominante", coinvolgente realmente milioni di persone e di famiglie, con morti di giovani, giovanissimi, ma non solo... dunque la figura del"vendicatore", del"risolutore"che punisca in qualche modo viene auspicata, viene"richiesta"da vari strati della popolazione. Charles Bronson, all'epoca già"attempato", anche se certo non ottugenaio(era del 1921), dunque riproporne la"cifra"più ancora della figura in carne ed ossa avevaa un peso notevole.appunto per settori come quelli citati, di "fnas". Decisamente Kay Lenz, la sua compagna nel film, risponde alle caratteristiche richiesta dal ruolo, essendo brillante, non"sfiorita", presente in pieno alla situazione, con Petty Lopez, che rende uno dei vilains"supercattiivi", che nella parte risalta notevolmente. Vari autori del sound-track, che francamente non è esaltante(e non lo è, del resto, il film)ma in qualche modo di adegua al tutto, rendendo questa"aurea mediocrtitas"che carratterizza tutto il pprodotto, La"verve"creativa , francamente, langue gravemente e si tratta, qui, di una riproposizione di temi, elementi, schemi, che erano già arcinoti e potevano coinvolgere solo chi era già di per sé legato al personaggio.cfira Bronson. Un"marchio", forse non "di qualità", ma legato all'abiutidne e, come si è cercato di dire sopra, allo"spirito del tempo, ossia a qualcosa che corrispondeva, ormai, ai fatti di cronaca ma andava oltre gli stessi,,,,. El Gato
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