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maurs79
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sabato 4 aprile 2020
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bella una supergirl come eroina
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Ho visto il film in questi giorni attraverso internet perchè negli anni 80 quando è arrivato in Italia in televisione ero piccolo e lo hanno fatto vedere poco, in pratica si può dire che
l' ho visto per la prima volta.
A me questo film è piaciuto è un normale film di fantascenza ma bisogna rispettare anche le opinioni delle altre persone.
Soprattutto scrivo questo commento perchè mi piacerebbe condividere alcune informazioni del film con gli altri utenti di questo forum.
Cortesemente vorrei sapere...dopo il bacio che Ethen da a Linda dopo che lei lo libera dal buldozer lei si innamora di lui?
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ilmago99
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martedì 2 novembre 2010
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una delusione per superman
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supergirl e un film decisamente orrendo per le scene per le musiche per gli effetti speciali che i stupidi di mymovies dicono che sono megli di superman 1 2 3 christopher reeve rimarra sicuramente deluso per questo film ma voglio che lo fanno in dvd ti prego fa che lo fate in dvd vi supplico
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seanmallory75
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mercoledì 7 aprile 2010
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occasione sprecata, deludente nonostante la slater
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Nello sconfinato mondo dei cinecomics, come sono dette le trasposizioni cinematografiche dai fumetti, trova posto un film curioso e poco conosciuto, almeno nel nostro paese, datato oramai più di 25 anni, sto parlando di “Supergirl” o come recita pomposamente il titolo italiano dovrei dire “Supergirl – La ragazza d’ Acciaio”. La pellicola del 1985 fu prodotta dai fratelli Salkind, gli stessi della sega di “Superman” che tentarono la strada del successo economico con unaltro personaggio dei DC Comics: Supergirl per l'appunto. Il film fu però un clamoroso flop al botteghino ed è oggi, a buon diritto, considerato uno dei peggiori esempi di cinema tratto dai fumetti. La sceneggiatura è tra le più idiote ed improbabili della storia e la regia del francese Szwarc finisce per non dare una chiara impronta al film che è sempre indeciso tra action e commedia semiparodica in un incredibile guazzabuglio che strizza l’occhio anche al college-movie, a Biancaneve e al “Mago di Oz”.
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Nello sconfinato mondo dei cinecomics, come sono dette le trasposizioni cinematografiche dai fumetti, trova posto un film curioso e poco conosciuto, almeno nel nostro paese, datato oramai più di 25 anni, sto parlando di “Supergirl” o come recita pomposamente il titolo italiano dovrei dire “Supergirl – La ragazza d’ Acciaio”. La pellicola del 1985 fu prodotta dai fratelli Salkind, gli stessi della sega di “Superman” che tentarono la strada del successo economico con unaltro personaggio dei DC Comics: Supergirl per l'appunto. Il film fu però un clamoroso flop al botteghino ed è oggi, a buon diritto, considerato uno dei peggiori esempi di cinema tratto dai fumetti. La sceneggiatura è tra le più idiote ed improbabili della storia e la regia del francese Szwarc finisce per non dare una chiara impronta al film che è sempre indeciso tra action e commedia semiparodica in un incredibile guazzabuglio che strizza l’occhio anche al college-movie, a Biancaneve e al “Mago di Oz”. Fin dal casting, l’intento della produzione pare quello di muoversi sulla falsa riga del primo “Superman” e così capita che la produzione possa vantare anche qualche star al suo attivo, sia pure in piccole parti di contorno, Peter O’Toole è Zaltar ed ha la stessa funzione carismatica del Marlon Brando di “Superman” e Mia Farrow nei panni di Alura,la madre di Supergirl, si limita ad una piccola scena all’inizio del film, per poter comparire nei titoli di testa e giustificare così il suo lauto compenso. Quanto alla protagonista, l’esordiente, allora poco più che ventenne Helen Slater in “Supergirl” era molto acerba come attrice ma di certo possiede le physique du role, è bella, dolce e bionda, in una parola è una meravigliosa Supergirl e poco importa se non è Meryl Streep, vederla volteggiare in aria con il succinto costumino da Supereroina è davvero un bel vedere. Il resto degli attori, escluso O'Toole, è imbarazzante: la gara per la palma del più cane è combattuta, ma alla fine la spunta la strega cattiva Faye Dunaway, un'atrocità ma per lo meno funzionale allo scopo, se si cercava la perfetta controparte femminile della Slater eccola: abbiamo l’anello mancante tra la matrigna di Biancaneve e Sally Spectra. Non si può non sorridere di fronte al suo guardaroba kitsch e al trucco grottesco ma il vero colpo di genio sono le spaventose acconciature che sfoggia con ammirevole sprezzo del ridicolo: semplicemente orrende, credo di non aver mai visto nulla di simile nemmeno nei peggiori film fantasy degli anni 80’. Gli occhi perennemente spalancati, un incredibile campionario di ghigni ed una recitazione isterica ben oltre il ridicolo fanno della perfida strega Dunaway il punto più basso di tutto il film, davvero incredibile come abbia potuto accettare di comparire in un ruolo tanto idiota per mero interesse economico e narcisismo da commediante; così agghindata e truccata ha un aspetto davvero orribile e la contrapposizione con la giovanissima e bellissima rivale, Slater appare semplicemente improponibile; la nostra star!!! si produce in stucchevoli tentativi di umorismo e non pone a freno le sue smorfie per tutta la durata del film tanto da rimediare una figura ancora peggiore di quella nell’antecedente celeberrimo “Mammina Cara” in cui fu premiata, si fa per dire, con il Razzie Award alla peggior attrice, questa volta invece per "Supergirl", ottiene solo una nomination, ma resta davvero difficile credere che qualcuno, quell’anno, abbia potuto fare di peggio.
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kingkong
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domenica 27 settembre 2009
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lei davvero stupenda!
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Ma sto benedetto dvd quando lo faranno???????? Non può mancare alla mia collezione di supereroi! un film per ragazzini anche se ricordo che alcuni miei compagni alle elementari erano stati interdetti dai genitori per via della magia nera...mah?
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spoerri
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giovedì 20 settembre 2007
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non ho parole
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questo film è così brutto che mi ha lasciato senza parole, non si arriva mai alla fine di una storia per dementi che non ha senso.
tutti recitano male, la storia è una barzelletta involontaria con dialoghi deliranti e tremendi.
é così brutto da neanche essere kitch o trash.
si può veramente candidare come fra i più brutti della storia.
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bentley
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giovedì 29 marzo 2007
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una superman in gonella per combattere il male
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Dagli stessi produttori della sega di Superman un filmetto tutto al femminile per ragazzi e teen-agers in calore.
Uscito nel 1984 sull'onda del successo dei primi due Superman, con l'intento di rilanciare il filone dopo l'insuccesso del suo terzo capitolo, il film fu un insuccesso al botteghino nonostante la sua splendida esordiente protagonista. Helen Slater nei panni di Supergirl infatti vale da sola la visione e la musica di Jerry Goldsmith é davvero trascinante. Pur avvalendosi di un cast di tutto rispetto con attori del calibro di Peter O'Toole e Mia Farrow il film fu un fallimento soprattutto a causa di uno script risibile e di una regia, di Jeannot Szwarc, assolutamente inadeguata.
La super-ragazza d'acciaio, una super sexy Helen Slater, allora diciannovenne, si scomoda a scendere sulla terra per recuperare un oggetto, l'Omegahedron.
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Dagli stessi produttori della sega di Superman un filmetto tutto al femminile per ragazzi e teen-agers in calore.
Uscito nel 1984 sull'onda del successo dei primi due Superman, con l'intento di rilanciare il filone dopo l'insuccesso del suo terzo capitolo, il film fu un insuccesso al botteghino nonostante la sua splendida esordiente protagonista. Helen Slater nei panni di Supergirl infatti vale da sola la visione e la musica di Jerry Goldsmith é davvero trascinante. Pur avvalendosi di un cast di tutto rispetto con attori del calibro di Peter O'Toole e Mia Farrow il film fu un fallimento soprattutto a causa di uno script risibile e di una regia, di Jeannot Szwarc, assolutamente inadeguata.
La super-ragazza d'acciaio, una super sexy Helen Slater, allora diciannovenne, si scomoda a scendere sulla terra per recuperare un oggetto, l'Omegahedron. Questa anonima sfera che ha l'aspetto di una palla fluorescente sembra essere indispensabile per la città di Argo ma non sarebbe un gran problema recuperarla, visto che é finita, guarda guarda.....nelle grinfie della squinternata ed goffa fattucchiera Selena, una Faye Dunaway con mega-parruccone rosso fuoco che appare come un incrocio tra la Milva del San Remo 2007 e Vanna Marchi. La perfida Selena, in realtà non metterebbe paura nemmeno a Medioman...e infatti Supergirl ben presto trova l'Omegahedron e la sua nuova proprietaria. Il film però finirebbe troppo presto se avessimo subito lo scontro finale tra l'eroina e la cattiva...e poiché é un film di donne...non può non esserci di mezzo un bel maschione: il giardiniere Etahn interpretato da un gran pezzo di fico, l'attore canadese Hart Bochner. Morale della favola Supergirl e Selena si sfideranno chiamando in causa superpoteri alla Superman, magia nera e forze delle tenebre solo per un aitante fusto! Sich! Questo é il massimo dell'originalità che una ricca produzione Hollywoodiana ha potuto tirare fuori. Ovviamente é facile intuire come andrà a finire...il nostro giardiniere non sembra un mostro di intelligenza ma se lo mettete davanti alla scelta tra la diciannovenne Slater, insieme dolcissima e sexy, bionda con occhioni azzurri da svenimento e due gambe da cerbiatta e la strega Dunaway, tardona con parruccone e trucco da megera condito con un guardaroba da galleria degli orrorri non facile avere dubbi.
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jena
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giovedì 26 agosto 2004
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l'orribile strega faye dunaway
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Nel 1984 i fratelli Salkind, già produttori della fortunata serie cinematografica di Superman, visti i deludenti risultati al botteghino del terzo episodio, provano a rilanciare la serie con una sorta di spin-off: in gergo un nuovo filone che nasce da un personaggio minore di un fumetto. In questo caso si tratta di Kara, la cugina di Superman che non era mai comparsa nei precedenti episodi ma di cui esistevano numerosi albi della Marvel: così nacque Supergirl, l’idea era in effetti quella di ri aggiornare al femminile il mito del più famoso eroe dei fumetti, Cristopher Reeve il celebre Clarke Kant/Supergirl in carne e ossa avrebbe dovuto partecipare al film ma alla fine si ritirò e infatti per giustificarne l’assenza quando il mondo sarà in pericolo, si accenna ad una missione interplanetaria che terrebbe Superman lontano dalla terra.
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Nel 1984 i fratelli Salkind, già produttori della fortunata serie cinematografica di Superman, visti i deludenti risultati al botteghino del terzo episodio, provano a rilanciare la serie con una sorta di spin-off: in gergo un nuovo filone che nasce da un personaggio minore di un fumetto. In questo caso si tratta di Kara, la cugina di Superman che non era mai comparsa nei precedenti episodi ma di cui esistevano numerosi albi della Marvel: così nacque Supergirl, l’idea era in effetti quella di ri aggiornare al femminile il mito del più famoso eroe dei fumetti, Cristopher Reeve il celebre Clarke Kant/Supergirl in carne e ossa avrebbe dovuto partecipare al film ma alla fine si ritirò e infatti per giustificarne l’assenza quando il mondo sarà in pericolo, si accenna ad una missione interplanetaria che terrebbe Superman lontano dalla terra. Il film diretto da Jeannot Szworc e scritto da David Odell fu un flop enorme; del resto è ancor meno divertente dei già noiosi precedenti, peraltro premiati dal botteghino; verrebbe da pensare che per fortuna fu un tale fallimento, altrimenti i Salkind ci avrebbero propinato anche dei seguiti. La regia è assente e la sceneggiatura talmente sciocca e assurda da risultare inadatta ad un pubblico adulto; si potrebbe dire che questo film avrebbe dovuto essere accompagnato da un divieto sopra i 10 anni. L’unico motivo che può spingere a vedere Supergirl è il ricco cast, ricalcato sul modello del precedente Superman: un protagonista sconosciuto (Helen Slater come era stato Christopher Reeve) l’apparizione di un grosso nome da calare sul piatto (Peter O’toole che sta al Marlon Brando di Superman), mature star abituate a ruoli torvi e malvagi nella parte dei diabolici cattivi ( Faye Dunaway come Gene Hackman), illustri comprimari nei ruoli di contorno (Brenda Vaccaro per Ned Beatty, Mia Farrow per Glenn Ford, Peter Cook per Terence Stamp) e bellocci in grado di sostenere l’immancabile love story col protagonista di turno ( Hart Bochner fa girare la testa alla Slater come Margot Kidder faceva con Reeve). Nel caso di Supergirl la scelta di affidare il ruolo della protagonista alla giovanissima esordiente Helen Slater appare certamente azzeccata; non si può davvero immaginare incarnazione migliore di Supergirl, la Slater è deliziosa nei panni della biondissima e fresca ragazza d’acciaio, regge bene il doppio ruolo prima di dolce e ingenua collegiale che si trova in un pianeta estraneo e poi di grintosa e atletica eroina quando con coraggio sfida i nemici; sceglie la recitazione di basso profilo e alla fine è la più credibile in un cast di colleghi ben più navigati. Il personaggio peggio riuscito è sicuramente quello della cattiva Faye Dunaway, Selena è una villain da cartoon, assolutamente poco credibile e priva della minima parvenza di pericolosità o maestosità. Si tratta infatti di una strega di mezza tacca piuttosto maldestra e ridicola che pronuncia grossolane formule magiche e si produce in incantesimi che legge da presunti testi di magia nera. Questa attempata fattucchiera non può certo essere una vera rivale per Supergirl né quando si propone di dominare il mondo né tanto meno quando arditamente prova a soffiarle un bel fusto di giardiniere. Nel ruolo della perfida strega Selena, Faye Dunaway è irritante per narcisismo e gigionismo, si produce in una serie di smorfie e di ghigni, pronuncia battute idiote con gusto smodato e fa sfoggio di enorme arroganza e supponenza; la finta autoironia che ci vorrebbe trasmettere non nasconde la sensazione che invece questa attrice mediocre e odiosa sia straordinariamente innamorata di sé stessa e ritenga a torto di essere divertente e affascinante. In realtà la Dunaway sembra divertirsi un mondo e si piace maledettamente, allora era poco più che quarantenne, ma agghindata con improbabile make-up che prevede parruccone rosso ed eccentrici caffettani oltre ad un trucco pesante appare come una sorta di sgraziata tardona ultarcinquantenne e ci sono alcune scene dov’è davvero orribile. E’ assolutamente ridicola quando tenta di concupire Bochner con scosciamenti e sguardi assassini e lui di rimando fugge a gambe levate salvo poi cadere svenuto per l’effetto di un intruglio della strega ma rimedia una figura ancor peggiore quando prepara la pozione d’amore con il guscio di una noce e un ragno personalmente prelevato da una ragnatela; con un paio di occhiali per vedere da vicino, la zazzera di riccioli rossi, le gote rosse e il trucco che ne accentua gli zigomi sporgenti la Dunaway con l’aria idiota e le stucchevoli smorfie è davvero una strega nel senso letterale del termine. L’orrida Faye come viene definita dalla sua stessa assistente Bianca (Vaccaro) fa nuovamente pessima mostra di sé nel finale quando torna a prendersi sul serio e si pone fieramente davanti a Supergirl: gambe larghe, caffettano bianco luccicante con altissimi spacchi laterali, vistosissimi orecchini e parruccone sventolante. Siamo alla resa dei conti, ma Supergirl non ha troppe difficoltà nell’avere ragione di tanta misera avversaria e in un batter d’occhio avvolge Selena in un vortice e la spinge verso le fauci di un rozzo mostro alla Godzilla che lei stessa aveva evocato per distruggere la nostra eroina. La strega ora è perduta, Faye Dunaway sgrana gli occhi inorridita e si abbandona a urla stridule e disperate: la sua è una fine ingloriosa quanto meritata perchè il mostro se la mangia, fuori campo, e poi viene spedito da Supergirl nella dimensione ultraterrestre della Zona Fantasma. La strega Faye Dunaway finisce ingloriosamente nella finzione ma la sconfitta più pesante è quella dell’attrice polverizzata dall’esordiente Helen Slater, lei davvero in parte e mai sopra le righe. La Dunaway per questa inguardabile performance fu nominata come peggior attrice dell’anno ai Razzies Awards e non vinse il premio solo grazie alla Bo Derek di “Bolero exstasy” ma la sua carriera era ormai caduta a picco definitivamente; purtroppo l’insuccesso del film travolse anche la giovane Slater che non trovò mai più ruoli da protagonista in produzioni importanti.
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igno
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giovedì 26 agosto 2004
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l'orribile strega faye dunaway
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Nel 1984 i fratelli Salkind, già produttori della fortunata serie cinematografica di Superman, visti i deludenti risultati al botteghino del terzo episodio, provano a rilanciare la serie con una sorta di spin-off: in gergo un nuovo filone che nasce da un personaggio minore di un fumetto. In questo caso si tratta di Kara, la cugina di Superman che non era mai comparsa nei precedenti episodi ma di cui esistevano numerosi albi della Marvel: così nacque Supergirl, l’idea era in effetti quella di ri aggiornare al femminile il mito del più famoso eroe dei fumetti, Cristopher Reeve il celebre Clarke Kant/Supergirl in carne e ossa avrebbe dovuto partecipare al film ma alla fine si ritirò e infatti per giustificarne l’assenza quando il mondo sarà in pericolo, si accenna ad una missione interplanetaria che terrebbe Superman lontano dalla terra.
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Nel 1984 i fratelli Salkind, già produttori della fortunata serie cinematografica di Superman, visti i deludenti risultati al botteghino del terzo episodio, provano a rilanciare la serie con una sorta di spin-off: in gergo un nuovo filone che nasce da un personaggio minore di un fumetto. In questo caso si tratta di Kara, la cugina di Superman che non era mai comparsa nei precedenti episodi ma di cui esistevano numerosi albi della Marvel: così nacque Supergirl, l’idea era in effetti quella di ri aggiornare al femminile il mito del più famoso eroe dei fumetti, Cristopher Reeve il celebre Clarke Kant/Supergirl in carne e ossa avrebbe dovuto partecipare al film ma alla fine si ritirò e infatti per giustificarne l’assenza quando il mondo sarà in pericolo, si accenna ad una missione interplanetaria che terrebbe Superman lontano dalla terra. Il film diretto da Jeannot Szworc e scritto da David Odell fu un flop enorme; del resto è ancor meno divertente dei già noiosi precedenti, peraltro premiati dal botteghino; verrebbe da pensare che per fortuna fu un tale fallimento, altrimenti i Salkind ci avrebbero propinato anche dei seguiti. La regia è assente e la sceneggiatura talmente sciocca e assurda da risultare inadatta ad un pubblico adulto; si potrebbe dire che questo film avrebbe dovuto essere accompagnato da un divieto sopra i 10 anni. L’unico motivo che può spingere a vedere Supergirl è il ricco cast, ricalcato sul modello del precedente Superman: un protagonista sconosciuto (Helen Slater come era stato Christopher Reeve) l’apparizione di un grosso nome da calare sul piatto (Peter O’toole che sta al Marlon Brando di Superman), mature star abituate a ruoli torvi e malvagi nella parte dei diabolici cattivi ( Faye Dunaway come Gene Hackman), illustri comprimari nei ruoli di contorno (Brenda Vaccaro per Ned Beatty, Mia Farrow per Glenn Ford, Peter Cook per Terence Stamp) e bellocci in grado di sostenere l’immancabile love story col protagonista di turno ( Hart Bochner fa girare la testa alla Slater come Margot Kidder faceva con Reeve). Nel caso di Supergirl la scelta di affidare il ruolo della protagonista alla giovanissima esordiente Helen Slater appare certamente azzeccata; non si può davvero immaginare incarnazione migliore di Supergirl, la Slater è deliziosa nei panni della biondissima e fresca ragazza d’acciaio, regge bene il doppio ruolo prima di dolce e ingenua collegiale che si trova in un pianeta estraneo e poi di grintosa e atletica eroina quando con coraggio sfida i nemici; sceglie la recitazione di basso profilo e alla fine è la più credibile in un cast di colleghi ben più navigati. Il personaggio peggio riuscito è sicuramente quello della cattiva Faye Dunaway, Selena è una villain da cartoon, assolutamente poco credibile e priva della minima parvenza di pericolosità o maestosità. Si tratta infatti di una strega di mezza tacca piuttosto maldestra e ridicola che pronuncia grossolane formule magiche e si produce in incantesimi che legge da presunti testi di magia nera. Questa attempata fattucchiera non può certo essere una vera rivale per Supergirl né quando si propone di dominare il mondo né tanto meno quando arditamente prova a soffiarle un bel fusto di giardiniere. Nel ruolo della perfida strega Selena, Faye Dunaway è irritante per narcisismo e gigionismo, si produce in una serie di smorfie e di ghigni, pronuncia battute idiote con gusto smodato e fa sfoggio di enorme arroganza e supponenza; la finta autoironia che ci vorrebbe trasmettere non nasconde la sensazione che invece questa attrice mediocre e odiosa sia straordinariamente innamorata di sé stessa e ritenga a torto di essere divertente e affascinante. In realtà la Dunaway sembra divertirsi un mondo e si piace maledettamente, allora era poco più che quarantenne, ma agghindata con improbabile make-up che prevede parruccone rosso ed eccentrici caffettani oltre ad un trucco pesante appare come una sorta di sgraziata tardona ultarcinquantenne e ci sono alcune scene dov’è davvero orribile. E’ assolutamente ridicola quando tenta di concupire Bochner con scosciamenti e sguardi assassini e lui di rimando fugge a gambe levate salvo poi cadere svenuto per l’effetto di un intruglio della strega ma rimedia una figura ancor peggiore quando prepara la pozione d’amore con il guscio di una noce e un ragno personalmente prelevato da una ragnatela; con un paio di occhiali per vedere da vicino, la zazzera di riccioli rossi, le gote rosse e il trucco che ne accentua gli zigomi sporgenti la Dunaway con l’aria idiota e le stucchevoli smorfie è davvero una strega nel senso letterale del termine. L’orrida Faye come viene definita dalla sua stessa assistente Bianca (Vaccaro) fa nuovamente pessima mostra di sé nel finale quando torna a prendersi sul serio e si pone fieramente davanti a Supergirl: gambe larghe, caffettano bianco luccicante con altissimi spacchi laterali, vistosissimi orecchini e parruccone sventolante. Siamo alla resa dei conti, ma Supergirl non ha troppe difficoltà nell’avere ragione di tanta misera avversaria e in un batter d’occhio avvolge Selena in un vortice e la spinge verso le fauci di un rozzo mostro alla Godzilla che lei stessa aveva evocato per distruggere la nostra eroina. La strega ora è perduta, Faye Dunaway sgrana gli occhi inorridita e si abbandona a urla stridule e disperate: la sua è una fine ingloriosa quanto meritata perchè il mostro se la mangia, fuori campo, e poi viene spedito da Supergirl nella dimensione ultraterrestre della Zona Fantasma. La strega Faye Dunaway finisce ingloriosamente nella finzione ma la sconfitta più pesante è quella dell’attrice polverizzata dall’esordiente Helen Slater, lei davvero in parte e mai sopra le righe. La Dunaway per questa inguardabile performance fu nominata come peggior attrice dell’anno ai Razzies Awards e non vinse il premio solo grazie alla Bo Derek di “Bolero exstasy” ma la sua carriera era ormai caduta a picco definitivamente; purtroppo l’insuccesso del film travolse anche la giovane Slater che non trovò mai più ruoli da protagonista in produzioni importanti.
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plisken
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mercoledì 9 giugno 2004
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dunaway forever
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La cugina di Superman (Slater) scende sulla terra travestita da colleggiale per recuperare una sfera magica finita nelle mani di una perfida strega (Dunaway). Pessimo fantasy di Jeannot Szwarc che i fratelli Salkind vollero produrre sfruttando il successo della saga di "Superman". Il film fu un meritatissimo mega-flop al botteghino: sceneggiatura insensata, regia assente, dialoghi osceni e personaggi sciocchi. Helen Slater all'esordio è in parte nei panni dell'eroina coraggiosa e ingenua e il costume da "ragazza d'acciao" le dona assai. Faye Dunaway è deliziosamente perfida nei panni della strega cattiva. Il personaggio di Selena è ridicolo e banale ma la Dunaway regala comunque momenti divertenti e nonostante l'età e il look improbabile con tanto di parruccone riccioluto rosso-fuoco riesce ad essere diabolicammente seducente.
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La cugina di Superman (Slater) scende sulla terra travestita da colleggiale per recuperare una sfera magica finita nelle mani di una perfida strega (Dunaway). Pessimo fantasy di Jeannot Szwarc che i fratelli Salkind vollero produrre sfruttando il successo della saga di "Superman". Il film fu un meritatissimo mega-flop al botteghino: sceneggiatura insensata, regia assente, dialoghi osceni e personaggi sciocchi. Helen Slater all'esordio è in parte nei panni dell'eroina coraggiosa e ingenua e il costume da "ragazza d'acciao" le dona assai. Faye Dunaway è deliziosamente perfida nei panni della strega cattiva. Il personaggio di Selena è ridicolo e banale ma la Dunaway regala comunque momenti divertenti e nonostante l'età e il look improbabile con tanto di parruccone riccioluto rosso-fuoco riesce ad essere diabolicammente seducente. Il fallimento del film fu così sonoro da investire clamorosamente tutti i partecipanti al proggetto e in promis le due sprecate prime-donne. La Slater si vide stroncata ancora prima di cominciare, mentre la carriera della Dunaway già in ribasso, colò a picco definitivamente finendo per relegarla a ruoli marginali e privi di fascino: di qui in avanti sarà costretta sempre a impersonare odiose donne mature, meschine e senza scrupoli.
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alex
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venerdì 4 giugno 2004
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povera faye
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I fratelli Salkind già produttori della saga di Superman ci riprovano con la cugina Kara: una versione femminile del più celebre supereroe interplanetario. Nonostante l'alto budget e un cast di tutto rispetto il film fu un flop colossale. Al suo fallimento contribuirono la pessima regia di Jeannot Szworc, una sceneggiatura per cerebrolesi infarcita di dialoghi ridicoli e l’aggiunta delle orride interpretazioni di alcune star in declino. Ecco la storia: la bella Kara (Slater) scende sulla terra travestita da collegiale per recuperare una sfera indispensabile per la sopravvivenza del suo pianeta. L'oggetto dagli straordinari poteri è finito nelle grinfie di una perfida strega (Dunaway) che vuole servirsene per dominare il mondo.
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I fratelli Salkind già produttori della saga di Superman ci riprovano con la cugina Kara: una versione femminile del più celebre supereroe interplanetario. Nonostante l'alto budget e un cast di tutto rispetto il film fu un flop colossale. Al suo fallimento contribuirono la pessima regia di Jeannot Szworc, una sceneggiatura per cerebrolesi infarcita di dialoghi ridicoli e l’aggiunta delle orride interpretazioni di alcune star in declino. Ecco la storia: la bella Kara (Slater) scende sulla terra travestita da collegiale per recuperare una sfera indispensabile per la sopravvivenza del suo pianeta. L'oggetto dagli straordinari poteri è finito nelle grinfie di una perfida strega (Dunaway) che vuole servirsene per dominare il mondo. L'esordiente Helen Slater nel ruolo della giovane eroina è perfetta: dolce e ingenua quando veste i panni della studentessa, tenace e coraggiosa quando indossa il costume da Supergirl. La Slater ha le physique du role ed è deliziosa con la bionda criniera al vento e il fisico da pin-up stretto nel costume succinto. Se la protagonista si salva, il resto del cast non brilla ma la palma della peggiore va senz'altro a Faye Dunaway che vampirizza ben presto il film col suo insopportabile narcisismo. Il personaggio di Selena è già in partenza terribile ma la Dunaway che "gracchia" compiaciuta frasi come -il mondo è molto bello e non vedo l'ora che diventi solo mio- è semplicemente penosa. Abbigliata con improbabili tuniche new age e con un parruccone di riccioli rosso-shoc sembra più una maldestra megera di mezza tacca che una vera antagonista della sua avversaria. Selena si atteggia a fatalona sexy nel tentativo di circuire un fusto che immancabilmente si invaghisce della giovane rivale. Il gigionismo della Dunaway si spinge a tal punto da far cambiare al regista la sceneggiatura pur di darle la giusta punizione. Infatti all'inizio il ruolo di Selena doveva andare a Dolly Parton ed era previsto un finale di pentimento e salvezza per la cattiva. La strega della Dunaway invece fa la fine più ingloriosa possibile: divorata tra urla strazianti da un mostro tanto brutto quanto ridicolo. Se è vero che la Dunaway non è mai stata così odiosa e imbarazzante bisogna però dire che la sua presenza è l'unico motivo di interesse del film: infatti da quando fa la sua comparsa non si aspetta altro che vederne la meritata brutta fine.
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