elgatoloco
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venerdì 26 febbraio 2016
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uno dei migliori film di/su james bond
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"James Bond, prendere o lasciare", dice qualcuno. Ebbene no: i film di, con, su Bond(più o meno ispirati da Ian Fleming)sono disuguali, a seconda di regista, interpreti e altro: qui Lewis Gilbert riesce a creare un giusto equilibrio tra azione, spettacolarità(i famosi"trucchi"che all'epoca erano anche un po'poveri rispetto ad oggi e al probabile domani), amore, avventura, ironia(la battuta finale, quando Bond viene scoperta dai suoi capi in intima relazione con la spia sovietica, recita: "Sto cercando di tenere alta la bandiera britannica"), con Roger Moore che, certo dopo il grande Scozzese Sean Connery è il miglior Bond, "The spy who loved me"(titolo ancipite, in quanto può leggersi come riferito all'agente sovietico ucciso da Bond stesso sulle nevi austriache , ma anche come riferito al maggiore sovietico-donna con cui Bond ha una relazione non solo"di sesso")efficace, leggi Barbara Bach, Richard kiel, colosso-gigante Jaws(dove funziona anche la tecnica, ancora una volta), una Caroline Munro inquietante-affascinante.
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"James Bond, prendere o lasciare", dice qualcuno. Ebbene no: i film di, con, su Bond(più o meno ispirati da Ian Fleming)sono disuguali, a seconda di regista, interpreti e altro: qui Lewis Gilbert riesce a creare un giusto equilibrio tra azione, spettacolarità(i famosi"trucchi"che all'epoca erano anche un po'poveri rispetto ad oggi e al probabile domani), amore, avventura, ironia(la battuta finale, quando Bond viene scoperta dai suoi capi in intima relazione con la spia sovietica, recita: "Sto cercando di tenere alta la bandiera britannica"), con Roger Moore che, certo dopo il grande Scozzese Sean Connery è il miglior Bond, "The spy who loved me"(titolo ancipite, in quanto può leggersi come riferito all'agente sovietico ucciso da Bond stesso sulle nevi austriache , ma anche come riferito al maggiore sovietico-donna con cui Bond ha una relazione non solo"di sesso")efficace, leggi Barbara Bach, Richard kiel, colosso-gigante Jaws(dove funziona anche la tecnica, ancora una volta), una Caroline Munro inquietante-affascinante. Nel film, tra l'altro(e siamo nel 1977...)si preconizza una distensione tra Occidente e URSS che allora era di là a venire, ma che, una decina d'anni dopo, si sarebbe realizzata progressivamente e poi compiuta; nessuna" premonizione profetica", ma una constatazione realistica, sulla base di dati oggettivi, di equilibri strategici ed economici dell'epoca. Tutto il resto è contorno, complessivamente efficace, dalla musica ai"giochetti"tecnologici, quando vengono messi in mostra davanti a uno scettico Bond. El Gato
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jekyll
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sabato 12 dicembre 2015
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il bond della distensione
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"La spia che mi amava" é uno dei migliori film della serie del Bond, perché le varie componenti sono in equilibrio in uno spettacolo per tutti, che conserva ancora l'allarmante e l''inquietante anche se nascosti dietro una superfice marmorea, e qua e là affioranti per poi essere subito superati dallo scherzo e l'ironia. Il film é molto gratificante nella dimensione dello spettacolo puro, molto intelligente nella sua garbata autoparodia e aggiornato nel personaggio femminile, una splendida Barbara Bach, che tiene testa a Bond. Come sempre, il personaggio del cattivo é fondamentale e Curd Jurgens ne rende bene la personalità sociopatica.
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"La spia che mi amava" é uno dei migliori film della serie del Bond, perché le varie componenti sono in equilibrio in uno spettacolo per tutti, che conserva ancora l'allarmante e l''inquietante anche se nascosti dietro una superfice marmorea, e qua e là affioranti per poi essere subito superati dallo scherzo e l'ironia. Il film é molto gratificante nella dimensione dello spettacolo puro, molto intelligente nella sua garbata autoparodia e aggiornato nel personaggio femminile, una splendida Barbara Bach, che tiene testa a Bond. Come sempre, il personaggio del cattivo é fondamentale e Curd Jurgens ne rende bene la personalità sociopatica. Un film in cui il pedale dell'evasione è spinto a fondo, ma più fuori dalle cose, attraverso l'ironia dell'eccesso e la consapevolezza delle cose del mondo e del loro lato buffo, che dentro credendo o sembrando credere a quello che si racconta come facevano i primi 007; questo a causa della regia di Gilbert, che sa benissimo che l'unica cosa davvero seria di 007 è quanto costano e quanto incassano. Capace di fare ironia sullo stesso mondo che gli 007 seri non mettevano in discussione, il film é una decisa svolta rispetto alla durezza dei precedenti Bond degli anni '70: qui la violenza è sublimata nello stile, in cui Gilbert é molto capace, della vignetta animata. Oramai Bond si avvicinava alle produzioni per bambini: "Squalo" é un personaggio che piacque molto loro, e infatti tornerà nel film successivo, dove diventerà buono. Uno dei film preferiti da chi considera il Bond più serioso come stupido e reazionario, e tutto sommato più intelligente uno spettacolo che riprende la formula delle vecchie comiche e dell'Hellzapoppin'. Particolarmente belle le scene girate in Egitto dove il montatore John Glen, futuro regista di 5 Bond; il direttore della fotografia Claude Renoir, nipote del pittore; lo scenografo Ken Adam; il musicista Marvin Hamlish, che qui sostituisce senza farlo rimpiangere il grande John Barry, assieme al regista costruiscono con il loro talento sequenze davvero magiche.
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jackpug
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giovedì 13 agosto 2015
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il migliore film di 007 con moore
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Dopo "Vivi e lascia morire" ( non male ) e "L'uomo dalla pistola d'oro" ( il più deludente ), Moore torna a vestire i panni dell'agente 007 con quello che è probabilmente il miglior film della saga da lui interpretato, "La spia che mi amava".
Con una storia ben scritta e convincente, il film coinvolge grazie alla serietà dell'interpretazione di Moore ( al contrario dei due precedenti ) anche se di certo non manca l'ironia e grazie anche all'introduzione di uno tra i più noti e migliori tirapiedi di sempre : Squalo ( Jaws nella versione originale ) alias Richard Kiel.
Oltre ad avere grandi personaggi, tra cui la bellissima Barbara Bach nei panni dell'algida e sexy spia russa Anya Amasova e il misterioso e elegante megalomane Stromberg interpretato da Curd Jurgens, "La spia che mi amava" posssiede una bella fotografia e delle buone scene d'azione : da notare gli inseguimenti con la Lotus Esprit Submarine e la mozzafiato sequenza pre-titolo.
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Dopo "Vivi e lascia morire" ( non male ) e "L'uomo dalla pistola d'oro" ( il più deludente ), Moore torna a vestire i panni dell'agente 007 con quello che è probabilmente il miglior film della saga da lui interpretato, "La spia che mi amava".
Con una storia ben scritta e convincente, il film coinvolge grazie alla serietà dell'interpretazione di Moore ( al contrario dei due precedenti ) anche se di certo non manca l'ironia e grazie anche all'introduzione di uno tra i più noti e migliori tirapiedi di sempre : Squalo ( Jaws nella versione originale ) alias Richard Kiel.
Oltre ad avere grandi personaggi, tra cui la bellissima Barbara Bach nei panni dell'algida e sexy spia russa Anya Amasova e il misterioso e elegante megalomane Stromberg interpretato da Curd Jurgens, "La spia che mi amava" posssiede una bella fotografia e delle buone scene d'azione : da notare gli inseguimenti con la Lotus Esprit Submarine e la mozzafiato sequenza pre-titolo.
L'atmosfera è davvero intrigante e particolare ed è proprio ciò che rende il film unico tra tutti della saga; forse grazie anche alla bella e delicata theme song "Nobody Does It Better" di Carly Simon.
Un'ottima spy-story degna dei primi film di Bond con Connery e che almeno inizia a rendere Moore un interprete convincente nei panni dell'agente.
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onufrio
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sabato 19 gennaio 2013
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bond, la bella e lo squalo.
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James Bond è alle prese col signor Stromberg, il cattivo di turno che possiede una casa in mezzo all'oceano e vuole impadronirsi anche lui (come molti altri negli episodi precedenti) del mondo, al suo fianco ci saranno due squali.. uno "animale" che tiene nel suo mega acquario e l'altro "umano" (Richard Kiel). A dare una mano, e non solo quella, al nostro Bond ci sarà il maggiore Anya (Barbara Bach, bellissima!!) per rivivere alcuni sapori de "Dalla Russia con amore" .
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gipinna
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giovedì 1 novembre 2012
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roger moore salverà il mondo
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15 anni e dieci film dopo 'Licenza di uccidere' il comandante Bond guida ancora un veicolo da 13 milioni di $. Dopo l'esito poco felice (non artisticamente) dell' "Uomo dalla pistola d'oro'" il produttore Broccoli si trova solo senza il collega Saltzman nel produrre la decima avventura di Bond, che significherà il ritorno ai fasti degli anni '60, dato l'enorme successo di critica e pubblico. Remake di 'Si vive solo due volte, con rimandi a 'Dalla Russia con amore' (il legame con la spia sovietica), primo Bond a tenere solo il titolo dal romanzo di Fleming, 'La spia che mi amava', forse la miglior prova di Moore, mescola bene trovate di ogni genere altamente spettacolari senza preoccuparsi molto dell'inverosimile e del carattere dei personaggi che stanno al gioco sempre più parodistico dove il divertimento nasce dall'iperbole continuativa.
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15 anni e dieci film dopo 'Licenza di uccidere' il comandante Bond guida ancora un veicolo da 13 milioni di $. Dopo l'esito poco felice (non artisticamente) dell' "Uomo dalla pistola d'oro'" il produttore Broccoli si trova solo senza il collega Saltzman nel produrre la decima avventura di Bond, che significherà il ritorno ai fasti degli anni '60, dato l'enorme successo di critica e pubblico. Remake di 'Si vive solo due volte, con rimandi a 'Dalla Russia con amore' (il legame con la spia sovietica), primo Bond a tenere solo il titolo dal romanzo di Fleming, 'La spia che mi amava', forse la miglior prova di Moore, mescola bene trovate di ogni genere altamente spettacolari senza preoccuparsi molto dell'inverosimile e del carattere dei personaggi che stanno al gioco sempre più parodistico dove il divertimento nasce dall'iperbole continuativa...dallo sciatore da favolra dei pre-titoli Rick Sylvester all'inseguimento sulle coste della Gallura con una Lotus sottomarina, passando prima per il deserto del Sahara-Luxor e finendo in un emozionante finale in corsa col tempo per salvare la distruzione di New York e Mosca da un folle miliardario svedese, Stromberg, nato con le mani palmate e desideroso d'essere il nuovo Nemo. Curt Jurgens è il primo nemico di 007 senza fini di lucro. Tre candidature all'Oscar, colonna sonora, canzone e scenografia, un Atlantide impressionante costruita da Ken Adam, una petroliera Liparus più lunga di un campo di calcio. Il gigante dai denti d'acciaio oscura con la sua presenza tutto il resto della storia, reincarnazione del mostro di Frankestein, tornerà in Moonraker e diverrà buono. Barbara Bach è bellissima, Caroline Munro non da meno, Milton Reid, ex lottatore, è l'altro henchman Sandor. La guerra fredda non esiste più, 007 anticipa i tempi e finisce con la spia sovietica fra le sue braccia in alto mare.
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paolo 67
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sabato 7 luglio 2012
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anya con(tro) bond
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Non sono d'accordo con chi considera questo il miglior film della serie, anche se è uno dei più intelligenti. I toni della guerra fredda sono abbandonati in favore di una autoparodia cinefila che cita tutti i film precedenti di 007 e molti classici del cinema. Sta ai primi 007 come Berlioz (in cui si avverte il distacco dalla materia) sta a Chopin (le cui composizioni esauriscono ogni sua intenzione), e perciò oggi in tv appare più datato e con meno “presa” sul pubblico, che i titoli degli anni '60 catturavano al di là della razionalità, sulla quale invece fa leva questo, che a suo modo è gustoso e uno spettacolo per tutti, ma di una raffinatezza piuttosto intellettuale (e infatti è unanimemente ben valutato dalla critica) rispetto invece al totale coinvolgimento sensoriale di film come “Golfinger” o “Thunderball” (di cui questo per molti aspetti è agli antipodi) che pure con diversità di sensibilità rappresentavano e rappresentano seriamente la civiltà che invece “La spia che mi amava” prende garbatamente in giro.
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Non sono d'accordo con chi considera questo il miglior film della serie, anche se è uno dei più intelligenti. I toni della guerra fredda sono abbandonati in favore di una autoparodia cinefila che cita tutti i film precedenti di 007 e molti classici del cinema. Sta ai primi 007 come Berlioz (in cui si avverte il distacco dalla materia) sta a Chopin (le cui composizioni esauriscono ogni sua intenzione), e perciò oggi in tv appare più datato e con meno “presa” sul pubblico, che i titoli degli anni '60 catturavano al di là della razionalità, sulla quale invece fa leva questo, che a suo modo è gustoso e uno spettacolo per tutti, ma di una raffinatezza piuttosto intellettuale (e infatti è unanimemente ben valutato dalla critica) rispetto invece al totale coinvolgimento sensoriale di film come “Golfinger” o “Thunderball” (di cui questo per molti aspetti è agli antipodi) che pure con diversità di sensibilità rappresentavano e rappresentano seriamente la civiltà che invece “La spia che mi amava” prende garbatamente in giro. Una spanna sopra tutti gli altri film con Moore, qui nella sua migliore forma bondiana (e con una sceneggiatura adeguata all'attore), il film è un fumetto grondante fantasia e divertimento, con di serio almeno il budget (14 milioni di dollari di allora) e l'incasso al cinema (come box-office adeguato il 5° di tutti i film della serie). Da segnalare ancora il cattivo, intepretato con sapienza dal grande Curd Jurgens, la bellissima Barbara Bach, per la prima volta un personaggio femminile all'altezza di James Bond (l'Agente Tripla X) e le scenografie geniali di Ken Adam, che avrebbe meritato l'Oscar per cui venne nominato (una delle tre nomination per il film, record per un 007) ma anche i modellini di Derek Meddings. Un brivido metafisico nelle scene nell'antico Egitto, a conferma che Bond anche in questo film ha soltanto coperto e evocato da un'altra angolazione il sottofondo terribilmente serio che costituisce la natura segreta della serie. Eccezionale la sequenza iniziale, col salto nel vuoto.
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paolo 67
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venerdì 2 dicembre 2011
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un bond per tutti
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Chi ama meno il Bond ideologico, trova in questo film il suo 007 ideale: antipsicologico, antimanicheistico, sorriso garbato intellettuale ma scherzoso, autoparodico ancora più che ironico, un grande (costoso e remunerativo) giocattolo, scevro da motivazioni intellettuali (così come lo era già il predente Bond di Gilbert "Si vive solo due volte", anche se naturalmente molto influenzato dal clima degli anni '60 -oltre che da Connery-). Un grande fasto spettacolare, di grande qualità (Ken Adam alle scenografie, candidate all'Oscar, Derek Meddings e Alan Mailey ai trucchi) che del romanzo originario di Fleming conserva solo il titolo (del quale solo aveva i diritti).
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Chi ama meno il Bond ideologico, trova in questo film il suo 007 ideale: antipsicologico, antimanicheistico, sorriso garbato intellettuale ma scherzoso, autoparodico ancora più che ironico, un grande (costoso e remunerativo) giocattolo, scevro da motivazioni intellettuali (così come lo era già il predente Bond di Gilbert "Si vive solo due volte", anche se naturalmente molto influenzato dal clima degli anni '60 -oltre che da Connery-). Un grande fasto spettacolare, di grande qualità (Ken Adam alle scenografie, candidate all'Oscar, Derek Meddings e Alan Mailey ai trucchi) che del romanzo originario di Fleming conserva solo il titolo (del quale solo aveva i diritti). Non a caso questo è uno dei pochi 007 sulla cui bontà la critica è unanime: poco pretenzioso, bonario, politicamente corretto, non disturba nessuno (gli sceneggiatori adattano il Bond a Moore, scrivendogli battute che sarebbero state ridicole per Connery). E' anche uno dei meno erotici: in questo la serie prende le distanze dal divertimento "adulto" del precedente cominciando ad avvicinarsi alla produzione per bambini. Anche se a ben vedere l'elemento metafisico-sessuale, che costituiva l'ossatura di film come "Thunderball" (in cui la salvezza della donna amata e del mondo coincidevano), è presente anche in questo 007 sotto forma di scherzo, appena accennato anche in una situazione nel finale, ma il film è una specie di svago attraverso i luoghi e le situazioni e in compagnia dei personaggi e delle donne di Bond, servito con ritmo impeccabile e bravura di professionisti che altrove, forse anche in 007, hanno dato prove più importanti e serie. C'è a volte l'impressione di un talento dei singoli sottoutilizzato rispetto al risultato finale, come dimostrano alcuni momenti alti di combinazione registica-fotografica-musicale tra le vette delle sequenze del Bond,ma forse era normale per un film concepito in una maniera distensivamente fantastica, secondo i tempi storici e cinematografici a cui Bond ha sempre fatto riferimento. Inoltre la finezza della regia di Gilbert è più sottile e meno immediata di quella degli altri registi della serie. Curd Jurgens recita a mio parere uno dei migliori cattivi del Bond, con un suo spessore tragico nel suo inquietante moralismo ecologico (altra critica di 007 a qualunque totalitarismo). Fin dal titolo (che in questo senso replica quello del film del '63) il film è influenzato dal nuovo clima di distensione come dal femminismo, con una bellissima Barbara Bach nel ruolo di un alter ego di Bond al femminile. Oltre a Ken Adam (che per almeno un Bond l'avrebbe meritato) furono candidati all'Oscar Marvin Hamlish da solo per la musica e assieme a Carole Bayer Sager per la canzone ("Nobody does is better"). Come tutti i film di 007 che hanno seguito le mode cinematografiche (o hanno fatto il verso alla serie) rivisto oggi appare più datato di altri e meno originale. Tutti convengono nel riconoscere il film come il migliore con Moore, attore saggio nell'evitare un diretto confronto con Connery interpretando un Bond diverso, molto sornione, forse più limitato, comunque con un understatement tipicamente britannico e un umorismo secco che ben si adattano allo sguardo un po' pigro e certo familiare sulle follie e sulle meraviglie del mondo di questa storia.
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paolo 67
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sabato 19 novembre 2011
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il migliore dei bond con moore
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Questo Bond prodotto dal solo Broccoli dopo la separazione da Saltzman vede il ritorno dopo 10 anni di Lewis Gilbert alla regia con il suo approccio garbatamente autoparodistico (nel film si citano tutti i Bond precedenti e altri classici del cinema) ma anche con capacità sia realistiche che visionarie (come si vede nelle riprese dell'antico Egitto, dove ha modo di dimostrare la sua bravura anche l'operatore Claude Renoir, nipote del pittore autore di alcune sbalorditive soluzioni di illuminazione durante lo spettacolo son et lumière). Stupende location (tra cui la meravigliosa Costa Smeralda col celebre albergo Cala Di Volpe) e sontuose scenografie di un Ken Adam a briglia sciolta, come la residenza sottomarina del cattivo con finti Botticelli e Mantegna alle pareti e il set acquatico più grande del mondo -a cui pare abbia collaborato segretamente per l'illuminazione Kubrick, la cui figlia Katharine era nel reparto artistico del film- che gli valse una candidatura all'Oscar.
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Questo Bond prodotto dal solo Broccoli dopo la separazione da Saltzman vede il ritorno dopo 10 anni di Lewis Gilbert alla regia con il suo approccio garbatamente autoparodistico (nel film si citano tutti i Bond precedenti e altri classici del cinema) ma anche con capacità sia realistiche che visionarie (come si vede nelle riprese dell'antico Egitto, dove ha modo di dimostrare la sua bravura anche l'operatore Claude Renoir, nipote del pittore autore di alcune sbalorditive soluzioni di illuminazione durante lo spettacolo son et lumière). Stupende location (tra cui la meravigliosa Costa Smeralda col celebre albergo Cala Di Volpe) e sontuose scenografie di un Ken Adam a briglia sciolta, come la residenza sottomarina del cattivo con finti Botticelli e Mantegna alle pareti e il set acquatico più grande del mondo -a cui pare abbia collaborato segretamente per l'illuminazione Kubrick, la cui figlia Katharine era nel reparto artistico del film- che gli valse una candidatura all'Oscar. Altre due le ebbe Marvin Hamlish, per la colonna sonora (ispirata da Mozart ai Bee Gees) e la canzone ("Nobody does is better"). Molto azzeccate le presenze femminili, fini, eleganti e con un tocco di mistero, tra cui Barbara Bach, bellissima e affascinante, che interpreta con grande classe una specie di Bond al femminile mentre Curd Jurgens è a suo agio nel ruolo del cattivo. Christopher Wood, che coadiuva il solito Richard Maibaum, maestro nel ridurre un libro al film (anche se Broccoli aveva per questo i diritti solo del titolo) scrive un Bond su misura per Moore, qui al suo meglio, di apparente maggiore bonarietà (anche se resta il tipo che uccide le persone commentando con battute a effetto). In uno spettacolo molto vario e per tutti, col tono spesso di una commedia sentimentale ironica, qualcosa di crudele serpeggia però contribuendo a rendere questo un unico anche nella filmografia bondiana di Gilbert, anche se alla fine tutto si riduce ad uno scherzo, come sottolineano il personaggio di Squalo -che infatti piacque molto ai bambini e ritornò nel successivo film- e l'ultima scena: un sorriso intellettuale, per un film colto, forse il più intelligente -per alcuni il migliore- della serie.
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paolo 67
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sabato 29 ottobre 2011
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il migliore dei 007 con roger moore
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Questo film è a mio parere lo 007 con Roger Moore che più si avvicina, anche se con tutt'altro stile e spirito, agli insuperabili Bond con Connery. Siamo, come sempre con Gilbert, nel fumetto, pensato per offrire un divertimento per tutti che autocita parodicamente tutti gli episodi precedenti del Bond e altri classici del cinema. Tra gli attori, spiccano la bellissima Barbara Bach, reduce dalla "Nausica" dello sceneggiato televisivo su Ulisse, Curd Jurgens che interpreta un gustoso cattivo e Richard Kiel, "Squalo". Il film è prodigo di terrori gaudiosi che non raggiungono profondità disturbanti ma sono al servizio di un divertimento familiare come conferma il personaggio dai denti d'acciaio che infatti, piaciuto moltissimo ai bambini, ritornerà in "Moonraker " diventando buono.
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Questo film è a mio parere lo 007 con Roger Moore che più si avvicina, anche se con tutt'altro stile e spirito, agli insuperabili Bond con Connery. Siamo, come sempre con Gilbert, nel fumetto, pensato per offrire un divertimento per tutti che autocita parodicamente tutti gli episodi precedenti del Bond e altri classici del cinema. Tra gli attori, spiccano la bellissima Barbara Bach, reduce dalla "Nausica" dello sceneggiato televisivo su Ulisse, Curd Jurgens che interpreta un gustoso cattivo e Richard Kiel, "Squalo". Il film è prodigo di terrori gaudiosi che non raggiungono profondità disturbanti ma sono al servizio di un divertimento familiare come conferma il personaggio dai denti d'acciaio che infatti, piaciuto moltissimo ai bambini, ritornerà in "Moonraker " diventando buono. Dotato di grande fantasia nelle ricerche scenografiche del geniale Ken Adam e come sempre ambientato in meravigliosi scenari naturali, il film ha qualcosa di marmoreo nei personaggi e una eccellenza nella sceneggiatura che lo rendono superiore a quasi tutti gli altri successivi della serie.
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dragonia
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mercoledì 29 giugno 2011
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qualcosa non va
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Qui Moore è al terzo round, e non è sicuramente il migliore: si punta più sullo spettacolo e sull'ironia che sull'azione e, anche se ciò potrebbe non essere un difetto, questa miscela si rivela alle lunghe alquanto noiosa. Curd Jurgens interpreta goffamente un cattivo goffo che muore in modo davvero misero e, nonostante la presenza di gadget niente male (indimenticabile l'auto- sottomarino di Bond), del divertente Squalo e di una bella russa migliore di molte altre bond-girl, c'è qualcosa che non va nel film e, al termine della visione, si ha la sensazione che mancasse qualcosa.
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