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"The Seven-per-.Cent Solution"(Herbert Ross, soggetto=romanzo di Nicholas Meyer, anche autore della sceneggiatura, 1976). 1891: a Londra grande apprensione del dottor Watson, che ha aperto un suo studio medico e si è sposatio, che da tempo non vede più l'amico Sherlock Holmes e che, consultato dalla padrona di casa di questi, trova in preda alla dipendenza feroce dalla micidiale "seven-per-Cent-Solution"(di cocaina, ça va sans dire...)ed è ossessiionato dall'ideai che il dottor prof.Moriarthy, qui(ossia nel film) considerato come"buono", trami, da suo nemico da sempre, ex.isitutore etc., per ucciderlo. Lo porta da Freud, che ha pubblicato notoriamente uno studio sul tema, avendone provato direttamente gli effetti, che adotta all'epoca il metodo dell'ipnosi, quando lo praticava e teorizzava con Eugen Bleuler(siamo appunto nel 1891, prima delle grandi teorizzazioni freudiane, quando Freud avrà rinunciato sostanzialmnte alla tecnica ipnotica). Con Freud si crea una paradossale alleanza e quest'ultimo lo coinvolge nella cura-terapaia di un'altra tossicomane, una famosa cantante lirica, su cui nat uralmeente the great Detective scopre molto, come da pochi indizi aveva scoperto molto sullo stesso Freud, a partire dalla sua casa(non ne aveva letto molto, anche perché all'epoca Freud non era ancora famoso come"inventore"della psicanalisi...). Ricerca e inseguimento in treni sganghjerati dlel'epoca e con modalità anche molto pericoose, venendo coinvolti in un intrigo internzaionale. Dopo di che, Freud sarà più"investigatore"e Sherlock Holmes pià vicino alla tecniche freudiane. Ma al ritorno, invece di tornare to London with Watson, Holmes va a Budapest per un periodo di riposto, ritrovando la canatnate liritca da lui salvata e forse... si instaura una love story, nononostante tutti i pregiuidizi che il grande detective ha verso le donne... Ottimi anche scenografia e ricostruzione ambientale in genere, attinenti in pieno all'epoca considerata, dove il romanzo di partenza è un'aggiunta "deuterocanonica", azni decisamente"aprcrifa"rispetto ai romannzi e racconti dello straordinario ciclo di sir Arthur Conan Doyle, essendo appunto un'opera di Nicholas Meyer, allora trentenne, neyworkese laurwato in teatro e cinema, che in seguito sarà anche regista. Straordinaria la idea di confrontare Freud e Sherlock Holmes, di comparare due grandi(Holmes è come se esistesse, dati i perllegrinaggi in Baker Street, pur sapendo che là non c'è mai sato uncle Sherlock...). Otitma idea e noteovlissima realizzazione, con ottimi interpreti come Alan Arkin(Freud), Robert Duvall(Watson). Nicol Willamson(Freud), Laurcence Olivier (Moriarty, breve caratterizzazione ma da Oscar,,,), Vanessa Redgrave(La cantante lirica). C'est fort mieux le cinéma d'antan! El Gato
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