luca scial�
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lunedė 17 settembre 2012
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anarchia, tra dramma e grottesco
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Antonio Soffiantini è un anarchico lombardo giunto a Roma con l'intento di uccidere il Duce. Introverso, goffo, insicuro, s'imbatte in alcune prostitute che provano tenerezza per lui, tra cui una anarchica che deve aiutarla nella missione impossibile.
Lina Wertmüller parla di regime e anarchia col suo solito taglio grottesco, ironico, ma comunque non meno efficace. Simili tematiche saranno riprese due anni dopo con Pasqualino sette bellezze, sempre interpretato da Giannini. Il quale qui se la cava da bergamasco, tanto quanto lì se la caverà da napoletano.
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Antonio Soffiantini è un anarchico lombardo giunto a Roma con l'intento di uccidere il Duce. Introverso, goffo, insicuro, s'imbatte in alcune prostitute che provano tenerezza per lui, tra cui una anarchica che deve aiutarla nella missione impossibile.
Lina Wertmüller parla di regime e anarchia col suo solito taglio grottesco, ironico, ma comunque non meno efficace. Simili tematiche saranno riprese due anni dopo con Pasqualino sette bellezze, sempre interpretato da Giannini. Il quale qui se la cava da bergamasco, tanto quanto lì se la caverà da napoletano. Un grande. Dialogo denso di significato tra le due prostitute (Mariangela Melato e Lina Polito), che dall'alto della loro saggezza popolare dibattono sulla storia e il significato della guerra.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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terrorismo all'italiana
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Premio per la migliore interpretazione maschile a Giancarlo Giannini a Cannes e ai Nastri D'argento.
Nel 1932, un contadino lombardo, Antonio Soffiantini detto Tunin si reca a Roma per assassinare Mussolini. Nella capitale viene ospitato in una casa chiusa da Salomè, una prostituta che lo fa passare per suo cugino.
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Premio per la migliore interpretazione maschile a Giancarlo Giannini a Cannes e ai Nastri D'argento.
Nel 1932, un contadino lombardo, Antonio Soffiantini detto Tunin si reca a Roma per assassinare Mussolini. Nella capitale viene ospitato in una casa chiusa da Salomè, una prostituta che lo fa passare per suo cugino.
“Quegli assassini sono anche dei santi e degli eroi...e saranno celebrati il giorno in cui si dimenticherà il fatto brutale per ricordare solo l'idea che li illuminò e il martirio che li rese sacri" (Errico Malatesta).
Uno dei film più riusciti della Wertmüller che, come spesso accade, mescola politica e melodramma, il tutto con uno stile grottesco ed esasperato. La casa di appuntamenti, con le loro bizzarre abitanti, rappresentano lo squallore che il regime fascista ha sempre tenuto nascosto, e permette alla regista di ironizzare su molti aspetto politici e sociali del periodo. Interessante, da questo punto di vista, il personaggio Giacinto Spatoletti (interpretato da Eros Pagni), che rappresenta il tipico fascista duro e puro: questi risulta decisamente sopra le righe, ma allo stesso tempo molto plausibile, in quanto la teatralità che sfoggia negli atteggiamenti e nella voce ricordano molto quelli che Mussolini usava nei telegiornali. La fierezza del personaggio, mescolata allo squallore della location raccontano perfettamente le contraddizioni di un periodo storico destinato a crollare a causa della troppa ipocrisia che stava alla base del regime che governava. Dall'altro lato invece abbiamo il personaggio interpretato da Giannini, che rappresenta la esasperazione nata dalla repressione del fascismo, pronta ad esplodere in gesti disperati.
Significativo il finale, dove si rivela che gli attentati contro il Duce sono stati effettivamente numerosi, ma spesso insabbiati per salvaguardare l'immagine di Mussolini come di un capo di governo amato.
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