vanessa zarastro
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venerdì 15 settembre 2017
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un film fantastico!
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Harol e Maude è un film imperdibile, diventato cult per tutta una generazione di cinephiles. Anche rivisto oggi, è ancora delizioso e regge al tempo.
Il film narra la storia dell’incontro tra Harold Chasen (il giovanissimo Bud Cort), un giovane figlio unico viziatissimo con manie macabre e poco interessato alla vita, e Maude Chardin (la splendida Ruth Gordon), una stravagante ottantenne mitteleuropea (probabilmente ebrea perché è stata in un Lager) con una grande carica comunicativa, che gli trasmetterà la gioia di vivere.
Maude crede nel “grande ciclo della vita” includendo anche la morte, e guarda caso con Harold s’incontrano come frequentatori di funerali.
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Harol e Maude è un film imperdibile, diventato cult per tutta una generazione di cinephiles. Anche rivisto oggi, è ancora delizioso e regge al tempo.
Il film narra la storia dell’incontro tra Harold Chasen (il giovanissimo Bud Cort), un giovane figlio unico viziatissimo con manie macabre e poco interessato alla vita, e Maude Chardin (la splendida Ruth Gordon), una stravagante ottantenne mitteleuropea (probabilmente ebrea perché è stata in un Lager) con una grande carica comunicativa, che gli trasmetterà la gioia di vivere.
Maude crede nel “grande ciclo della vita” includendo anche la morte, e guarda caso con Harold s’incontrano come frequentatori di funerali.
Con uno humor insuperabile Hal Ashby presenta gli altri vari personaggi: lo zio di Harold, ottuso militare, la madre come una classica borghese WASP, le varie ragazze candidate a un rapporto affettivo con il protagonista, il prete e lo psichiatra. Geniali sono le trovate di Harold per far scappare e “pretendenti” e deliziosa è la descrizione dell’anziana e bizzarra ma vitalissima signora di cui s’innamora.
Le bellissime canzoni di Cat Steven, di cui tre erano già edite, sono state scritte espressamente per il film come Don’t Be Shy e If You Want To Sing Out, Sing Out e sono state inserite negli album del cantante solo nel 1986.
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incursionista
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lunedì 14 novembre 2016
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una storia d'amore che non invecchia
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La storia d’amore fra due outsider: Harold (Bud Cort), un adolescente solo, viziato e incline a pensieri suicidi, e Maude (Ruth Gordon), un’arzilla vecchietta piena di voglia di vivere e ribelle agli schemi sociali.
Secondo me l’elemento forte del film non è tanto la distanza generazionale fra i due amanti, cosa peraltro sempre meno sensazionale viste le cronache odierne, quanto piuttosto il processo psicologico alla base della crescita di Harold: nello stato iniziale lo vediamo depresso e vittima di una madre possessiva, e trasformarsi nel giro di pochi giorni (la sua frequentazione con Maude dura appena una settimana, secondo l’andamento temporale del film)in un adulto vitale e libero da condizionamenti, semplicemente grazie alle esperienze “trasgressive”, anti-conformiste nelle quali viene trascinato da Maude (un esempio ne sono gli svariati veicoli, fra cui una moto della polizia, “presi in prestito” senza il consenso dei legittimi proprietari, oppure lo sradicamento di un albero dal suolo cittadino allo scopo di ripiantarlo nel verde), le quali lo portano finalmente a vivere, a reagire.
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La storia d’amore fra due outsider: Harold (Bud Cort), un adolescente solo, viziato e incline a pensieri suicidi, e Maude (Ruth Gordon), un’arzilla vecchietta piena di voglia di vivere e ribelle agli schemi sociali.
Secondo me l’elemento forte del film non è tanto la distanza generazionale fra i due amanti, cosa peraltro sempre meno sensazionale viste le cronache odierne, quanto piuttosto il processo psicologico alla base della crescita di Harold: nello stato iniziale lo vediamo depresso e vittima di una madre possessiva, e trasformarsi nel giro di pochi giorni (la sua frequentazione con Maude dura appena una settimana, secondo l’andamento temporale del film)in un adulto vitale e libero da condizionamenti, semplicemente grazie alle esperienze “trasgressive”, anti-conformiste nelle quali viene trascinato da Maude (un esempio ne sono gli svariati veicoli, fra cui una moto della polizia, “presi in prestito” senza il consenso dei legittimi proprietari, oppure lo sradicamento di un albero dal suolo cittadino allo scopo di ripiantarlo nel verde), le quali lo portano finalmente a vivere, a reagire. Un secondo elemento chiave del film è la filosofia di vita di Maude, probabilmente di matrice orientale, secondo la quale ogni attimo va vissuto nella sua pienezza, senza pensare al domani, alle eventuali conseguenze o a calcoli, pianificazioni a lungo termine: vivere significa, per Maude, seguire ciò che il proprio cuore ci detta in quel preciso momento, ecco perché lei stessa porrà fine alla propria vita il giorno del suo ottantesimo compleanno, in quanto ad un’età del genere, secondo il suo punto di vista, si potrebbe ormai soltanto vegetare.
Nonostante la durata della pellicola sia davvero limitata e il plot ridotto ai minimi termini, il messaggio passa chiaro e forte, scandito nei vari passaggi con grande equilibrio, sottolineato dall’efficace colonna sonora di Cat Stevens, supportato da un buon cast e coordinato dal geniale Hal Ashby. Una piccola chicca, forse un po’ vintage, ma che funge ancora ottimamente da anti-depressivo.
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(di vanessa zarastro)
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omanoc_laod
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sabato 10 maggio 2014
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vite ed anni a confronto!
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Harold e Maude contiene quegli elementi in grado di smuovere, di lasciare sgomenti quanto indispettiti per la crudeltà con la quale un uomo, il regista in questo caso, giochi con la vita, per di più di un ragazzino.
Ciò che appare da subito, fin dall’inizio, quando tale Arnold s'impicca con l'imminente ingresso della madre nella stanza predisposta a tale atto, è la conoscenza del regista Hal Ashby di quei particolari che muovono una qualsiasi relazione madre-figlio.
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Harold e Maude contiene quegli elementi in grado di smuovere, di lasciare sgomenti quanto indispettiti per la crudeltà con la quale un uomo, il regista in questo caso, giochi con la vita, per di più di un ragazzino.
Ciò che appare da subito, fin dall’inizio, quando tale Arnold s'impicca con l'imminente ingresso della madre nella stanza predisposta a tale atto, è la conoscenza del regista Hal Ashby di quei particolari che muovono una qualsiasi relazione madre-figlio.
E’ da tale concezione che l’intero film dirama ogni piccola sfumatura di dolore e indifferenza, tra il diciottenne Harold e la madre, e di felicità, tra il primo e l’ottantenne Maude.
Il dolore è quello che manifesta Harold nei confronti della madre, la quale non riesce ad ascoltare ed accogliere quel figlio che non si è mai sentito tale, che non si è mai sentito amato e con il quale non ha mai comunicato, restando meramente in superficie persino davanti alla consuetudine teatrale del ragazzo nell'inscenare, in maniera sempre più tetra, le più disparate morti suicide - per impiccagione, per dissanguamento nella vasca da bagno con tanto di sangue sparso ovunque e con conseguente disperazione della madre per la deturpazione delle tende e specchi, per annegamento in piscina, con pistola, non prima però, di averla puntata contro la sempre distratta madre, dandosi fuoco, recidendosi una mano e in fine conficcandosi una spada nello stomaco, come nella miglior tradizione samurai - rappresentanti, ancora una volta, le sue uniche capacità comunicative, quelle che sono arrivate addirittura a fargli bene in quanto l’unico mezzo, tanto forte, indispensabile per farsi notare dalla madre, nonostante il suo disappunto costante, nonostante le sue critiche e le sue ansie nel volerlo vedere maritato, le incapacità di donna prima che di madre, la sua cecità nel non saper cogliere il proprio malessere, quello che la porta a occupare spazi interni del figlio, come accade quando si preoccupa di compilare il formulario del servizio computerizzato di selezione matrimoniale giovanile al posto del figlio, quando appare evidente che Harold è una continuazione di ella, che ne prende le sue caratteristiche e ciò che più desidera per se stessa e non certo per lui.
Il dolore di Harold è proporzionale alla quantità del corpo che risulta "occupato" da altri e mai riconosciuto come proprio, dove al suo interno vi sono le angosce di una madre che non hanno potuto far bene, né a lei né tantomeno ad Harold, in quanto preoccupata in prima persona a scaricarle ad egli, proprio come avviene in questa ricerca spasmodica della partner al figlio, effettuata per discolparsi da quello che resta di un matrimonio sbagliato e probabilmente della sua vita.
Harold però, nonostante la stanchezza di sentirsi addosso chi e cosa non è, ha la forza di rispondere all’assenteismo della madre destreggiandosi con ciò che più conosce e gli appartiene: il concetto più proprio di morte con tutti i suoi derivati. Ed è proprio in un luogo culto della morte che ha il piacere di conoscere Maude, anch’essa sola, anch’essa una combattete, anch’essa una assidua frequentatrice, come lui, dei funerali degli sconosciuti: un luogo ottimale e valida alternativa per stringere amicizia, ottimo modo per legarsi e rivalutare le rispettive solitudini... proprio li dove tutto finisce e dove tutto sembra raggiungere un senso. I loro incontri in questi luoghi angusti, a dispetto della comune malasorte, sono contrassegnati della vitalità più assoluta, che poco alla volta comincia ad accoglierli, comincia ad avvicinarli sempre di più fin quando non arrivano ad innamorarsi: quando suddetta forza riesce ad esercitare il suo più assoluto e ceco libero arbitrio, slegandoli dalle catene dei propri dolori, nonostante "i tanti" tutto, nonostante le diverse età (quasi 80 anni lei, e 18 anni lui) e sopratutto nonostante l’opinione comune. Perché secondo Maude è inconcepibile che al modo ci sia posto per una sola gabbia…per uccellini come per persone…ma probabilmente anche culturale e mentale!
Ma Maude ha un suo vissuto, ha una sua storia, un passato che non vuole e non può oltrepassare per forza di cose e che gli è servito per essere ciò che ora è, non dimenticando però, che il periodo che vive ora è da ella stessa definito come quello dell’ "autunno inoltrato” malgrado questa felicità improvvisa e benevola avente si la forza e l’irrequietezza d’un adolescente, ma che non sembra all’altezza del suo corpo, che ritorna a rammentargli insistentemente che non s’impegna nello stesso modo della attività mentale, della determinazione nell’affrontare le battaglie d'un tempo ormai andato come il dato corpo... che lascia congedandosi con qualche frammento di felicità, d’amore e serenità.
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vooodoo
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lunedì 25 marzo 2013
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quando un film ti insegna perchè è bella la vita
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L’idea originale è semplice ma ottima, la sceneggiatura e la realizzazione riescono a mantenere un tono da favola, senza scivolare mai nel semplicistico o nello scontato. La storia d’amore è raccontata con molto garbo, nasce senza quasi che lo spettatore se ne accorga, ma dal momento che esiste non viene celata dietro falsi pudori. Forse lasciandosi andare un po’ all’amore perde mordente, oltre che a livello drammatico, anche a livello di ritmo, che invece è efficace per tutto il resto del film. Bella la messa in scena e il suo utilizzo cinematografico, questo film è un piacere per gli occhi e per lo spirito critico, senza dimenticare le piacevolissime risate provocate da gag brillanti che, anche se ripetute, riescono ogni volta nel loro intento (oltre ai finti suicidi con relative reazioni della madre, il braccio meccanico dello zio, l’inseguimento con il poliziotto, ecc.
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L’idea originale è semplice ma ottima, la sceneggiatura e la realizzazione riescono a mantenere un tono da favola, senza scivolare mai nel semplicistico o nello scontato. La storia d’amore è raccontata con molto garbo, nasce senza quasi che lo spettatore se ne accorga, ma dal momento che esiste non viene celata dietro falsi pudori. Forse lasciandosi andare un po’ all’amore perde mordente, oltre che a livello drammatico, anche a livello di ritmo, che invece è efficace per tutto il resto del film. Bella la messa in scena e il suo utilizzo cinematografico, questo film è un piacere per gli occhi e per lo spirito critico, senza dimenticare le piacevolissime risate provocate da gag brillanti che, anche se ripetute, riescono ogni volta nel loro intento (oltre ai finti suicidi con relative reazioni della madre, il braccio meccanico dello zio, l’inseguimento con il poliziotto, ecc..). Inno alla libertà e all’amore, tocca tutto ciò che nella società è sconveniente: l’attaccamento alle cose, la sacralità opprimente della morte, il tabù di un amore non convenzionale, l’iconoclastia (Maude dipinge di verde l’immaginetta di San Cristoforo nella macchina che ruba!), e lo fa con garbo e leggerezza, in maniera spiritosa e poetica.
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greyhound
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lunedì 21 gennaio 2013
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la prospettiva che cambia la vita
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Harold, figlio dell'alta società americana, "suicida incallito", incontra Maude, arzilla vecchietta di quasi ottant'anni, e con lei inizia un viaggio alla scoperta del significato del verbo "vivere". Lo strano luogo d'incontro è un funerale: frequentato da lui in quanto attratto dalla morte, da lei a causa delle conoscenze che si possono fare e dal fatto che la morte è un evento da accettare come un rito di passaggio.
Insieme intraprenderanno un viaggio da cui entrambi ricaveranno insegnamenti e benefici. Il giovane, finalmente, troverà qualcuno sul suo cammino che riesca veramente a capirlo ed apprezzarlo nella sua essenza, diversamente dalla madre, signora snob e dedita alle apparenze, e dallo zio, incarnante la figura militare della chiusura mentale e del rispetto delle tradizioni, ancorché le più retrive.
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Harold, figlio dell'alta società americana, "suicida incallito", incontra Maude, arzilla vecchietta di quasi ottant'anni, e con lei inizia un viaggio alla scoperta del significato del verbo "vivere". Lo strano luogo d'incontro è un funerale: frequentato da lui in quanto attratto dalla morte, da lei a causa delle conoscenze che si possono fare e dal fatto che la morte è un evento da accettare come un rito di passaggio.
Insieme intraprenderanno un viaggio da cui entrambi ricaveranno insegnamenti e benefici. Il giovane, finalmente, troverà qualcuno sul suo cammino che riesca veramente a capirlo ed apprezzarlo nella sua essenza, diversamente dalla madre, signora snob e dedita alle apparenze, e dallo zio, incarnante la figura militare della chiusura mentale e del rispetto delle tradizioni, ancorché le più retrive. Maude, a sua volta, avrà modo di essere trattata da persona in grado di dire ancora qualcosa nella vita (nonostante la veneranda età) e di "tramandare" i suoi comportamenti ad un esponente della nuova generazione.
Paradossalmente colui il quale cercava la morte per sfuggire ad una vita che non capiva riuscirà a trovare in sé una forza non conosciuta, mentre la signora, simbolo della gioia di vivere, coglierà il momento di maggiore felicità per mettere in atto il suo desiderio di andarsene. E così facendo, si riapproprierà pienamente del suo destino, "sconfiggendo" chi nel passato aveva voluto decidere per lei (i nazisti ed il tatuaggio numerico tipico dei campi di concentramento).
Un gioiellino figlio della controcultura americana fine anni '60-inizio '70, capace di fulminanti battute e momenti di riflessione. Tutto ciò condito dalle splendide musiche di quel Cat Stevens che all'inizio della pellicola con "Don't be shy" ci invita ad osare ed a pensare che, a volte, il non essere convenzionali può condurre alla felicità. Non a caso durante il film è continuo il sottofondo della canzone "If you want to be free".
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adelio
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mercoledì 12 dicembre 2012
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piedi nella terra e testa nelle stelle
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Un soffio di aria fresca proveniente direttamente dalla cultura Hippies a cavallo degli anni 70. Un conflitto ininterrotto tra anima e corpo. Un corpo che avvizzisce per dar vita ad uno spirito (Maude) ed uno spirito che prova in tutti i modi di annullare una materia in fiore (Harold). Un senso della vita che riparte lasciandosi alle spalle i campi di sterminio, la guerra del vietnam e tutta la muscolosa società americana. Elementi di discussione per il contesto storico sono la psichiatria al servizio della società benpensante americana, la madre identificata nell'america, il potere espresso attraverso la divisa militare e la mascella volitiva di Nixon, la Chiesa di Paolo VI che si scandalizza della "carne" intesa come sesso.
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Un soffio di aria fresca proveniente direttamente dalla cultura Hippies a cavallo degli anni 70. Un conflitto ininterrotto tra anima e corpo. Un corpo che avvizzisce per dar vita ad uno spirito (Maude) ed uno spirito che prova in tutti i modi di annullare una materia in fiore (Harold). Un senso della vita che riparte lasciandosi alle spalle i campi di sterminio, la guerra del vietnam e tutta la muscolosa società americana. Elementi di discussione per il contesto storico sono la psichiatria al servizio della società benpensante americana, la madre identificata nell'america, il potere espresso attraverso la divisa militare e la mascella volitiva di Nixon, la Chiesa di Paolo VI che si scandalizza della "carne" intesa come sesso. In ambito artistico è ragguardevole l'uso di simbologie affatto scontate quali il carro funebre (bagaglio culturale, educativo ed ideologico), la scatola "corpo/materia" che nei reiterati tentativi di pseudo suicidio entra in contatto con i quattro elementi naturali: aria, acqua, fuoco e terra, il vagone ferroviario in cui vive Maude (forse in contrapposizione al carro ferroviario che l'ha condotta ad Auschwiz), lo stesso nome "Maude" diminutivo di Magdalene molto simile a quella Madeleine Dreyfus (figura citata nel film con riferimento probabile all'affaire Dreyfus ben noto) deportata dai nazisti e morta in campo di sterminio. Ma quante altre cose ci dice il Film, è proprio un soffio di fragranza e dolcezza che colpisce tutti i nostri sensi, altro che storia d'amore tra un ragazzo ed un'anziana simpatica nonnina. Parliamone.
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manuel.zeni
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venerdì 13 aprile 2012
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allegria contrapposta alla morte...
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Con allegria e consapevolezza si supera la paura di morire... e poi io non credo nelle patenti!!
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aiire
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giovedì 8 settembre 2011
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un piccolo capolavoro
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Istruttivo, immorale, incantevole.
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ilaskywalker
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venerdì 29 luglio 2011
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il gusto del macabro placido
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Morboso, macabro, candido lui. Ugualmente macabra, ma più allegra e sorridente lei. Divisi dalla sola barriera dell'età (un ragazzino che si affaccia all'età adulta da marito ed una 80enne) ma unitissimi. Il loro incontro casuale e fortuito ad una serie di funerali diventerà più saldo e sarà capace di compensare il modo di vedere la vita al limite di entrambi, che sia limite di anzianità (c'è così tanto da fare e poco tempo) o limite di noia (c'è tanto tempo ma così tanta voglia di essere morto). Seminate attorno alle belle cornici degli interni ed al verde degli esterni, come fiori, le note di Cat Stevens.
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Morboso, macabro, candido lui. Ugualmente macabra, ma più allegra e sorridente lei. Divisi dalla sola barriera dell'età (un ragazzino che si affaccia all'età adulta da marito ed una 80enne) ma unitissimi. Il loro incontro casuale e fortuito ad una serie di funerali diventerà più saldo e sarà capace di compensare il modo di vedere la vita al limite di entrambi, che sia limite di anzianità (c'è così tanto da fare e poco tempo) o limite di noia (c'è tanto tempo ma così tanta voglia di essere morto). Seminate attorno alle belle cornici degli interni ed al verde degli esterni, come fiori, le note di Cat Stevens.
Bellissima la sequenza iniziale che mette un po' fuori strada lo spettatore; non conosciamo ancora il protagonista e lo intravediamo appena, sovrastato dall'ombra e dai dettagli dell'arredamento. Ma alla fine cosa (non) succede in questa stanza elegante? Spiazzante.
Nel complesso un film molto dolce, più coinvolgente la prima parte durante la quale assistiamo alle varie messe in scena di suicidio di Harold, così poetiche e ben costruite, con l'aiuto di colori ed atmosfere suggestive (ora specchi e vasca da bagno pieni di rosso sangue; ora una piscina azzurra e così via).
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ambrogino
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venerdì 27 agosto 2010
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carino
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carino il film solo che dura poco
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