gianni lucini
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domenica 12 ottobre 2014
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l'inizio è un piccolo cult
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Pasquale Vincenzo Oscar De Fina non ha fatto molti film nella sua carriera e questo è l’ultimo. Classe 1917 ha già superato la boa dei cinquant’anni quando cerca di dare anima a una storia imbastita più per fare ascoltare una serie di canzoni che per tenere inchiodato lo spettatore allo schermo con le evoluzioni della trama. Nonostante le premesse questo film presenta alcune interessanti novità rispetto agli altri del genere. Intanto non c’è la solita stanca contrapposizione tra giovani e matusa, ma un conflitto tra due persone della stessa generazione, uno legato alla tradizione e l’altro ribelle. Don Backy suona la viola in un orchestra di musica da camera mentre la sua ragazza invece ama frequentare i locali beat.
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Pasquale Vincenzo Oscar De Fina non ha fatto molti film nella sua carriera e questo è l’ultimo. Classe 1917 ha già superato la boa dei cinquant’anni quando cerca di dare anima a una storia imbastita più per fare ascoltare una serie di canzoni che per tenere inchiodato lo spettatore allo schermo con le evoluzioni della trama. Nonostante le premesse questo film presenta alcune interessanti novità rispetto agli altri del genere. Intanto non c’è la solita stanca contrapposizione tra giovani e matusa, ma un conflitto tra due persone della stessa generazione, uno legato alla tradizione e l’altro ribelle. Don Backy suona la viola in un orchestra di musica da camera mentre la sua ragazza invece ama frequentare i locali beat. L’inizio del film, ambientato nel concitato traffico di Milano, è poi un piccolo cult con la protagonista Giunj Marchesi che guida un’auto psichedelica provvista di ciglia in un esplicito riferimento alla Penelope Pit Stop dei cartoni animati di Hanna & Barbera. Le canzoni, molte e non sempre giustificate dal contento della narrazione, accompagnano una storia un po’ bislacca che ha al centro un furto di chitarre e un inevitabile lieto fine.
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elgatoloco
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mercoledì 16 gennaio 2019
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musicarello...
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Francamente questo musicarello, di Oscar De Fina, "L'immensità(La ragazza del Paip's"(1967, in bianco e nero, dove questo non viene per nulla sfruttato adeguatamente), non ha alcuna storia, salvo l'amore tra due ragazzi, l'allora giovane Don Backy, di Santa Croce sull'Arno, by Pisa e Giunj Marchesi, ma, oltre questo(ma la"love story"è così tenue che si perde per strada completamente)non cìè nulla, salvo le canzoni. Altrove qualche comico salvava la situazione-qui c'è solo il peraltro bravisismo Piero Mazzarella, ma è sacrificato in un ruolo minimo, probabilmente perché i"discografici"tenevano a far sentire tutti i brani.
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Francamente questo musicarello, di Oscar De Fina, "L'immensità(La ragazza del Paip's"(1967, in bianco e nero, dove questo non viene per nulla sfruttato adeguatamente), non ha alcuna storia, salvo l'amore tra due ragazzi, l'allora giovane Don Backy, di Santa Croce sull'Arno, by Pisa e Giunj Marchesi, ma, oltre questo(ma la"love story"è così tenue che si perde per strada completamente)non cìè nulla, salvo le canzoni. Altrove qualche comico salvava la situazione-qui c'è solo il peraltro bravisismo Piero Mazzarella, ma è sacrificato in un ruolo minimo, probabilmente perché i"discografici"tenevano a far sentire tutti i brani. Del resto, anche quello che avrebbe potuto essere un buon pre-testo, il furto delle chitarre, poi rientrato per intervento della Caselli, non"arriva"ad essere nulla di consistente. Allora le canzoni: l'unico ascoltabile è Don Backy, alias Aldo Caponi, di Santa Croce sull'Arno, provincia di PIsa(eh sì, nessuno è perfetto, ma a Livorno direbbero di più e di peggio), un bravo cantautore che non ha avuto fortuna, perché ha litigato con il"clan"Celentano e perché è di destra, quando anche la"musica leggera"era lottizzata a sinistra... Comunque"L'immensità"e"Poesia"erano belle composizioni e Don Backy le cantava bene, a suo modo, con una voce particolare...Deludente invece Caterina Caselli, che in tempi recenti è divenuta intelligentemente talent-scout e produttrice discografica, ma che con "Io sono bugiarda", versione italiana di "I am 'a believer"di Neil Diamond, interpretato originariamente da"The Monkees", non fa dimenticare , anzi fa rimpiangere l'originale inglese. Ci sono poi Nicola di Bari , Riki Maiocchi e qualche complesso, ma, francamente non si perde nulla a non vedere il film/ascoltarne la musica... El Gato
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