Film di spionaggio che appartiene alla sottocategoria dello spionaggio poco realistico e fantastico, detto appunto fantaspionaggio (spy-fi in inglese).
La pellicola è la terza di un ciclo di cinque ispirate al personaggio letterario creato da Len Deighton, la spia inglese Harry Palmer, un agente segrete britannico che inevitabilmente fa venire alla mente il più noto James Bond, protagonista della serie di spy-fi più celebri della storia del cinema. Le differenze tra i due personaggi sono molteplici, Palmer è infatti un agente decisamente anticonvenzionale, per molti aspetti diametralmente opposto a 007.
Viceversa le storie dei due filoni letterario-cinematografici hanno numerosi punti di contatto, prevedendo elementi fantascientifici ed irrealistici, che caratterizzano le due saghe di fantaspionaggio; inoltre in entrambi i casi sono presenti elementi umoristi, classicamente britannici, che alleggeriscono piacevolmente la narrazione, costituendone dei veri punti di forza.
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Film di spionaggio che appartiene alla sottocategoria dello spionaggio poco realistico e fantastico, detto appunto fantaspionaggio (spy-fi in inglese).
La pellicola è la terza di un ciclo di cinque ispirate al personaggio letterario creato da Len Deighton, la spia inglese Harry Palmer, un agente segrete britannico che inevitabilmente fa venire alla mente il più noto James Bond, protagonista della serie di spy-fi più celebri della storia del cinema. Le differenze tra i due personaggi sono molteplici, Palmer è infatti un agente decisamente anticonvenzionale, per molti aspetti diametralmente opposto a 007.
Viceversa le storie dei due filoni letterario-cinematografici hanno numerosi punti di contatto, prevedendo elementi fantascientifici ed irrealistici, che caratterizzano le due saghe di fantaspionaggio; inoltre in entrambi i casi sono presenti elementi umoristi, classicamente britannici, che alleggeriscono piacevolmente la narrazione, costituendone dei veri punti di forza.
La regia affidata all’eccentrico e visionario Ken Russell, non pare adattissima al genere; in particolare si nota poca domestichezza nelle scene d’azione che lasciano alquanto a desiderare. Va detto però che Russell caratterizza comunque la pellicola conferendole un particolare impatto visivo, che colpisce e resta impresso.
La sceneggiatura è decisamente anticonvenzionale, tanto che si nota un’inversione tra i buoni ed i cattivi classici: i primi infatti sono insolitamente i russi, solitamente avversari dei servizi segreti britannici (007 docet); viceversa il cattivo proviene dagli Stati Uniti ed è incarnato da un invasato miliardario anticomunista, scelta che sicuramente avrà contribuito a far apprezzare la sceneggiatura all’anarchico Russell.
Il protagonista è interpretato, qui come in tutti gli altri quattro film della serie, dal bravissimo Michael Caine, perfetto per la parte. Negli altri ruoli in primo piano troviamo tre grandi ed attempati attori come Karl Malden, Ed Begley e Oskar Homolka, quest’ultimo già presente nello stesso ruolo anche nel precedente film della saga “Funerale a Berlino”.
L’immancabile bella spia sovietica è interpretata dalla francese Françoise Dorléac.
Il macchiettistico personaggio del miliardario texano, interpretato magistralmente da Ed Begley, ricorda un personaggio dei Simpson, che probabilmente è proprio ispirato a questo.
Il montaggio presenta qualche sbavatura.
Il titolo si riferisce ad un computer, a dimostrazione che il tema dell’intelligenza artificiale è più vecchio di quanto si creda.
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