Giuseppe Marotta
Accidenti all'asiatica, o quel che è. Lo sapevo che non mi avrebbe risparmiato. Nulla di più facile che io, per i virus indigeni o allogeni, equivalga a uno squisito manicaretto, a un delizioso intingolo. Favorite, accomodatevi, qua c'è la dispensa di Lucullo, per voi; saziatevi; sbafate; non lasciate, sulla tovaglia, nemmeno le briciole. E così febbre, mal di gola, mal di fegato, mal di ventre, mal d'ossa, mal di tutto. Ne avete un'idea? C'è davvero, in questo mondo, un imbecille che, assistendo a una tale devastazione effettuata nell'uomo da organismi infinitesimali, crede barbaramente di essere qualcuno? L'ultimo dei gatti, se è per questo, vale più di noi; con una passatina di lingua sopprime bilioni di germi e sottogermi. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (10163 caratteri spazi inclusi) su 1965