giovanni morandi
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domenica 1 ottobre 2023
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sentieri ancora da percorrere
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I Sentieri Selvaggi, degli western americani di J.Ford, non sono solo un vecchio film, ma sono Sentieri che tutti o molti di noi stanno ancora percorrendo.
Il western del 1956 “Sentieri selvaggi" vede il mitico John Wayne, protagonista di tanti film di Ford, nel ruolo-chiave- di Ethan Edwards tornato dalla Guerra di secessione. Nel vecchio, ma, secondo me, sempre attuale film, “Geronimo, Cochise, Scar e tutti gli altri”, vale a dire gli “indiani” o meglio i “nativi”, e il relativo genocidio, già da parte dei primi colonizzatori, poi, ultimato verso la fine dell'800, da parte del generale Sherman, non è contemplato nel regista di tanti western, ed, in particolare in questo.
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I Sentieri Selvaggi, degli western americani di J.Ford, non sono solo un vecchio film, ma sono Sentieri che tutti o molti di noi stanno ancora percorrendo.
Il western del 1956 “Sentieri selvaggi" vede il mitico John Wayne, protagonista di tanti film di Ford, nel ruolo-chiave- di Ethan Edwards tornato dalla Guerra di secessione. Nel vecchio, ma, secondo me, sempre attuale film, “Geronimo, Cochise, Scar e tutti gli altri”, vale a dire gli “indiani” o meglio i “nativi”, e il relativo genocidio, già da parte dei primi colonizzatori, poi, ultimato verso la fine dell'800, da parte del generale Sherman, non è contemplato nel regista di tanti western, ed, in particolare in questo.
L’odio di Ethan Edwards, o, se volete di John Ford, verso i Comanche è l’odio per qualcosa che è dentro di lui, forse anche dentro molti di noi: per una violenza che è connaturata all’homo americanus (forse all’homo sapiens in senso lato), che nasce anche dall’avere perso una guerra assurda (la Guerra Civile per Ethan- il Vietnam per Travis Bicke, il tassista interpretato da Robert De Niro in Taxi Driver di Martin Scorsese), ma che è endemica, quasi genetica, nella società che l’America ha creato partendo dall’emigrazione forzata dall’Europa (quindi dalla povertà, dalla disperazione e dal senso di rivalsa) e arrivando al genocidio di un popolo. Questo- come ha intuito qualcuno, più bravo di me-"è il senso profondo della presenza indiana nei western fordiani, dell’ennesima ambivalenza fra ammirazione e terrore nei confronti dei nativi americani. Sono ferite psicologiche profonde, sepolte nel vissuto di Ethan Edwards e nel cinema di John Ford." A quanto pare, per il cinema americano, per l’America tutta e forse per il mondo intero sono ancora difficili da guardare e da elaborare.
A molti del pubblico dei vari western, prima della svolta di Soldato Blu e di Balla coi Lupi, non interessa o non vuole comprendere, fino in fondo, che nel "sogno americano" i protagonisti non sono il James Stewart di La Vita è Meravigliosa (1947 F.Capra), dove c'è, comunque, un elan vitale, una motivazione positiva profonda, dalla quale attingere e rimpolpare la "voglia di vivere" risorgendo dalle gravissime ferite di una guerra appena finita, ma al posto di quell"ottimistico sogno, c'è l'incubo di non perdere quello che, con immensi sacrifici, si è guadagnato...
Per capire tutto questo e la vera essenza dell'immagine pessimistica, ma ancora attuale del film è da non trascurare la sequenza iniziale del film: dal buio si inquadra di spalle il personaggio di Martha (Dorothy Jordan), che, sulla soglia di casa, volge lo sguardo sulla Monument Valley, John Wayne e la stessa identica inquadratura, si trova, in un altro contesto, alla fine del film, ma con John Wayne, sulla soglia di casa, forse a significare, che nel "percorso terreno", il futuro è lo stesso, imperscrutabile e indeterminato, nonostante il verificarsi storico degli eventi, diversi per tutti noi.
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elgatoloco
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lunedì 16 novembre 2020
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ford and wayne only...
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QUesto"The Searchers"(John Ford, dal romanzo epico omonimo di Alan Le May, sceeggiatura di Frank S.Nugent, 1956), classico film western di Ford, appunto da un romanzo epico sul Wild and old West, ambientato nel 1868, osisa pochi anni dopo la conclusione della guerra civile, dove il protagonista(John Wayne, diremmo proprio che non è un caso,,,)è assolutamente "white", ostile a Afroamericani(anzi nigger, direbbe lui), ai "Pellerossa"(siano Comancheros o altri), dove lui non direbbe certamente"Nativi Americani", come è politically correct, tanto che un suo figlio adottivo, Martin, che ha solo un ottavo(1/8)di sangue "indio", viene da lui considerato quasi totalmente indio, anche se il suddetto non sa parola di alcun idioma locale, mentre lo conosce Wayne.
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QUesto"The Searchers"(John Ford, dal romanzo epico omonimo di Alan Le May, sceeggiatura di Frank S.Nugent, 1956), classico film western di Ford, appunto da un romanzo epico sul Wild and old West, ambientato nel 1868, osisa pochi anni dopo la conclusione della guerra civile, dove il protagonista(John Wayne, diremmo proprio che non è un caso,,,)è assolutamente "white", ostile a Afroamericani(anzi nigger, direbbe lui), ai "Pellerossa"(siano Comancheros o altri), dove lui non direbbe certamente"Nativi Americani", come è politically correct, tanto che un suo figlio adottivo, Martin, che ha solo un ottavo(1/8)di sangue "indio", viene da lui considerato quasi totalmente indio, anche se il suddetto non sa parola di alcun idioma locale, mentre lo conosce Wayne. Coolori sfavilllanti del technicolor d'antan, ossia metà anni 1950, con un rosso"esagerato"; che diremmo bruciato,dove il colori del West acquistano dimensioni ipertrofiche : Si tratta di salvare parte della famiglia, ormai diventata, anche linguisticamente e culturalmnente(l'antopologia culturale serve pure a qualcosa...)"india"e di riportarla all'ovile, compitto che Wayne, non a caso durante la guerra di secessione(altri dicono d'indipendenza)confederato-anche se l'opposizione unionivsti versus confederati era spesso questione di facciata e di interesse...come ormai la storiografia ha dimostrato-ma Wyne p tutto d'un pezzo, come lo era nella vita. Sarà certo il romanzo epico di partenza, ma far dire a Wayne ; "Sei molto intelligente... per essere un indiano"è affemrazione che persino all'epoca sarà risuonata quantomeno" strana"in ambienti più progressisti. Quando si contrappone un Ford"aperto e progressista"a un Jhn Wayne "reazionario"forse si sbaglia, in quantto Ford ha sempre dato a Wayne parti come questa, dove il suo"spirito reazionario"si esprimeva completamente e cimpiutamente, senza infingimenti(almneo questo , certo, è da ammettere, non rincorreva il politically correct, certamente).Gli altri(le altre)intepreti, tra cui spiccano Vera Miles, poi interprete di film di Hitchcock e non solo, ma anche Nathalie Wood, compagna di cast dei film James Dean con l'eccezione di Jeffrey Hunter non arrivano al protagonismo di Wayne, come del resto era in praemissis.... El Gato
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elgatoloco
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lunedì 18 novembre 2019
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grande john forf
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La grandezza di John Ford, nel western ma come noto non solo, è nota. In questo"The Searchers"(1956)che ricostruisce una sorta di"Piccola Epopea"posteriore di poco(tre anni)alla fine della"Guerra di Secessione"(che molti Statunintensi definiscono diversamente, in realtà)è indubbia, nell'attenzione ai dettagli(i magnifici tramonti, in genere gli elemnti naturali e naturalistici nei suoi film). nella capacitù di ritornare dall'"analisi"(singole sequenze, appunto, evocative, emblematiche)alla sintesi narrativa, è tutta in questo film. Mai legato ai clichés anti-Natvi Americani(detti imnpropriamente"indiani", come noto)John Ford ci dà sempre un quadro antiretorico di quella che è la storia, anche ricostruita miticamente, di quel"West"che è terra di conquista e di violenza, come noto, ma anche di "Searching", di ricerca e di scoperta, dove naturalmente questo elmento finisce fatalmente per legarsi all'altro, quello appunto della conquista e della dominazione.
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La grandezza di John Ford, nel western ma come noto non solo, è nota. In questo"The Searchers"(1956)che ricostruisce una sorta di"Piccola Epopea"posteriore di poco(tre anni)alla fine della"Guerra di Secessione"(che molti Statunintensi definiscono diversamente, in realtà)è indubbia, nell'attenzione ai dettagli(i magnifici tramonti, in genere gli elemnti naturali e naturalistici nei suoi film). nella capacitù di ritornare dall'"analisi"(singole sequenze, appunto, evocative, emblematiche)alla sintesi narrativa, è tutta in questo film. Mai legato ai clichés anti-Natvi Americani(detti imnpropriamente"indiani", come noto)John Ford ci dà sempre un quadro antiretorico di quella che è la storia, anche ricostruita miticamente, di quel"West"che è terra di conquista e di violenza, come noto, ma anche di "Searching", di ricerca e di scoperta, dove naturalmente questo elmento finisce fatalmente per legarsi all'altro, quello appunto della conquista e della dominazione. dove però Ford riesce semopre a non"incantarsi"(e anche a non"incartarsi"sul mito....).Un film di grandissimo rileivo, dove presenze come quelle di John Wayne, di Vera Miles , di Natalie Wood sono importantti senza mai"esaurire"in sé il film, riuscendo ad arricchirlo, senz'altro anche a caratterizzarlo, lasciando però spazio ad altre presenze importanti. Wayne , all'epoca, era già un attore famoso, anzi famosissimo e Ford riesce sempre a dargli, qui come altro, un ruolo caratterizzante, che però prescinde da quellla parte di "spaccone", di "eroe bastardo"che in altri film, intendo di altri registi, viene ad assumere quasi rispondendo, invece, a un cliché, a uno stereotipo imposto ma in qualche modo anche "interiorizzato"al punto da non potersene più liberare in alcun modo,.,.Il rapporto con il "romanzo di partenza"di Alan Le May sarebbe interessante da approfondire, ma presupporrebbe la sua disponibilità, non facilissima da ottenere. El Gato
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fabio
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lunedì 15 aprile 2019
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un classico del cinema americano
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Davanti allo scenario spettacolare offerto dalla Monument Valley John Ford racconta l'epopea della frontiera americana.
Il dramma dello scontro tra i pionieri e gli indiani s'intreccia con un'altra tragedia: la guerra civile che ha lasciato ferite profonde nell'anima di tanti reduci, come testimoniano dapprima i silenzi e poi improvvise esplosioni di odio del protagonista.
Restano indimenticabili le cavalcate, gli scontri con gli indiani le sparatorie: tutto entrato nell'immaginario di ogni bambino che ha giocato almeno una volta al Far West.
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fabio
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lunedì 15 aprile 2019
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un classico del cinema americano
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Davanti allo scenario spettacolare offerto dalla Monument Valley John Ford racconta l'epopea della frontiera americana.
Il dramma dello scontro tra i pionieri e gli indiani s'intreccia con un'altra tragedia: la guerra civile che ha lasciato ferite profonde nell'anima di tanti reduci, come testimoniano dapprima i silenzi e poi improvvise esplosioni di odio del protagonista.
Restano indimenticabili le cavalcate, gli scontri con gli indiani le sparatorie: tutto entrato nell'immaginario di ogni bambino che ha giocato almeno una volta al Far West.
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samanta
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domenica 7 aprile 2019
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cosa fa vagare un uomo? andare via
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Il film è un capolavoro assoluto del cinema, certamente il più bel western. Inizia e finisce con una melodia romantica "What nakes a man to wonder?" Nella scena iniziale si apre una porta di una casa affacciata sulla Monument Valley, una donna esce e vede avvicinarsi un cavaliere, la scena finale si vede una porta aprirsi sullo stesso paesaggio e un uomo si allontana. Diano nel Texas 1868 e la guerra civile è finita da 3 anni, l'uomo è Ethan Edwards (John Wayne) che ritorna a casa del fratello Aaron che vive con la moglie Martha e 3 figli: Lucy giovane ragazza, Ben adolescente e Debbie bambina, con loro vive Martin un ragazzo trovatello i cui genitori furono uccisi dai Comanche.
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Il film è un capolavoro assoluto del cinema, certamente il più bel western. Inizia e finisce con una melodia romantica "What nakes a man to wonder?" Nella scena iniziale si apre una porta di una casa affacciata sulla Monument Valley, una donna esce e vede avvicinarsi un cavaliere, la scena finale si vede una porta aprirsi sullo stesso paesaggio e un uomo si allontana. Diano nel Texas 1868 e la guerra civile è finita da 3 anni, l'uomo è Ethan Edwards (John Wayne) che ritorna a casa del fratello Aaron che vive con la moglie Martha e 3 figli: Lucy giovane ragazza, Ben adolescente e Debbie bambina, con loro vive Martin un ragazzo trovatello i cui genitori furono uccisi dai Comanche. Ethan era partito per la guerra nel 1860 si trova in possesso di parecchio denaro, ma non dice che cosa ha fatto negli ultimi 3 anni. Al mattino arriva il reverendo Clayton (Ward Bond) che anche capitano dei rangers volontari con alcuni agenti, vuole arruolare Aaron e Martin per dare la caccia ai ladri di bestimen dei vicini Jorgensen. Ethan subdora che siano indiani e si sostituisce al fratello, ma quando trova il bestiame ucciso capisce che è una trappola, ritorna alla fattoria e trova Martha stuprata e uccisa con Aaron e Ben dai Comanche, le 2 sorelle sono rapite.Inizia la caccia alla banda che però ha ucciso e stuprato Lucy, mentre Debbie è rimasta con gli indiani che l'allevano. Dura più di 5 anni la caccia di Ethan coadiuvato da Martin, ma dopo varie traversie i Comanche ritornati nella vicinanza della fattoria degli Edwards vengono attaccati dai rangers e il capo indiano Scar (ciccatrice male doppiato in Scout) viene ucciso e scalpato da Ethan , Debbie (Natalie Wood) viene presa dallo zio che abbandona il proposito di ucciderla perché diventata moglie di Scout e la stringe con affetto.
Il film è un compendio del mito del Western e di poesia, una descrizione vivida della natura umana, che coinvlge amore, violenza,odio ma anche riconciliazione e pace. Le accuse di un velato razzismo sono assurde, Ethan odia i Comanche per un semplice motivo: stuprarono e uccisero la mdre, quando Debbie durante l'attacco alla fattoria del padre si rifugia nel cimitero sotto la lapide della nonna in cui è scritto "Mary Jane Edwards uccisa dai Comanche". l'odio è poi accresciuto dall'uccisione di Lucy e soprattutto di Martha , la donna amata. Ford con poche immagini delicate descrive l'amore: gli sguardi affettuosi di lei oppure quando la donna accarezza il cappotto di Ethan. Un altro accenno velato riguarda la vita di Ethan dopo la guerra, la medaglia che regala Debbie è una decorazione messicana, tenuto conto che l'imperatore Massimiliano arruolò molti ex sudisti, si presume che anche Ethan abbia combattuto in Messico e poi dopo la morte dell'imperatore nel 1867 abbia fatto i soldi con qualche impresa poco legale. Il film ha l'impronta di un Ford al massimo livello: l'avventura, il vagare dell'uomo solo che non riesce a essere felice, i momenti di violenza ma anche gli stacchi ironici, comici e sentimentali. Un grande affresco in cui primeggia l'interpretazione di Wayne drammatica e sofferta e anche ironica e sarcastica. Ottime le interpretazioni di Ward Bond e di Vera Miles (Laurie la fidanzata di Martin), senza contare quela della quasi esordiente Natalie Wood. Che fine farà Ethan? "Ride away ... andare via".
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stefanocapasso
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venerdì 5 gennaio 2018
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la svolta dell'amore
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Ethan, reduce sudista, torna a casa dal fratello. Gli indiani nei dintorni stanno facendo piccole scorribande e proprio mentre si mette alla loro caccia, un gruppo di pellerossa trucida tutta la sua famiglia ad eccezione delle due nipoti. Ethan insieme al mezzosangue Martin si mette alla ricerca della bambina, in un inseguimento che durerà diversi anni.
Capolavoro assoluto del genere western, il film di John Ford è davvero un manifesto a cinema. Avvalendosi della fotografia centrata su paesaggi spettacolari e sui caldi colori in Technicolor, Ford affronta il western con una declinazione diversa rispetto al solito. Smitizza ironicamente qualche luogo comune del genere e sceglie la strada dell’amore.
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Ethan, reduce sudista, torna a casa dal fratello. Gli indiani nei dintorni stanno facendo piccole scorribande e proprio mentre si mette alla loro caccia, un gruppo di pellerossa trucida tutta la sua famiglia ad eccezione delle due nipoti. Ethan insieme al mezzosangue Martin si mette alla ricerca della bambina, in un inseguimento che durerà diversi anni.
Capolavoro assoluto del genere western, il film di John Ford è davvero un manifesto a cinema. Avvalendosi della fotografia centrata su paesaggi spettacolari e sui caldi colori in Technicolor, Ford affronta il western con una declinazione diversa rispetto al solito. Smitizza ironicamente qualche luogo comune del genere e sceglie la strada dell’amore. L’amore che il duro protagonista riesce a far prevalere sul desiderio di vendetta atavico, dando il via ad una nuova era di relazioni umane.
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mencio
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martedì 13 settembre 2016
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gli indiani nei loro pittoreschi costumi di guerra
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Il film, certamente bello e godibile, è in alcuni punti una specie di risposta a se stesso, al Ford regista del film Il Massacro di Fort Apache. Nelle scene finali di quest'ultimo si mostra il nascere della leggenda menzognera dell'incapace colonnello, sconfitto da indiani cenciosi (seppure guidati dal grande Cochise) immaginato invece dal gazzettiere di turno come in lotta contro gli Apaches "nei loro pittoreschi costumi". E così, in Sentieri Selvaggi, Ford ci mostra il capo indiano come un bellissimo ed atletico eroe che indossa, per lo scontro, il grande serto piumato. Nella realtà del romanzo di Alan Lemay il capo indiano è invece un nomade sfregiato che conduce selvaggi, ormai divenuti l'ombra dei guerrieri di un tepo.
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Il film, certamente bello e godibile, è in alcuni punti una specie di risposta a se stesso, al Ford regista del film Il Massacro di Fort Apache. Nelle scene finali di quest'ultimo si mostra il nascere della leggenda menzognera dell'incapace colonnello, sconfitto da indiani cenciosi (seppure guidati dal grande Cochise) immaginato invece dal gazzettiere di turno come in lotta contro gli Apaches "nei loro pittoreschi costumi". E così, in Sentieri Selvaggi, Ford ci mostra il capo indiano come un bellissimo ed atletico eroe che indossa, per lo scontro, il grande serto piumato. Nella realtà del romanzo di Alan Lemay il capo indiano è invece un nomade sfregiato che conduce selvaggi, ormai divenuti l'ombra dei guerrieri di un tepo. Ethan, il protagonista, è un bruto che finisce ammazzato con una revolverata in faccia da un'indiana da lui scambiata per la nipote e Martin, il suo giovane compagno, si trova emarginato e abbandonato dalla fidanzata per un bellimbusto che ha saputo sistemarsi. Ma questo non importa: adattato al gusto del grande pubblico Sentieri Selvaggi resta un bellissimo film ispirato nella fotografia ai quadri di Remington.
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tomdoniphon
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domenica 3 maggio 2015
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"the searchers"
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Il reduce sudista Ethan Edwards, assieme al mezzosangue Martin, si mette sulle tracce di due giovani nipoti, rapite dai comanches che hanno ucciso suo fratello Aaron e sua cognata. Dopo lunghe ricerche, rintraccia una delle ragazze, scopre che è diventata un'indiana e ha la tentazione di ucciderla.
Il western più maturo e complesso di John Ford, con al centro un personaggio eroico, ma allo stesso tempo oscuro ed ossessivo, la cui complessità è resa da Wayne in modo magistrale ("Vorrei che moriste!" "Un giorno succederà").
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Il reduce sudista Ethan Edwards, assieme al mezzosangue Martin, si mette sulle tracce di due giovani nipoti, rapite dai comanches che hanno ucciso suo fratello Aaron e sua cognata. Dopo lunghe ricerche, rintraccia una delle ragazze, scopre che è diventata un'indiana e ha la tentazione di ucciderla.
Il western più maturo e complesso di John Ford, con al centro un personaggio eroico, ma allo stesso tempo oscuro ed ossessivo, la cui complessità è resa da Wayne in modo magistrale ("Vorrei che moriste!" "Un giorno succederà"). Ethan è una figura tragica, con un odio patologico nei confronti degli indiani, dei quali conosce assai bene usi e costumi ("Gli indiani inseguono una cosa finchè credono di averla inseguita abbastanza, poi la piantano. Lo stesso succede quando fuggono: non si rendono conto che ci possa essere qualcun altro che continua a seguire la sua preda").
Alcune sequenze sono entrate di diritto nella storia del cinema, con la Monument Valley resa al massimo delle sue possibilità paesaggistico-spettacolari. Memorabile il finale, simmetrico rispetto all'inizio, con la porta della casa dei pionieri che si chiude, lasciando al di fuori Wayne, solo, destinato a vagare fra i venti.
Film di culto per Scorsese, Coppola e Lucas.
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[+] sono in buona compagnia
(di bartolomeoaloia)
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tomdoniphon
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sabato 6 settembre 2014
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"the searchers"
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Il reduce sudista Ethan Edwards, assieme al mezzosangue Martin, si mette sulle tracce di due giovani nipoti, rapite dai comanches che hanno ucciso suo fratello Aaron e sua cognata. Dopo lunghe ricerche, rintraccia una delle ragazze, scopre che è diventata un'indiana e ha la tentazione di ucciderla. Il western più maturo e complesso di John Ford, con al centro un personaggio eroico, ma allo stesso tempo oscuro ed ossessivo, la cui complessità è resa da Wayne in modo magistrale ("Vorrei che moriste!" "Un giorno succederà"). Ethan è una figura tragica, con un odio patologico nei confronti degli indiani, dei quali conosce assai bene usi e costumi ("Gli indiani inseguono una cosa finchè credono di averla inseguita abbastanza, poi la piantano.
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Il reduce sudista Ethan Edwards, assieme al mezzosangue Martin, si mette sulle tracce di due giovani nipoti, rapite dai comanches che hanno ucciso suo fratello Aaron e sua cognata. Dopo lunghe ricerche, rintraccia una delle ragazze, scopre che è diventata un'indiana e ha la tentazione di ucciderla. Il western più maturo e complesso di John Ford, con al centro un personaggio eroico, ma allo stesso tempo oscuro ed ossessivo, la cui complessità è resa da Wayne in modo magistrale ("Vorrei che moriste!" "Un giorno succederà"). Ethan è una figura tragica, con un odio patologico nei confronti degli indiani, dei quali conosce assai bene usi e costumi ("Gli indiani inseguono una cosa finchè credono di averla inseguita abbastanza, poi la piantano. Lo stesso succede quando fuggono: non si rendono conto che ci possa essere qualcun altro che continua a seguire la sua preda"). Alcune sequenze sono entrate di diritto nella storia del cinema, con la Monument Valley resa al massimo delle sue possibilità paesaggistico-spettacolari. Memorabile il finale, simmetrico rispetto all'inizio, con la porta della casa dei pionieri che si chiude, lasciando al di fuori Wayne, solo, destinato a vagare fra i venti. Film di culto per Scorsese, Coppola e Lucas.
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